Il 17 del triste novembre
una giornata di cupo grigiore
che ai partigiani sarà sempre nel cuore
per la sciagura che tutti li colpì.
O Malga lunga tu sei il sacrario,
tappa fatale del nostro cammino,
rudere nero segnato dal destino,
dolore e gloria della Cinquantatre.
Tenente Giorgio, compagno Barbieri,
Rocco e Tormenta, di voi siamo fieri,
e gli altri cinque, seppure stranieri,
tutti caduti sono per la libertà.
Il giorno dopo due altri compagni,
Falce e Martello furon catturati,
ed anche loro poi furon fucilati,
Falce e Martello, voi siete il nostro onor.
O nostri morti sarete vendicati,
per voi daremo anche la vita,
la vostra fede il cammino ci addita,
questo è l'impegno del garibaldin!
una giornata di cupo grigiore
che ai partigiani sarà sempre nel cuore
per la sciagura che tutti li colpì.
O Malga lunga tu sei il sacrario,
tappa fatale del nostro cammino,
rudere nero segnato dal destino,
dolore e gloria della Cinquantatre.
Tenente Giorgio, compagno Barbieri,
Rocco e Tormenta, di voi siamo fieri,
e gli altri cinque, seppure stranieri,
tutti caduti sono per la libertà.
Il giorno dopo due altri compagni,
Falce e Martello furon catturati,
ed anche loro poi furon fucilati,
Falce e Martello, voi siete il nostro onor.
O nostri morti sarete vendicati,
per voi daremo anche la vita,
la vostra fede il cammino ci addita,
questo è l'impegno del garibaldin!
Contributed by Bartleby - 2011/4/6 - 14:42
Secondo "Canti di Lotta": È la canzone della 53a Brigata Garibaldi, che operò tra il lago d'Iseo e l'alta Val Seriana, e va cantata sull'aria di Non ti ricordi quel mese di aprile (Monte Canino). Essa, secondo la testimonianza di Giuseppe Brighenti (nome di battaglia "Brach"), sarebbe stata scritta nell'inverno 1944 e si riferisce alla fucilazione da parte dei fascisti di 13 patrioti avvenuta a Lovere tra novembre e dicembre 1943. II 17 novembre di quello stesso anno alla Malga Lunga la prima brigata della 53a venne catturata e il suo comandante, la medaglia d'oro Giorgio Paglia, trattò la resa con la promessa che sarebbe stata risparmiata la vita ai suoi uomini. Tradendo i patti, i fascisti uccisero a pugnalate due partigiani feriti e poi tradussero a Costa Volpino i sei superstiti dove li fucilarono davanti al cimitero. Al Paglia i fascisti offrirono la grazia in quanto figlio di una medaglia d'oro durante la guerra d'Etiopia, ma egli rispose: "O tutti o nessuno", e si avviò per primo verso il plotone d'esecuzione. Le altre persone nominate nel testo, tutte barbaramente passate per le armi, sono: Mario Zeduri ("Tormenta"); Guido Galimberti ("Barbieri"); Andrea Caslini ("Rocco"); Renato e Florindo (o Ilario) Pellegrini ("Falce e Martello"). Secondo la testimonianza di G. Berta ("Leo") la canzone sarebbe dovuta alla penna del commissario di brigata Arturo Moretti ("Renzo")."
Riccardo Venturi - 2015/2/16 - 22:43
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Scritta da un partigiano garibaldino, Arturo Moretti “Renzo”.
Testo trovato su Il Deposito.
Canzone che ricorda il massacro di un gruppo di partigiani garibaldini guidati dal tenente Giorgio Paglia, avvenuto il 21 novembre del 1944 in Val Camonica, nel bergamasco, ad opera dei repubblichini della legione Tagliamento, prevalsi al termine di una furiosa battaglia, avvenuta il 17 Novembre 1944.
Mario Zedurri , detto “Tormenta”, e il russo Ilarion Efanov, detto "Starik", entrambi feriti, furono finiti dai fascisti sul luogo della battaglia, la Malga Lunga, mentre il comandante Giorgio Paglia (nome di battaglia “tenente Giorgio”), Guido Galimberti ("Barba"), Andrea Caslini ("Rocco"), i russi Semion Kopcenko ("Simone") e Alexsander Nogin ("Molotov") e i fratelli Renato e Florindo Pellegrini (conosciuti con gli pseudonimi “Falce” e “Martello”, catturati nel corso di un’altra operazione non lontano da lì) furono passati per le armi il 21 novembre.