Georges Brassens: Trompe la Mort
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLingua: Francese
Avec cette neige à foison
Qui coiffe, coiffe ma toison
On peut me croire à vue de nez
Blanchi sous le harnais
Eh bien, Mesdames et Messieurs
C'est rien que de la poudre aux yeux
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
C'est pour tenter de couper court
A l'avance du temps qui court
De persuader ce vieux goujat
Que tout le mal est fait déjà
Mais dessous la perruque j'ai
Mes vrais cheveux couleur de jais
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si j'ai l'air moins guilleret
Moins solide sur mes jarrets
Si je chemine avec lenteur
D'un train de sénateur
N'allez pas dire "Il est perclus"
N'allez pas dire "Il n'en peut plus"
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
Histoire d'endormir le temps
Calculateur impénitent
De tout brouiller, tout embrouiller
Dans le fatidique sablier
En fait, à l'envers du décor
Comme à vingt ans, je trotte encore
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si mon coeur bat moins souvent
Et moins vite qu'auparavant
Si je chasse avec moins de zèle
Les gentes demoiselles
Pensez pas que je sois blasé
De leurs caresses, leurs baisers
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
Pour convaincre le temps berné
Qu'mes fêtes galantes sont terminées
Que je me retire en coulisse
Que je n'entrerai plus en lice
Mais je reste un sacré gaillard
Toujours actif, toujours paillard
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si jamais au cimetière
Un de ces quatre, on porte en terre
Me ressemblant à s'y tromper
Un genre de macchabée
N'allez pas noyer le souffleur
En lâchant la bonde à vos pleurs
Ce sera rien que comédie
Rien que fausse sortie
Et puis, coup de théâtre, quand
Le temps aura levé le camp
Estimant que la farce est jouée
Moi tout heureux, tout enjoué
J'm'exhumerai du caveau
Pour saluer sous les bravos
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Qui coiffe, coiffe ma toison
On peut me croire à vue de nez
Blanchi sous le harnais
Eh bien, Mesdames et Messieurs
C'est rien que de la poudre aux yeux
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
C'est pour tenter de couper court
A l'avance du temps qui court
De persuader ce vieux goujat
Que tout le mal est fait déjà
Mais dessous la perruque j'ai
Mes vrais cheveux couleur de jais
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si j'ai l'air moins guilleret
Moins solide sur mes jarrets
Si je chemine avec lenteur
D'un train de sénateur
N'allez pas dire "Il est perclus"
N'allez pas dire "Il n'en peut plus"
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
Histoire d'endormir le temps
Calculateur impénitent
De tout brouiller, tout embrouiller
Dans le fatidique sablier
En fait, à l'envers du décor
Comme à vingt ans, je trotte encore
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si mon coeur bat moins souvent
Et moins vite qu'auparavant
Si je chasse avec moins de zèle
Les gentes demoiselles
Pensez pas que je sois blasé
De leurs caresses, leurs baisers
C'est rien que de la comédie
Que de la parodie
Pour convaincre le temps berné
Qu'mes fêtes galantes sont terminées
Que je me retire en coulisse
Que je n'entrerai plus en lice
Mais je reste un sacré gaillard
Toujours actif, toujours paillard
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
Et si jamais au cimetière
Un de ces quatre, on porte en terre
Me ressemblant à s'y tromper
Un genre de macchabée
N'allez pas noyer le souffleur
En lâchant la bonde à vos pleurs
Ce sera rien que comédie
Rien que fausse sortie
Et puis, coup de théâtre, quand
Le temps aura levé le camp
Estimant que la farce est jouée
Moi tout heureux, tout enjoué
J'm'exhumerai du caveau
Pour saluer sous les bravos
C'est pas demain la veille, bon Dieu
De mes adieux
inviata da Adriana e Lorenzo - 23/9/2011 - 18:02
Lingua: Italiano
Versione italiana di Mario Mascioli e Nanni Svampa
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
da "Brassens - tutte le canzoni tradotte".
INGANNA LA MORTE
Con questa neve in abbondanza
che copre, copre la mia capigliatura,
si potrebbe credere, a lume di naso,
che io sia diventato vecchio con il mio mestiere.
Ebbene signore e signori,
non è che polvere negli occhi,
non è altro che commedia,
parodia
È per tentare di bloccare
l'avanzata del tempo che corre,
di convincere questo vecchio cafone
che tutto il male è già stato fatto.
Ma sotto la parrucca io ho
i miei veri capelli corvini.
è ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
E se ho l'aria meno arzilla,
se sono meno saldo sui garretti,
se cammino con lentezza,
con passo solenne,
non mettetevi a dire «È infermo»,
non mettetevi a dire «Non ne può più».
Non è altro che commedia,
parodia
tanto per addormentare il tempo,
calcolatore impenitente,
per confondere tutto, per ingarbugliare tutto
nella fatidica clessidra.
In realtà, contrariamente alle apparenze,
trotto ancora come a vent'anni.
è ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
E se il mio cuore batte meno sovente
e meno velocemente di prima,
se vado a caccia con minor zelo
della razza delle giovincelle,
non pensate ch'io sia indifferente
alle loro carezze, ai loro baci:
non è altro che commedia,
parodia.
È per convincere il tempo deriso
che le mie feste galanti sono finite,
che mi ritiro dietro le quinte,
che non mi metterò più in lizza.
Ma sono ancora un pezzo di giovanottone
sempre attivo, sempre gaudente.
È ancora lontano, per Dio il momento
di dirvi addio.
E se per caso al cimitero
uno di questi giorni si seppellisse
una specie di cadavere che mi assomiglia,
tanto da essere confuso con me,
non andate ad annegare il suggeritore
dando sfogo ai vostri pianti.
Non sarà altro che commedia,
niente altro che una finta uscita.
E poi, colpo di scena, quando
il tempo avrà tolto le tende
ritenendo finita la farsa,
io, tutto contento, bello vispo,
mi esumerò dalla tomba
per salutare sotto gli applausi.
È ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
Con questa neve in abbondanza
che copre, copre la mia capigliatura,
si potrebbe credere, a lume di naso,
che io sia diventato vecchio con il mio mestiere.
Ebbene signore e signori,
non è che polvere negli occhi,
non è altro che commedia,
parodia
È per tentare di bloccare
l'avanzata del tempo che corre,
di convincere questo vecchio cafone
che tutto il male è già stato fatto.
Ma sotto la parrucca io ho
i miei veri capelli corvini.
è ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
E se ho l'aria meno arzilla,
se sono meno saldo sui garretti,
se cammino con lentezza,
con passo solenne,
non mettetevi a dire «È infermo»,
non mettetevi a dire «Non ne può più».
Non è altro che commedia,
parodia
tanto per addormentare il tempo,
calcolatore impenitente,
per confondere tutto, per ingarbugliare tutto
nella fatidica clessidra.
In realtà, contrariamente alle apparenze,
trotto ancora come a vent'anni.
è ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
E se il mio cuore batte meno sovente
e meno velocemente di prima,
se vado a caccia con minor zelo
della razza delle giovincelle,
non pensate ch'io sia indifferente
alle loro carezze, ai loro baci:
non è altro che commedia,
parodia.
È per convincere il tempo deriso
che le mie feste galanti sono finite,
che mi ritiro dietro le quinte,
che non mi metterò più in lizza.
Ma sono ancora un pezzo di giovanottone
sempre attivo, sempre gaudente.
È ancora lontano, per Dio il momento
di dirvi addio.
E se per caso al cimitero
uno di questi giorni si seppellisse
una specie di cadavere che mi assomiglia,
tanto da essere confuso con me,
non andate ad annegare il suggeritore
dando sfogo ai vostri pianti.
Non sarà altro che commedia,
niente altro che una finta uscita.
E poi, colpo di scena, quando
il tempo avrà tolto le tende
ritenendo finita la farsa,
io, tutto contento, bello vispo,
mi esumerò dalla tomba
per salutare sotto gli applausi.
È ancora lontano, per Dio, il momento
di dirvi addio.
Lingua: Italiano
Adattamento italiano di Salvo Lo Galbo
da Le altre canzoni di Brassens in italiano
da Le altre canzoni di Brassens in italiano
FREGA LA MORTE
Con questa neve a volontà
che i miei capelli copre già,
a occhio e croce, si dirà
che ormai ho una certa età...
Signore e signori, ma
vi dico io la verità;
è tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per fermare un poco la
corsa del tempo che se ne va,
di questo vecchio baccalà
che tutto il male ha fatto già.
Sotto la parrucca, però,
i miei capelli neri ho.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
Se forse l'impressione do
che a malapena in piedi sto,
che tengo il passo un poco più
lento che in gioventù,
non dite “Sta cadendo giù!”
non dite “Non ce la fa più!”
E' tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per tardare il tempo che va,
calcolator senza pietà.
