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Της εξορίας...

Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης


Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης

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(Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης)


Tis exorías...
theodypografi
Στίχοι: Μίκης Θεοδωράκης, Πάνος Λαμψίδης, Γιάννης Νεγρεπόντης, Μανώλης Αναγνωστάκης , Τάσος Λειβαδίτης
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Βασίλης Παπακωνσταντίνου
Σύνθεση: 1943 - 1975
Ηχοφράφηση: 1976

Testi di Mikis Theodorakis, Panos Lampsidis, Yannis Negrepondis, Manolis Anagnostakis, Tassos Livaditis
Musica di Mikis Theodorakis
Prima esecuzione di Vasilis Papakonstandinou
Composizione: dal 1943 al 1975
Incisione: 1976

teo1


Posso aggirarmi quanto mi pare nella canzone greca: ma mi è impossibile non ritornare periodicamente al tempio esastilo da cui tutto s'irraggiò, all'ομφαλός del vecchio Mikis.

Quando la Giunta cadde e Mikis ritornò dagli esili, per un paio d'anni trovandosi sulla cresta dell'onda, sinceramente ne godette perché gli sembrava che la gente, assecondando la sua musica, fosse in marcia verso il futuro dei suoi sogni. La gente affollava gli stadi dei suoi concerti, nei locali tutti cantavano le sue canzoni, le case discografiche non perdevano l'affare del momento. Anche il turismo ne beneficiò.
Ma non passò molto tempo; e i padroni dei vari vapori politici e commerciali, parendogli d'avere abbastanza cavalcato la pericolosa bestia (con ciò rifacendosi anche un tal quale verginità, che non guastava nella fase del cambiamento), cercarono di convincere il pubblico a consumare altri generi. La musica di Mikis cominciò a diradarsi alla radio e alla televisione; le incisioni - che pure continuavano - non venivano più spinte dal marketing. Molta roba nuova, e buona, praticamente non arrivò al pubblico. Theodorakis concluse di essere ancora una volta un confinato, un esiliato in patria; e come una vita di Εξόριστος στο Εσωτερικό egli definisce, nelle sue memorie, quella dei suoi anni compresi tra il 1974 e il 1986.

Che la Grecia abbia compiuto in un quindicennio un mutamento non solo politico, ma in larga misura anche antropologico e identitario, non è cosa che si possa negare: ma che in ciò sia stata assecondata da tutta la musica che "girava intorno" - con l'eccezione della sua - , e che addirittura la perfidia dei tutori della politica culturale e quella dei mercanti delle case discografiche abbia utilizzato il revival rebetico al fine di spiazzarlo, a me sembra, sinceramente, un giudizio un po' da raddrizzare. Nulla da obiettare sul fatto che i Greci in quegli anni entrarono nella palude del consumismo, della devastazione mercantile del loro paesaggio, dell'intontimento televisivo e di stadio, e che ovviamente qualcuno fece di tutto per portarveceli anche trasformando la musica di consumo per farla risultare oltremodo facile e vacua al pari di quella del resto del mondo neocapitalizzato: ma gli stessi visitatori di AWS che frequentano la sezione greca- e che io continuo a immaginare eroicamente pochi e coraggiosi - hanno a diposizione in queste pagine prove non certo sporadiche di una vitalità artistica e di una fiera e sdegnosa alterità rispetto all'andazzo prevalente, espresse da numerose, buone e impegnate canzoni di parecchi autori in cui il neorebetico si fonde con il pop e il rock da un lato, o con le sonorità sia folk, sia orientali dall'altro. Non faccio nomi, per non doverne fare troppi: ma una scorsa al nostro catalogo (cercare: "Canzoni in greco moderno") è già sufficiente a controbattere la lamentazione di Mikis, per quanto molto ancora il catalogo debba accrescersi per dar conto esauriente di come diversamente siano andate le cose, e di quanto grande e decisiva sia stata proprio l'influenza (altro che isolamento!) di Theodorakis rispetto alle generazioni artistiche più nuove.

