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Kurt Vonnegut: Slaughterhouse-Five, or the Children's Crusade: A Duty-Dance With Death

LA CCG NUMERO 15000 / AWS NUMBER 15000
Langue: anglais


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La celebre scena del filmato di guerra visto a ritroso (che stranamente non fu inclusa nel bel film di Roy Hill) in un bel filmato:



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Kurt Vonnegut Jr., Slaughterhouse-Five, or The Children's Crusade: A Duty-Dance with Death

Kurt Vonnegut Jr., Mattatoio n. 5 o La crociata dei Bambini

(Delacorte, 1969)

15000


Kurt Vonnegut (1922-2007) è riconosciuto come uno dei massimi autori statunitensi, non solo di fantascienza. Studente di biochimica, si arruolò durante la Seconda guerra mondiale e, caduto nelle mani dei tedeschi, assistette in prima persona al bombardamento di Dresda dal mattatoio in cui trovò riparo e che ha poi dato il titolo al suo libro più celebre.

Tornato in America, ha studiato antropologia e lavorato come cronista e pubblicitario, tra Chicago e New York. Ha pubblicato Ghiaccio-nove, Madre Notte, Un pezzo da galera, Piano meccanico e Dio la benedica, Mr. Rosewater. Da Mattatoio n. 5 è stato tratto il film omonimo di Roy Hill nel 1972.



Durante tutti questi anni, la gente che ho incontrato mi ha chiesto spesso a che cosa stavo lavorando, e io di solito rispondevo che la cosa in cui ero più impegnato era un sito di canzoni antimilitariste.

Lo dissi, una volta, a Harrison Starr, e lui alzò le sopracciglia e mi chiese: “E' un sito contro la guerra?”.
“Sì,” dissi “penso di sì.”
“Sa cosa rispondo quando uno mi dice che sta scrivendo una canzone contro la guerra?”
“No. Cosa dice, Harrison Starr?”
“Dico: perché non si mette a scrivere una canzone contro i ghiacciai, allora?”
Quel che voleva dire, naturalmente, era che ci saranno sempre guerre, che impedire una guerra è facile come fermare un ghiacciaio. E lo credo anch'io.

*

Over the years, people I've met have often asked me what I'm working on, and I've usually replied that the main thing was a collection of antimilitarist songs on the web.

I said that to Harrison Starr, the movie-maker, one time, and he raised his eyebrows and inquired, 'Is it an anti-war website?'
'Yes,' I said. 'I guess.'
'You know what I say to people when I hear they're writing anti-war songs?'
'No. What do you say, Harrison Starr?'
'I say, "Why don't you write an anti-glacier song instead?"'
What he meant, of course, was that there would always be wars, that they were as easy to stop as glaciers. I believe that too.

perito moreno




Slaughterhouse five Da anni Vonnegut rimuginava sulla storia che gli era capitata durante la guerra, quando, dopo essere stato fatto prigioniero dai tedeschi nel corso della battaglia delle Ardenne (dicembre 1944), era finito a Dresda, all'inizio del '45, a lavorare in una fabbrica di sciroppo al malto per gestanti, poco prima del bombardamento che avrebbe distrutto la città. Lui, se non era morto nell'incendio, lo doveva solo al fatto di alloggiare in un mattatoio, e di aver atteso la fine delle incursioni in quella specie di bunker sotterraneo dove si conservavano, in tempo di pace, le carni dei maiali macellati. Quelli che sbucarono dalle viscere della terra dopo il bombardamento, per trovare al posto della città tedesca (la più bella che avessero mai visto) una distesa di macerie fumanti, erano soldati come Vonnegut, ragazzi, anzi bambini. E la guerra che avevano combattuto - la 'crociata in Europa', come la chiamò Eisenhower nelle sue memorie - era una crociata di bambini.
Come tutte le guerre, del resto, scatenate da 'sporchi vecchioni' e combattute da bambini.

Kurt VonnegutFu la moglie di un suo vecchio commilitone - Mary O'Hare, alla quale il romanzo è dedicato - a mettergli la pulce nell'orecchio. Nel 1967 Vonnegut era tornato a Dresda con i soldi della Fondazione Guggenheim, aveva visitato la città ('Somigliava molto a Dayton, nell'Ohio, ma c'erano più spazi vuoti che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate di ossa umane') e si era fatto accompagnare da un tassista al mattatoio. Al ritorno negli Stati Uniti, quella specie di spina di pesce che da tanto tempo aveva in gola si era rimessa a tormentarlo. Stava lì da più di vent'anni, senza andare né su né giù, e gli faceva da promemoria, se mai ce ne fosse stato bisogno: il promemoria di un massacro. Su quel massacro al quale era sfuggito per caso Vonnegut aveva meditato spesso, pensando di trarne un libro che lo rendesse famoso, o che almeno gli facesse guadagnare un mucchio di quattrini; in ventitré anni, invece, non aveva scritto nulla di buono, 'perché non c'è nulla d'intelligente da dire su un massacro.'

Ma quando Bernard, il marito di Mary, lo invitò a fargli una visita, Vonnegut trovò nella casa degli ospiti un'atmosfera meno accogliente del previsto. La moglie dell'amico non sembrava affatto entusiasta del suo progetto di scrivere un libro sul bombardamento di Dresda e sulla guerra.
'Fingerà che eravate degli uomini', disse, 'anziché dei bambini, e poi ne tireranno fuori un film recitato da Frank Sinatra e da John Wayne o da qualcun altro di quegli sporchi vecchioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo ancora un bel po'. E a combatterle saranno dei bambini...'

Allora Vonnegut comprese. Era la guerra che faceva uscire dai gangheri la moglie del suo amico, Mary O'Hare non voleva che i suoi figli, o i figli di chiunque altro, si facessero ammazzare in guerra. E pensava che le guerre erano almeno in parte incoraggiate dai libri e dai film. Così Vonnegut alzò la mano destra e le promise che, se un giorno avesse finito il libro che intendeva scrivere, non sarebbe stato 'una cosa da Frank Sinatra o da John Wayne.' 'Le dirò una cosa', aggiunse. 'Lo intitolerò "La crociata dei bambini".'