E' per tradurlo in schiavitù
nel suo fatidico cucù.
Io vi confesso che in realtà
trotto come trent'anni fa...
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
E se il mio cuor non batte più
veloce come in gioventù
e caccio sempre meno spesso
la razza del bel sesso,
non dite che non bado più
ai loro baci, agli occhi blu:
è tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per convincere il tempo, in più,
che son finiti i miei randevouz,
che il mio sipario cala giù,
che in lizza non mi metto più.
Ma sono pienamente in me,
sempre gaudente e buon viveur.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
E se in un cimitero si
vedesse, uno di questi dì,
un morto che somigli a me,
è solo un altro bluff.
Non annegate il gobbo con
i vostri pianti; è un quiproquo...
Durerà ancora un altro po'...
ed io non uscirò.
Un po' di suspense, ed ecco che
il tempo alza le tende e
per me, la farsa finirà:
m'alzerò dalla tomba a
prender gli applausi e le orchidee
e salutare la platee.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
Con questa neve a volontà
che i miei capelli copre già,
a occhio e croce, si dirà
che ormai ho una certa età...
Signore e signori, ma
vi dico io la verità;
è tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per fermare un poco la
corsa del tempo che se ne va,
di questo vecchio baccalà
che tutto il male ha fatto già.
Sotto la parrucca, però,
i miei capelli neri ho.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
Se forse l'impressione do
che a malapena in piedi sto,
che tengo il passo un poco più
lento che in gioventù,
non dite “Sta cadendo giù!”
non dite “Non ce la fa più!”
E' tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per tardare il tempo che va,
calcolator senza pietà.
E' per tradurlo in schiavitù
nel suo fatidico cucù.
Io vi confesso che in realtà
trotto come trent'anni fa...
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
E se il mio cuor non batte più
veloce come in gioventù
e caccio sempre meno spesso
la razza del bel sesso,
non dite che non bado più
ai loro baci, agli occhi blu:
è tutto un trucco questo qua,
è tutto varietà.
E' per convincere il tempo, in più,
che son finiti i miei randevouz,
che il mio sipario cala giù,
che in lizza non mi metto più.
Ma sono pienamente in me,
sempre gaudente e buon viveur.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
E se in un cimitero si
vedesse, uno di questi dì,
un morto che somigli a me,
è solo un altro bluff.
Non annegate il gobbo con
i vostri pianti; è un quiproquo...
Durerà ancora un altro po'...
ed io non uscirò.
Un po' di suspense, ed ecco che
il tempo alza le tende e
per me, la farsa finirà:
m'alzerò dalla tomba a
prender gli applausi e le orchidee
e salutare la platee.
Non è ancor tempo, no, per Dio,
di dirvi addio.
Salsiccia addio
di Lello Vitello
Questa canzone è dedicata al mio fraterno amico Riccardo, decennale compagno di grandi abbuffate: ultimamente, a causa della troppa golosità, se l'è vista piuttosto brutta, ma per fortuna è andato tutto per il meglio. Oggi è il suo compleanno, gli regalo una canzone in cui simbolicamente salutiamo la salsiccia, grande protagonista delle nostre abbuffate, sull'aria di un celebre brano di Ivan Graziani.
Ascolta la canzone
di Lello Vitello
Questa canzone è dedicata al mio fraterno amico Riccardo, decennale compagno di grandi abbuffate: ultimamente, a causa della troppa golosità, se l'è vista piuttosto brutta, ma per fortuna è andato tutto per il meglio. Oggi è il suo compleanno, gli regalo una canzone in cui simbolicamente salutiamo la salsiccia, grande protagonista delle nostre abbuffate, sull'aria di un celebre brano di Ivan Graziani.
Ascolta la canzone
Riccardo, o che tu combini?
Sono contento che hai trompato il tristo mietitore...
A me non è riuscito... Già, ma io non stavo con Lello a ingozzarmi di salciccie, io mi sono ingozzato di Propofol e mi ci sono strozzato, mannaggia a mme!
Era meglio se venivo a fare bisboccia con voi due!
Un abbraccio dal tuo...
Sono contento che hai trompato il tristo mietitore...
A me non è riuscito... Già, ma io non stavo con Lello a ingozzarmi di salciccie, io mi sono ingozzato di Propofol e mi ci sono strozzato, mannaggia a mme!
Era meglio se venivo a fare bisboccia con voi due!
Un abbraccio dal tuo...