Le canzoni di Της εξορίας... appartengono a quel biennio conseguito alla caduta della Giunta, nel quale Theodorakis, coadiuvato da voci poetiche non secondarie, si preoccupò di riallacciare al presente i fili del passato, affinché insieme definissero la trama del futuro abito del suo popolo. Aveva lasciato la Francia portando con sé una sorta di ricognizione - fatta con l'autore teatrale Vangelis Goufas - sul risorgimento nazionale del 1821 (Προδομένος Λαός/ Popolo tradito, 1974) e in patria aveva ripreso a comporre scegliendo ancora una rappresentazione teatrale (di Iakovos Kambanelis: Εχθρός Λαός/Popolo nemico) nella quale prestava la sua musica al presente. Nella canzoni di Της εξορίας..., che non sono per il teatro, c'è un riassunto più compresso della storia, che è poi quella di Theodorakis stesso dalla resistenza, alla guerra civile, ai colonnelli, rivissuta nella chiave degli internamenti ben noti a lui e a quelli della sua generazione. La sensazione che il "confino" non sia finito sembra già affiorare in questa raccolta che, se in alcuni pezzi si presenta ancora con l'andamento epico degli albori delle lotte (come l'Inno dell' ELAN) e riesce a mandare sguardi solidali ad altri recinti di filo spinato nel mondo (El Zaatar), in altri concentra l'attenzione sulla gamma di sensibilità differenti con cui tanti individui diversi avevano vissuto le medesime peripezie. Emerge, grazie a Negrepondis, a Anagnostakis e a Livaditis, cioè a tre poeti-combattenti di vaglia, una chiave lirica che andrà sempre più dominando nelle scelte successive del musicista. L'album successivo sarebbe stato, appuntoΤα λυρικά / Le liriche su testi di Tasos Livaditis; e poi tutto il periodo artistico e umano successivo - dal 1986 al 1996 - sarebbe stato classificato dal musicista come quello del Λυρικός Βίος, la vita lirica.

Alcune necessarie avvertenze:

1) L'ordine in cui sono disposti testi non è quello del CD reperibile oggi, il quale contiene come sesta traccia anche la Τραγούδι Σωτήρη Πέτρουλα/Canzone di Sotiris Petroulas che a suo tempo era uscita separatamente, ma quello del testo di Theodorakis, «Poesie musicate» vol. I, 1997

2) Due canzoni della compilazione, cioè 1) Της εξορίας e 5) Της φυλακής , sono già presenti in AWS, avendole mandate Alessandro quando ancora si faceva chiamare così. Io le ho ricollocate qui perché sono parte integrante di un gruppo di testi tra di loro abbastanza coerenti: ma si tratta, ovviamente di doppioni. Sul da farsi, videant consules.

3) La canzone 3) Ο ὐμνος του ΕΛΑΝ (L' Inno dell'ELAN), richiede qualche nota:

- L'ELAN (Ελληνικό Λαϊκό Απελευθερωτικό Ναυτικό / Marina Popolare di Liberazione Greca) fu la piccola, ma efficace marina partigiana della Resistenza greca, braccio marittimo dell'EAM (Fronte di Liberazione Greco), così come l'ELAS fu il suo esercito di terraferma. Fu fondata nell'aprile 1943 nella penisola Calcidica, e successivamente generò altre formazioni locali con basi nei golfi di Ambracia, di Volos, di Corinto (Andikira), e nell'isola Chios. Fondatore e capo della flottiglia di Andikira fu il leggendario καπετάν Ζαχαριάς (Capetàn Zahariàs), cioè Κώστας Γεωργιάδης / Kostas Georgiadis, nato a Χελιδόνι Ηλείας/Chelidoni Ilias nel 1922, cresciuto a Sparta e combattente regolare sul fronte albanese. Fu tra i primi a entrare nella resistenza, e quindi fu incaricato di dar vita alla marina partigiana del golfo di Corinto. . Portava il nome di battaglia di καπετάν Ζαχαριάς in ricordo di un famoso kleftis, Ζαχαριάς Μπαρμπιτσιώτης / Zaharias Barbitsiotis (1759 - 1805) che nel XVIII secolo diede parecchio filo da torcere agli Ottomani nel Peloponneso.
Itea, Galaxidi, Andikyra: località della costa beotica del Golfo di Corinto, nei cui dintorni la guerra partigiana fu durissima: la vicina Distomo subì la distruzione con quasi tutti i suoi abitanti da parte dei Tedeschi. Simile sorte aveva conosciuto per mano dei Turchi la cittadina di Galaxidi, durante il risorgimento greco.

