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Un calcio alla città

Domenico Modugno
Lingua: Italiano


Domenico Modugno

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[1972]
Scritta da Domenico Modugno, Mario Castellacci (giornalista, scrittore, commediografo e paroliere italiano, uno dei fondatori de Il Bagaglino) e Riccardo Pazzaglia (proprio quello di “Cari amici vicini e lontani” e “Quelli della notte” di Renzo Arbore).
Canzone presentata al festival di Sanremo ma sfuggita per il rotto della cuffia alla censura, in quanto accusata di “incitazione all’assenteismo”.

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Certo, non è una canzone contro la guerra ma solo un personale, sommesso grido di dolore per il lavoro che in ogni modo uccide… Sembra una bestemmia di fronte a quelli che ogni giorno, per un tozzo di pane, davvero crepano, sfracellati, fulminati, schiacciati, asfissiati, bruciati…, eppure anche il vostro Bartleby sta morendo piano piano, poco a poco, seduto alla sua scrivania…

Dedicata a Gian Piero Testa, l’ultimo dei rebeti, che un bel dì decise di battezzarmi con il nome del protagonista del romanzo di Herman Melville, un ex impiegato dell’ufficio lettere smarrite che, portando alle estreme conseguenze il suo “preferirei di no”, si sottrarrà progressivamente a tutto e alla fine preferirà lasciarsi morire, ormai non più partecipe di qualsiasi cosa.
Da anni sono qui
incatenato a questa scrivania
mentre laggiù, oltre la nebbia,
si allarga l’orizzonte, e sono qui.

Non è festa, però,
in ufficio non andrò.
Ogni giorno sempre lì,
ma perché, ma per chi?

Stamattina non mi va.
voglio dare un calcio a tutta la città,
amore mio, vieni anche tu
e il capoufficio lasciamolo su, lasciamolo su!

Che hanno fatto di me?
Sono un semplice lacchè
che da anni dice sì,
sempre sì, sì, sono qui.

Stamattina nei polmoni
non voglio l’aria dei termosifoni,
amore mio, vieni anche tu
e il capoufficio lasciamolo su, lasciamolo su!

La campagna dov’è?
Voglio il verde intorno a me,
il profumo della sera
quando torna primavera.

Per stavolta faccio senza
della pastasciutta scotta della mensa,
amore mio, vieni anche tu
E il capufficio lasciamolo su, lasciamolo su!

La la la la la la…

Ma che facciamo? Ma dove andiamo? Tutti incolonnati in queste nostre maledette macchinette! Oggi c’è il sole, non lo timbrate il cartellino, non la timbrate la presenza! Ma da quanti anni non vi arrampicate su un albero? Tutti in campagna a cogliere le margherite!
Libertà, libertà!!!

La la la la la la…

Per stavolta faccio senza
della pastasciutta scotta della mensa,
amore mio, vieni anche tu
e il capoufficio lasciamolo su, lasciamolo su!

Viva la campagna, tutti a raccogliere margherite! Abbasso la pastasciutta!

La la la la la la…

inviata da Bartleby - 23/2/2011 - 09:32



Lingua: Portoghese

Versão portuguesa
UM PONTAPÉ A CIDADE

Há anos estou aqui
acorrentado a esta mesa
enquanto lá, além da neblina,
se abre o horizonte, e estou aqui.

Não é feriado, porem
para o escritório não irei.
Cada dia sempre aí,
mas porque, ah, mas per quem.

Esta manha não tenho vontade,
quero dar um pontapé a toda a cidade.
Amor meu, vem também tu,
o chefe do escritório deixemo-o lá –Deixemo-o lá!.

O que fizeram de mim,
sou um simples lacaio
que há anos diz sim,
sempre sim, sim estou aqui.

Esta manha nos pulmões
não, não quero o ar dos aquecedores.
Amor meu, vem também tu,
o chefe do escritório deixemo-o lá –Deixemo-o lá!.

A campanha onde está?
Quero o verde em volta de mim,
o perfume da noite
quando volta a primavera.

Desta vez faço a menos
da massa passada do refeitório,
Amor meu, vem também tu,
o chefe do escritório deixemo-o lá.

La la la la la la…

Mas o que estamos fazendo,mas onde estamos indo todos enfileirados nestes nossos malditos carrinhos. Hoje tem o sol. Não batam o ponto,
não assinem a presença. Mas há quantos anos
não trepam numa arvore? Todos nos campos a colher margaridas! Liberdade, liberdade. Liberdade.

La la la la la la la...

Desta vez faço a menos
da massa passada do refeitório.
Amor meu, vem também tu,
o chefe do escritório deixemo-o lá!

La la la la la la la...

inviata da giorgio - 23/2/2011 - 14:48




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