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Η σκλαβιά

anonimo


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I sklaviá
[1944]
Ανώνυμου ( ? ) / Anonymous (?)
Αnonimo ( ? ) / Anonyme (?)
Musica / Music / Musique / Sävel / Μουσική:
Canzone popolare russa (?) / Russian folksong (?) / Chanson populaire russe (?) /
Venäläinen kansanlaulu (?) / Ρωσικό λαϊκό τραγούδι (?)


 Αντάρτικα - Chants Des Partisans Grecs


Canzone della Resistenza greca, della fase in cui, approssimandosi il cedimento delle forze germaniche, essa si avviava a svilupparsi come conflitto civile. Dal testo si ricava che fosse l'inno della Π.Ε.Ε.Α. (Πολιτική Επιτροπή Εθνικής Απελευθέρωσης / Politikí Epitropí Ethnikís Apelefthérosis “Comitato Politico di Liberazione Nazionale”), cioè quell'abbozzo di un governo di sinistra - più noto come "governo della montagna" (κυβέρνηση του βουνού / kyvérnisi tou vounoú) - cui il Fronte di Liberazione Nazionale (EAM) diede vita il 10 marzo 1944 sui monti dell'Euritania prevedendo che, tra il governo "nazionale" del re in esilio e quello collaborazionista della capitale, fosse necessario incuneare un organo politico-istituzionale civile, rappresentativo del versante progressista della Resistenza, il quale con l'ELAS aveva prodotto lo sforzo bellico maggiore. Il primo presidente fu Evripidis (Euripide) Bakirtzís, che presto passò la mano al prof. Alexandros Svolos, e che, caduto poi prigioniero durante la guerra civile, morì "suicidato" nel campo di Ikaria nel maggio del 1947. I successivi sviluppi della situazione consigliarono lo scioglimento della PEEA solo sei mesi più tardi, il 9 ottobre 1944. Essa nel frattempo si era spesa, in materia civile, nella riorganizzazione delle scuole e dei programmi scolastici nei territori direttamente controllati.

Mi capitò negli anni Sessanta di ascoltare questa canzone, per la voce di Mikis Theodorakis, in un disco resistenziale che non ho più e di cui non ricordo né il titolo né la provenienza. (gpt)
Η σκλαβιά πικρό φαρμάκι
μαύρη κι άραχλη ζωή
φασιστάδες μαύροι δράκοι
μας πατήσανε τη γη

Σφάζουν, δέρνουν κι ατιμάζουν
και μας καίνε τα χωριά
κι ο, τι βρούν όλα τα αρπάζουν
μαθημένοι στην κλεψιά

Εις την Πίνδο τρέχει πρώτη
στα τετράψηλα βουνά
και χτυπάει την πρώτη νότα
λαογέννητη η Π.Ε.Ε.Α.

Μα πετούνται λεοντάρια
απο μέσα απ τη σκλαβιά
αντριομένα παλληκάρια
και ζητούν ελευτεριά

Ελευτεριά, ουράνιο δώρο
ελευτεριά, τρανή θεά
στενό πια δεν θάχεις χωρό
θάχεις πάντα σύνορα πλατειά

Μακεδόνες, Μωραίτες
Ηπειρώτες, Θεσσαλοί
Ρουμελιώτες, Θράκες, Κρήτες
Η πατρίδα μας καλεί

inviata da Gian Piero Testa - 25/4/2012 - 18:19




Lingua: Italiano

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italkiankielinen versio: Gian Piero Testa

tragantista

Dal video con l’interpretazione di Theodorakis del 1947 si evince che la canzone dovrebbe provenire da un album “Τα τραγούδια της Ευρωπαϊκής Αντίστασης / Songs of the European Resistance”, pubblicato nel 2010 e contenente venti canti. Dev’essere senz’altro l’album a cui accenna Gian Piero Testa nella sua introduzione, dicendo di non ricordarne il nome. Dalla pagina del medesimo video proviene anche l’indicazione della “canzone popolare russa” che dovrebbe essere alla base della melodia.
LA SCHIAVITÙ

La schiavitù veleno amaro
nera e ragnata vita
fascistacci neri mostri
ci avete calpestato la terra

Uccidono, bastonano, violentano
e ci bruciano i villaggi
e ciò che trovano tutto rubano
addestrati alla razzia

Al Pindo corre per prima
su quegli eccelsi monti
e batte la prima nota
la P.E.E.A figlia del popolo

Ma s'avventano come leoni
dal cuore della schiavitù
intrepidi ragazzi
e chiedono libertà

Libertà dono celeste
libertà massima dea
non più avrai uno spazio angusto
sempre larghi avrai i confini

Macedoni, Moraiti
Epiroti, Tessali
Rumelioti, Traci, Cretesi
La nostra patria chiama

inviata da Gian Piero Testa - 25/4/2012 - 18:21





Versione alternativa / Alternative version / Autre version / Muu versio
Interpretazione / Sings / Interprétation / Ερμηνεία: Mikis Theodorakis (1947)



Il testo interpretato nel 1947 da Mikis Theodorakis (accompagnato da Marcello Pietropaoli) differisce soltanto lievemente dalla versione data da Gian Piero Testa (e di cui fa cenno nell’introduzione). Si può dire che la differenza consista nell’aggiunta di una strofa con eliminazione successiva del riferimento diretto alla P.E.E.A (sostituita da un’assai ellenica “bellissima Dea”). E’, in pratica, il testo che avevo cercato inutilmente nel 2006, costruendo una pagina contenente esclusivamente una traduzione italiana reperita da un sito ora non più esistente (ma per questo rimando meglio alla relativa sezione). Tale pagina è stata conseguentemente eliminata. Segnalo che, per il 25 aprile 2020 (25 aprile di lockdown…), tale versione, presentata come “inno della resistenza greca”, è stata utilizzata per un video con interpretazione di Aris Karamanos accompagnato alla chitarra da Enrico Osvaldi. Tale video è reperibile soltanto da una pagina Facebook (disturbata da una pletora di caratteri cinesi), e non è quindi riproducibile qui. [RV 26-6-2024]
Η σκλαβιά

Η σκλαβιά, η σκλαβιά πικρό φαρμάκι
μαύρη κι άραχλη ζωή
φασιστάδες μαύροι δράκοι
μας πατήσανε τη γη.