Sull' autore del testo dell'inno, Πάνος Λαμψίδης/Panos Lampsidis, poco ho raccolto. In questa pagina è citato tra i collaboratori del periodico Νέα Γενιά (Nuova Generazione), organo dell' EΠΟΝ/EPON (l'organizzazione giovanile dei resistenti dell'EAM): un elenco di nomi di tutto rispetto, un autentico capitolo di storia della letteratura neoellenica.
(gpt)
Μίκη Θεοδωράκη
Μανώλη Αναγνωστάκη - Τάσου Λειβαδίτη -
Πάνου Λαμψίδη - Γιάννη Νεγρεπόντη

ΤΗΣ ΕΞΟΡΙΑΣ...
τραγουδά ο Βασίλης Παπακωνσταντίνος


exoriasret


1. Της εξορίας
Θάλασσες μας ζώνουν

Στίχοι: Μίκης Θεοδωράκης, 1948, Ικαρία


Θάλασσες μας ζώνουν

κύματα μας κλειουν

σ' άγριους βράχους πάνω

τα νιάτα μας φρουρούν.



Στείλαν του λαού μας

τ' άξια τα παιδιά

για να τα λυγίσουν

σε δεσμά βαριά.



Στων φρουρών το πείσμα

θα σταθούμε ορθοί

στις καρδιές ατσάλι

φλόγα στην ψυχή.



Μάνα μη στενάζεις

μάνα μη θρηνείς

τώρα πέφτουν οι θρόνοι

και τραντάζει η γης.



Η αυγή χαράζει

πάνω στα βουνά

ο εχθρός λουφάζει

φτάνει η λευτεριά.



Χτυπάτε τους αδέλφια

χτυπάτε δυνατά

σαν χτυπάει ο Μάρκος

σειέται γη στεριά.
(inviata da Alessandro)

2. Χτύπα, χτύπα
Στίχοι: Μίκης Θεοδωράκης, 1948, Μακρόνησος


1948: Ο Μίκης Θεοδωράκης στη Μακρόνησος μαζί με άλλους φυλακισμένους. Εἰναι ο τελευταίος δεξιά, γονατισμένος.
1948: Ο Μίκης Θεοδωράκης στη Μακρόνησος μαζί με άλλους φυλακισμένους. Εἰναι ο τελευταίος δεξιά, γονατισμένος.


Τα πλοία προσμένουν κρυφά στα σκοτάδια
δεμένα σε κάποια ακτή μυστική
καμιόνια με φάρους σβησμένους
γεμάτα συντρόφους πιστούς
γλιστρούν μες στην πόλη που τώρα σφαδάζει
στα νύχια των εχθρών του λαού.

Χτύπα χτύπα το στήθος π' ανάβει
χτύπα χτύπα το νου που φωτά
στα χτυπήματα θεριεύουν οι σκλάβοι
κάτω μας σπρώχνεις μα πάμε ψηλά.

Τα πλοία στα βράχια σκορπούν τους συντρόφους
τους ζώνουν σαν φίδια φρουροί τρομεροί
μα κείνοι ψηλά το κεφάλι, ψηλά η σημαία προχωρεί,
παιδιά του λαού τιμημένα γνωρίζουν
πως πλάθουν την καινούρια ζωή.


Ο καπετάν Ζαχαριάς (Κώστας Γεωργιάδης)
Ο καπετάν Ζαχαριάς (Κώστας Γεωργιάδης)
3. Ο ύμνος του ΕΛΑΝ
Στίχοι: Πάνος Λαμψίδης, 1943


Απ' την Αντίκαιρα προβάλλει ο Ζαχαριάς
και ξεμακραίνει το ελανίτικο καράβι
θαλασσομάχοι εμείς της λευτεριάς
απ' την Αντίκαιρα προβάλλει ο Ζαχαριάς.

Έγια μόλα έγια λέσα
μπρος θαλασσομάχοι εμείς της λευτεριάς.

Μεσοπελάγου αρμενίζουμε μεμιάς
όμοια μπουρλότο η ψυχή φωτά κι ανάβει
καθώς προβάλει το λιμάνι της Ιτιάς
μεσοπελάγου αρμενίζουμε μεμιάς.

Στο Γαλαξίδι οι Ελανίτες μέσα
κι η καμπάνα γλυκόηχα να χτυπάει
έγια μόλα παιδιά, έγια λέσα
στο Γαλαξίδι οι Ελανίτες μέσα.


