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Razos es qu'ieu m'esbaudei

Pèire Cardenal


Pèire Cardenal

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Tostemps vir cuidar en sabér
(Pèire Cardenal)
A totas partz vei mescl' ab avarésa
(Pèire Cardenal)
Atressi com per fargar
(Pèire Cardenal)


‎[1214]‎
Proposta anche da Claude Marti nel disco “L'agonie du Languedoc” del 1976.‎

L'agonie du Languedoc
Un “sirventès”, un’invettiva con cui il grande trovatore gioisce della morte di ‎Baldovino, fratellastro di Raimondo VI di Tolosa, che il 17 febbraio 1214, per ordine dello stesso ‎conte, fu prelevato dal suo castello ed impiccato come traditore per avere partecipato ad una ‎decisiva battaglia dalla parte dei baroni francesi e dei crociati che stavano aggredendo la ‎Linguadoca con la scusa della repressione dell’eresia albigese. ‎
Baldovino - che il potente Raimondo per molti anni non aveva voluto riconoscere e al quale non ‎aveva poi accordato che le briciole della sua eredità – era stato convinto a passare al campo nemico ‎da Simon di Monfort, capo dei crociati, con la promessa di terre e ricchezze. ‎
Era stato anche grazie al tradimento di Baldovino che il 12 settembre 1213 nei pressi di Muret gli ‎aggressori erano riusciti a sconfiggere la coalizione resistente capeggiata proprio da Raimondo di ‎Tolosa e da Pietro II d’Aragona, che in quella battaglia ci aveva pure rimesso le piume…‎

“L’uomo potente può avere tutte le armature e i cavalli e le torri e le mura e i palazzi che ‎vuole, ma Dio quando tende il suo arco colpisce dove deve colpire, a ciascuno in base ai suoi meriti, ‎ai suoi vizi o alle sue virtù”

In un primo momento ho creduto che questa gaudente invettiva fosse dedicata proprio a Simon di ‎Monfort, o addirittura ad Arnaud Amaury, il superiore dei cistercensi nonchè arcivescovo di ‎Narbona che il papa Innocenzo III delegò alla crociata contro i catari… ‎‎Mi sbagliavo, ma credo che Pèire Cardenal abbia ugualmente ‎gioìto nell’apprendere della loro morte, il primo nel 1218, il secondo nel 1225… Infatti i due furono ‎responsabili in solido di violenze prolungate ed inaudite e di feroci eccidi, primo fra tutti quello di ‎Béziers nel luglio del 1209, passato alla storia come il “grand masèl”, in lingua occitana. Allora i ‎crociati pretesero dagli abitanti della città, in stragrande maggioranza cattolici, la consegna dei ‎pochi catari presenti. Al loro rifiuto, Amaury ordinò: “Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi”…‎
Le cronache parlano di 15.000 o di, addirittura, 22.000 morti, ma in realtà all’epoca gli abitanti di ‎Béziers non dovevano essere più di 10.000 ed è verosimile che ne siano stati uccisi almeno la ‎metà… Un gran macello, comunque…‎

‎La colomba di Minerve, ‎‎(Menèrba), una delle città della Linguadoca che fu investita dalla crociata contro i catari. Opera dello scultore Jean-Luc Severac realizzata nel 1982.‎<br />
Minerve, vicina a Béziers, fu assediata e presa nel 1210. Vi furono bruciati vivi 140 catari che ‎avevano rifiutato di abiurare.‎
La colomba di Minerve, ‎‎(Menèrba), una delle città della Linguadoca che fu investita dalla crociata contro i catari. Opera dello scultore Jean-Luc Severac realizzata nel 1982.‎
Minerve, vicina a Béziers, fu assediata e presa nel 1210. Vi furono bruciati vivi 140 catari che ‎avevano rifiutato di abiurare.‎



Simon di Montfort morì il 25 giugno del 1218 davanti alle mura di Tolosa che i crociati stavano ‎assediando. Le cronache raccontano che fu centrato in pieno da un masso scagliato da una catapulta ‎degli assediati… Il monaco Arnaud Amaury, anima nera della crociata, cercò in seguito di ‎proseguirla appoggiando l’erede di Simon, Amaury VI, che era succeduto al padre alla testa degli ‎aggressori, ma ebbe poca fortuna e si spense nel 1225 nell’abbazia cistercense di ‎Fontfroide…
Razos es qu'ieu m'esbaudei
E sia jauzens e gais
E diga cansos e lais
E un sirventes desplei,
Quar leialtatz a vencut
Falsetat, e non a gaire
Quez ieu ai auzit retraire
Qu'us fortz trachers a perdut
Son poder e sa vertut.

