Se il punto di vista di Dio,
se fosse stato identico al mio
a nessuno sarebbe toccato
di nascere uomo e morire soldato
Ma quando la guerra mi ha tolto,
insieme al sorriso, anche questi pensieri
io, per amore di un sogno,
ho dato al mio viso il nome di "Neri".
Settembre cammina di spalle,
con gli occhi all'estate e la nuca all'inverno
ma dopo otto giorni si volta
con la fronte al cielo e il dorso all'inferno.
L'audacia è come la breva:
non resta nel palmo ma soffia alla schiena;
e fino alla cima dei monti sapendomi in pena
vento e coraggio mi portarono in braccio.
Figlia ti lascio la mano
sapessi a che prezzo ti starò lontano
Moglie dai cento "rimani"
è tempo che vada dove sorge il domani
A questa città d'acqua dolce
farò ritorno con il ghigno alle guance,
ma, pure se della vittoria
dovesse restarmi soltanto il disegno
sarò morto più degno.
E mi sembra già di sentir
l'invocare di mia madre
che pregherà tutti i giorni
che suo figlio ritorni
quando alla sera il letto è un altare
e inginocchiata chiederà a Dio
che queste parole non siano soltanto un addio.
se fosse stato identico al mio
a nessuno sarebbe toccato
di nascere uomo e morire soldato
Ma quando la guerra mi ha tolto,
insieme al sorriso, anche questi pensieri
io, per amore di un sogno,
ho dato al mio viso il nome di "Neri".
Settembre cammina di spalle,
con gli occhi all'estate e la nuca all'inverno
ma dopo otto giorni si volta
con la fronte al cielo e il dorso all'inferno.
L'audacia è come la breva:
non resta nel palmo ma soffia alla schiena;
e fino alla cima dei monti sapendomi in pena
vento e coraggio mi portarono in braccio.
Figlia ti lascio la mano
sapessi a che prezzo ti starò lontano
Moglie dai cento "rimani"
è tempo che vada dove sorge il domani
A questa città d'acqua dolce
farò ritorno con il ghigno alle guance,
ma, pure se della vittoria
dovesse restarmi soltanto il disegno
sarò morto più degno.
E mi sembra già di sentir
l'invocare di mia madre
che pregherà tutti i giorni
che suo figlio ritorni
quando alla sera il letto è un altare
e inginocchiata chiederà a Dio
che queste parole non siano soltanto un addio.
inviata da Lorenzo Masetti - 20/12/2010 - 22:53
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"La storia sbagliata" (2010)
Da questo incontro prende vita una complessa e ricca vicenda di misteri, eroismi e probabili tradimenti definita , nella prefazione di Marino Severini, la storia di tutte le storie, l’amore della Gianna e del Neri, un amore al tempo in cui il vento lacerava le liste dei fucilieri. Una storia infangata, umiliata, ingiuriata strappata alla memoria, soffocata bendata e poi scaraventata nel burrone della dimenticanza. Ma l’amore vince, vince sempre.
Filippo Andreani scrive e racchiude magistralmente questa storia , questa storia italiana , italiana lombarda, in un’opera pop realizzata per voce e chitarre , musicata, cantata e scritta in un essenziale libro cd edito da Nodo Libri i Suoni. E’ un coraggioso e riuscito tentativo di raccontare la storia della resistenza e del sacrificio con parole e musica da un brillante e geniale cantautore .
“Una libreria ancora vuota e scatole di libri da riporvi. Era la primavera di due anni fa. L’abitazione di ogni nuova casa è sempre preceduta dalla necessità di sentirla propria: a questo scopo, chi ama leggere ed ascoltare musica vi ci porta libri e dischi prima d’ogni altra cosa. Nel breve tragitto che dalla scatola porta al ripiano, i libri quasi ti guardano negli occhi, mentre li giri tra le mani per riporli nel senso corretto. E passano titoli che non ricordavi di avere, insieme a quelli che ti ricordano un’età, o il posto dove li hai letti e l’odore che c’era. Il cuore si ferma e riparte quando scorrono le copertine dei libri che hai quasi imparato a memoria. Tra questi, quelli che mi avevano svelato l’incredibile storia della “Gianna” e del “Capitano Neri”. Non so ancora dire perché mi sia perdutamente innamorato di questa vicenda: se sia stato piu’ per una curiosità diventata brama di riviverne i giorni, o se per un’emozione cullata sino a volerne riscrivere le sorti. Ma, di fatto, finivo di riempire la libreria con quei due nomi davanti, uno per occhio. Finché, terminato il lavoro, cominciai a scrivere su un foglio arrivato da chissà dove le prime parole….”se il punto di vista di Dio…”. L’inizio della prima canzone del mio primo disco…..”
da Babylonbus