4. Ελ Ζαατάρ
Στίχοι: Γιάννης Νεγρεπόντης, 1975


Ταλ Ελ-Ζαατάρ, Λίβανος, 12 αυγούστου 1976.
Ταλ Ελ-Ζαατάρ, Λίβανος, 12 αυγούστου 1976.


Όταν τη νύχτα κρυώνω
κάνω μια προσευχή
να μην είναι οι νύχτες
παγερές στο Ελ Ζαατάρ.

Δεν κρυώνουν εκείνοι
που ποτέ δεν ρωτούν
και για μάρκα ή δολάρια
μακελειό ξεκινούν.

Όταν τη νύχτα πεινάω
κάνω μια προσευχή
να μην είναι οι νύχτες
παγερές στο Ελ Ζαατάρ.

Έως πότε Θεέ μου
το κακό θα κρατά
για δολάρια ή μάρκα
μακελειό στα Ελ Ζαατάρ.

5. Της φυλακής
Στίχοι: Γιάννης Νεγρεπόντης, 1975


Ο Γιάννης Νεγρεπόντης.
Ο Γιάννης Νεγρεπόντης.
Μετά από τέτοια απουσία μακρυά 

Σαν ένας ξένος στην παλιά μου γειτονιά

Άγνωστα πρόσωπα γεμίσανε τα σπίτια 

Στο δρόμο παίζουν άγνωστα παιδιά 



Μην πεις ποτέ πως είν' αργά να ξαναρχίσεις 

Πως ξέκοψες μην πεις απ' τη ζωή

Όταν υπάρχουν τόσοι γύρω που μαζί τους 

Τον κόσμο απ' την αρχή θα ξαναχτίσεις 



Είναι λοιπόν τόσα πολλά είκοσι χρόνια 

Σ' εμένα φαίνεται σα να 'ταν μόλις χθες 

Έτσι που τη ζωή μου έχω ξοδέψει 

Στα ξερονήσια και στις φυλακές
(inviata da Alessandro)

6. 'Εφτασες αργά
Στίχοι: Μανώλης Αναγνωστάκης, 1973


Έφτασες αργά σου πήρε άλλος τη θέση
έφτασες αργά σε 'βγάλαν απ' τη μέση.

Δεν σου φταίει κανείς, επέρασε ο καιρός σου
δεν σου φταίει κανείς, λάθος ήτανε δικό σου.

Άργησες πολύ και τό 'χασες το τρένο
άργησες πολύ δεν σε περιμένω.

7. Δεν έφταιγεν ο ίδιος
Στίχοι: Μανώλης Αναγνωστάκης, 1973


Ο Μανώλης Αναγνωστἀκης.
Ο Μανώλης Αναγνωστἀκης.
Δεν έφταιγεν ο ίδιος, τόσος ήτανε
η εποχή, τα βάρη, οι συνθήκες
κι άλλοι την πάθανε που τότε είπαν το ναι
και δεν ακούσανε των παλιών τις υποθήκες.

Τάχα η θέλησή σου λίγη
τάχα ο πόνος σου μεγάλος
η ζημιά ήτανε στο ζύγι
πάντα φταίει κάποιος άλλος.

Καλά καλά ποιο είναι το κέρδος, ποια η ζημιά
ποιος να το πει δεν ξέρει
το βέβαιο ήτανε πως κάτι δεν πήγε καλά
δεν έφτασε όπου ονειρεύτηκε το χέρι.

Δεν έφταιγεν ο ίδιος, τόσος ήτανε
κι οι άνθρωποι γεμάτοι είναι τώρα απαιτήσεις
αφού σήμερα δε θά 'λεγε το ίδιο το ναι
τώρα περίσσεψαν η σύνεση και η κρίση.

8. Κάθε πρωί
Στίχοι: Μανώλης Αναγνωστάκης, 1973


Κάθε πρωί, καταργούμε τα όνειρα,
χτίζουμε με περίσκεψη τα λόγια.
Τα ρούχα μας είναι μια φωλιά από σίδερο,
κάθε πρωί, χαιρετάμε τους χθεσινούς φίλους, φίλους, φίλους.
Οι νύχτες μεγαλώνουν,
μεγαλώνουν σαν αρμονικές,
ήχοι, καημοί, πεθαμένα φιλιά,
ασήμαντες απαρριθμήσεις.
Τίποτα, τίποτα.
Λέξεις μόνο για τους άλλους,
μα που τελειώνει η μοναξιά.

