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Surfarara

anonyme
Langue: sicilien


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Canto degli zolfatai raccolto da Alan Lomax e Diego Carpitella a Sommatino, in provincia di Caltanisetta, nel 1954 ma è certo che risalga a molto tempo prima, considerato che l’estrazione sitematica dello zolfo cominciò nella prima metà dell’800 e andò in crisi già nell’immediato secondo dopoguerra.
Proprio a Sommatino nel luglio del 1883 accadde una delle più terribili sciagure minerarie nella storia siciliana: nella miniera di zolfo chiamata Grande Trabia persero la vita 36 minatori.

Sicilia. Minatori dello zolfo, foto di Fulvio Roiter, 1953.
Sicilia. Minatori dello zolfo, foto di Fulvio Roiter, 1953.


“Un bell'esempio di canto ‘a la surfarara’ (al modo degli zolfatai), a voce solista con accompagnamento di scacciapensieri (marranzanu), venne registrato nel 1954 a Sommatino da Alan Lomax e Diego Carpitella. La persistenza di questo testo nella tradizione orale del piccolo centro del Nisseno è stata tuttoggi rilevata da Alberto Nicolino (Stirru. Racconti di zolfo, DVD+libro, 2006), che ne ha registrato una variante senza accompagnamento strumentale. Si tratta di un esempio emblematico di compianto per la solitudine e l'avvilimento patiti dal minatore: dimenticato da tutti e di tutti dimentico, perfino dei "santi", ma non dell'amata, unico spiraglio di vita in tanta desolazione. La melodia bipartita viene ripetuta con microvarianti per tutti i distici che compongono il testo poetico (come accade di norma nelle canzuni). L'accompagnamento dello scacciapensieri è caratterizzato da notevole espressività ritmica, soprattutto in coincidenza dei brevi interludi strumentali tra i distici e delle cadenze conclusive (sostenute da suoni rapidamente ribattuti).” (Salvalarte Sicilia)

Si veda anche La zolfara.
Mi scuordu, mi scurdà, scurdatu sugnu,
mi scuordu di la stessa vita mia.

Mi scurdavu lu bbeni di ma mamma,
era cchiù dduci, cchiù mègliu di tia.

Mi scurdavu lu bbeni di me patri,
passa lu mari tri bboti pi mmia.

Mi scurdavu l'amici poi a me frati,
di li santi mi scuordu e no di tia.

envoyé par Bartleby - 24/5/2011 - 15:16




Langue: italien

Traduzione italiana di Michele Manca del Quartetto Urbano trovata qui
CANTO DEGLI ZOLFATAI

Mi scordo, mi scordai, mi sono scordato
mi sono scordato della mia stessa vita
Mi sono scordato del bene di mia mamma
Era più dolce e migliore di te
Mi sono scordato del bene di mio padre
attraversò il mare tre volte per me
Mi sono scordato degli amici dei parenti e dei miei fratelli
Mi scordo dei Santi ma non di te.

envoyé par Bartleby - 24/5/2011 - 15:16




Langue: français

Traduzione francese di Xavier Rebut del Quartetto Urbano trovata qui
MINE DE SOUFFRE

J’oublie, j’oubliai, j’ai oublié
J’ai oublié ma propre vie
J’ai oublié l’amour de ma mère
Elle était plus douce et meilleure que toi
J’ai oublié l’amour de mon père
Pour moi il traversa la mer trois fois
J’ai oublié les amis mes parents et mes frères
J’oublie les Saints mais toi je ne t’oublie pas.

envoyé par Bartleby - 24/5/2011 - 15:17




Langue: anglais

Traduzione inglese di Annabel Potter del Quartetto Urbano trovata qui
SULPHUR MINER'S SONG

I forget, I forgot, I've forgotten,
I forget my very life.
Forgotten the love of my mother,
she was gentler, better than you.
Forgotten the love of my father,
he crossed the sea three times for me.
Forgotten friends kin and brethren,
the Saints I forget but not you.

envoyé par Bartleby - 24/5/2011 - 15:17


“Surfarara” è il canto udibile nell’omonimo cortometraggio realizzato dal regista palermitano Vittorio De Seta nel 1955.

“Nelle zone desolate della Sicilia centrale, disseminate tra le terre coltivate dai contadini, si trovano miniere di zolfo, quasi invisibili dall'esterno. La macchina da presa, nell'alba di un giorno qualsiasi segue i minatori avviarsi verso i pozzi ed attendere che i compagni del turno di notte risalgano in superficie dopo otto ore di lavoro. Poi tocca a loro scendere e arrivati al livello destinato, si separano e si disperdono: spingono camioncini, preparano le perforatrici. Trascorrono le ore: mentre fuori le donne sbrigano i lavori domestici, i contadini lavorano alacremente sall'aria aperta, i minatori smuovono il materiale frantumato dalle mine, come fossero su un crinale pericoloso, quasi in attesa che si materializzi la disgrazia, in uno scorrere di tempo sempre uguale, fino al tramonto, quando arriva il momento di tornare a casa.”


Bartleby - 24/5/2011 - 15:19


Fabio Tricomi (marranzano) e Roberto Bolelli (voce) eseguono “Surfarara” durante la prima edizione del “Marranzano World Festival” a Catania, ottobre 2005.


Bartleby - 24/5/2011 - 15:20




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