Levez vos mains au Ciel!
C'est ici que vos pères
ont juré devant Dieu
de ne point le trahir,
de rendre leurs autels
à ces grands sanctuaires,
où pour la cause sainte
ils sont venus mourir!
O Dieu du Sinaï, Dieu des premiers chrétiens,
Dieu des martyrs, Dieu des nos pères!
Comme autrefois Jacob,
tu ramènes les tiens
au sein des champs héréditaires.
Ne nous laisse jamais abandonner ta loi,
et combats avec nous,
qui combattons pour Toi!
Vaudois, par ce serments
le ciel bénit nos pères,
et dans ces jours encor
est prêt à nous bénir.
Ecrions nous aussi,
joignant nos mains de frères:
aux autels de mon Dieu
je veux vivre et mourir!
C'est ici que vos pères
ont juré devant Dieu
de ne point le trahir,
de rendre leurs autels
à ces grands sanctuaires,
où pour la cause sainte
ils sont venus mourir!
O Dieu du Sinaï, Dieu des premiers chrétiens,
Dieu des martyrs, Dieu des nos pères!
Comme autrefois Jacob,
tu ramènes les tiens
au sein des champs héréditaires.
Ne nous laisse jamais abandonner ta loi,
et combats avec nous,
qui combattons pour Toi!
Vaudois, par ce serments
le ciel bénit nos pères,
et dans ces jours encor
est prêt à nous bénir.
Ecrions nous aussi,
joignant nos mains de frères:
aux autels de mon Dieu
je veux vivre et mourir!
inviata da Bartleby - 12/1/2012 - 09:28
Lingua: Italiano
Traduzione italiana dal sito della Chiesa Evangelica Valdese
IL GIURO DI SIBAUD
Le mani alzate al ciel!
Quest'è il suol dove i padri
han giurato al Signor
di serbar fedeltà.
Di rendere gli altar
ai grandi santuari,
dove per la sua causa
ei vennero a morir!
Signor del Sinai! Signore d'Israel!
Iddio dei santi, Iddio dei padri!
Come Giacobbe un dì,
or ci hai salvi Signor
con Te sui campi degli avi nostri.
Non ci lasciar giammai abbandonar la fe'
e lotta insiem con noi
che combattiam per Te!
Per questo giuro il ciel!
Salvi fe' i nostri padri;
ed in quest'ora ei vuol
noi ancor benedir.
Le mani giunte insiem,
Valdesi ripetiamo:
"Giuro per Te, Signor,
di vivere e morir!"
Le mani alzate al ciel!
Quest'è il suol dove i padri
han giurato al Signor
di serbar fedeltà.
Di rendere gli altar
ai grandi santuari,
dove per la sua causa
ei vennero a morir!
Signor del Sinai! Signore d'Israel!
Iddio dei santi, Iddio dei padri!
Come Giacobbe un dì,
or ci hai salvi Signor
con Te sui campi degli avi nostri.
Non ci lasciar giammai abbandonar la fe'
e lotta insiem con noi
che combattiam per Te!
Per questo giuro il ciel!
Salvi fe' i nostri padri;
ed in quest'ora ei vuol
noi ancor benedir.
Le mani giunte insiem,
Valdesi ripetiamo:
"Giuro per Te, Signor,
di vivere e morir!"
inviata da Bartleby - 12/1/2012 - 09:29
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Canto del “risveglio valdese” composto in francese dal pastore evangelico svizzero Ami Bost (1790-1874) a partire dal testo del “Giuramento di Sibaud” del 1689.
Il Coro valdese di Prali lo canta in patois occitano, ma non sono riuscito a trovarne il testo in rete.
Un giuramento di guerra, senza dubbio, ma quello fatto da un piccolo ed agguerrito gruppo di valdesi in armi, guidato dal pastore Henri Arnaud, che nel 1689 da Ginevra tornarono a sorpresa nelle valli del ducato di Savoia, da cui erano stati cacciati prima durante le “Pasque piemontesi” del 1655 e poi in seguito alle nuove persecuzioni del 1685, per riprendersi le loro terre e la loro storia. Con un’efficace guerra di guerriglia riuscirono a scampare e spesso a battere (si veda La bataille de Salabertrand) le forze francesi e sabaude che cercavano di intercettarli. Sarebbero stati quasi sicuramente annientati nell’assedio al “nido d’aquila” della Balsiglia dove si erano rifugiati, ma i venti politici cambiarono improvvisamente e Vittorio Amedeo II, rotta l’allenza coi francesi, dei valdesi non ne volle più sapere, purchè non rompessero i coglioni e se ne stessero confinati nel loro “Ghetto alpino”.
“Le serment de Sibaud” è – come si è detto – un giuramento di guerra, solennemente pronunciato da partigiani organizzati in un vero e proprio piccolo esercito regolare ma è al tempo stesso un giuramento egualitario ed umanitario, cristiano, e che si estende – e che aspira fortemente – al tempo in cui alla giusta lotta seguirà la pace. Significativi sono infatti, a mio avviso - al di là delle severe punizioni da infliggersi se nella furia della battaglia al combattente gli scappa una bestemmia – sia la promessa di fedeltà reciproca, come tra eguali, dei soldati ai loro ufficiali ma anche viceversa, sia la comunione del bottino di guerra, messo a disposizione del popolo intero per le future evenienze, sia la sottolineatura della particolarità di quel piccolo esercito, non mercenari, non una soldataglia qualunque, non un’orda di saccheggiatori ed assassini ma soldati al servizio della fede e della causa di liberazione che mai si abbandoneranno a violenze non necessarie e neppure deprederanno i propri nemici, nemmeno se morti, feriti o prigionieri.
(Sibaud, Val Pellis, le premier semptembre du 1689)
(Sibaud, Val Pellice, 1° settembre 1689)
(Bartleby)