9. 'Ητανε νέοι, ήταν παιδιά
Στίχοι: Μανώλης Αναγνωστάκης, 1973


Οι δρόμοι ήταν σκοτεινοί και λασπωμένοι
το πιάτο στο τραπέζι λιγοστό,
το φιλί στο κατώφλι ήταν κλεφτό
και έρωτες μέσα στις καρδούλες κλειδωμένοι

Ήτανε νέοι ήτανε νέοι, ήταν παιδιά
και έτυχε να ‘ναι και καλή σοδειά

Τα βράδια ξενυχτούσαν στα υπόγεια,
και σβάρνα ολημερίς στις γειτονιές
αχ! τα σοκάκια εκείνα κι οι γωνιές
σφιχτά που φυλάξαν τα τίμια λόγια

Ήτανε νέοι ήτανε νέοι, ήταν παιδιά
και έτυχε να ‘ναι και καλή σοδειά

Δεν ξέρανε πατέρα, μάνα σπίτι, μάνα σπίτι
έναν δεν δίναν για το σήμερα παρά
δε ρίχνανε δραχμές στον κουμπαρά
δεν κράταγαν μεζούρα και διαβήτη

Ήτανε νέοι ήτανε νέοι, ήταν παιδιά
και έτυχε να ‘ναι και καλή σοδειά

10. Μου μιλάτε για κείνον
Στίχοι: Τάσος Λειβαδίτης, 1975


livaditista


Πώς να με νιώσετε όλοι εσείς
τι ξέρετε για κείνον
κι έτσι θαρρείτε εύκολα
μπορώ να τον ξεχάσω.
Μου μιλάτε για κείνον
σαν να ήτανε κάποιος
όπως όλοι εμείς
κάποιος μέσα στο πλήθος.

Έφευγε κι ήξερε για που
κι όμως χαμογελούσε
τι τον περίμενε ήξερε
κι όμως χαμογελούσε.
Μου μιλάτε για κείνον
σαν να πήγαινε κάπου
όπως όλοι εμείς
κάπου σαν κάθε μέρα.

Πως να με νιώσετε όλοι εσείς
τι ξέρετε για κείνον
ήξερε για που πήγαινε
κι όμως χαμογελούσε
μου μιλάτε για κείνον
σαν να ήτανε κάποιος
όπως όλοι εμείς
κάποιος μέσα στο πλήθος.

11. Ερωτικό γράμμα
Μη χάνεις το θάρρος σου
Στίχοι: Τάσος Λειβαδίτης, 1975


Μη χάνεις το θάρρος σου
εμείς πάντα το ξέραμε
πως δεν χωράει
μέσα στους τέσσερις τοίχους
το μεγάλο μας όνειρο.

Εμάς τα σπίτια μας είναι όλοι οι δρόμοι
που στα σπλάχνα τους κοιμούνται
τόσοι σκοτωμένοι.

Θα θυμάμαι πάντοτε τα φιλιά σου
που κελαηδούσαν σαν πουλιά
θα θυμάμαι τα μάτια σου
φλογερά και μεγάλα
σαν δυο νύχτες έρωτα
μέσα στον άγριο πόλεμο.

inviata da Gian Piero Testa - 20/1/2012 - 22:42



Lingua: Italiano

Gian Piero Testa.
Gian Piero Testa.

Versione italiana di Gian Piero Testa

teo1
Mikis Theodorakis
Manolis Anagnostakis - Tasos Livaditis -
Panos Lampsidis - Yannis Negrepondis

CANZONI DEL CONFINO
cantate da Vasilis Papakonstandinos


exoriasret


1. Canzone del confino
Mari ci cingono
Testo di Mikis Theodorakis, 1948, Ikaria


Mari ci cingono

onde ci chiudono
 sopra scogli selvaggi

fanno la guardia alla nostra gioventù



Vi hanno mandato i degni
figli del nostro popolo
perché nodi pesanti

li costringano a cedere



Alla pressione dei guardiani

noi staremo diritti

acciaio nel cuore

fuoco nell'anima



Mamma non sospirare

mamma non levare un lamento

stanno cadendo i troni

e sta tremando la terra



Si delinea l'aurora

sopra le montagne

il nemico sta accucciato

la libertà sta arrivando.



