Giovanni Pecora/Giuseppe Barillà/Alessandro Luvarà
Cosa dirai a tua madre, quando un giorno crescerai?
Parlerai delle tue paure, o gliele nasconderai…
Riuscirai a spiegarle con calma che diverso non sarai,
perché diverso è solo il cuore di chi uguale non è stato mai…
Cosa dirai a tuo padre, che è cresciuto con i suoi tabù?
Riuscirai a parlargli al cuore, se il cervello non funziona più…
Ce la farai a spiegargli che uguale è un concetto che non c’è più
e che se dici “sei diverso” il diverso poi resti tu…
Perché guardi così tua sorella, tuo fratello e poi ti guardi tu,
se lo guardi come da un monte è normale che lo vedi giù…
Ma se in un attimo cadi per terra, capirai molto di più,
basta poco per comprendere che il diverso puoi essere tu…
Prova a stare su una carrozzina, con le gambe dure e quasi blu,
prova a prendere un treno, un autobus, se le gambe tu non le hai più…
Prova a scendere per le scale, prova a correre fin laggiù,
e vedrai che “diverso” è il concetto se di mezzo ci sei pure tu…
Diversi da chi?
Da chi non vuol parlare, da chi non vuole in nessun modo dialogare.
Diversi da chi?
Da chi ha quel vecchio vizio, che da sempre, da sempre, si chiama pregiudizio.
Diversi da chi?
Da chi non ha più un cuore, e che fa girare il sangue con un contatore.
Diversi da chi?
Da chi non sa imparare, che per vivere in pace c’è solo un modo: amare.
Prova a chiedere un lavoro, ma prima renditi più scuro il viso,
prova a cercare casa o bottega, non troverai neanche un sorriso…
E’ più facile separare un atomo che separarsi da un pregiudizio,
e fare di ogni erba un fascio più che un calcolo è un vecchio vizio.
E mentre guardi un telegiornale e non comprendi una notizia,
pensa a quel bimbo con gli occhi strani, che ride sempre con letizia,
è forse meglio il tuo mondo triste, pieno di angosce e d’ ingiustizia,
o forse è meglio l’amore puro di un bimbo down, la sua amicizia…
Pensa che al mondo, miliardi di umani, non siamo uguali ma siamo diversi,
ed è per questo che è bella la vita, che siamo tutti tanti universi…
Non è la pelle che dipinge il cuore, non è la patria che si canta in versi,
non è un destino se ti droghi e muori, perché noi uniti e loro son dispersi?
Diversi da chi?
Da chi non vuol parlare, da chi non vuole in nessun modo dialogare.
Diversi da chi?
Da chi ha quel vecchio vizio, che da sempre, da sempre, si chiama pregiudizio.
Diversi da chi?
Da chi non ha più un cuore, e che fa girare il sangue con un contatore.
Diversi da chi?
Da chi non sa imparare, che per vivere in pace c’è solo un modo: amare.
Parlerai delle tue paure, o gliele nasconderai…
Riuscirai a spiegarle con calma che diverso non sarai,
perché diverso è solo il cuore di chi uguale non è stato mai…
Cosa dirai a tuo padre, che è cresciuto con i suoi tabù?
Riuscirai a parlargli al cuore, se il cervello non funziona più…
Ce la farai a spiegargli che uguale è un concetto che non c’è più
e che se dici “sei diverso” il diverso poi resti tu…
Perché guardi così tua sorella, tuo fratello e poi ti guardi tu,
se lo guardi come da un monte è normale che lo vedi giù…
Ma se in un attimo cadi per terra, capirai molto di più,
basta poco per comprendere che il diverso puoi essere tu…
Prova a stare su una carrozzina, con le gambe dure e quasi blu,
prova a prendere un treno, un autobus, se le gambe tu non le hai più…
Prova a scendere per le scale, prova a correre fin laggiù,
e vedrai che “diverso” è il concetto se di mezzo ci sei pure tu…
Diversi da chi?
Da chi non vuol parlare, da chi non vuole in nessun modo dialogare.
Diversi da chi?
Da chi ha quel vecchio vizio, che da sempre, da sempre, si chiama pregiudizio.
Diversi da chi?
Da chi non ha più un cuore, e che fa girare il sangue con un contatore.
Diversi da chi?
Da chi non sa imparare, che per vivere in pace c’è solo un modo: amare.
Prova a chiedere un lavoro, ma prima renditi più scuro il viso,
prova a cercare casa o bottega, non troverai neanche un sorriso…
E’ più facile separare un atomo che separarsi da un pregiudizio,
e fare di ogni erba un fascio più che un calcolo è un vecchio vizio.
E mentre guardi un telegiornale e non comprendi una notizia,
pensa a quel bimbo con gli occhi strani, che ride sempre con letizia,
è forse meglio il tuo mondo triste, pieno di angosce e d’ ingiustizia,
o forse è meglio l’amore puro di un bimbo down, la sua amicizia…
Pensa che al mondo, miliardi di umani, non siamo uguali ma siamo diversi,
ed è per questo che è bella la vita, che siamo tutti tanti universi…
Non è la pelle che dipinge il cuore, non è la patria che si canta in versi,
non è un destino se ti droghi e muori, perché noi uniti e loro son dispersi?
Diversi da chi?
Da chi non vuol parlare, da chi non vuole in nessun modo dialogare.
Diversi da chi?
Da chi ha quel vecchio vizio, che da sempre, da sempre, si chiama pregiudizio.
Diversi da chi?
Da chi non ha più un cuore, e che fa girare il sangue con un contatore.
Diversi da chi?
Da chi non sa imparare, che per vivere in pace c’è solo un modo: amare.
envoyé par DonQUijote82 - 11/3/2012 - 19:23
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