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Il censore

Cantacronache
Langue: italien


Cantacronache

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(Cantacronache)
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(Fausto Amodei)


[1966?]
Parole e musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.

Cantacronache


Ho più di un dubbio sull’anno di composizione di questa canzone.
Infatti parrebbe che sia stata pubblicata per la prima volta nel disco di Amodei “Le canzoni di Fausto Amodei 1” ma sul libro del Cantacronache viene associata ad un episodio risalente al 1966. Infine, i dischi del Cantacronache furono ripubblicati nel 1971 e questo brano potrebbe essere stato aggiunto per l’occasione…

Comunque… “Il censore” si riferirebbe allo “scandalo” suscitato dai risultati di un’inchiesta sulla sessualità tra i giovani pubblicati da “La Zanzara”, giornale del Liceo Parini di Milano. Nel febbraio del 1966, i tre redattori del giornale studentesco, Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, pubblicarono un articolo dal titolo “Un dibattito sulla posizione della donna nella nostra società, cercando di esaminare i problemi del matrimonio, del lavoro femminile e del sesso” da cui emergevano con chiarezza quanto le liceali pensavano circa il sesso ed il loro ruolo nella società. Cattolici e fascisti gridarono all’obbrobrio e i tre furono denunciati, accompagnati in questura e sottoposti ad interrogatorio con il ricorso a metodi umilianti, come l’ispezione corporale (la Beltramo si rifiutò). Responsabili di tale trattamento furono i giudici della procura di Milano allora diretta da Carmelo Spagnuolo, quello che all’inizio dei 60 faceva sequestrare le opere di Antonioni, Visconti, Bolognini, Pasolini, Buñuel, Testori ecc. con l’accusa di oscenità e che poi fu ritrovato nella P2, quindi processato per connivenze mafiose (si scoprì che aveva rapporti con il boss Frank Coppola) ed espulso dalla magistratura nel 1974. Alla fine i tre malcapitati, accusati di pubblicazioni oscene e corruzione di minorenni, vennero assolti nel corso di un seguitissimo processo che si ritorse contro i persecutori, benpensanti scudocrociati e fiammati.
Non so dirvi se sia nato sotto un cavolo
o se l'abbia trasportato una cicogna,
ma per lui sarebbe stata una vergogna
esser nato come siete nati voi.
Solamente colle pappe artificiali
lo poterono allattare da neonato
perché, certo, non avrebbe mai succhiato
qualche cosa che non fosse il biberon.

Era un tutore della pubblica morale
che vede il male anche dove non ce n'è.

All'età di sette anni e quattro mesi
vide un giorno per la strada, con orrore,
due formiche che facevano all'amore
ed allora, detto fatto, le schiacciò.
A trent'anni, divenuto adolescente,
non sofferse né di crisi né di dramma:
gli bastava la sottana della mamma
per godersi la sua bella gioventù.

Era un tutore della pubblica morale
che vede il male anche dove non ce n'è.

Ed ancora lui leggeva “Il Vittorioso”
nell'età che l'altra gente, anche se austera,
legge almeno già “Il Corriere della Sera”
quando non arriva a legger “L'Unità”.
Fu boy-scout fino all'età di quarant'anni
e divenne, nel frattempo, un vero mago
a far nodi d'ogni specie collo spago
e ad accender degli splendidi falò.

Era un tutore della pubblica morale
che vede il male anche dove non ce n'è.

Mise un giorno un bell'annuncio su un giornale:
« Illibato, con ingente patrimonio
relazionerebbe scopo matrimonio
con fanciulla d'incrollabile onestà ».
Prese in moglie una distinta signorina
religiosa, possidente e molto brutta,
ma la signorina ce la mise tutta
e d'un colpo nove figli gli sfornò.

Era un tutore della pubblica morale
che vede il male anche dove non ce n'è.

L'evidenza lo costrinse a rinnegare
l'esperienza di quell'unico atto impuro
e a promettere a se stesso che in futuro
non l'avrebbe ripetuto proprio più.