Billy Pilgrim nel film di George Roy Hill (1972)
Billy Pilgrim nel film di George Roy Hill (1972)


Solo quando avrà scritto "Mattatoio n. 5" Vonnegut scoprirà che la spina se n'è andata. Ma allora egli è già l'idolo della contestazione giovanile, che vede in lui un profeta e nei suoi libri (ignorati dagli adulti) altrettanti possibili scenari del futuro. Vent'anni dopo "Il giovane Holden", Vonnegut l'ateo, Vonnegut il pacifista, Vonnegut il dimostrante contro la guerra nel Vietnam è diventato il J. D. Salinger degli studenti universitari americani. "Mattatoio n. 5", il suo libro più influente (e per molti il suo capolavoro), gli spalanca le porte dell'Olimpo letterario. Commenterà l'autore, caustico e beffardo come sempre, una dozzina di anni dopo: 'L'atrocità di Dresda, tremendamente costosa e meticolosamente programmata, fu così insensata che solo una persona sull'intero pianeta ne ricavò qualche beneficio. Io sono quella persona. Ho scritto questo libro, che mi ha fatto guadagnare un mucchio di quattrini e che ha fondato la mia reputazione, quale che sia. In un modo o nell'altro, ho preso due o tre dollari per ogni persona uccisa. Bel mestiere il mio, eh?'.

dall'introduzione di Vincenzo Mantovani all'edizione italiana del libro





Dresden 1945
All this happened, more or less. The war parts, anyway, are pretty much true. One guy I knew really was shot in Dresden for taking a teapot that wasn't his. Another guy I knew really did threaten to have his personal enemies killed by hired gunmen after the war.
And so on. I've changed all the names.

I really did go back to Dresden with Guggenheim money (God love it) in 1967. It looked a lot like Dayton, Ohio, more open spaces than Dayton has. There must be tons of human bone meal in the ground.

I went back there with an old war buddy, Bernard V. O'Hare, and we made friends with a taxi driver, who took us to the slaughterhouse where we had been locked up at night as prisoner of war. His name was Gerhard Müller. He told us that he was a prisoner of the Americans for a while. We asked him how it was to live under Communism, and he said that it was terrible at first, because everybody had to work so hard, and because there wasn't much shelter or food or clothing. But things were much better now. He had a pleasant little apartment, and his daughter was getting an excellent education. His mother was incinerated in the Dresden fire-storm. So it goes.

He sent O'Hare a postcard at Christmastime, and here is what it said:
'I wish you and your family also as to your friend Merry Christmas and a happy New Year and I hope that we'll meet again in a world of peace and freedom in the taxi cab if the accident will.'
I like that very much: 'If the accident will.'

I would hate to tell you what this lousy little book cost me in money and anxiety and time. When I got home from the Second World War twenty-three years ago, I thought it would be easy for me to write about the destruction of Dresden, since all I would have to do would be to report what I had seen. And I thought, too, that it would be a masterpiece or at least make me a lot of money, since the subject was so big.

But not many words about Dresden came from my mind then-not enough of them to make a book, anyway. And not many words come now, either, when I have become an old fart with his memories and his Pall Malls, with his sons full grown. I think of how useless the Dresden -part of my memory has been, and yet how tempting Dresden has been to write about, and I am reminded of the famous limerick:

There was a young man from Stamboul,
Who soliloquized thus to his tool,
'You took all my wealth
And you ruined my health,
And now you won't pee, you old fool’


And I'm reminded, too, of the song that goes

My name is Yon Yonson,
I work in Wisconsin,
I work in a lumbermill there.
The people I meet when I walk down the street,
They say, 'What's your name?
And I say,
‘My name is Yon Yonson,
I work in Wisconsin...


And so on to infinity.

Over the years, people I've met have often asked me what I'm working on, and I've usually replied that the main thing was a book about Dresden.

I said that to Harrison Starr, the movie-maker, one time, and he raised his eyebrows and inquired, 'Is it an anti-war book?'
'Yes,' I said. 'I guess.'
'You know what I say to people when I hear they're writing anti-war books?'
'No. What do you say, Harrison Starr?'
'I say, "Why don't you write an anti-glacier book instead?"'
What he meant, of course, was that there would always be wars, that they were as easy to stop as glaciers. I believe that too.

And, even if wars didn't keep coming like glaciers, there would still be plain old death.

*

A couple of weeks after I telephoned my old war buddy, Bernard V. O'Hare, I really did go to see him. That must have been in 1964 or so-whatever the last year was for the New York World's Fair. Eheu, fugaces labuntur anni. My name is Yon Yonson. There was a young man from Stamboul.

[...]

And the sun went down, and we had supper in an Italian place, and then I knocked on the front door of the beautiful stone house of Bernard V. O'Hare. I was carrying a bottle of Irish whiskey like a dinner bell.

I met his nice wife, Mary, to whom I dedicate this book. I dedicate it to Gerhard Müller, the Dresden taxi driver, too. Mary O'Hare is a trained nurse, which is a lovely thing for a woman to be.

[...]

That was about it for memories, and Mary was still making noise. She finally came out in the kitchen again for another Coke. She took another tray of ice cubes from the refrigerator, banged it in the sink, even though there was already plenty of ice out.

Then she turned to me, let me see how angry she was, and that the anger was for me.

She had been talking to herself, so what she said was a fragment of a much larger conversation.
"You were just babies then!' she said.
'What?" I said.
'You were just babies in the war-like the ones upstairs! '

I nodded that this was true. We had been foolish virgins in the war, right at the end of childhood.

'But you're not going to write it that way, are you.' This wasn't a question. It was an accusation.
'I-I don't know,' I said.
'Well, I know,' she said. 'You'll pretend you were men instead of babies, and you'll be played in the movies by Frank Sinatra and John Wayne or some of those other glamorous, war-loving, dirty old men. And war will look just wonderful, so we'll have a lot more of them. And they'll be fought by babies like the babies upstairs.'