Dieus fa, e fara e fei,
Aissi com es Dieus verais,
Drech als pros e als savais
E merce, segon lur lei.
Quar a la paia van tut,
L'enganat e l'enganaire,
Si com Abels a son fraire.
Que-l trachor seran destrut
E li trait ben vengut.

Dieu prec que trachors barrei
E los degol e los abais
Aissi con fes los Algais,
Quar son de peior trafei.
Quez aisso es ben sauput:
Pieger es trachers que laire,
Qu'atressi com hom pot faire
De convers monge tondut,
Fai hom de trachor pendut.

De lops e de fedas vei
Que de las fedas son mais,
E per un austor que nais
Son mil perditz, fe qu'ie'us dei.
Az aisso es conogut
Que hom murtriers ni raubaire
Non plas tant a Dieu lo paire
Ni tant non ama son frut
Com fai del pobol menut.

Assatz pot aver arnei
E cavals ferrans e bais
E tors e murs e palais
Rics hom, sol que Dieu renei.
Doncs ben a lo sen perdut
Aquel acui es veiaire
Que tollen l'autrui repaire
Deia venir a salut,
Ni-l dons Dieus quar a tolgut.

Quar Dieus ten son arc tendut,
E trai aqui on deu traire
E fai lo colp que deu faire:
A quecs si com a mergut,
Segon vizi o vertut.‎

inviata da Bartleby - 3/5/2012 - 11:20



Lingua: Francese

Traduzione francese dal blog Urânia - José Galisi Filho
J'AI TOUTES LES RAISONS DE ME ‎RÉJOUIR

J'ai toutes les raisons de me réjouir,
d'être joyeux et gai,
de chanter, de dire des vers
et de déployer mon sirventès
car Loyauté a vaincu Fausseté:
on m'a rapporté il n'y a guère
que le plus perfide des traîtres
a perdu sa force et son pouvoir.‎

Etant Dieu véridique,
Dieu fait, fera et fit
droit aux preux et aux méchants
et miséricorde selon leur propre loi.
Car, à la paye, tous y vont,
le trompé comme le trompeu
et, de la même manière qu'Abel avec son frère,
les traîtres seront détruits
et les trahis bien venus.‎

Je prie Dieu qu'il renverse les traîtres,
les précipite et les abaisse,
comme il fit des Algais,
car ils sont de pire commerce.
Et ceci est bien connu:‎
Le traître est pire que le larron,
et, de même qu'on peut faire
d'un convers un moine tondu,
on fait d'un traître un pendu.‎

Pour ce qui est des loups et des brebis,
je vois que les brebis sont en plus grand ‎nombre,
et pour un autour qui naît
il y a mille perdrix, par la foi que je vous dois.‎
D'après cela l'on connaît
que l'homme meurtrier et ravisseur
ne plaît pas autant à Dieu le Père
et qu'il n'aime pas autant sa lignée
que celle des petites gens.‎

Il peut avoir en suffisance armures,
chevaux gris et bais,
tours, murs et palais
l'homme puissant, pourvu qu'il renie Dieu.
Donc il a bien perdu la raison
celui à qui il semble
qu'en s'emparant de la demeure d'autrui
il doive arriver à son salut,
et que Dieu lui donnera parce qu'il a pris.‎

Car Dieu tient son arc tendu,
et il tire où il doit tirer
et il porte le coup qu'il doit porter :
chacun a ce qu'il a mérité,
selon son vice ou sa vertu.‎

inviata da Bartleby - 3/5/2012 - 11:22




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