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Lugano Addio

Ivan Graziani
Langue: italien


Ivan Graziani

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Lugano Addio, 1977
dall'album "I lupi"

contrabbandieri


Ve la racconto tutta, com'è andata. Per uno di quei mille, insondabili motivi, per i quali il ricordo di una canzone ci irrompe nella mente, qualche giorno fa aveva incominciato a girarmi per la testa "Lugano Addio" di Ivan Graziani. L'avevo tanto amata, quella canzone, proprio in quegli anni nei quali facevo il sindacalista della scuola, e, ricordo, andavo su e giù per la mia provincia di Como, e un giorno ero alle prese con i professori e i bidelli venuti dai vari sud, e un altro, magari, ero su in montagna, con le maestre "laghere".

Ne ho conosciute tante, di maestre laghere, naturalmente non parlo di quelle democristiane. Magari con il marito alla Falck, e il padre che aveva combattuto nella brigata Garibaldi sulla Berlinghera, e magari con il cugino che sapeva tutti i sentieri della Svizzera, percorsi con la bricolla in spalla. Erano tanto diversi, i miei compagni del sud e quelli del nord: ma a me pareva che quella canzone riuscisse a unirli tutti, gli uni con il lavoro da bestie dei loro padri, gli altri con il ricordo delle armi impugnate perché nessuno fosse più la bestia di nessuno. I miei "terroni" sempre pronti a eccitarsi; e i miei "laghé" apparentemente posapiani, ma determinati, indefettibili. Come, soprattutto, le laghere: quelle come la Marta di Graziani, con la giacca a vento, il sorriso...e i capelli lisci e fermi come il lago. Donne che non te le mandavano a dire, se avevano da dirtene.

Sotto questa botta di nostalgia, invece di cercare il disco per riascoltare la canzone, avevo cercato in CCG, ma non l'avevo trovata! Pensando di essere io a non averla cercata bene, mi sono rivolto a Adriana, che, confermandomi la lacuna, subito mi ha mandato il testo, dicendomi: trovale tu le ragioni perché abbia un posto in CCG. Ecco, Adriana, le ragioni sono quelle alle quali ho accennato, le infinite scaramucce e le battaglie di cui si compone la guerra dei centomila anni, che si è combattuta e si combatte sui pescherecci e sui monti, ma anche tanto nelle nostre menti e nei nostri cuori. Non per falsa ingenuità ci abbiamo creduto, e continuiamo a crederci. (gpt)
Le scarpe da tennis bianche e blu
Seni pesanti e labbra rosse
E la giacca a vento
Oh, Marta io ti ricordo così
Il tuo sorriso i tuoi capelli
Fermi come il lago

Lugano addio cantavi
Mentre la mano mi tenevi
Canta con me tu mi dicevi
Ed io cantavo
Di un posto che
Non avevo visto mai

Tu tu mi parlavi di frontiere
Di finanzieri e contrabbando
Mi scaldavo ai tuoi racconti
E "mio padre sì" tu mi dicevi
"Quassù in montagna ha combattuto"
Poi del mio mi domandavi

Ed io pensavo a casa
Mio padre fermo sulla spiaggia
Le reti al sole
I pescherecci in alto mare
Conchiglie e stelle
Le bestemmie e il suo dolore

Oh, Marta io ti ricordo così
Il tuo sorriso i tuoi capelli
Fermi come il lago
Lugano addio cantavi
Mentre la mano mi tenevi
Addio cantavi

E non per falsa ingenuità
Tu ci credevi
E adesso anch'io che sono qua
Oh, Marta mia addio ti ricordo così
Il tuo sorriso i tuoi capelli
Fermi come il lago.

envoyé par Gian Piero Testa - 25/1/2012 - 21:17



Langue: anglais

English version / Versione inglese / Version anglaise / Englanninkielinen versio: Bocephus King
Album / Albumi: The Infinite & The Autogrill, Vol. 1 (2020)



Farewell Lugano
Farewell Lugano

Back then your tennis shoes were white and blue
With heavenly breasts and red lips too
And your jacket for the winter.
Oh, Marta I still remember you:
Your sad, little smile and the way your hair moved,
Like the lake's precious water.

'Farewell Lugano' - you were singing...
You held my hand,
Said sing along with me'
And I realized that
I was singing
About a place that I'd never been.

You used to talk about frontiers,
Contraband and financiers...
I caught fire to your stories.
‘Oh, my father -you would say,
He fought up in these mountains back in his day'
And then you'd ask me about my father too...

I thought of my home
And my father on the beach,
Nets in the sand
And fishing boats out at sea.
I thought about the shells, I thought about the stars,
And how he cursed...and how he suffered.

And, oh, Marta I still remember you:
Your sad, little smile and the way your hair moved,
Like the lake's precious water...
'Farewell Lugano' you were singing.
Holding my hand
And singing so true.

'Farewell' you sang
And you believed it
And now I'm so far gone that I believe it too.
And, oh, Marta I still remember you:
Your sad, little smile and the way your hair moved,
Like the lake's precious water.

envoyé par Dq82 - 22/10/2023 - 17:04


Perchè alla fine dice Marta mia addio, forse perchè muore? O perchè si lasciano...

17/3/2020 - 23:05


Anche a me è venuta in mente all'improvviso, questa mattina nel letto, appeno dopo aver sognato mio padre, morto un anno fa, di questi tempi terribili che smarriscono la presenza e il ricordo di intere generazioni. Non so bene il motivo inconscio e la voglia improvvisa che mi è venuta di ricordarla e di riascoltarla; forse proprio la memoria dei padri che il testo contiene ed il sogno irripetibile di un affetto che ti stringe la mano e ti sorride dal luogo di sogno di una irripetibile giovinezza.

Musil87 - 15/5/2021 - 21:44


L'ho cercata anch'io mentre pensavo a mio padre, scomparso un mese fa... Babbo mio addio, ti ricordo così, il suo sorriso e i suoi capelli fermi come il lago.

Daria - 7/11/2022 - 15:12




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