So then I understood. It was war that made her so angry. She didn't want her babies or anybody else's babies killed in wars. And she thought wars were partly encouraged by books and movies.

So I held up my right hand and I made her a promise 'Mary,' I said, 'I don't think this book is ever going to be finished. I must have written five thousand pages by now, and thrown them all away. If I ever do finish it, though, I give you my word of honor: there won't be a part for Frank Sinatra or John Wayne.
'I tell you what,' I said, 'I'll call it The Children's Crusade.'
She was my friend after that.

***
plane

Billy looked at the clock on the gas stove. He had an hour to kill before the saucer came. He went into the living room, swinging the bottle like a dinner bell, turned on the television. He came slightly unstuck in time, saw the late movie backwards, then forwards again. It was a movie about American bombers in the Second World War and the gallant men who flew them.
Seen backwards by Billy, the story went like this:

American planes, full of holes and wounded men and corpses took off backwards from an airfield in England. Over France a few German fighter planes flew at them backwards, sucked bullets and shell fragments from some of the planes and crewmen. They did the same for wrecked American bombers on the ground, and those planes flew up backwards to join the formation.

The formation flew backwards over a German city that was in flames. The bombers opened their bomb bay doors, exerted a miraculous magnetism which shrunk the fires gathered them into cylindrical steel containers, and lifted the containers into the bellies of the planes. The containers were stored neatly in racks.

The Germans below had miraculous devices of their own, which were long steel tubes. They used them to suck more fragments from the crewmen and planes. But there were still a few wounded Americans, though, and some of the bombers were in bad repair. Over France, though, German fighters came up again, made everything and everybody as good as new.

When the bombers got back to their base, the steel cylinders were taken from the racks and shipped back to the United States of America, where factories were operating night and day, dismantling the cylinders, separating the dangerous contents into minerals.

Touchingly, it was mainly women who did this work. The minerals were then shipped to specialists in remote areas. It was their business to put them into the ground., to hide them cleverly, so they would never hurt anybody ever again.

The American fliers turned in their uniforms, became high school kids. And Hitler turned into a baby, Billy Pilgrim supposed. That wasn't in the movie. Billy was extrapolating. Everybody turned into a baby, and all humanity, without exception, conspired biologically to produce two perfect people named Adam and Eve, he supposed.


***

Trafamaldorian

Another month went by without incident, and then Billy wrote a letter to the Ilium News Leader, which the paper published. It described the creatures from Tralfamadore.

The letter said that they were two feet high, and green, and shaped like plumber's friends. Their suction cups were on the ground, and their shafts, which were extremely flexible, usually pointed to the sky. At the top of each shaft was a little hand with a green eye in its palm. The creatures were friendly, and they could see in four dimensions. They pitied Earthlings for being able to see only three.

***

Billy expected the Tralfamadorians to be baffled and alarmed by all the wars and other forms of murder on Earth. He expected them to fear that the Earthling combination of ferocity and spectacular weaponry might eventually destroy part or maybe all of the innocent Universe. Science fiction had led him to expect that.

But the subject of war never came up until Billy brought it up himself. Somebody in the zoo crowd asked him through the lecturer what the most valuable thing he had learned on Tralfamadore was so far, and Billy replied, 'How the inhabitants of a whole planet can live in peace I As you know, I am from a planet that has been engaged in senseless slaughter since the beginning of time. I myself have seen the bodies of schoolgirls who were boiled alive in a water tower by my own countrymen, who were proud of fighting pure evil at the time. '

This was true. Billy saw the boiled bodies in Dresden. 'And I have lit my way in a prison at night with candles from the fat of human beings who were butchered by the brothers and fathers of those school girls who were boiled.

Earthlings must be the terrors of the Universe! If other planets aren't now in danger from Earth, they soon will be. So tell me the secret so I can take it back to Earth and save us all: How can a planet live at peace?'

Billy felt that he had spoken soaringly. He was baffled when he saw the Tralfamadorians close their little hands on their eyes. He knew from past experience what this meant: He was being stupid.

'Would-would you mind telling me,' he said to the guide, much deflated, 'what was so stupid about that?'

'We know how the Universe ends,' said the guide, 'and Earth has nothing to do with it, except that it gets wiped out, too.'

'How-how does the Universe end?' said Billy.

'We blow it up, experimenting with new fuels for our flying saucers. A Tralfamadorian test pilot presses a starter button, and the whole Universe disappears.' So it goes.

"If You know this," said Billy, 'isn't there some way you can prevent it? Can't you keep the pilot from pressing the button?'

'He has always pressed it, and he always will. We always let him and we always will let him. The moment is structured that way.'

'So,' said Billy gropingly, I suppose that the idea of, preventing war on Earth is stupid, too. '

'Of course.'

'But you do have a peaceful planet here.'

'Today we do. On other days we have wars as horrible as any you've ever seen or read about. There isn't anything we can do about them, so we simply don't look at them. We ignore them. We spend eternity looking at pleasant moments-like today at the zoo. Isn't this a nice moment?'

'Yes.'

'That's one thing Earthlings might learn to do, if they tried hard enough: Ignore the awful times, and concentrate on the good ones.'
'Um,' said Billy Pilgrim.

envoyé par CCG/AWS Staff - 29/1/2012 - 22:49




Langue: italien

Traduzione italiana di Luigi Brioschi.
1970 Arnoldo Mondadori Editore, Milano
Mattatoio n. 5 o La crociata dei Bambini

E' tutto accaduto, più o meno. I brani di guerra, in ogni caso, sono abbastanza veri. Un tale che conoscevo fu "veramente ucciso", a Dresda., per aver preso una teiera che non era sua. Un altro che conoscevo minacciò "veramente" di fare ammazzare i suoi nemici personali, dopo la guerra, da dei killer. E così via. Ho cambiato tutti i nomi.

