Εἶμαι Εὐροπαῖος, ἔχω δυό αὐτιά
τό 'να γιά ν' ἀκούει, τό ἄλλο δέ γροικᾶ.
Ἄν στενάξει Τσέχος, Ρῶσος, Πολωνός
ὁ ἄνθρωπος πονάει, πέφτει ὁ οὐρανός.
Ἄν πονέσει μαῦρος, Ἕλληνας, Ἰνδός
τί μέ νοιάζει ἐμένα ! Ἄς νοιαστεῖ ὁ Θεός.
[Ἐκεῖ ψηλά στόν Ὑμηττό, ὑπάρχει κάποιο μυστικό]
Εἶμαι Εὐροπαῖος, ἔχω δυό αὐτιά
τό ἐνα μόνο ἀκούει, ἀπό τά ἀνατολικά.
Τήν πόρτα μου χτυπάει καί πάλι ὁ φασισμός
ὅμως σέ τέτοιυς ἤχους εἶμαι ἐντελῶς κουφός.
Ἔχω ἕνα αὐτί μεγάλο, τ'ἄλλο πολύ μικρό
κι ἔτσι ἥσυχος τρυγάω χαρά, πολιτισμό.
τό 'να γιά ν' ἀκούει, τό ἄλλο δέ γροικᾶ.
Ἄν στενάξει Τσέχος, Ρῶσος, Πολωνός
ὁ ἄνθρωπος πονάει, πέφτει ὁ οὐρανός.
Ἄν πονέσει μαῦρος, Ἕλληνας, Ἰνδός
τί μέ νοιάζει ἐμένα ! Ἄς νοιαστεῖ ὁ Θεός.
[Ἐκεῖ ψηλά στόν Ὑμηττό, ὑπάρχει κάποιο μυστικό]
Εἶμαι Εὐροπαῖος, ἔχω δυό αὐτιά
τό ἐνα μόνο ἀκούει, ἀπό τά ἀνατολικά.
Τήν πόρτα μου χτυπάει καί πάλι ὁ φασισμός
ὅμως σέ τέτοιυς ἤχους εἶμαι ἐντελῶς κουφός.
Ἔχω ἕνα αὐτί μεγάλο, τ'ἄλλο πολύ μικρό
κι ἔτσι ἥσυχος τρυγάω χαρά, πολιτισμό.
inviata da Gian Piero Testa - 10/1/2011 - 20:16
Lingua: Italiano
Versione italiana di Gian Piero Testa
Da annotare che il verso in parentesi quadra appartiene, musica compresa, a una canzone di Hatzidakis, interpretata da Nana Mouskouri.
SONO UN EUROPEO
Sono un Europeo, ho due orecchie
una ci sente, l'altra è sorda come una campana.
Se sospira un Ceco, un Russo, un Polacco
è l'uomo che soffre, apriti cielo.
Se soffre un nero, un Greco, un Indiano
che me ne frega a me! Si preoccupi il buon Dio.
[In alto là, sopra l'Imetto, c'è qualche, c'è qualche mistero]
Sono un Europeo, ho due orecchie
una ci sente solo dal lato dell'oriente.
Il fascismo è qui a battere di nuovo alla mia porta
ma a questi suoni io sono praticamente sordo.
Ho un orecchio bello grande, l'altro è proprio piccolo
e così bello tranquillo faccio un raccolto di gioia, di civiltà.
Sono un Europeo, ho due orecchie
una ci sente, l'altra è sorda come una campana.
Se sospira un Ceco, un Russo, un Polacco
è l'uomo che soffre, apriti cielo.
Se soffre un nero, un Greco, un Indiano
che me ne frega a me! Si preoccupi il buon Dio.
[In alto là, sopra l'Imetto, c'è qualche, c'è qualche mistero]
Sono un Europeo, ho due orecchie
una ci sente solo dal lato dell'oriente.
Il fascismo è qui a battere di nuovo alla mia porta
ma a questi suoni io sono praticamente sordo.