Maicol Gecson - 25/9/2011 - 19:56
Dedicato a Riccardo e allo scampato pericolo...
Da "Il senso della vita" dei Monty Python
Da "Il senso della vita" dei Monty Python
Bartleby - 25/9/2011 - 20:06
Lingua: Francese
Chanson française – Le Testament – Georges Brassens – 1955
Tu vois, Lucien l'âne mon ami, aujourd'hui, c'est l'anniversaire de notre ami Ventu et en même temps, on nous annonce qu'il a failli passer l'arme à gauche, ce qui est quand même un comble pour un administrateur des Chansons contre la Guerre. On lui a (Lorenzo et Adriana) dédié une chanson de Tonton Georges – Trompe-la-mort.
Putain de mort, vieille salope, elle n'avait même pas envoyé d'enveloppe violette ou mauve pour prévenir, le temps qu'il termine ce qu'il avait à faire de ces jours-ci. Elle y pense pas celle-là que Riccardo a encore mille choses à nous dire...
Et puis, il avait oublié de nous dicter son testament... Ça ne va vraiment pas... Bon, apparemment, elle a compris, elle s'en est allée voir ailleurs. C'est pas les vieillards libidineux qui manquent... Rien qu'à Rome, il y a en a et des très en vue... Elle n'a que l'embarras du choix... Un blanc, des violets, des pourpres, un chauve repiqué... Alors, je te propose qu'on lui envoie nous aussi une chanson de Tonton Georges, intitule précisément Le testament... Une bien belle celle-là. On lui conseille de prendre le « chemin des écoliers... », on lui fera escorte à Venturik pour des années encore...
Bonne idée. Et, pas question de tisser maintenant le linceul de notre ami, mais celui de ce vieux monde empli de vieillards libidineux et mûrs pour la faux de la camarde.
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Putain de mort, vieille salope, elle n'avait même pas envoyé d'enveloppe violette ou mauve pour prévenir, le temps qu'il termine ce qu'il avait à faire de ces jours-ci. Elle y pense pas celle-là que Riccardo a encore mille choses à nous dire...
Et puis, il avait oublié de nous dicter son testament... Ça ne va vraiment pas... Bon, apparemment, elle a compris, elle s'en est allée voir ailleurs. C'est pas les vieillards libidineux qui manquent... Rien qu'à Rome, il y a en a et des très en vue... Elle n'a que l'embarras du choix... Un blanc, des violets, des pourpres, un chauve repiqué... Alors, je te propose qu'on lui envoie nous aussi une chanson de Tonton Georges, intitule précisément Le testament... Une bien belle celle-là. On lui conseille de prendre le « chemin des écoliers... », on lui fera escorte à Venturik pour des années encore...
Bonne idée. Et, pas question de tisser maintenant le linceul de notre ami, mais celui de ce vieux monde empli de vieillards libidineux et mûrs pour la faux de la camarde.
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
LE TESTAMENT
Je serai triste comme un saule
Quand le Dieu qui partout me suit
Me dira, la main sur l'épaule
"Va-t'en voir là-haut si j'y suis"
Alors, du ciel et de la terre,
Il me faudra faire mon deuil
Est-il encore debout le chêne
Ou le sapin de mon cercueil ?
Est-il encore debout le chêne
Ou le sapin de mon cercueil ?
S'il faut aller au cimetière
Je prendrai le chemin le plus long
Je ferai la tombe buissonnière
Je quitterai la vie à reculons
Tant pis si les croque-morts me grondent
Tant pis s'ils me croient fou à lier
Je veux partir pour l'autre monde
Par le chemin des écoliers.
Je veux partir pour l'autre monde
Par le chemin des écoliers.
Avant d'aller conter fleurette
Aux belles âmes des damnées,
Je rêve d'encore une amourette
Je rêve d'encore m'enjuponner
Encore une fois dire: "Je t'aime"
Encore une fois perdre le nord
En effeuillant le chrysanthème
Qui est la marguerite des morts.
En effeuillant le chrysanthème
Qui est la marguerite des morts
Dieu veuille que ma veuve s'alarme
En enterrant son compagnon
Et que pour lui faire verser des larmes
Il n'y ait pas besoin d'oignon
Qu'elle prenne en secondes noces
Un époux de mon acabit
Il pourra profiter de mes bottes
Et de mes pantoufles et de mes habits
Il pourra profiter de mes bottes
Et de mes pantoufles et de mes habits
Qu'il boive mon vin, qu'il aime ma femme
Qu'il fume ma pipe et mon tabac
Mais que jamais – mort de mon âme
Jamais il ne fouette mes chats
Quoique je n'aie pas un atome
Une ombre de méchanceté,
S'il fouette mes chats, y a un fantôme
Qui viendra le persécuter.
S'il fouette mes chats, y a un fantôme
Qui viendra le persécuter.
Ici-gît une feuille morte
Ici finit mon testament
On a marqué dessus ma porte
"Fermé pour cause d'enterrement".
J'ai quitté la vie sans rancune
J'aurai plus jamais mal aux dents.
Me voilà dans la fosse commune
La fosse commune du temps.
Me voilà dans la fosse commune
La fosse commune du temps.
Je serai triste comme un saule
Quand le Dieu qui partout me suit
Me dira, la main sur l'épaule
"Va-t'en voir là-haut si j'y suis"
Alors, du ciel et de la terre,
Il me faudra faire mon deuil
Est-il encore debout le chêne
Ou le sapin de mon cercueil ?
Est-il encore debout le chêne
Ou le sapin de mon cercueil ?
S'il faut aller au cimetière
Je prendrai le chemin le plus long
Je ferai la tombe buissonnière
Je quitterai la vie à reculons
Tant pis si les croque-morts me grondent
Tant pis s'ils me croient fou à lier
Je veux partir pour l'autre monde
Par le chemin des écoliers.
Je veux partir pour l'autre monde
Par le chemin des écoliers.
Avant d'aller conter fleurette
Aux belles âmes des damnées,
Je rêve d'encore une amourette
Je rêve d'encore m'enjuponner
Encore une fois dire: "Je t'aime"
Encore une fois perdre le nord
En effeuillant le chrysanthème
Qui est la marguerite des morts.
En effeuillant le chrysanthème
Qui est la marguerite des morts
Dieu veuille que ma veuve s'alarme
En enterrant son compagnon
Et que pour lui faire verser des larmes
Il n'y ait pas besoin d'oignon
Qu'elle prenne en secondes noces
Un époux de mon acabit
Il pourra profiter de mes bottes
Et de mes pantoufles et de mes habits
Il pourra profiter de mes bottes
Et de mes pantoufles et de mes habits
Qu'il boive mon vin, qu'il aime ma femme
Qu'il fume ma pipe et mon tabac
Mais que jamais – mort de mon âme
Jamais il ne fouette mes chats
Quoique je n'aie pas un atome
Une ombre de méchanceté,
S'il fouette mes chats, y a un fantôme
Qui viendra le persécuter.
S'il fouette mes chats, y a un fantôme
Qui viendra le persécuter.
Ici-gît une feuille morte
Ici finit mon testament
On a marqué dessus ma porte
"Fermé pour cause d'enterrement".
J'ai quitté la vie sans rancune
J'aurai plus jamais mal aux dents.
Me voilà dans la fosse commune
La fosse commune du temps.
Me voilà dans la fosse commune
La fosse commune du temps.
inviata da Marco Valdo M.I. - 25/9/2011 - 23:25
Le testament è una canzone del tutto diversa. Perché non spostarla in una sua voce a parte?
Grazie
Grazie
Lonnie - 30/7/2023 - 03:01
×
[1972]
Testo e musica di Georges Brassens
Paroles et musique de Georges Brassens
Lyrics and music by Georges Brassens
Album: Don Juan
Dal suo letto d’ospedale il perfido Scocciante ci tiene a far sapere agli amici delle Canzoni Contro la Guerra di aver fregato la Nera Signora. Secondo indiscrezioni, nella stessa stanza sono ricoverati anche la gatta Pampalea, Ahmed il Lavavetri ed il nostro Riccardo Venturi.
Dalle finestre spalancate escono le note di questa canzone di Brassens.
Se qualcuno pensa che la canzone possa essere di malaugurio, solo perché il buon Brassens se ne andò davvero qualche anno dopo averla scritta, rispondiamo che i gufi sono animali meravigliosi e non abbiamo mai prestato fede alle maldicenze che si raccontano alle loro spalle.
Al contrario, siamo sicuri che l'Arrivederci dovrà attendere a lungo prima di averli a bordo ed affidiamo a k.d e a Redelnoir il compito di portare i nostri migliori auguri! Coincidenza vuole che tutti i ricoverati compiranno gli anni tra due giorni. "Non è ancora tempo, per dio, di dirvi addio!".
Adriana e Lorenzo