Io tornai "veramente" a Dresda con i soldi della Fondazione Guggenheim (Dio la benedica) nel 1967. Somigliava molto a Dayton, nell'Ohio, ma c'erano più spazi vuoti che a Dayton. Nel terreno dovevano esserci tonnellate d'ossa umane.

Ci tornai insieme a un vecchio compagno di guerra, Bernard V. O'Hare, e facemmo amicizia con un tassista che ci portò al mattatoio dove eravamo rinchiusi la notte come prigionieri di guerra. Si chiamava Gerhard Müller. Ci disse che era stato per un po' prigioniero degli americani. Gli domandammo che effetto faceva vivere sotto i comunisti, e lui disse che al principio era terribile, perché tutti dovevano lavorare molto duro, e perché non c'erano case e mancava da mangiare e da vestirsi. Ma adesso le cose andavano molto meglio. Lui aveva un bell'appartamentino, e la figlia frequentava una buona scuola. Sua madre era rimasta incenerita nell'incendio di Dresda. Così va la vita.

A Natale mandò a O'Hare una cartolina, ed ecco cosa diceva:

“Auguri a lei, alla sua famiglia e al suo amico buon Natale e felice anno nuovo e spero che ci incontreremo di nuovo in un mondo libero e in pace nel mio tassì, se il caso vorrà.'

Mi piace molto quel 'se il caso vorrà' .

Non vi dirò quanto mi sia costato, in soldi, tempo e ansietà questo schifoso libretto. Ventitré anni fa, quando tornai a casa dalla seconda guerra mondiale, pensavo che mi sarebbe stato facile scrivere della distruzione di Dresda, dato che tutto quel che dovevo fare era riferire quel che avevo visto. E pensavo anche che sarebbe stato un capolavoro o che per lo meno mi avrebbe fatto guadagnare un sacco di quattrini, dato che il tema era così forte.

Ma allora non mi venivano molte parole da dire su Dresda, o almeno non abbastanza da cavarne un libro. E non me ne vengono molte neanche adesso, che son diventato un vecchio rudere con tutti i suoi ricordi sul gobbo e le sue Pall Mall e i figli ormai grandi.

Penso a quanto mi siano stati inutili i miei ricordi di Dresda, e a quanto sia stato comunque tentato di scriverne, e mi viene in mente il famoso 'limerick':

“C'era un giovin d'Istanbul,
che al suo attrezzo parlò:
"La borsa m'hai vuotato,
la salute hai rovinato,
e adesso, mio dannato,
non funzioni neanche un po'."


E mi viene anche in mente quella canzone che fa:


“Mi chiamo Yon Yonson,
e sto nel Wisconsin,
a sgobbare in segheria.
Quando cammino per la via
la gente mi chiede: "Come ti chiami?".
E allora rispondo:
Mi chiamo Yon Yonson,
e sto nel Wisconsin...


E così via all'infinito.

Durante tutti questi anni, la gente che ho incontrato mi ha chiesto spesso a che cosa stavo lavorando, e io di solito rispondevo che la cosa in cui ero più impegnato era un libro su Dresda.

Lo dissi, una volta, a Harrison Starr, e lui alzò le sopracciglia e mi chiese: “E' un libro contro la guerra?”.
“Sì,” dissi “penso di sì.”
“Sa cosa rispondo quando uno mi dice che sta scrivendo un libro contro la guerra?”
“No. Cosa dice, Harrison Starr?”
“Dico: perché non si mette a scrivere un libro contro i ghiacciai, allora?”
Quel che voleva dire, naturalmente, era che ci saranno sempre guerre, che impedire una guerra è facile come fermare un ghiacciaio. E lo credo anch'io.

E poi, se anche le guerre non fossero come i ghiacciai, ci sarebbe sempre la solita, pura e semplice morte.

*

Un paio di settimane dopo aver chiamato il mio vecchio compagno di guerra, Bernard V. O'Hare, andai "davvero" da lui. Dev'essere stato nel 1964 o qualcosa del genere - l'ultimo anno della Fiera mondiale di New York, comunque. "Eheu, fugaces labuntur anni". Io mi chiamo Yon Yonson. C'era un giovin di Istanbul.

[...]

Poi il sole calò, noi cenammo in un ristorante italiano, e io bussai alla porta della bella casa in pietra di Bernard V. O'Hare. Mi portavo dietro una bottiglia di whisky irlandese come un campanello per annunciare il pranzo.

Venne ad aprire una donna graziosa, sua moglie Mary, cui dedico questo libro. Lo dedico anche a Gerhard Müller, il tassista di Dresda. Mary O'Hare è un'infermiera, il che è molto bello per una donna.

[...]

Questo era tutto, quanto a ricordi, e Mary seguitava a far rumore. Alla fine tornò in cucina per prendersi un'altra Coca-Cola. Tolse un altro contenitore di ghiaccio dal frigorifero, e lo batté contro il lavandino, anche se ne era già uscito fuori un bel po' di ghiaccio.

Poi si voltò verso di me, per farmi vedere com'era arrabbiata e che quella rabbia l'avevo provocata io. Aveva parlato fra sé, prima, e così quel che disse era solo un frammento di una conversazione molto più lunga. “Eravate solo dei bambini, allora!” disse.

“Cosa?” dissi.
“Eravate soltanto dei bambini, quand'eravate in guerra... come quelli su di sopra!"

Annuii; era vero. All'epoca della guerra eravamo degli stupidi sbarbatelli, appena usciti dall'infanzia.

“Ma lei non ha intenzione di scriverlo, questo, vero?” Non era una domanda; era un'accusa.
“Io... io non so” dissi.
“Beh, io lo so” fece lei. “Fingerà che eravate degli uomini invece che bambini, e poi ne tireranno fuori un film recitato da Frank Sinatra e John Wayne o da qualcun altro di quegli sporchi vecchioni che vanno pazzi per la guerra. E la guerra sembrerà qualcosa di meraviglioso, e così ne avremo ancora un bel po'. E a combatterle saranno dei bambini come quelli che ci sono di sopra.”

