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Ídolo de los quemados

León Gieco
Langue: espagnol


León Gieco

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(León Gieco)


leogitag
[2009]
Album “Bandidos rurales”
Scritta da León Gieco e Luis Gurevich.
Interpretata da León Gieco insieme al musicista folklorico e violinista Sixto Palavecino, scomparso proprio nel 2009 (vedi anche nelle note).
Testo trovato su Cancioneros.com

2304

“Guardati dai vivi, che dai morti non avrai mai nulla da temere…”
Soy mezcla de baguala, Internet y tango viejo (1)
No hay nada más hermoso
que el lunfardo de Rivero (2)
Cuando voy con Don Sixto (3)
por calles del buen aire
jamás nos detenemos a mirar el afichaje
Es parte del folklore
Es parte del derroche

Soy mezcla de baguala, Internet y tango viejo
No hay nada más hermoso
que el lunfardo de Rivero
Sueño ir por Buenos Aires
y con Sabat tomar un café (4)
para volar un ratito con las alas de Gardel
Un sueño del 2001
y del 3000 también

Cuando partí, mi viejo me aconsejó que no viviera
en San Miguel, Moreno, Ituzaingó o en Haedo
"Andá directamente donde están los presidentes"
Por eso, en Moreno 411 y Defensa, (5)
en una pensión mugrienta,
se alojó este cabeza

Cuando no hay opción, el pueblo sufre y se la banca
Y aunque es medio quedado nunca irá para la Plaza (6)
La Plaza es de los años y de las madres santas
que buscan a sus hijos y los seguirán buscando
Es parte de la historia
Es parte de la sangre

Le doy una limosna a Martín Fierro y al Quijote (7)
que están cansados de luchar pidiendo en Plaza Once (8)
No me trates como un Dios,
soy sólo un bolso que hace shows
Extraño a mi vieja en el síndrome del batón
Soy un muñeco roto
junto a la Biblia y el calefón

Hay un viejo podrido que quemó el jardín florido
y tiene un hijo imbécil con la cara de asesino (9)
Sabemos que este pueblo aún vive de promesas
Las minas argentinas fueron más después de Eva (10)
De que las hay, las hay
Nunca tendrás tu calle, Alsogaray (11)

Comprame, soy barato,
canto gratis por los barrios
Como no entro en tu target
no me pases por tu radio
Yo digo cárcel y castigo a corruptos y asesinos
Si la ley no alcanza, sos persona que no es grata
Me hice ateo, nomás,
Videla usó mi Dios para matar (12)

Vos que le echas la culpa
a bolivianos y peruanos,
a los que cortan rutas
o están sus tierras reclamando,
no seas tan tarado, el que te jode está a tu lado
Los diarios le dan tapa y la tele un buen horario,
se sienta a cualquier mesa
a negociar la sangre nueva

Soy un guerrero más
de este rock que está quebrado
Estoy para el mangazo (13)
Soy el ídolo de los quemados
No sé muy bien adonde voy,
misterios tiene la canción
Me gusta la tranquilidad de un cementerio viejo
Témele a los vivos
Nunca te harán daño los muertos
Note:

(1) Baguala: genere musicale tipico del nordest argentino.
(2) Rivero: credo che Gieco alluda all’argentino Edmundo Rivero: (1911-1986), chitarrista interprete e compositore di tango.
(3) Don Sixto: l’argentino Sixto Doroteo Palavecino (1915-2009), poeta e cantante folklorico, virtuoso del violino. Ha collaborato con León Gieco, che gli ha dedicato e intitolato anche una canzone.
(4) Hermenigildo Sabat (1933), artista e caricaturista per il quotidiano bonaerense Clarín. Sue anche alcune celebri raffigurazioni del re del tango Carlos Gardel.
(5) Credo si tratti di zone centrali di Buenos Aires.
(6) Plaza de Mayo, la piazza de Las Madres del Amor.
(7) Riferimento al “Martín Fierro”, poema lettarario dell’argentino José Hernández (che fra l’altro fu tradotto integralmente in lingua quechua proprio dal Sixto Palavecino di cui alla precedente nota 3) e al capolavoro della letteratura spagnola“Don Quijote de la Mancha” di Miguel de Cervantes Saavedra.
(8) Plaza Once: è il nome con cui viene comunemente chiamata la Plaza Miserere a Buenos Aires.
(9) Credo che qui Gieco faccia riferimento alla dinastia dei Macri; Franco Macri, grande imprenditore argentino di origine romana, assai vicino al governo della dittatura del 1976-83, è il padre di Mauricio Macri che dal 2007 è governatore di Buenos Aires, al centro di diversi scandali di corruzione, irregolarità negli appalti e intercettazioni illegali.
(10) María Eva Duarte (1919-1952), attrice, politica, moglie del leader populista Juan Domingo Perón.
(11) María Julia Alsogaray, imprenditrice e politica argentina, figlia dell’economista Álvaro Carlos Alsogaray e come il padre acerrima fautrice del liberismo selvaggio. Una delle figure che hanno contribuito allo sfanculamento dell’Argentina alla fine dei 90. Lei invece, mentre gli argentini morivano di fame e del piombo della polizia, si faceva ritrarre dai rotocalchi con pellicce portate a pelle e accumulava indebite fortune. E’ stata condannata per arricchimento illecito nel 2004.
Credo che in questo passaggio del brano Gieco volesse dire che quanto a classe Eva Perón aveva fatto scuola alle donne argentine della sua epoca, mentre nel presente le donne scese nell’agone politico non hanno di certo la sua statura. Gente squallida come l’Alsogaray non avrà di certo mai una strada intitolata come Evita…
(12) Jorge Rafael Videla (1925), capo della giunta militare argentina dal 1976 al 1981.
(13) Mangazo: forse nel senso di “scroccare”.

