Piazza di Spagna, splendida giornata,
traffico fermo, la città ingorgata,
e quanta gente, quanta che ce n'era!
cartelli in alto tutti si gridava:
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo dimissioni!» eeh.
E mi guardavi tu con occhi stanchi
mentr'eravamo ancora lì davanti,
ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti
c'erano cose certo più importanti.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Undici e un quarto avanti a Architettura,
non c'era ancor ragion di aver paura
ed eravamo veramente in tanti,
e i poliziotti in faccia agli studenti.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Hanno impugnato i manganelli
ed ha picchiato come fanno sempre loro;
e all'improvviso è poi successo
un fatto nuovo, un fatto nuovo, un fatto nuovo:
non siam scappati più, non siam scappati più!
Il primo marzo sì me lo rammento
saremo stati mille e cinquecento
e caricava giù la polizia
ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
E mi guardavi tu con occhi stanchi,
ma c'eran cose certo più importanti,
- Ma qui che fai, vattene un pò via!
non vedi, arriva giù la polizia! -
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Le camionette, i celerini
ci hanno dispersi, presi in molti e poi picchiati;
ma sia ben chiaro che si sapeva,
che non è vero, che non è finita là.
Non siam scappati più, non siam scappati più.
Il primo marzo sì me lo rammento
saremo stati mille e cinquecento
e caricava giù la polizia
ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni,
via il governo dimissioni!» eeh.
No alla classe dei padroni,
non mettiamo condizioni, no!
traffico fermo, la città ingorgata,
e quanta gente, quanta che ce n'era!
cartelli in alto tutti si gridava:
«No alla scuola dei padroni!
Via il governo dimissioni!» eeh.
E mi guardavi tu con occhi stanchi
mentr'eravamo ancora lì davanti,
ma se i sorrisi tuoi sembravan spenti
c'erano cose certo più importanti.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Undici e un quarto avanti a Architettura,
non c'era ancor ragion di aver paura
ed eravamo veramente in tanti,
e i poliziotti in faccia agli studenti.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Hanno impugnato i manganelli
ed ha picchiato come fanno sempre loro;
e all'improvviso è poi successo
un fatto nuovo, un fatto nuovo, un fatto nuovo:
non siam scappati più, non siam scappati più!
Il primo marzo sì me lo rammento
saremo stati mille e cinquecento
e caricava giù la polizia
ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
E mi guardavi tu con occhi stanchi,
ma c'eran cose certo più importanti,
- Ma qui che fai, vattene un pò via!
non vedi, arriva giù la polizia! -
«No alla scuola dei padroni
via il governo dimissioni!» eeh.
Le camionette, i celerini
ci hanno dispersi, presi in molti e poi picchiati;
ma sia ben chiaro che si sapeva,
che non è vero, che non è finita là.
Non siam scappati più, non siam scappati più.
Il primo marzo sì me lo rammento
saremo stati mille e cinquecento
e caricava giù la polizia
ma gli studenti la cacciavan via.
«No alla scuola dei padroni,
via il governo dimissioni!» eeh.
No alla classe dei padroni,
non mettiamo condizioni, no!
envoyé par Bartleby - 6/7/2011 - 12:07
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In un 7” con Giovanna Marini e poi nell’LP “Mio caro padrone domani ti sparo” del 1969.
Il 1 marzo del 1968 gli studenti romani della Sapienza cercarono di riprendersi la Facoltà di Architettura sgomberata e occupata dalla polizia qualche giorno prima. Gli scontri furono prolungati e durissimi ed i manifestanti dimostrarono per la prima volta di essere in grado di fronteggiare le cariche delle forze dell’ordine…
Quel giorno a tirare i sassi alla polizia c’era pure gente che oggi non diresti, come il teocon Giuliano Ferrara, l’amico di Dell’Utri Paolo Liguori, il “Mr. CorSera” Galli Della Loggia, l’ex maoista oggi pidiellino Aldo Brandirali e financo Stefano “Er Caccola” Delle Chiaie alla testa di uno sparuto gruppo di neofascisti, gli stessi che quindici giorni più tardi, guidati da Almirante, nello stesso luogo aggrediranno con violenza gli studenti del movimento, ferendone alcuni, tra i quali – gravemente - Oreste Scalzone, poi fondatore di Potere Operaio e rifugiato politico in Francia fino a tempi recenti…
Beh, un gran guazzabuglio, non c’è che dire!