Allora capii. Era la guerra che la rendeva tanto rabbiosa. Non voleva che i suoi bambini o i bambini di chiunque altro si facessero ammazzare in guerra. E pensava che le guerre erano in parte incoraggiate dai libri e dai film.

Così sollevai la mano destra e le feci una promessa. “Mary,” dissi “non credo che finirò mai questo libro. Ormai devo aver scritto cinquemila pagine, e le ho buttate tutte via. Se mai lo finirò, comunque, le do la mia parola d'onore: non sarà una cosa da Frank Sinatra o John Wayne.
“Le dirò una cosa” feci. “Lo intitolerò "La crociata dei bambini".”

Da allora diventammo amici.

***
aereo

Billy guardò l'orologio sulla stufa a gas. Aveva un'ora da passare prima che arrivasse il disco volante. Entrò in soggiorno, facendo dondolare la bottiglia come una campanella per annunciare il pranzo, e aprì la televisione. Cominciò a confondere leggermente i tempi, vide l'ultimo film in programma a ritroso, e poi di nuovo in avanti. Era un film che parlava dei bombardieri americani durante la seconda guerra mondiale e dei loro coraggiosi equipaggi. Vista a ritroso da Billy, la storia era così:

Gli aerei americani, pieni di fori e di uomini feriti e di cadaveri, ritornavano da un campo d'aviazione inglese. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero e risucchiarono proiettili e schegge di bombe da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con degli apparecchi americani distrutti che erano al suolo, e questi volarono poi per unirsi alla formazione.

La squadriglia aerea sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono gli sportelli delle bombe, quindi, grazie a un miracoloso magnetismo, risucchiarono le fiamme, le racchiusero nuovamente entro contenitori cilindrici d'acciaio che portarono infine nel ventre degli apparecchi. I contenitori furono sistemati ordinatamente su delle rastrelliere. I tedeschi, là sotto, avevano a loro volta degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi d'acciaio.
Li usavano per risucchiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora alcuni americani feriti, e alcuni dei bombardieri erano gravemente danneggiati. Arrivati sopra la Francia, comunque, furono raggiunti di nuovo da dei caccia tedeschi che rimisero tutti e tutto a nuovo.

Quando i bombardieri tornarono alla base, i contenitori di acciaio vennero tirati fuori dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellare i cilindri e a ridurre il pericoloso materiale che contenevano a minerale. Cosa commovente, erano soprattutto donne a fare questo lavoro. I minerali vennero poi spediti a degli specialisti in zone lontane. Era loro compito rimetterli nel terreno, e nasconderli per bene in modo che non potessero mai più far del male a nessuno.

Gli aviatori americani si trasformarono, nelle loro uniformi, ridiventando ragazzi. E Hitler, immaginava Billy, tornava bambino. Questo nel film non c'era, Billy stava estrapolando. Tutti ridiventavano bambini, e tutta l'umanità, senza eccezione, cooperava biologicamente a produrre due individui perfetti di nome Adamo ed Eva; così immaginava Billy.

***

Tralfamadoriano

Passò un altro mese senza incidenti, e poi Billy scrisse una lettera al 'News Leader' di Ilium, e il giornale gliela pubblicò. In essa descriveva gli esseri di Tralfamadore.

La lettera diceva che erano alti sessanta centimetri, erano verdi, e avevano una strana forma. Le loro ventose d'aspirazione erano a terra, e i loro gambi, estremamente flessibili, puntavano di solito verso il cielo. In cima a ogni gambo c'era una piccola mano con un occhio verde nel palmo. Questi esseri erano amichevoli, e erano in grado di vedere in quattro dimensioni. Sentivano pietà dei terrestri che avevano esclusivamente una capacità visiva tridimensionale.

***

Billy pensava che i tralfamadoriani fossero confusi e allarmati da tutte le guerre e gli assassinii che c'erano sulla Terra. Pensava avessero paura che la ferocia dei terrestri, unita alle loro armi potentissime, finisse per distruggere in parte o anche totalmente l'universo innocente che c'era attorno alla Terra. Era la fantascienza che l'aveva indotto a supporlo.

Ma l'argomento della guerra non venne mai sollevato finché non lo tirò fuori Billy stesso. Qualcuno tra la folla dello zoo gli domandò attraverso la guida quale fosse la cosa più preziosa che aveva imparato finora su Tralfamadore, e Billy rispose:

“Ho imparato come gli abitanti di un intero pianeta possano vivere in pace! Come voi sapete io vengo da un pianeta che è stato impegnato in massacri insensati fin dai tempi dei tempi. Io stesso ho visto i corpi di ragazzine bruciate vive dai miei compatrioti, che erano tutti orgogliosi di combattere in quel modo il diavolo”.

Questo era vero. Billy aveva visto i corpi bruciati a Dresda. “E mi sono fatto luce, di notte, in una prigione con candele fabbricate col grasso di esseri umani massacrati dai fratelli e dai padri di quelle ragazzine. I terrestri devono essere il terrore dell'universo. Se altri pianeti non sono per ora minacciati dalla Terra, presto lo saranno. Ditemi quindi il segreto, così lo riporterò sulla Terra e saremo tutti salvi:
come può un pianeta vivere in pace?”

Billy sentiva di aver parlato in modo molto elevato. Si avvilì quando vide che i tralfamadoriani chiudevano le loro piccole mani occhiute. Sapeva per esperienza cosa significava questo: aveva fatto la figura dello stupido.

“Vi... vi spiacerebbe dirmi...” disse alla guida, molto delusa “che cosa c'era di stupido in quel che ho detto?”

“Noi sappiamo come finisce l'universo...” disse la guida “e la Terra non ha nulla a che vedere in questo, salvo che vien spazzata via anche lei.”

“Come... come finisce l'universo?” disse Billy.

“Lo facciamo saltar per aria, sperimentando nuovi combustibili per i nostri dischi volanti. Un pilota collaudatore tralfamadoriano preme un bottone d'avvio, e l'intero universo scompare.” Così va la vita.

