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Töltik a nagy erdő útját

Béla Bartók
Lingua: Ungherese


Béla Bartók

Lista delle versioni e commenti


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(Zsuzsa Koncz)
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(Béla Bartók)
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(Gyula Illyés)


[1917]
Da “Nyolc magyar népdal” [8 Canti popolari ungheresi)] editi a Vienna nel 1922.
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive

Lapide a Siculeni/Madéfalva a ricordo del “Siculicidium”, la strage dei Siculi perpetrata dalle truppe asburgiche nel 1764
Lapide a Siculeni/Madéfalva a ricordo del “Siculicidium”, la strage dei Siculi perpetrata dalle truppe asburgiche nel 1764


Uno dei tanti canti popolari raccolti intorno al 1907 da Béla Bartók insieme all’amico Zoltán Kodály nel corso delle loro peregrinazioni per i villaggi rurali del Regno d’Ungheria. Bartók lo arrangiò dieci anni dopo, in piena prima guerra mondiale. E il fatto mi pare significativo, anche se la canzone risale probabilmente alla seconda metà del 700, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di costituire in Transilvania un corpo di guardie di frontiera a controllo dei confini con l’impero Ottomano e per fare questo iniziò a reclutare, volenti o nolenti, migliaia di giovani Romeni e Siculi dei Carpazi… I Siculi si opposero ad una coscrizione siffatta, chiedendo garanzie e pretendendo che vi fossero Siculi anche tra gli ufficiali di comando ma le loro richieste vennero ignorate. La resistenza opposta dai Siculi suggerì ai maldestri austriaci di farsi restituire le armi già distribuite, cosa che avvenne soltanto in parte perché molti Siculi se le tennero e fuggirono sui monti intenzionati ad opporsi al reclutamento armi in pugno… Nel gennaio del 1764 a Madéfalva (oggi Siculeni, in Romania) gli austriaci attaccarono un gruppo di renitenti con le loro famiglie e ne massacrarono oltre 400, donne e bambini compresi. La “Terra dei Siculi” fu militarizzata e quelli che non vennero catturati e uccisi o arruolati furono costretti a fuggire in massa in Moldavia e Bukovina.
Töltik a nagy erdő útját,
Viszik a székely (*) katonát;
Viszik, viszik szegényeket,
Szegény székely legényeket.

Úgy elviszik arr'a helyre
Hol az út is vérrel festve,
Kit a golyó, kit a lándzsa,
Kit éles kard összevágta.
Nota:

(*) “Székely” sono i “Siculi” (e chi l’avrebbe detto che eravamo circondati dai siculi! – Giorgio, sto scherzando, neh!), gruppo etnico di lingua ungherese concentrato soprattutto nella Transilvania orientale, oggi in Romania, in quella che si chiama, giustamente, “Székelyföld”, la “Terra dei Siculi”. Non si sa bene se i Siculi discendano dagli Unni, dagli Avari, dai Gepidi o piuttosto dai Turchi… C’è chi sostiene anche che siano magiari che sono vissuti per centinaia d’anni in un relativo isolamento, differenziandosi così dalla restante popolazione.

Curiosità: il conte Dracula di Bram Stoker sosteneva con orgoglio di essere un Siculo…

inviata da Bartleby - 28/7/2011 - 15:39




Lingua: Italiano

Traduzione italiana degli Amici della Musica di Padova, da The Lied, Art Song and Choral Texts Archive
LA STRADA NELLA FORESTA È AFFOLLATA

La strada nella foresta è affollata,
giovani Siculi vengono arruolati come soldati;
vengono prelevati loro, le loro povere cose,
poveri giovani Siculi.

Verranno portati sul luogo
dove ancora la strada è macchiata di sangue,
chi dai proiettili, chi dalle lance,
chi dalle spade taglienti vengono fatti a pezzi

inviata da Bartleby - 28/7/2011 - 15:40




Lingua: Inglese

Traduzione inglese di Laura Ingram Semilian dal suo studio “Sounding Home: Selected Translations of Hungarian Folk Songs collected & arranged by Béla Bartók e Zoltán Kodály”.
THEY ARE FILLING THE BIG FOREST ROADS

They are filling the big forest roads
Taking the Székely soldiers
Taking them, taking them, poor things
Poor Székely lads

Taking them all to the place
Where the road is painted in blood
Some by bullet, some by spear, some by keen sword
Hacked

inviata da Bernart Bartleby - 25/7/2014 - 11:29


Siamo dappertutto, Bartleby, di che ti stupisci?!? : )))) Per questo la storia andrebbe sempre ri-scritta (quanto meno provare a farlo.. Non si sa mai che cosa ci hanno rifilato!)
Come?.. Non avevi mai pensato prima ad accomunare i siciliani, da sempre feroci e sanguinari, con Attila e Dracula?

I Siculi (Székely in ungherese, Secui in rumeno, in latino Siculi), da non confondere con i Siculi di Sicilia, sono un gruppo etnico di lingua ungherese che vive per la maggior parte in Transilvania, con minoranze significative in Vojvodina (Serbia). A differenza di molti altri gruppi etnici della Romania, i Siculi sono principalmente concentrati in un'unica area, la Terra dei Siculi (Székelyföld, in ungherese). Secondo le più recenti statistiche rumene, circa 670.000 Siculi vivono nei distretti di Harghita, Covasna e Mureş e costituiscono una parte importante delle minoranze etniche di lingua ungherese in Romania. Vi sono iniziative per creare una regione autonoma della Terra dei Siculi, sul modello catalano in Spagna.

La descrizione più completa delle terre e delle tradizioni sicule fu scritta tra il 1859 ed il 1868 da Orbán Balázs nella sua opera, Descrizione della Terra dei Siculi.

L'origine dei Siculi è incerta e oggetto di discussione sia tra gli studiosi che tra i Siculi stessi. Una teoria diffusa sostiene che discendano dagli Unni e che si stabilirono lungo le montagne di confine prima dell'arrivo degli Ungari per difendersi dalle invasioni dei Tartari. I Siculi hanno una forte identità nazionale ungherese. Benché le regioni in cui abitano sono oggi in Transilvania e in Vojvodina (entrambe non più appartenenti all'Ungheria), la lingua parlata non differisce affatto dall'ungherese. Molti termini arcaici dell'ungherese sono sopravvissuti tra i Siculi, soprattutto in Romania, dove non hanno subíto l'influenza delle lingue slave. Foneticamente, i Siculi hanno un accento tipico.

Esistono svariate teorie che suggeriscono una discendenza dagli Avari, dai Gepidi, dagli Sciti e dagli Unni; alcuni studiosi fanno risalire la loro presenza nei Carpazi orientali a partire dal V secolo. Altri hanno proposto che i Siculi, come gli Ungheresi, siano semplicemente discendenti dagli Ungari e che le differenze culturali siano dovute al relativo isolamento nelle montagne.

Vi è anche una teoria che afferma che i Siculi derivino da una stirpe italica da cui potrebbe intuirsi l'eventuale origine comune con il nome dei siculi di Sicilia (prendi nota, Bartleby!) presente in Pannonia da epoca protostorica, quindi precedente alla romanizzazione della regione.

Lo studioso ungherese Gyula László, a metà del XIX secolo, propose una teoria secondo la quale ci furono due migrazioni ungheresi in Transilvania e nella Pianura Pannonica, la prima precedente alla conquista magiara della Pannonia dell'896. Secondo questa teoria, i Siculi sarebbero un gruppo ungherese insediatosi in Transilvania durante questa prima migrazione. Tale teoria, però è stata superata dagli studi più recenti.

Un'altra possibile origine del popolo siculo è l'Ungheria stessa: potrebbero essere Ungheresi emigrati in Transilvania per proteggere i confini orientali.

Altri ancora credono che i Siculi siano di origine turca. Un piccolo gruppo di studiosi ha proposto che siano legati agli Sciti che si sono uniti agli Ungheresi nelle migrazioni verso ovest.

giorgio - 28/7/2011 - 17:29




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