Premio Amnesty Emergenti - Semifinalisti Voci per la libertà 2011
Tana tredici anni gioca a nascondino
Nel giardino di una scuola e più vicino
Lo stabilimento industriale adibito
Al ritrovo bisettimanale
di signori loschi e omini biechi
Intenti a litigar d’affari per quattro denari
Che non si daranno perché alcuni moriranno
E gli altri scapperanno per gli spari
Tana bella, bionda, pelle chiara,
magra e snella, come una modella di certe reclami
dieci, venti, trenta…
Apre il cofano di un’auto, sale, chiude
e inizia ad aspettare.
“Questa è la mia auto” dice il più molesto della camarilla
con la cicca spenta ancora appiccicata fra le labbra tese, fine,
i denti stretti come a digrignare, che l’ha vista entrare,
mentre lei lamenta l’incoscienza nel suo batticuore
ma un signore buono si fa avanti,
prende le difese contro il manigoldo,
le accarezza la paura se la piglia, le sorride e se ne prende cura…
Tana libera tutte
Quando ritorna
Sente la mano che affonda
la vita che torna e fa
TANA LIBERA…
Delinquenti, poveracci, mascalzoni, ignoranti, PADRI DI FAMIGLIA
benestanti, con bambini, buoni, caldi, tredicenni, ignari, già dormienti in camerette
multi-accessoriate, immacolate, straviziate di televisione accesa, porte
aperte e mamma che controlla, mamma che non dorme, mamma che riaccende sul secondo
dove
parlano di queste ragazzine maltrattate, degradate, si commuove,
che potrebbe essere la figlia o un’amica della figlia, se non figlia della figlia.
Tana parte per lo stivale
Con il sorriso di certe reclami
Con le premesse di ghiotte promesse
Lavoro sicuro all’aperto a contatto
Con resse di gente automunite
Che illuminano strade con tane di Tane
Prese a pedate dallo stivale
Sotto certe reclami stradali
Tana libera tutte
Quando ritorna
Sente la mano che affonda
la vita che torna e fa
TANA LIBERA TUTTE
Quando ripensa
Non sente più la distanza
fra il gioco ed il vero
fra il buio e il sincero
fra tutte le cose più scure e più nere cadute dal cielo.
Nel giardino di una scuola e più vicino
Lo stabilimento industriale adibito
Al ritrovo bisettimanale
di signori loschi e omini biechi
Intenti a litigar d’affari per quattro denari
Che non si daranno perché alcuni moriranno
E gli altri scapperanno per gli spari
Tana bella, bionda, pelle chiara,
magra e snella, come una modella di certe reclami
dieci, venti, trenta…
Apre il cofano di un’auto, sale, chiude
e inizia ad aspettare.
“Questa è la mia auto” dice il più molesto della camarilla
con la cicca spenta ancora appiccicata fra le labbra tese, fine,
i denti stretti come a digrignare, che l’ha vista entrare,
mentre lei lamenta l’incoscienza nel suo batticuore
ma un signore buono si fa avanti,
prende le difese contro il manigoldo,
le accarezza la paura se la piglia, le sorride e se ne prende cura…
Tana libera tutte
Quando ritorna
Sente la mano che affonda
la vita che torna e fa
TANA LIBERA…
Delinquenti, poveracci, mascalzoni, ignoranti, PADRI DI FAMIGLIA
benestanti, con bambini, buoni, caldi, tredicenni, ignari, già dormienti in camerette
multi-accessoriate, immacolate, straviziate di televisione accesa, porte
aperte e mamma che controlla, mamma che non dorme, mamma che riaccende sul secondo
dove
parlano di queste ragazzine maltrattate, degradate, si commuove,
che potrebbe essere la figlia o un’amica della figlia, se non figlia della figlia.
Tana parte per lo stivale
Con il sorriso di certe reclami
Con le premesse di ghiotte promesse
Lavoro sicuro all’aperto a contatto
Con resse di gente automunite
Che illuminano strade con tane di Tane
Prese a pedate dallo stivale
Sotto certe reclami stradali
Tana libera tutte
Quando ritorna
Sente la mano che affonda
la vita che torna e fa
TANA LIBERA TUTTE
Quando ripensa
Non sente più la distanza
fra il gioco ed il vero
fra il buio e il sincero
fra tutte le cose più scure e più nere cadute dal cielo.
Contributed by DonQuijote82 - 2012/4/22 - 12:15
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