envoyé par Bartleby - 19/5/2011 - 14:49



Langue: italien

Tentativo - piuttosto faticoso - di traduzione di Bartleby.
Qua e là ci sono dei punti interrogativi... Chi è più bravo di me si faccia sotto...
IDOLO DEI BRUCIATI

Sono un miscuglio di baguala, Internet e vecchio tango
Non c'è niente di più bello
Del lunfardo di Rivero
Quando me ne vado con Don Sixto
A spasso per la città
non ci fermiamo mai a guardare le pubblicità
Fà parte del folklore
Fà parte dello spreco.

Sono un miscuglio di baguala, Internet e vecchio tango
Non c'è niente di più bello
Del lunfardo di Rivero
Sogno di andarmene per Buenos Aires
e prendere un caffè con Sabat
Per volare un pochetto con le ali di Gardel
Un sogno del 2001
e del 3000 pure.

Quando me ne sono andato di casa, il mio vecchio mi consigliò di non andare a vivere [in provincia]
A San Miguel, Moreno, Ituzaingó o Haedo
“Vai direttamente dove stanno i presidenti”
Quindi, in Moreno 411 e Defensa,
in una lercia pensione
andai ad alloggiare.

Quando non c'è scelta, il popolo soffre e sopporta
E anche se mezzo fottuto non andrà mai alla Plaza
La Plaza appartiene agli anni ed alle madri sante
Che cercano i loro figli e continueranno a cercarli
Fà parte della storia
Fà parte del sangue.

Dò un soldo a Martín Fierro e Don Chisciotte
che sono stanchi di combattere mendicando in Plaza Once
Non pensare che io sia un Dio,
Sono solo un imbolsito che fà spettacoli
Ho nostalgia della mia vecchia quando me le suonava di santa ragione (?)
Sono un bambolotto scassato
Messo lì tra la Bibbia e lo scaldabagno (?)

C'è un vecchio schifoso che ha bruciato il giardino in fiore
e ha un figlio imbecille con la faccia da assassino
Sappiamo che questo popolo vive ancora di promesse
All’epoca di Eva le bellezze argentine erano ben di più di quelle che ci ritroviamo oggi
Non avrai una strada a te intitolata, Alsogaray.

Comprami, costo poco,
canto gratis per i quartieri
Se non sto nel tuo target
Non passarmi in radio
Io dico carcere e castigo per i corrotti e gli assassini
Se la legge non lo fa, finisce che m’incazzo (?)
Sono diventato ateo, e allora?,
Videla ha usato il mio Dio per uccidere.

Voi che date la colpa
A boliviani o peruviani,
a quelli che protestano
o rivendicano la loro terra,
non siate scemi, quello che ti fotte ti sta accanto
I giornali lo coprono e la TV lo mostra in prima serata,
ovunque vada
a commerciare nuovo sangue.

Io sono uno dei guerrieri
Di questo rock spezzato
Sono per lo scrocco (?)
Sono l'idolo dei bruciati
Non so dove vado,
la canzone è mistero
Mi piace la tranquillità di un vecchio cimitero
Guardati dai vivi,
che dai morti non avrai mai nulla da temere

envoyé par Bartleby - 19/5/2011 - 15:53




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