Da questa pagina di Giuseppe Cirigliano.
Che cos'è questa spina che punge le mani
e regala un gradito dolore,
un brivido al sogno incolore
di una pace malata e impotente
dove il domani
annega in un niente
gonfio di rumore?
Che cos'è questo fumo che sfida il respiro
e lo spinge ad aprire il suo velo,
a cercare un po' d'aria vicino?
Che cos'è questo soffio di guerra
che non sa di cielo
perché nasce da terra
nell'ombra del mattino?
È qualcosa che non va via,
più "bisogno" che "sogno" o "idea",
è qualcosa che non va via.
Che cos'è questo vizio che vive di poco
e che tanto ci scalda la vita,
mentre inventa una strada in salita,
per il gusto dolce ed antico
di non stare al gioco,
per il suono antico
di ogni parola ferita?
È qualcosa che non va via…
Ci piacerebbe stare distesi a guardare le stelle,
far volare aquiloni, inseguire farfalle,
viaggiare le stagioni su immaginari aeroplani,
ma abbiamo un canto silenzioso che ci nasce tra le mani.
Che cos'è questa luce che da una finestra,
semiaperta sul fondo del cuore,
sale piano e arriva alla testa
di un tempo che muore,
accende il volto di ieri
e tutto ciò che resta?
È qualcosa che non va via…
e regala un gradito dolore,
un brivido al sogno incolore
di una pace malata e impotente
dove il domani
annega in un niente
gonfio di rumore?
Che cos'è questo fumo che sfida il respiro
e lo spinge ad aprire il suo velo,
a cercare un po' d'aria vicino?
Che cos'è questo soffio di guerra
che non sa di cielo
perché nasce da terra
nell'ombra del mattino?
È qualcosa che non va via,
più "bisogno" che "sogno" o "idea",
è qualcosa che non va via.
Che cos'è questo vizio che vive di poco
e che tanto ci scalda la vita,
mentre inventa una strada in salita,
per il gusto dolce ed antico
di non stare al gioco,
per il suono antico
di ogni parola ferita?
È qualcosa che non va via…
Ci piacerebbe stare distesi a guardare le stelle,
far volare aquiloni, inseguire farfalle,
viaggiare le stagioni su immaginari aeroplani,
ma abbiamo un canto silenzioso che ci nasce tra le mani.
Che cos'è questa luce che da una finestra,
semiaperta sul fondo del cuore,
sale piano e arriva alla testa
di un tempo che muore,
accende il volto di ieri
e tutto ciò che resta?
È qualcosa che non va via…
Contributed by Riccardo Venturi - 2006/3/3 - 23:12
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