Colpiteli fratelli

colpiteli forte 

quando è Markos a colpire

sussulta la terraferma

2. Batti batti
Testo di Mikis Theodorakis, 1948, Makronissos


Le navi attendono di nascosto
ormeggiate a qualche segreta sponda
camion dai fari spenti carichi
di compagni fidi
scivolano dentro la città che ora si dibatte
tra gli artigli dei nemici del popolo.

Batti batti il petto che si accende
batti batti la mente che s'illumina
sotto i colpi grandeggiano gli schiavi
ci spingi sotto ma andiamo in alto.

Le navi disperdono i compagni sugli scogli
come serpenti li avvolgono terribili guardiani
ma quelli a testa alta, in alto avanza la bandiera
del popolo onorati figli sanno
come plasmare la nuova vita.

1948: Mikis Theodorakis a Makronissos, assieme ad altri prigionieri. È l'ultimo inginocchiato a destra.
1948: Mikis Theodorakis a Makronissos, assieme ad altri prigionieri. È l'ultimo inginocchiato a destra.


Capitan Zahariás (Kostas Georgiadis)
Capitan Zahariás (Kostas Georgiadis)
3. L'inno dell'ELAN
Testo di Panos Lampsidis, 1943


Da Andikira si affaccia Zahariàs
e prende il largo la nave dell'ELAN
avanti noi combattenti del mare in lotta per la libertà
da Andikira si affaccia Zahariàs

Forza, molla - forza, tesa
avanti noi marinai in lotta per la libertà

In mezzo al mare navighiamo senza sosta
si accende la nostra anima divampa come un brulotto
quando appare il porto di Itea
in mezzo al mare navighiamo senza sosta

A Galaxidi sbarcano gli Elaniti
e batte con dolce suono la campana
Forza, molla - forza, tesa
a Galaxidi sbarcano gli Elaniti

4. El Zaatar
Testo di Yannis Negrepondis, 1975


Tall al-Zaatar, Libano, 12 agosto 1976.
Tall al-Zaatar, Libano, 12 agosto 1976.


Quando mi vien freddo la notte
formulo una preghiera
che le notti non siano
gelide a El Zaatar

Non sentono il freddo quelli
che non chiedono mai
e che per marchi e dollari
attaccano a macellare

Quando mi vien fame la notte
formulo una preghiera
che le notti non siano
gelide a El Zaatar

Fino a quando Dio mio
dominerà il male
per dollari e marchi
macellano a El Zaatar

5. Canzone della prigionia
Testo di Yannis Negrepondis, 1975


Yannis Negrepondis.
Yannis Negrepondis.
Dopo tutta questa assenza in posti lontani

mi sento uno straniero nel mio vecchio quartiere

facce sconosciute hanno riempito le case
bimbi sconosciuti giocano nelle strade


Non dire mai

che è tardi per ricominciare

non dire che ti sei spiccato alla vita
quando ci sono tanti intorno insieme ai quali

potrai rifare il mondo tutto da capo 



Vent'anni sono allora così tanti

a me sembra che sia stato appena ieri 

in questo modo ho speso la mia vita

tra le isole di scoglio e le galere

6. Sei arrivato tardi
Testo di Manolis Anagnostakis, 1973


Sei arrivato tardi un altro ha preso il tuo posto
sei arrivato tardi ti hanno tolto di mezzo

nessuno ne ha colpa, il tuo tempo è scaduto
nessuno ne ha colpa, è stato un tuo errore

hai fatto troppo tardi e hai perso il treno
hai fatto troppo tardi e non ti aspetto

7. Non è stata colpa sua
Testo di Manolis Anagnostakis, 1973


Manolis Anagnostakis.
Manolis Anagnostakis.
Non è stata colpa tua, eri fatto così
l'epoca, il peso delle cose, gli accordi
pure altri hanno sofferto per aver detto di sì quella volta
senza ascoltare i consigli di quelli più provati.

Certo, sarà che la tua volontà è scarsa
certo, sarà che il tuo dolore è grande
il difetto stava nei pesi della bilancia
come sempre la colpa è di qualcun altro.

Bene, bene qual è la perdita e quale il guadagno
chi non lo sa dire
è che qualcosa non è andata proprio per il suo verso
e la mano è andata dove si è sognata lei.

Non è stata colpa tua, eri fatto così
e adesso la gente è piena di pretese
siccome adesso non direbbe lo stesso sì
adesso la saggezza e il giudizio bastano e avanzano.