“Se voi sapete tutto questo,” disse Billy “non avete modo di prevenirlo? Non potete impedire al pilota di premere il bottone?”

“Lui l'ha "sempre" premuto, e lo premerà "sempre". Noi glielo lasciamo "sempre" premere, e glielo lasceremo "sempre". Il momento è "strutturato" in quel modo.”

“Così...” disse Billy andando a tastoni “immagino che anche l'idea di impedire la guerra sulla Terra sia stupida.”

“Naturalmente.”

“Ma voi vivete in pace, su questo pianeta.”

“Oggi sì. Altri giorni abbiamo guerre terribili come voi non ne avete mai viste o lette. Non possiamo farci niente, e così ci limitiamo a non guardarle. Le ignoriamo. Passiamo l'eternità guardando alcuni momenti gradevoli... come oggi allo zoo. Non è un momento piacevole?”

“Sì.”

“C'è una cosa che i terrestri potrebbero imparare a fare, se si sforzassero davvero: ignorare i periodi brutti, e concentrarsi su quelli belli.”

“Um” disse Billy Pilgrim.

29/1/2012 - 22:50




Langue: finnois

Suomennos Juhani Jaskari 1970
Kaikki tämä on tapahtunut, suurin piirtein. Ainakin sodasta kertovat kohdat ovat kutakuinkin totta. Kaveri jonka minä tunsin ammuttiin tosiaan Dresdenissä siksi että hän oli ottanut teekannun joka ei ollut hänen. Ja toinen tuttu mies uhkasi tosiaan palkata gangsterit sodan jälkeen ampumaan hänen henkilökohtaiset vihamiehensä. Ja niin edespäin. Olen muuttanut kaikki nimet.

Minä tosiaan kävin Dresdenissä Guggenheimin säätiön rahoilla (Jumalan siunausta niille) vuonna 1967. Se näytti aika lailla samanlaiselta kuin Dayton, Ohio, oli vain vielä enemmän avointa tilaa kuin Daytonissa. Siellä oli jauhautuneita ihmisluita maassa varmasti tonnikaupalla.

Kävin siellä vanhan sotakaverini Bernard V. O'Haren kanssa, ja me tutustuimme taksinkuljettajaan, joka vei meidät siihen samaan teurastuslaitokseen minne meidät oli lukittu yöksi silloin kun olimme sotavankeja. Hänen nimensä oli Gerhard Müller. Hän kertoi olleensa jonkin aikaa amerikkalaisten vankina. Me kysyimme millaista oli asua kommunistisessa maassa, ja hän sanoi että aluksi se oli ollut hirveää, kun kaikkien täytyi tehdä lujasti työtä ja kun ei ollut kunnon kattoa pään päälle eikä ruokaa ja vaatteita. Mutta nyt oli jo paremmin. Hänellä oli mukava pikku huoneisto ja hänen tyttärensä sai erinomaista kouluopetusta. Hänen äitinsä paloi tuhkaksi Dresdenin tulimyrskyssä. Niin se käy.

Hän lähetti O'Harelle joulun aikoihin kortin, ja näin siinä sanottiin:
»Toivotan sinulle ja perheellesi myös ja ystävällesi Hauskaa Joulua ja onnellista Uutta Vuotta ja toivon että me tapaamme uudelleen maailmassa jossa rauha ja vapaus vallitsevat minun taksissani jos vahinko niin tahtoo.«
Minä pidän kovasti tuosta: »Jos vahinko niin tahtoo.«

En halua kertoa teille mitä tämä vaivainen pikku kirja on maksanut minulle rahaa ja tuskittelua ja aikaa. Kun kaksikymmentäkolme vuotta sitten palasin toisesta maailmansodasta kotiin, luulin että minun olisi helppo kirjoittaa Dresdenin hävityksestä, koska minun ei tarvinnut muuta kuin selostaa mitä olin nähnyt. Ja luulin myös, että siitä tulisi mestariteos tai ainakin että se tuottaisi minulle paljon rahaa, koska aihe oli niin suuri.

Mutta minusta ei lähtenyt irti montakaan sanaa Dresdenistä silloin – ei ainakaan kirjaksi asti. Eikä minusta lähde monta sanaa nytkään, kun minusta on tullut vanha äijänkäppänä jolla on muistonsa ja Pall Mallinsa ja jonka pojat ovat aikuisia.

Ajattelen miten hyödytön muistini Dresdeniä koskeva osa on ollut ja miten houkuttelevaa on silti ollut kirjoittaa Dresdenistä, ja mieleeni muistuu tunnettu limerikki:

Oli nuorimies Amerikan Lapista,
joka kalulleen näin alkoi napista:
»Kaikki varani veit,
minut sairaaksi teit,
ja nyt et tippaakaan tiristä tapista.«

Ja mieleen tulee myös se laulu joka kuuluu:

Yon Yonson on nimeni,
Wisconsin on kotini,
olen työssä sahalla siellä.
Ja kun ihmiset kadulla vastaani tulevat,
he kysyvät mikä nimeni on.
Ja minä vastaan:
»Yon Yonson on nimeni,
Wisconsin on kotini...«

Ja niin edespäin, loputtomiin.

Vuosien mittaan tapaamani ihmiset ovat usein kysyneet mitä minulla on tekeillä, ja tavallisesti olen vastannut, että tärkein työ on Dresdeniä käsittelevä kirja.

Sanoin kerran niin Harrison Starrille, sille filmintekijälle, ja hän kohotti kulmiaan ja kysyi: »Onko se sodanvastainen kirja?«
»On«, minä sanoin. »Eiköhän.«
»Tiedätkö mitä minä sanon, kun kuulen jonkun kirjoittavan sodanvastaista kirjaa?«
»En. Mitä sinä sitten sanot, Harrison Starr?«
»Minä sanon: Mikset yhtä hyvin kirjoita jääkaudenvastaista kirjaa?«
Hän tietysti tarkoitti, että sotia on aina, että ne on yhtä helppo pysäyttää kuin jääkaudet. Uskon minä siihenkin.