Ho un orecchio bello grande, l'altro è proprio piccolo
e così bello tranquillo faccio un raccolto di gioia, di civiltà.
inviata da Gian Piero Testa - 10/1/2011 - 20:42
Caro Gian Piero, un esercizio interessante per capire le logiche che muovono i nostri mezzi d'"informazione" è provare a immaginarsi le prime pagine dei giornali se una rivolta del genere fosse scoppiata in Iran.
Chissà poi cosa avrebbe detto in quel caso il ministro degli esteri, quello che ora dichiara che i governi tunisino e algerino vanno sostenuti perché "costituiscono un'importante presenza mediterranea anzitutto nella lotta al terrorismo"...
Chissà poi cosa avrebbe detto in quel caso il ministro degli esteri, quello che ora dichiara che i governi tunisino e algerino vanno sostenuti perché "costituiscono un'importante presenza mediterranea anzitutto nella lotta al terrorismo"...
Lorenzo - 10/1/2011 - 20:52
E infatti Ben Alì non ha sprecato l'assist: quello che accade è opera di terroristi, ha dichiarato.
Gian Piero Testa - 11/1/2011 - 00:35
Può essere interessante sapere che il verso che fa da ritornello non è di Theodorakis, ma riprende quello di una canzone che Manos Hatzidakis aveva composto, parole e musica, per un film di non grande peso uscito nel 1959 e che Nana Mouskouri aveva portato a discreto successo:
Gian Piero Testa - 27/7/2012 - 16:27
×
Στίχοι του Μίκη Θεοδωράκη
Μουσική του Μίκη Θεοδωράκη
Πρώτη εκτέλεση του Πέτρου Πανδή
Testo e musica di Mikis Theodorakis
Prima esecuzione di Petros Pandìs - 1973
Non ne potevo più da ormai molti, troppi giorni, di sentire solo per timidi sussurri che "qualcosa" sta accadendo nei paesi magrebini. Che delicatezza, i nostri mezzi di comunicazione, nel dirci con tutta nonchalance che i Bava Beccaris sono di nuovo all'opera, come sempre e come ovunque quando la plebe domanda pane! Forse non vogliono turbare la nostra digestione del panettone.
Volevo sfogarmi, almeno con tre righe da mettere sotto questa canzone di Mikis Theodorakis, convintissimo di averla già mandata da parecchio tempo. Ma non l'ho trovata, o forse non so cercarla bene. O forse l'ho mandata a commento di qualche altra cosa e per questo si è resa irreperibile. In ogni caso, eccola qui. Mikis la scrisse, testo e musica suoi (anche se ai poliziotti di guardia dava da bere di stare strimpellando Hatzidakis, visto che le canzoni sue erano proibite pure per lui, che le aveva create) nella casa del confino di Zatuna (Arcadia) tra l'agosto del 1968 e il novembre del 1969. Fa parte, infatti, di Arkadìa I, che Petros Pandìs incise a Parigi solo nel 1973. Mikis lamentava che di quanto era accaduto al suo paese sotto gli occhi dell'Occidente, di quell'Occidente tanto pronto a sollevarsi contro i misfatti del socialismo reale, all'Occidente, appunto, non importasse poi un granché. L'Europeo ha due orecchie, una grande e una piccola, una che ci sente benissimo e l'altra piuttosto sorda.
Oggi l'italiano drappeggiato nella santa vittrice bandiera è sdegnato con Lula che - incastrato dalle sue leggi, come noi in casi analoghi siamo giustamente incastrati dalle nostre - lo sbeffeggia dall'altra sponda dell'oceano; ma dei tunisini e degli algerini falciati per aver chiesto da mangiare non gliene può fregar di meno. D'accordo, d'accordo, tutti abbiamo il nostro modo di sintonizzarci con gli echi del mondo: ma quando sono i lamenti dei poveracci falciati dalla mitraglia a poche miglia di Mare Nostrum, forse la sordità non è un handicap così semplice e così incolpevole. Là in alto, fors'anche sul Quirinale, c'è qualche, c'è qualche mistero...(gpt)