8. Ogni mattina
Testo di Manolis Anagnostakis, 1973


Ogni mattina sopprimiamo i sogni
con circospezione combiniamo le parole
i nostri vestiti sono un nido di metallo
ogni mattina salutiamo gli amici del giorno prima.

Le notti si dilatano come fisarmoniche
suoni, dolori, baci defunti
enumerazioni insensate, niente niente.

Discorsi solo per gli altri
ma dove termina la solitudine...

9. Erano giovani, erano ragazzi
Testo di Manolis Anagnostakis, 1973


Erano buie le strade, piene di fango
scarso il piatto in tavola
il bacio sulla soglia era furtivo
e gli amori ben serrati nei cuoricini.

Erano giovani, erano ragazzi
e guarda un po' ne è sortito un buon raccolto.

Per la notte si ritiravano nelle cantine
e tutto il giorno bighellonavano nei quartieri
Ah, quei vicoli stretti e quegli angolini
che fanno buona guardia alle parole oneste.

Erano giovani, erano ragazzi
e guarda un po' ne è sortito un buon raccolto.

Non avevano idea di padre, madre, casa
non destinavano un soldo se non per l'oggi
non una dracma mettevano nel salvadanaio
né compasso né metro avevano, quelli.

Erano giovani, erano ragazzi
e guarda un po' ne è sortito un buon raccolto.

10. Mi parlate di lui
Testo di Tasos Livaditis, 1975


livaditista


Come mi potete capire tutti quanti voi
cosa ne sapete di lui
per convincervi così facilmente
che io possa scordarlo
mi parlate di lui
come fosse uno
come tutti voi
uno confuso in mezzo alla folla.

Partiva e per dove lo sapeva
eppure sorrideva
sapeva cosa l'aspettava
eppure sorrideva
mi parlate di lui
come se andasse da qualche parte
come tutti voi
da qualche parte come tutti i giorni.

Come mi potete capire tutti quanti voi
cosa ne sapete di lui
lo sapeva dove stava andando
eppure sorrideva
mi parlate di lui
come fosse uno
come tutti voi
uno confuso in mezzo alla folla.

11. Lettera d'amore
Non lo perdere il tuo coraggio
Testo di Tasos Livaditis, 1975


Non lo perdere il tuo coraggio
noi l'abbiamo sempre saputo
che tra quattro mura non riesce a stare
il nostro grande sogno.

Noi, le nostre case sono tutte nelle strade
nelle cui viscere dormono
tanti assassinati.

Ricorderò per sempre i tuoi baci
che cinguettavano come uccelli
ricorderò i tuoi occhi
grandi e fiammeggianti
e pure due notti d'amore
dentro una guerra feroce.

inviata da Gian Piero Testa - 20/1/2012 - 22:51


Un tempo si dicevano cose tipo Nel licenziare alle stampe quest'opera...; ecco, "nel licenziare alle stampe" (?!?) quest'ennesima "paginona" rifatta di sana pianta (nonché copiosamente illustrata) sotto un temporale estivo e ad una mia tipica ora (le 4.47 del mattino), un paio di considerazioni finali.

Poiché [gpt] aveva, nell'introduzione, formulato a suo tempo il classico videant consules riguardo alle due canzoni di Της εξορίας già inserite da Alessandro "Bartleby", vale a dire Της εξορίας (Θάλασσες μας ζώνουν) e Της φυλακής, è stato giocoforza mantenerle, sia pure come "doppioni". Questo sia per alcune importanti note (come quella in cui lo stesso [gpt] chiarisce che il marxista Markos non era Marx), sia per le traduzioni in varie lingue (ivi compresa quella in cui Markos viene preso per Marx).

Riguardo a Panos Lampsidis, l'autore dell' "Inno dell'ELAN" sul quale [gpt] dichiarava di sapere poco o punto, ho reperito in rete un trafiletto del Ριζοσπάστης, lo "Strappator di Radici" organo del Partito Comunista Greco KKE, nel quale si annuncia purtroppo la sua morte, avvenuta poco meno di un anno fa (il 7 settembre 2011). Panos Lampsidis fu un combattente nella Resistenza greca tra il 1941 e il 1944; fu distinto scrittore e filologo, e tenne diverse trasmissioni su radio europee specialmente sul tema dell'emigrazione greca.

Riccardo Venturi / Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 9/6/2012 - 04:55




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