איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
װוּ געפֿירט מיך אין דעם חדר *
מײַן טײַערע מאַמע בײַ דער האַנט
פֿון דעם רעבן איבער גאַסן
גײ איך, לױף איך אַזױ שנעל
מיט אַ שמײקל אַף רי ליפּן
װאַרט מײַן מאַמע אַף דער שװעל
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
איז מײַן געסל נישי קײַן גרױסע
נישט קײַן ברײטע און ניט װײַט
אַ פּאָר הײַזער מיט אַ גערטל
מיט אַ ברונעם אין אַ זײַט
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
װוּ געפֿירט מיך אין דעם חדר *
מײַן טײַערע מאַמע בײַ דער האַנט
פֿון דעם רעבן איבער גאַסן
גײ איך, לױף איך אַזױ שנעל
מיט אַ שמײקל אַף רי ליפּן
װאַרט מײַן מאַמע אַף דער שװעל
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
איז מײַן געסל נישי קײַן גרױסע
נישט קײַן ברײטע און ניט װײַט
אַ פּאָר הײַזער מיט אַ גערטל
מיט אַ ברונעם אין אַ זײַט
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
דאַס אַלטע שמאָגע ייִדיש געסל
שטײט דאָס בילד מיר פֿאַר די אױגן
װי עס װאָלט געװעזן הײַנט
inviata da Bartleby - 7/3/2011 - 13:40
Lingua: Yiddish
Il testo traslitterato in caratteri latini:
Lyrics transcription in Latin characters:
Lyrics transcription in Latin characters:
YIDISH GESL
Ikh vel kayn mol nisht fargesn
dos alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
s’alte shmole yidish gesl
vu gefirt mikh in dem kheyder (*)
mayn tayere mame bay der hant.
Fun dem rebn iber gasn
gey ikh, loyf ikh azoy shnel.
Mit a shmeykhl af di lipn
vart mayn mame af der shvel.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
s’alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt
Iz mayn gesl nisht kayn groyse
nisht kayn breyte un nit vayt,
a por hayzer mit a gertl
mit a brunem in a zayt.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
dos alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt.
Ikh vel kayn mol nisht fargesn
dos alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
s’alte shmole yidish gesl
vu gefirt mikh in dem kheyder (*)
mayn tayere mame bay der hant.
Fun dem rebn iber gasn
gey ikh, loyf ikh azoy shnel.
Mit a shmeykhl af di lipn
vart mayn mame af der shvel.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
s’alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt
Iz mayn gesl nisht kayn groyse
nisht kayn breyte un nit vayt,
a por hayzer mit a gertl
mit a brunem in a zayt.
Ikh vel keyn mol nisht fargesn
dos alte shmole yidish gesl.
Shteyt dos bild mir far di oygn
vi es volt gevezn haynt.
inviata da CCG/AWS Staff - 15/5/2011 - 15:20
Nota:
(*) Kheyder, in ebraico kheder o kheider, è la scuola elementare ebraica. Come tutti i termini di orgine ebraica classica, in yiddish il termine mantiene la grafia non vocalizzata, חדר (come se fosse scritto "kh-d-r").
(*) Kheyder, in ebraico kheder o kheider, è la scuola elementare ebraica. Come tutti i termini di orgine ebraica classica, in yiddish il termine mantiene la grafia non vocalizzata, חדר (come se fosse scritto "kh-d-r").
Bartleby - 7/3/2011 - 13:41
Lingua: Inglese
Traduzione inglese dal programma 2008 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.
JEWISH STREET
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
I will never forget
That narrow old Jewish street
Where my mother held me by the hand
And led me to kheyder.
I walk, not run, quickly
Over the streets from the rebbe's.
With a smile on her lips
My mother waits at the doorstep.
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
My street is neither big
Nor broad, and not far
There are a few houses and a little garden
With a well at the side.
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
I will never forget
That narrow old Jewish street
Where my mother held me by the hand
And led me to kheyder.
I walk, not run, quickly
Over the streets from the rebbe's.
With a smile on her lips
My mother waits at the doorstep.
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
My street is neither big
Nor broad, and not far
There are a few houses and a little garden
With a well at the side.
I will never forget
That narrow old Jewish street.
Its image stands before my eyes
As if it were today.
inviata da Bartleby - 7/3/2011 - 13:42
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Il testo traslitterato è trovato sul programma 2008 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina. Il testo in caratteri ebraici è stato ricostruito a partire dalla traslitterazione (esatta e secondo i criteri YIVO).
Mordechai Gebirtig era nato nel 1877 a Kazimierz, quartiere di Cracovia che dal 14° secolo era la casa della comunità ebraica della città polacca. Gebirtig aveva quindi sicuramente respirato, quando non conosciuto, il radicato antisemitismo assai diffuso nell’Impero russo specie dopo l’assassinio dello Zar Alessandro II nel 1881, la cui responsabilità fu fatta ricadere ad arte sugli ebrei, anche se solo uno dei congiurati, la rivoluzionaria Gesya Gelfman (che poi morì di parto in prigionia), era effettivamente di origini ebraiche. E’ così che tra il 1881 ed il 1884 e poi di nuovo tra il il 1903 ed il 1906 i pogrom si accesero a più riprese in tutto l’Impero, soprattutto in Ucraina ma anche in Polonia, specie a Varsavia.
E ancora dopo l’abdicazione di Nicola II, negli anni della guerra civile (1917-1923), decine di migliaia furono gli ebrei massacrati dalle torme antisemite o dalle Guardie Bianche…
Mordechai Gebirtig tutto quello che era successo lo conosceva e ciò nonostante molte sue poesie e le sue canzoni – come “Minutn fun bitokhn” (Momenti di fiducia) - erano ancora piene di speranza, almeno fino al 1938, anno del pogrom di Przytyk cui si riferisce un'altra sua celebre canzone, אונדזער שטעטל ברענט.
Ma è con l’invasione nazista che ogni residua fiducia, ogni barlume di speranza fu spazzato definitivamente via.
Solo qualche mese più tardi la famiglia Gebirtig, come le altre famiglie ebree, fu cacciata dalla propria casa di Cracovia e dovette adattarsi ad una vita di stenti in un villaggio vicino ,è a questo periodo che probabilmente risale questa poesia, fino a quando i nazisti non allestirono un ghetto nell’area di Podgórze, un quartiere cittadino di appena 30 strade, dove nel marzo del 1942 decine di migliaia di malcapitati – e pure i Gebirtig - furono ammassati gli uni sugli altri, anche quattro famiglie per appartamento…
Era chiaro tuttavia che non si trattava che di una “sistemazione” molto provvisoria: a sole 35 miglia da lì, il campo di sterminio di Auschwitz già funzionava a buon regime, e infatti trascorsero solo un paio di mesi e i nazisti cominciarono la liquidazione.
Questa si protrasse dal maggio 1942 al marzo 1943.
Mordechai Gebirtig, 65 anni, e la moglie furono trucidati per strada durante uno dei primi rastrellamenti per la deportazione, il 4 giugno del 1942, all’angolo tra via Janowa Wola e via Dąbrówki.