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Partigiani senza guerra

Ishi
Language: Italian


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Canzone urgente
(Ishi)
Prete, croce, sedia e morte
(Franti)


[1994]
Album «Sotto la pioggia», l’unico di questo gruppo che è stato una delle tante manifestazioni dei Franti, con Lalli e Vanni Picciuolo (tutt'e due ex-Franti) assieme a Claudio Villiot (ex-Environs), Toni Ciavarra (ex-Environs), Massimo Ferrusi e Walter Daziano... ma senza il mitico Stefano Giaccone

ishi sottolapioggia


«... e sotto questa pioggia andiamo per strade per lo più deserte. A volte incontriamo qualcuno, scambiamo le nostre pietre, i nostri sonagli, poi di nuovo in cammino, che l'acqua nelle ossa diventa maestra e compagna scomoda ma inseparabile per andare solo dove il cuore porta. Portiamo sulla faccia segni di un vento respirato e che ci fa ricordare un futuro pieno di acqua tiepida, di risuonare di mare e di risate di uomini e donne liberi. Un disco è poca cosa, un leggero vibrare lì, in mezzo a silenzi e fragori di morte. un pezzo di plastica sperso tra milioni di altri cui affidiamo il valore di una fotografia, la nostra poetica più potente e rabbiosa, il nostro fiato, e che da solo poi si aggirerà per qualche centro sociale, qualche casa, qualche radio, qualche macchina. Proprio come un sasso buttato in un lago o in una pozzanghera, a formare cerchi, incontrarne altri, raggiungere qualche sponda...»
(dalla presentazione dell’album)


Solo una spiegazione sul nome scelto da questa formazione, perchè la storia che ci sta dietro mi pare molto interessante... “Ishi” fu infatti scelto da Lalli e compagni come omaggio all’ultimo nativo Yana della California, un’etnia oggi estinta, sterminata dai bianchi nei primi anni del 900.



Nel 1911, un nativo selvaggio gravemente debilitato emerse dalla foresta intorno ad Oroville e si consegnò al mondo dei bianchi. Aveva 49 anni e tre anni prima sua madre e sua sorella erano morte di stenti in seguito ad una razzia dei bianchi. Lui era rimasto solo, ultimo del suo popolo, ed era sopravvissuto nascondendosi. Quando l’antropologo Alfred Kroeber - che era molto interessato a quel selvaggio che parlava una lingua indiana ormai sconosciuta - chiese a quell’uomo come si chiamasse, lui rispose: «Non ho un nome, perchè non ho più nessuno che possa chiamarmi».
Venne chiamato «Ishi», che nella sua lingua voleva dire semplicemente «uomo»...
Ishi per cinque anni raccontò agli studiosi bianchi la cultura, le tradizioni e la lingua degli Yana. Poi, nel 1916, morì di tubercolosi. Il suo popolo era definitivamente perduto.
Il rito funebre per Ishi fu svolto secondo la tradizione Yahi, il sottogruppo degli Yana cui apparteneva: il corpo fu cremato e sepolto con 5 frecce, punte di ossidiana, farina e ghiande.
Oggi Ishi riposa in un cimitero a San Francisco.
Sulla lapide è stata scritta la frase che usava per congedarsi: «Voi restate. Io me ne vado.»
Passeggiando nel mondo quasi a chiedermi dov'è
Camminando per mano ad una strada che non c'è
Cercando nel deserto tutta l'ombra che sorridendo se n'è andata insieme a te
I miei occhi grigi come ombre sulle scale
Puoi riempirli con un sorriso e chiedermi perché
Dove andranno i pensieri o si fermano le nuvole
Con le mani sui muri pieni di angoli e di scarpe
Verrà il vento e spazzerà via tutte le medaglie
Il vento del tempo coprirà tutte le vite spese per le foto sui giornali
Puoi sentire la notte?
Piangono e ridono per noi
Puoi sentire le sirene correre per noi?
Senti il freddo adesso scorre via dalle mani
E un senso ai nostri giorni non so se ci sarà
Con parole o silenzi
Sempre contro la corrente
Resistendo a questo tempo
Resistendo al suo negare
Come buoni partigiani senza guerra
Senza terra
Con la voglia di andare e chiedersi perché.

Contributed by Bartleby - 2012/5/4 - 22:21


Scusate, non credo che sia il percorso giusto... Ho raccontato la storia di Ishi solo per spiegare il titolo dell'album, ma la canzone "Partigiani senza guerra" riguarda piuttosto la resistenza, oggi.

Bartleby - 2012/5/4 - 22:38


Mi confondo anch'io...

Scusate, non credo che sia il percorso giusto... Ho raccontato la storia di Ishi solo per spiegare l'origine del nome del gruppo, ma la canzone "Partigiani senza guerra" riguarda piuttosto la resistenza, oggi.

Bartleby - 2012/5/4 - 22:39


B.B. - 2018/3/31 - 21:35




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