Σφάζουν δέρνουν, σφάζουν δέρνουν κι ατιμάζουν
και μας καίνε τα χωριά
κι ότι βρουν όλα τ' αρπάζουν
μαθημένοι στην κλεψιά.

Μα πετιούνται, μα πετιούνται λεοντάρια
από μέσα απ' τη σκλαβιά
αντρειωμένα παλικάρια
και ζητούνε λευτεριά.

Εις την Πίνδο, εις την Πίνδο βγαίνει πρώτα
στα τετράψηλα βουνά
και χτυπάει την πρώτη νότα
η πεντάμορφη Θεά.

Λευτεριά, λευτεριά ουράνιο δώρο
λευτεριά τρανή θεά
στενό πια δε θα 'χεις χώρο
θα 'χεις σύνορα πλατειά

Μακεδόνες, Μακεδόνες Μωραΐτες
Ηπειρώτες Θεσσαλοί
Ρουμελιώτες Θράκες Κρήτες
η πατρίδα μας καλεί.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 26/6/2024 - 20:50




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös / Ιταλική μετάφραση [1]

Si tratta della traduzione italiana che, per diciott’anni, ha formato una pagina autonoma che è “convissuta” con questa pagina (e che è stata oggi eliminata). La traduzione si adatta perfettamente alla versione cantata nel 1947 da Theodorakis -accompagnato da un chitarrista e fischiatore italiano, Marcello Pietropaoli); l’autore è però, almeno per ora, sconosciuto. Nel 2006 avevo ripreso questa traduzione da “La Musica dell’Altra Italia” (sezione “Canzoniere Internazionale”), che è stata una fonte importante nei primissimi anni di questo sito; come già detto, il sito non è più esistente da anni. La traduzione è quindi trasmigrata qui -anche perché, con l’eliminazione della vecchia pagina e con la scomparsa della fonte, si tratta dell’unica testimonianza rimasta di questo testo. “La Musica dell’Altra Italia” avvertiva che il testo proveniva dai “Canti della Resistenza Europea 1933-1963”, senz’altra specificazione. Si tratta, evidentemente, del disco pubblicato nel 1963 da Sergio Liberovici e Michele L. Straniero, con introduzione del grande musicologo Massimo Mila (disco EMI GLP81004).

caresieu
Schiavitù

Schiavitù, amaro veleno,
nera e grama vita,
i fascisti, neri mostri,
calpestarono la nostra terra.

Sgozzano e colpiscono, disonorano
e bruciano i nostri villaggi,
e tutto ciò che trovano razziano,
abituati al furto.

Ma balzano i leoni
da dentro la schiavitù,
coraggiosi e bravi
chiedono la libertà.

Verso il Pindo escono dapprima,
sugli altissimi monti,
e risuona la prima nota
per la bellissima dea.

Libertà, celeste dono,
libertà, coraggiosa dea,
più non avrai stretto il cammino,
ma larghe frontiere avrai.

Macedoni, Peloponnesiaci,
Epiroti, Tessali,
Rumelioti, Traci, Cretesi,
è la patria che vi chiama.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 26/6/2024 - 21:42




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös / Ιταλική μετάφραση [2]

A complemento di questa pagina “vecchionuova” (come la sinagoga di Praga…), ho pensato di riprodurre anche la traduzione offerta nel video Facebook per il 25 aprile 2020, cui si è già accennato. Avverto però che si tratta di una versione abbastanza sommaria, e priva di una delle sei strofe. [RV]
Schiavitù

Schiavitù, veleno amaro,
Vita misera e grama:
I fascisti, neri mostri
Calpestano la nostra terra.

Colpiscono, massacrano, disonorano,
Bruciano i nostri villaggi.
Qualunque cosa trovino, la afferrano,
Come hanno imparato a rubare!

Ma irrompono
Giovani coraggiosi e bravi,
Infrangono la schiavitù
E, come leoni, cercano libertà.

Libertà, dono del cielo,
Libertà, dea del coraggio.
Davanti a te non più un sentiero stretto
Ma una larga pianura si aprirà.

Macedoni, Peloponnesiaci,
Epiroti, Tessali,
Rumelioti, Traci, Cretesi,
E’ la vostra terra che vi chiama.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 26/6/2024 - 22:39


Le traversie di questa pagina sono raccontate nelle varie sezioni di cui si compone: ci sono voluti diciott'anni per ristrutturarla e, soprattutto, riunificarla. Segnalo che Gian Piero Testa aveva inserito questa canzone nel sito per un 25 aprile, quello del 2012. Mi piace ricordarlo. E il Testa ci dà da fare anche dal Vastissimo Nulla: Αθάνατος!

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 26/6/2024 - 22:51




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