La domenica del mercato
giunse drammatica la notizia
che un commando mascherato
aveva rapito Mamma Giustizia.
La folla attonita rimase immobile
mentre la stavano portando via,
prigioniera di qualche nobile,
a fare la dama di compagnia.
I plutocrati prontamente
commissariarono l’informazione,
prova ne fu che la povera gente
cadde ben presto in confusione.
I più imbecilli addirittura
accolsero il fatto con euforia:
una strisciante dittatura
toglieva di mezzo la democrazia.
Mamma Giustizia era donna di mondo
e fece virtù di necessità:
col suo magnifico culo rotondo
si aprì le porte alla felicità.
A nove mesi da quell’intrigo
giunsero i frutti del suo gran daffare:
li battezzò Condanna e Castigo,
figli illegittimi del rancore.
Bella Signora,
non aver fretta,
che verrà il tempo
della vendetta.
Più per talento che per fortuna
fu la prescelta dell’Imperatore:
ora per tutti era la Regina
tra le puttane del suo Signore.
Guardò Condanna adolescente
corteggiata dai ruffiani
e Castigo insofferente
allontanarli come cani.
Fu in quegli attimi interminabili
che decise di agire in fretta,
e fosse una figlia degli invisibili
a dover compiere la vendetta.
Una domenica a lei propizia
prese la strada per il mercato:
la sera stessa Mamma Giustizia
recava in grembo il suo peccato.
Alla corte del Gran Sultano
nessuno seppe la verità:
solo alla nascita parve un po’ strano
che lei volesse chiamarla Equità.
Bella Signora
non indugiare,
è giunto il tempo
di ritornare.
Tutto accadde velocemente,
si gridò al colpo di stato:
alla presenza di tutta la gente
il tiranno fu processato.
La sentenza fu esemplare
Equità ne fu testimone
toccò a Condanna quantificare
quindi a Castigo l’esecuzione.
Corse rapida la notizia
nella piazza del mercato:
era tornata Mamma Giustizia
e l’imperatore decapitato.
giunse drammatica la notizia
che un commando mascherato
aveva rapito Mamma Giustizia.
La folla attonita rimase immobile
mentre la stavano portando via,
prigioniera di qualche nobile,
a fare la dama di compagnia.
I plutocrati prontamente
commissariarono l’informazione,
prova ne fu che la povera gente
cadde ben presto in confusione.
I più imbecilli addirittura
accolsero il fatto con euforia:
una strisciante dittatura
toglieva di mezzo la democrazia.
Mamma Giustizia era donna di mondo
e fece virtù di necessità:
col suo magnifico culo rotondo
si aprì le porte alla felicità.
A nove mesi da quell’intrigo
giunsero i frutti del suo gran daffare:
li battezzò Condanna e Castigo,
figli illegittimi del rancore.
Bella Signora,
non aver fretta,
che verrà il tempo
della vendetta.
Più per talento che per fortuna
fu la prescelta dell’Imperatore:
ora per tutti era la Regina
tra le puttane del suo Signore.
Guardò Condanna adolescente
corteggiata dai ruffiani
e Castigo insofferente
allontanarli come cani.
Fu in quegli attimi interminabili
che decise di agire in fretta,
e fosse una figlia degli invisibili
a dover compiere la vendetta.
Una domenica a lei propizia
prese la strada per il mercato:
la sera stessa Mamma Giustizia
recava in grembo il suo peccato.
Alla corte del Gran Sultano
nessuno seppe la verità:
solo alla nascita parve un po’ strano
che lei volesse chiamarla Equità.
Bella Signora
non indugiare,
è giunto il tempo
di ritornare.
Tutto accadde velocemente,
si gridò al colpo di stato:
alla presenza di tutta la gente
il tiranno fu processato.
La sentenza fu esemplare
Equità ne fu testimone
toccò a Condanna quantificare
quindi a Castigo l’esecuzione.
Corse rapida la notizia
nella piazza del mercato:
era tornata Mamma Giustizia
e l’imperatore decapitato.
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