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Hírósima

Bubbi Morthens
Langue: islandais


Bubbi Morthens

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(Bubbi Morthens)


[1981]
Lag og texti: Bubbi Morthens
Testo e musica: Bubbi Morthens
Lyrics and music: Bubbi Morthens
Album: Utangarðsmenn
utangards

Sono particolarmente contento di aver rispolverato l'islandese per questo tipo qua, il sig. Ásbjörn Kristinsson Morthens detto “Bubbi”, il quale presenta peraltro un'inquietante somiglianza con Alessio Lega. È nato il 6 giugno 1956 a Reykjavík, e fino a quando aveva 23 anni ha fatto il pescatore d'altura come molti suoi connazionali; nel 1980 se ne è venuto fuori con il suo primo album di canzoni, intitolato Ísbjarnablús, ovvero “Il blues degli orsi polari”; una simpatica metafora per una specie di blues cantato rigorosamente in islandese. L'avete mai sentito parlare l'islandese? Probabilmente, la prima impressione che ne ricavereste sarebbe quella di una lingua adatta giustappunto ai pescatori d'altura; invece, se maneggiato con cura, ha una sua grande musicalità e non deve stupire che, col passare del tempo, siano spuntati fuori una Björk e dei Sigur Rós che lo hanno elevato a lingua del rock. Il fatto è che amo parecchio l'Islanda e la sua lingua, e corro sempre il rischio di divagare; torniamo al nostro Bubbi Morthens e alla canzone di questa pagina.

Apparentemente è una canzone irreale, o surreale se si vuole. L'Islanda non è soltanto il paese più pacifico del mondo (a parte la famosa “Guerra del Merluzzo” con la Gran Bretagna nel 1972, e una rivoluzione che ha cacciato a pedate un manipolo di ultraliberisti rognosi un paio d'anni fa); non ha nemmeno un esercito. Immaginarsi l'Islanda sotto attacco della bomba atomica, come si fa in questa canzone, ha per noi un effetto abbastanza comico. O figurarsi, che so io, Þorlákshöfn che brucia.

Þorlákshöfn, 1500 abitanti.
Þorlákshöfn, 1500 abitanti.


Però c'è anche da dire che gli islandesi sono un popolo assai sensibile alle tematiche della pace nel mondo, e che l'antimilitarismo vi è assai diffuso (nella canzone è nominata anche Keflavík, sede di una famosa base americana). Per un islandese, vedersi ambientata una canzone del genere a Grindavík, sotto il naso, dev'essere senz'altro scioccante e Bubbi Morthens lo ha fatto apposta. Significa, semplicemente, che una guerra nucleare non risparmia nulla; né Hiroshima, né Þorlákshöfn. Qui la canzone trova il suo significato più profondo; far immaginare la guerra atomica non in località sempre lontane (e Hiroshima è lontanissima), ma fuori di casa. Presentare addirittura la cosa come prossima, e con un linguaggio invero assai crudo. Bubbi Morthens non fa bruciare un generico “mondo”, come accade di solito nelle canzoni pacifiste, ma i graziosi paesini costieri islandesi sulla Hringvegur. Sposta lo scenario apocalittico appena fuori dall'uscio. E questa è una trovata, se mi si può permettere, geniale nella quale risiede la forza di questa canzone. La quale, poi, è anche un rockettaccio niente male, interpretato da Morthens assieme alla "sua" band degli Utangarðsmenn. [RV]
Heill þér faðir alheimsins
seg þú mér
vorum við ekki fædd þér til dýrðar
eða sáu forfeður mínir ekki að sér?

Ekkert svar, ekkert hljóð
bara blóð og eftirköstin frá Hírósima.
Hættan eykst með hverri mínútu.
Dauðinn fer á skjá
klofvega situr hann á atómbombu
hún fer ekki á framhjá.

Keflavík, Grindavík, Vogar
Reykjavík, Þorlákshöfn loga.
Feður og mæður
börn ykkar munu stikna.

Það er stutt í það að storknað hraun
muni renna á ný.
Það er stutt í það að jöklar okkar
muni breytast í gufuský.

Hvert barn sem fæðist í dag
á minni og minni möguleika að lifa.
Hver þrítugur maður í dag
er með falsaðan miða.

Þið munið öll, þið munið öll þið munið öll deyja
Þið munið stikna, þið munið brenna.

Feður og mæður
börn ykkar munu stikna.
Dauðinn situr á atómbombu
hún fer ekki framhjá.

envoyé par Riccardo Venturi - 29/11/2011 - 20:38



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
29 novembre 2011
HIROSHIMA

Ti saluto padre dell'Universo
dimmi ti prego
siamo stati creati per la tua gloria
oppure i miei antenati non se ne sono accorti?

Nessuna risposta, nessun suono,
soltanto sangue e il séguito di Hiroshima.
Il rischio aumenta ogni minuto.
La morte va in onda
sta a cavalcioni sulla bomba atomica
e di là non si smuove.

Keflavík, Grindavík, Vogar
Reykjavík, Þorlákshöfn bruciano.
Padri e madri,
i vostri bambini friggeranno.

Presto la lava solidificata
si scioglierà e scorrerà di nuovo.
Presto i nostri ghiacciai
si vaporizzeranno.

Ogni bimbo che oggi è nato
ha sempre meno possibilità di vivere.
Oggi una persona su trenta
ha una banconota falsa.

Morirete, morirete, morirete tutti
friggerete, brucerete.

Padri e madri,
i vostri bambini friggeranno.
La morte sta a cavalcioni sulla bomba atomica
e di là non si smuove.

29/11/2011 - 22:47




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