Popolo di poeti, di cantanti, di canzonettisti, di cantautori;
Popolo di Canzonissima: cantate!
Popolo del miracolo
Miracolo economico
O popolo che volendolo
Puoi far
Quel che ti par
Hai libertà di transito
Hai libertà di canto
Di canto e controcanto
Di petto ed in falsetto
Chi canta è un uomo libero
da qualsivoglia ragionamento
Chi canta è già contento
di quello che non ha
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Facciam cantare gli orfani
Le vedove che piangono
E quelli che dimostrano [E gli operai in sciopero (*)]
Lasciamoli cantare
Facciam cantare gli esuli
Quelli che passano le frontiere
Assieme agli emigranti
Che fanno i minator
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
O popol musicomane
Che adori i dischi in plastica
Aspetti Canzonissima
Come Babbo Natale
Un Babbo un poco frivolo [senza scrupoli (*)]
che alleva un sacco di canzonette
E poi te le fa correre al posto dei cavall
E poi te le fa correre al posto dei cavall
Boom! (**)
Popolo di Canzonissima: cantate!
Popolo del miracolo
Miracolo economico
O popolo che volendolo
Puoi far
Quel che ti par
Hai libertà di transito
Hai libertà di canto
Di canto e controcanto
Di petto ed in falsetto
Chi canta è un uomo libero
da qualsivoglia ragionamento
Chi canta è già contento
di quello che non ha
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Facciam cantare gli orfani
Le vedove che piangono
E quelli che dimostrano [E gli operai in sciopero (*)]
Lasciamoli cantare
Facciam cantare gli esuli
Quelli che passano le frontiere
Assieme agli emigranti
Che fanno i minator
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
Su cantiam, su cantiam
Evitiamo di pensar
Per non polemizzar
Mettiamoci a ballar
O popol musicomane
Che adori i dischi in plastica
Aspetti Canzonissima
Come Babbo Natale
Un Babbo un poco frivolo [senza scrupoli (*)]
che alleva un sacco di canzonette
E poi te le fa correre al posto dei cavall
E poi te le fa correre al posto dei cavall
Boom! (**)
Note:
(*) Così nel testo originale.
(**) Nella sigla televisiva i soldati che già appaiono nella terza strofa cantando “Chi canta è un uomo libero…” ricompaiono lanciando all’unisono le loro granate verso i telespettatori e producendo un’esplosione a fungo atomico.
(*) Così nel testo originale.
(**) Nella sigla televisiva i soldati che già appaiono nella terza strofa cantando “Chi canta è un uomo libero…” ricompaiono lanciando all’unisono le loro granate verso i telespettatori e producendo un’esplosione a fungo atomico.
inviata da Bartleby - 26/5/2011 - 13:58
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Scritta da Leo Chiosso, il paroliere di Fred Buscaglione.
Musica di Dario Fo e Fiorenzo Carpi.
Testo trovato su YouTube e sull’Archivio Franca Rame & Dario Fo
Sigla di apertura di Canzonissima edizione 1962, inizialmente affidata a Dario Fo e Franca Rame che furono poi cacciati dopo qualche puntata, e non per questione di share ma di pura censura.
La lieta canzoncina rimase comunque come sigla anche dopo l’allontanamento della coppia di presentatori, a riprova del fatto che politici e dirigenti RAI proprio non l’avevano capita.
Sempre il trio Carpi/Chiosso/Fo scrisse anche la sigla di chiusura, la bossa nova “Stringimi forte i polsi” affidata alla voce di Mina.
L'edizione del 1962 fu la più burrascosa. La RAI sottrasse la conduzione del programma a Dario Fo e Franca Rame per uno sketch su un costruttore edile che si rifiutava di dotare di misure di sicurezza la propria azienda. La satira, sebbene espressa con battute semplici ed ironiche, fece emergere con evidenza la drammaticità della condizione lavorativa, provocando proteste e polemiche. A seguito di interrogazioni parlamentari e di accesi dibattiti sulla stampa dell'epoca, Fo e la Rame furono costretti a lasciare la trasmissione dopo le prime sette puntate; vennero poi sostituiti da Sandra Mondaini e Tino Buazzelli. (it.wikipedia)
Questa canzone, interpretata dal premio Nobel per la letteratura insieme ad un coro costituito per l'occasione, fu la sigla di apertura di una famigerata edizione di Canzonissima. Convocati dai funzionari RAI per la conduzione della più importante gara televisiva dell'anno (in coincidenza con la nascita del centro-sinistra in Italia), i coniugi Dario Fo e Franca Rame ne approfittarono facendo passare contenuti scottanti e denunce politiche sotto forma di sketches apparentemente innocui. La censura televisiva, alla quale venivano sottoposti i testi prima della realizzazione delle trasmissioni, non capì subito la provocazione; ma il pubblico, notoriamente più smaliziato degli zelanti burocrati, cominciò ad inviare lettere e telegrammi di protesta: pochi in realtà a confronto di quelli di plauso, ma tanto bastò a provocare dopo poche puntate la sospensione del programma, il licenziamento di qualche responsabile di Via Teulada, le interrogazioni parlamentari e le polemiche su carta stampata che ne seguirono.
Oggi sembra inverosimile che ai funzionari RAI di allora la sigla di Fo non sia apparsa subito come un vero e proprio "manifesto": sulle note di un'allegra marcetta, scritta dal maestro Fiorenzo Carpi, si fanno sfilare operai in sciopero, vedove che piangono, orfani, emigranti, minatori. Il tutto mentre un gruppo di ballerine intona: "Su cantiam, su cantiam, evitiamo di pensar, per non polemizzar, mettiamoci a cantar...". (Orlando R. da HitParade Italia)