Ja vaikkeivät sodat tulisikaan väistämättöminä kuin jääkaudet, jäljellä on aina silkka vanha tuttu kuolema.

*

Pari viikkoa sen jälkeen kun olin soittanut vanhalle sotakaverilleni Bernard V. O'Harelle minä tosiaan menin häntä tapaamaan. Sen täytyi olla vuonna 1964 tai niillä main – New Yorkin maailmannäyttelyn vuotena, mikä se sitten olikin. Eheu, fugaces labuntur anni. Youn Yonson on nimeni. Oli nuorimies Amerikan Lapista.

[...]

Ja aurinko laski, ja me söimme päivällistä italialaisessa ravintolassa, ja sitten minä koputin Bernard V. O'Haren kauniin kivitalon oveen. Kädessäni oli pullo irlantilaista viskiä kuin ruokakello.

Tapasin hänen sievän vaimonsa, Maryn, jolle omistan tämän kirjan. Omistan sen myös Gerhard Müllerille, sille dresdeniläiselle taksinkuljettajalle. Mary O'Hare on sairaanhoitajatar, mikä on hieno ammatti naiselle.

[...]

Ja siinä ne muistot sitten suunnilleen olivatkin, ja Mary kolisteli yhä. Lopulta hän tuli taas keittiöön hakemaan lisä Coca-Colaa. Hän otti jääkaapista uuden jäätarjottimen, paiskasi sen pesualtaaseen, vaikka jäitä oli esillä vielä vaikka kuinka.

Sitten hän kääntyi minuun päin, antoi minun nähdä miten vihainen oli ja että viha kohdistui minuun.

Hän oli puhunut itsekseen, joten se mitä hän sanoi oli sirpale paljon pitemmästä keskustelusta. »Te olitte pelkkiä lapsia silloin!« hän sanoi.
»Mitä?« minä sanoin.
»Te olitte pelkkiä lapsia sodassa – sellaisia kuin nuo tuolla yläkerrassa!«

Nyökkäsin että tämä oli totta. Me tosiaan olimme olleet tyhmiä ja kokemattomia sodassa, lapsuutemme lopussa.

»Mutta et sinä siitä kylläkään sillä tavoin aio kirjoittaa.« Tämä ei ollut kysymys. Se oli syytös.
»En – en tiedä«, minä sanoin.
»Mutta minä tiedän«, hän sanoi. »Sinä uskottelet että te olitte miehiä ettekä lapsia, ja elokuvassa sinua näyttelee Frank Sinatra ja John Wayne tai joku muu noista komeista, sotaintoisista, saastaisista vanhoista miehistä. Ja sota näyttää olevan niin suurenmoista, joten me saamme niitä paljon lisää. Ja niissä sotivat lapset, sellaiset kuin nuo tuolla yläkerrassa.«

Ja niin minä ymmärsin. Sota häntä niin vihastutti. Hän ei halunnut omien lapsiensa eikä kenenkään muunkaan lapsien kuolevan sodissa. Ja hän ajatteli että sotia osittain edistettiin kirjoilla ja elokuvilla.

Joten minä kohotin oikean käteni ja annoin hänelle lupauksen: »Mary«, minä sanoin, »en usko että tämä kirjani koskaan valmistuu. Olen tähän mennessä kirjoittanut varmasti viisituhatta sivua ja heittänyt ne kaikki pois. Mutta jos koskaan saan sen valmiiksi, annan sinulle kunniasanani: siinä ei tule olemaan roolia Frank Sinatralle eikä John Waynelle.«
»Tiedätkös mitä«, minä sanoin, »annan sille nimeksi 'Lasten ristiretki'.«
Sen jälkeen hän oli ystäväni.

***

Billy katsoi kaasu-uunin päällä olevaa kelloa. Hänen oli saatava kulumaan vielä tunti ennen lautasen tuloa. Hän meni olohuoneeseen, heilutti pulloa kuin ruokakelloa, avasi television. Hän joutui hiukan ajassa irralleen, näki myöhäisfilmin takaperin ja sitten jälleen etuperin. Elokuva kertoi amerikkalaisista pommikoneista toisessa maailmansodassa ja niistä urheista miehistä jotka niillä lenisivät. Billyn takaperin näkemä tarina oli seuraavanlainen:

Amerikkalaiset koneet, täynnä reikiä ja haavoittuneita ja kuolleita, nousivat perä edellä Englannista sijaitsevalta lentokentältä. Ranskan yllä muutamat saksalaiset hävittäjät lensivät niitä kohti takaperin, imivät luoteja ja kranaatinsirpaleita pommikoneista ja niiden miehistöstä. Samoin ne tekivät maassa oleville rikkinäisille amerikkalaisille koneille, ja nuo koneet nousivat takaperin ilmaan ja liittyivät muodostelmaan.

Muodostelma lensi perä edellä yli Saksan kaupungin, joka oli liekeissä. Pommittajat avasivat pommiluukkunsa, panivat käyntiin ihmeellisen magnetismin, joka kutisti liekit, keräsi ne lieriön muotoisiin terässäiliöihin ja nosti säiliöt koneiden vatsaan. Säiliöt varastoitiin siististi telineisiin.

Maassa oli saksalaisilla omia ihmeellisiä laitteita, jotka olivat pitkiä teräsputkia. Niillä he imivät pommikoneista ja miehistä pois lisää sirpaleita. Mutta vielä oli jäljellä muutamia haavoittuneita amerikkalaisia, ja jotkut koneet olivat pahasti korjauksen tarpeessa. Ranskan yllä tulivat kuitenkin taas saksalaiset hävittäjät paikalle ja paikkasivat miehet ja koneet täyteen kuntoon.

Kun pommikoneet pääsivät tukikohtaansa, teräslieriöt otettiin telineistä ja laivattiin Amerikan Yhdysvaltoihin, missä tehtaat toimivat yötä päivää, purkivat lieriöitä, erottivat niiden vaarallisen sisällön mineraaleiksi.

