Cinquant’anni dopo. Maggio 1994, a Roma.
Sapete quante cose si possono stipare in un armadio? Provate a immaginare.
Un armadio rimasto dimenticato dentro un palazzo del Cinquecento, sede degli Uffici di vertice della Magistratura Militare, Palazzo Cesi, via degli Acquasparta.
Un armadio con le ante rivolte verso il muro, chiuso a chiave, protetto da un cancello e da un lucchetto.
Nell'armadio vengono ritrovati seicentonovantacinque fascicoli.
Un registro composto da duemiladuecentosettantatré voci.
C’erano le testimonianze dei sopravvissuti alle stragi dei nazisti e dei fascisti.
C’erano i nomi dei colpevoli. Al numero 1, l’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma.
In testa Herbert Kappler, seguito dai nomi di altri assassini.
C’erano Erich Priebke e Carl Hass.
Tutto ordinato con una puntigliosità quasi encomiabile in una storia di vera ingiustizia, una delle più tremende ingiustizie che un popolo possa subire.
Come è stato possibile nascondere per tutto quel tempo una verità così importante e scomoda?
Chi ha deciso lo spostamento di quei fascicoli?
Sapete qual è la verità? Quei fascicoli rimasti sepolti per quasi 50 anni portavano due timbri: Comando alleato e Comando tedesco.
Archiviati per sempre in nome del trattato di Yalta e della spartizione del mondo. Un silenzio colpevole dei governi italiani che si sono avvicendati fino al 1994 e che in nome di quegli accordi hanno tenuto nascosta la storia del paese ai loro cittadini.
Ventidue giugno 2005. Per la strage di Sant’Anna di Stazzema dieci ex ufficiali e sottoufficiali tedeschi vengono condannati all’ergastolo dal Tribunale Militare di La Spezia.
14 gennaio 2007. Il Tribunale militare di La Spezia condanna all’ergastolo dieci imputati per l’eccidio di Marzabotto-Monte Sole.
Oggi i colpevoli condannati sono tutti ottantenni.
Nel 1960, quando furono meticolosamente archiviati i fascicoli dell’armadio della vergogna, ne avevano tra i 40 e i 50.
Nel 1945, finita la Seconda guerra mondiale, ne avevano 25-35.
La politica non è in grado di offrire ai suoi cittadini una verità condivisa sui fascicoli nascosti nell’armadio.
Perché viviamo nel paese della vergogna.
Sapete quante cose si possono stipare in un armadio? Provate a immaginare.
Un armadio rimasto dimenticato dentro un palazzo del Cinquecento, sede degli Uffici di vertice della Magistratura Militare, Palazzo Cesi, via degli Acquasparta.
Un armadio con le ante rivolte verso il muro, chiuso a chiave, protetto da un cancello e da un lucchetto.
Nell'armadio vengono ritrovati seicentonovantacinque fascicoli.
Un registro composto da duemiladuecentosettantatré voci.
C’erano le testimonianze dei sopravvissuti alle stragi dei nazisti e dei fascisti.
C’erano i nomi dei colpevoli. Al numero 1, l’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma.
In testa Herbert Kappler, seguito dai nomi di altri assassini.
C’erano Erich Priebke e Carl Hass.
Tutto ordinato con una puntigliosità quasi encomiabile in una storia di vera ingiustizia, una delle più tremende ingiustizie che un popolo possa subire.
Come è stato possibile nascondere per tutto quel tempo una verità così importante e scomoda?
Chi ha deciso lo spostamento di quei fascicoli?
Sapete qual è la verità? Quei fascicoli rimasti sepolti per quasi 50 anni portavano due timbri: Comando alleato e Comando tedesco.
Archiviati per sempre in nome del trattato di Yalta e della spartizione del mondo. Un silenzio colpevole dei governi italiani che si sono avvicendati fino al 1994 e che in nome di quegli accordi hanno tenuto nascosta la storia del paese ai loro cittadini.
Ventidue giugno 2005. Per la strage di Sant’Anna di Stazzema dieci ex ufficiali e sottoufficiali tedeschi vengono condannati all’ergastolo dal Tribunale Militare di La Spezia.
14 gennaio 2007. Il Tribunale militare di La Spezia condanna all’ergastolo dieci imputati per l’eccidio di Marzabotto-Monte Sole.
Oggi i colpevoli condannati sono tutti ottantenni.
Nel 1960, quando furono meticolosamente archiviati i fascicoli dell’armadio della vergogna, ne avevano tra i 40 e i 50.
Nel 1945, finita la Seconda guerra mondiale, ne avevano 25-35.
La politica non è in grado di offrire ai suoi cittadini una verità condivisa sui fascicoli nascosti nell’armadio.
Perché viviamo nel paese della vergogna.
Contributed by DonQuijote82 - 2012/1/17 - 17:56
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Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang