Signori avete inteso avete visto
Il 1° Maggio e la festa dei socialisti
E tutti quei vigliacchi dei gialloni
Anch’essi se ne son fatti padroni
Quest’anno a Sannicandro
A largo chiesa madre
È successo è successo
Una rivoluzione
Tra socialisti e gialloni
Sono venuti per insultarci
E noi l’abbiamo rotto la faccia
Mentre ci ritirevamo da Montevergine
I gialloni ci aspettavano per insultarci
L’abbiamo veduti e non gli abbiamo dato retta
Eravamo ad invitar l’Avv. Fioritto
Sotto al suo palazzo, ci siamo fermati
Tutti quanti abbiamo gridati
Scendete scendete
Ti vogliamo nei libero cuori
A festeggiar un’ora con noi
Non appenna finito gridare
I gialloni abbiamo visto arrivare
Tutti sapete chi erano i caporioni
Michele Mascolo Giuseppe Titto e Tardiolo
Come arrivarono a noi socialisti
Gridarono lasciateci passare sangue di Cristo
Aprite le righe dobbiamo passare
Se non le aprite vi ammazziamo
O minchioni o minchioni
Voi forse non lo capite
Facciamo per abbattere il vostro partito
Siamo pretetti dai Signori
Non abbiamo paura delle prigioni
La rivoluzione fu alla sei di sera
Primo colpo si ruppe la bandiera
Appena l’hanno veduto a terra spezzata
I gialloni si son messi tutti a scappare
Tutti quelli che erano restati
Di rivoltella erano armati
I socialisti, i socialisti
Nessun erano armati
Fecero la rivoluzione colle bottigliate
Il guardia campestre Filiullo
Fece il guappo colla rivoltella
Signore sapete che avuto delle belle
Tombola Giuseppe Titto e Filicello
Piangevano e pregavano Gesù Cristo
Non ci date più ci facciamo socialisti
Siamo venuti per insultare
Tutti a noi ce li vogliono dare
Poveri noi, poveri noi
Malidetto i capi gialloni
Che ci hanno mandato alla rivoluzione
I nostri capi che ci hanno mandato
Dalla rivoluzione se ne sono scappato
Per i capi gialloni fu una bella grazia
Si chiudettero nella cantina di Orazio
La disgrazia fu del renente
Avette un colpo in testa per senza niente
Se non era per i gialloni
Non succedeva la rivoluzione
O gialloni o gialloni
I vostri capi che vi hanno imparato
Vi danno un bello insegnamento
Ammazzare i fratelli per senza niente.
Il 1° Maggio e la festa dei socialisti
E tutti quei vigliacchi dei gialloni
Anch’essi se ne son fatti padroni
Quest’anno a Sannicandro
A largo chiesa madre
È successo è successo
Una rivoluzione
Tra socialisti e gialloni
Sono venuti per insultarci
E noi l’abbiamo rotto la faccia
Mentre ci ritirevamo da Montevergine
I gialloni ci aspettavano per insultarci
L’abbiamo veduti e non gli abbiamo dato retta
Eravamo ad invitar l’Avv. Fioritto
Sotto al suo palazzo, ci siamo fermati
Tutti quanti abbiamo gridati
Scendete scendete
Ti vogliamo nei libero cuori
A festeggiar un’ora con noi
Non appenna finito gridare
I gialloni abbiamo visto arrivare
Tutti sapete chi erano i caporioni
Michele Mascolo Giuseppe Titto e Tardiolo
Come arrivarono a noi socialisti
Gridarono lasciateci passare sangue di Cristo
Aprite le righe dobbiamo passare
Se non le aprite vi ammazziamo
O minchioni o minchioni
Voi forse non lo capite
Facciamo per abbattere il vostro partito
Siamo pretetti dai Signori
Non abbiamo paura delle prigioni
La rivoluzione fu alla sei di sera
Primo colpo si ruppe la bandiera
Appena l’hanno veduto a terra spezzata
I gialloni si son messi tutti a scappare
Tutti quelli che erano restati
Di rivoltella erano armati
I socialisti, i socialisti
Nessun erano armati
Fecero la rivoluzione colle bottigliate
Il guardia campestre Filiullo
Fece il guappo colla rivoltella
Signore sapete che avuto delle belle
Tombola Giuseppe Titto e Filicello
Piangevano e pregavano Gesù Cristo
Non ci date più ci facciamo socialisti
Siamo venuti per insultare
Tutti a noi ce li vogliono dare
Poveri noi, poveri noi
Malidetto i capi gialloni
Che ci hanno mandato alla rivoluzione
I nostri capi che ci hanno mandato
Dalla rivoluzione se ne sono scappato
Per i capi gialloni fu una bella grazia
Si chiudettero nella cantina di Orazio
La disgrazia fu del renente
Avette un colpo in testa per senza niente
Se non era per i gialloni
Non succedeva la rivoluzione
O gialloni o gialloni
I vostri capi che vi hanno imparato
Vi danno un bello insegnamento
Ammazzare i fratelli per senza niente.
Contributed by Bartleby - 2011/7/15 - 10:07
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Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Il bracciante socialista Giovanni Mascolo di San Nicandro Garganico compose su un foglio volante dell’epoca questo canto, sull’aria de “La ciociara”, in cui descrive lo scontro, quasi un’imboscata, avvenuto tra i socialisti e i loro avversari "gialloni", gli sgherri dei padroni.
“Tra la fine dell'800 e i primi decenni del Novecento, San Nicandro divenne uno dei più aspri teatri della lotta politica di classe sotto la guida di personaggi eminenti, come Giuseppe e Domenico Fioritto [più tardi segretario nazionale del Partito Socialista e poi membro dell’Assemblea Costituente, ndr], con esiti spesso tragici, menzionati nelle cronache e mitizzati nella letteratura del tempo, com'è il caso de "Il cafone all'inferno" di Tommaso Fiore [scrittore e politico antifascista originario di Altamura, ndr], che trasse spunto da storie quotidiane dei contadini sannicandresi.” (it.wikipedia)