E scoperto finalmente il suo nemico
intraprese una carriera di successo
Ed a forza di pigliarsela col sesso
diventò Procuratore Generale

Ed è un tutore della pubblica morale
che vede il male anche dove non ce n'è.

envoyé par Bartleby - 27/6/2011 - 10:01



Langue: français

Version française – LE CENSEUR – Marco Valdo M.I. – 2012
Chanson italienne – Il Censore – Cantacronache – 1966 (?)

Paroles et musique de Fausto Amodei
Texte trouvé dans “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.


Quoi qu'il en soit, « LE CENSEUR » (IL Censore) se rapporterait au "scandale" suscité par les résultats d'une enquête sur la sexualité chez les jeunes publiés par "La Zanzara", journal du Lycée Parini de Milan. En février de 1966, les trois rédacteurs du journal estudiantin, Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano publièrent un article sous le titre "Un débat sur la position de la femme dans notre société, en tâchant d'examiner les problèmes du mariage, du travail féminin et du sexe" duquel émergeait avec clarté ce que les lycéennes pensaient à propos du sexe et leur rôle dans la société. Catholiques et fascistes crièrent à l'horreur et les trois furent dénoncés, emmenés à la préfecture de police et soumis à l'interrogatoire avec recours à des méthodes humiliantes comme l'inspection corporelle. Claudia Beltramo refusa. Les responsables de pareil traitement furent les juges de Milan alors dirigés par Carmelo Spagnuolo, qui avait fait séquestrer les œuvres d'Antonioni, Visconti, Bolognini, Pasolini, Buñuel, Testori etc. sous l'accusation d'obscénité et qu'on retrouva dans la loge P2 et jugé pour connivences avec la mafia (on découvrit qu'il était en rapport avec le boss Frank Coppola) et expulsé de la magistrature en 1974. À la fin les trois malheureux accusés de publications obscènes et corruption de mineurs furent acquittés au cours d'un procès très suivi qui se retourna contre leurs persécuteurs, bien-pensant, catholiques et fascistes.
LE CENSEUR

Je ne pourrais vous dire s’il était né dans les roses
Ou si une cigogne l'avait apporté,
Mais pour lui ç'eût été une honte
D'être né comme vous êtes nés.
Seuls les laits lyophilisés
Purent l'allaiter enfançon
Car, alors, il n'aurait jamais sucé
Autre chose qu'un biberon.

C'était un tuteur public de la morale
Un de ceux qui partout voient le mal

À l'âge de sept ans et quatre mois
Il vit en rue, avec horreur, un jour
Deux fourmis qui faisaient l'amour
Sur le champ, il les écrasa.
À trente ans, devenu adolescent,
Il ne souffrit ni crise ni détresse
À elle seule, la jupe de sa maman
Réjouit sa belle jeunesse.

C'était un tuteur public de la morale
Un de ceux qui partout voient le mal

Et il lisait encore Spirou et Tintin
À l'âge où même austères, les autres gens,
Lisent déjà « Le Matin »
Quand ce n'est pas « Le Temps »
Il fut boy-scout jusqu'à quarante ans
Et devint dans l'entretemps
Le roi des noeuds
Et le king des feux.

C'était un tuteur public de la morale
Un de ceux qui partout voient le mal

Il mit une belle annonce dans le journal :
« Vierge, avec patrimoine considérable
Rencontrerait but matrimonial
Femme d'honnêteté inébranlable. »
Il épousa une distinguée demoiselle
Religieuse, propriétaire et très moche,
Mais la demoiselle fit du zèle
Et d'un coup, lui fourgua neuf mioches

C'était un tuteur public de la morale
Un de ceux qui partout voient le mal

L'évidence le contraignit à renoncer
À la pratique unique d'un art si impudique
Et à se promettre à lui-même sans réplique
De ne plus jamais recommencer.
Son ennemi enfin débusqué
Il entreprit une carrière expresse
Et à force de s'en prendre au sexe
Procureur général, il fut vite nommé.


C'était un tuteur public de la morale
Un de ceux qui partout voient le mal

envoyé par Marco Valdo M.I. - 11/10/2012 - 15:23




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