Liikuttavaa kylläkin, tätä työtä tekivät pääasiassa naiset. Sitten mineraalit toimitettiin kaukaisilla seuduilla oleville asiantuntijoille. Heidän tehtävänsä oli panna ne maahan, piilottaa ne taitavasti, niin että ne eivät enää koskaan aiheuttaisi vahinkoa kenellekään.

Amerikkalaiset lentäjät luovuttivat univormunsa, muuttuivat koululaisiksi. Ja Hitler muuttui vauvaksi, Billy Pilgrim otaksui. Sitä ei ollut filmissä. Billy vain päätteli. Kaikki muuttuivat vauvoiksi, ja koko ihmiskunta, poikkeuksetta, muodosti biologisen salaliiton, jonka tehtävänä oli aikaansaada kaksi täydellistä ihmistä, nimeltä Aadam ja Eeva, hän oletti.

***

Jälleen kului kuukausi ilman välikohtauksia, ja sitten Billy kirjoitti Iliumin News Leaderin yleisönosastoon kirjeen, jonka lehti julkaisi. Kirje kuvasi Tralfamadoren olentoja.

Kirjeessä sanottiin, että he olivat kuudenkymmenen sentin mittaisia ja vihreitä ja muodoltaan kuin imupumppuja. Heidän imukuppinsa olivat maata vasten ja heidän vartensa, jotka olivat äärettömän taipuisat, osoittivat tavallisesti kohti taivasta. Varren päässä oli pieni käsi, jonka kämmenpuolella oli vihreä silmä. Olennon olivat ystävällisiä ja he kykenivät näkemään neljässä ulottuvuudessa. He säälivät Maan asukkaita, koska nämä näkivät vain kolmessa.

***

Billy luuli että tralfamadorelaiset olisivat ymmällään ja pelästyksissään kaikkien sotien ja murhan muiden muotojen vuoksi, joita Maassa oli. Hän luuli että he pelkäisivät Maan asukkaiden verenhimoisuuden ja hämmästyttävien aseiden yhdessä saattavan lopulta tuhota osittain tai ehkä täysinkin koko muun, viattoman maailmankaikkeuden. Tieteisromaanit olivat saaneet hänet luulemaan sellaista.

Mutta sota ei tullut puheeksi, ennen kuin Billy mainitsi siitä itse. Joku eläintarhan yleisöstä kysyi häneltä oppaan välityksellä, mikä oli arvokkainta mitä hän Tralfamadoressa toistaiseksi oli oppinut, ja Billy vastasi: »Se miten kokonaisen planeetan asukkaat voivat elää rauhassa! Kuten tiedätte, minä olen planeetalta jossa on harjoitettu mieletöntä teurastusta aikojen alusta saakka. Minä itse olen nähnyt ruumiina koulutyttöjä, jotka minun omat maanmieheni olivat keittäneet elävältä eräässä vesitornissa; ja siihen aikaan maanmieheni olivat ylpeitä siitä että taistelivat puhdasta pahuutta vastaan.«

Tämä oli totta. Billy näki nuo keitetyt ruumiit Dresdenissä. »Ja minä olen vankileireissä yöllä valaissut tietäni kynttilöillä, jotka oli tehty ihmisen rasvasta, ihmisten jotka noiden keitettyjen koulutyttöjen veljet ja isät olivat teurastaneet.

Maan asukkaidenhan täytyy olla maailmankaikkeuden kauhu! Elleivät toiset planeetat vielä ole maan taholta vaarassa, niin pian ovat. Kertokaa siis minulle salaisuutenne, jotta voin viedä sen mukanani Maahan ja pelastaa meidät kaikki: kuinka voi planeetta elää rauhassa?«

Billy koki puhuneensa komeasti. Hän oli ällistynyt nähdessään, että tralfamadorelaiset peittivät silmänsä sulkien pikku kätensä. Hän tiesi kokemuksesta mitä tämä tarkoitti: hän oli typerä.

»Voisitteko – voisitteko sanoa – » hän sanoi oppaalle hyvin nolona, »mikä siinä oli niin typerää?«
»Me tiedämme kuinka maailmankaikkeus päättyy – « sanoi opas, »eikä Maalla ole siihen mitään osuutta, paitsi että sekin pyyhkiytyy pois.«
»Kuinka – kuinka maailmankaikkeus sitten loppuu?« sanoi Billy.
»Me räjäytämme sen kokeillessamme lentävien lautastemme uusia polttoaineita. Eräs tralfamadorelainen koelentäjä painaa käynnistintä ja koko maailmankaikkeus katoaa.« Niin se käy.

»Jos tiedätte tämän«, sanoi Billy, »ettekö voi sitä jotenkin torjua? Ettekö voi estää lentäjää painamasta nappia?«
»Hän on aina painanut sitä ja tulee aina painamaan. Me annamme aina hänen tehdä sen ja tulemme aina antamaan. Hetken rakenne on sellainen.«

»Siis«, sanoi Billy haparoivasti, »kai sitten ajatus sotien torjumisesta Maassa on typerä sekin.«
»Tietysti.«
»Mutta tämä teidän planeettannehan on rauhallinen.«
»Tänään se on. Toisina hetkinä meillä on yhtä hirvittäviä sotia kuin mikään mitä olette nähnyt ja mistä olette lukenut. Me emme voi tehdä niille mitään, joten me yksinkertaisesti emme katso niitä. Me olemme kuin niitä ei olisikaan. Me kulutamme ikuisuutta katsomalla miellyttäviä hetkiä – kuten tätä päivää täällä eläintarhassa. Eikö tämä olekin mukava hetki?«
»On.«
»Siinä on asia jonka Maan asukkaat voisivat oppia, jos he yrittäisivät kyllin tarmokkaasti: olla välittämättä pahoista ajoista ja keskittyä hyviin aikoihin.«
»Hm«, sanoi Billy Pilgrim.

envoyé par Seppo Ilmarinen - 4/5/2016 - 09:45




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