Testo e musica di Roberto Leoncino
Ho dodici anni e vivo, si fa per dire, a Calcutta
fra quella troppa gente disgraziata e brutta;
probabilmente mi hai visto in un telegiornale
o dentro a qualche spot di... carità virtuale;
tiro la giacca ai turisti e a quei quattro fessi
che, ancora, vengono qui a cercare se stessi,
mentre qui c'è solo da perdersi nell'affollato niente
dove l'unico vuoto reale resta sempre il mio ventre.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Non so più la mia età, sono uno dei tanti
che, nelle strade d'Europa, puoi trovarti davanti,
testimone sgradito del trionfo volgare
di uno spreco ingiurioso che non si può arrestare;
crocifisso ai margini di questa grassa festa,
macchina col motore che gracchia e picchia in testa,
ma che fabbrica sogni a colori e promesse di abbracci
mentre io, in bianco e nero, muoio stringendo i miei stracci.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Io sono nato qui, nel quartiere nero
che, della Grande Mela, è il grande cimitero
dove muore ogni giorno il Sogno Americano
e resta solo un incubo ormai di terza mano.
In questi anni uguali non ho mai visto scuola,
mi dicono sia un posto dove serve la pistola!
e una pistola costa troppo, sì, ma costa poco imparare che senza scuola, ma armati, forse, si può campare.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Hanno detto che non serve questo disfattismo,
ci vuole iniziativa, coraggio ed ottimismo,
con lo spirito giusto e un po' d'inventiva
si può stare sicuri che la fortuna arriva!
Ma, se non siamo moderni e competitivi,
non abbiamo motivo per rimanere vivi,
tanto, dopo la vita, anche la nostra morte
sarà un grido spezzato dietro le loro porte!
Perché la loro coscienza è un posto misero, fra i tanti,
con cui non hanno fatto e non faranno mai i conti!
fra quella troppa gente disgraziata e brutta;
probabilmente mi hai visto in un telegiornale
o dentro a qualche spot di... carità virtuale;
tiro la giacca ai turisti e a quei quattro fessi
che, ancora, vengono qui a cercare se stessi,
mentre qui c'è solo da perdersi nell'affollato niente
dove l'unico vuoto reale resta sempre il mio ventre.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Non so più la mia età, sono uno dei tanti
che, nelle strade d'Europa, puoi trovarti davanti,
testimone sgradito del trionfo volgare
di uno spreco ingiurioso che non si può arrestare;
crocifisso ai margini di questa grassa festa,
macchina col motore che gracchia e picchia in testa,
ma che fabbrica sogni a colori e promesse di abbracci
mentre io, in bianco e nero, muoio stringendo i miei stracci.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Io sono nato qui, nel quartiere nero
che, della Grande Mela, è il grande cimitero
dove muore ogni giorno il Sogno Americano
e resta solo un incubo ormai di terza mano.
In questi anni uguali non ho mai visto scuola,
mi dicono sia un posto dove serve la pistola!
e una pistola costa troppo, sì, ma costa poco imparare che senza scuola, ma armati, forse, si può campare.
Ma i padroni del mondo hanno detto che
penseranno anche a me!
Hanno detto che non serve questo disfattismo,
ci vuole iniziativa, coraggio ed ottimismo,
con lo spirito giusto e un po' d'inventiva
si può stare sicuri che la fortuna arriva!
Ma, se non siamo moderni e competitivi,
non abbiamo motivo per rimanere vivi,
tanto, dopo la vita, anche la nostra morte
sarà un grido spezzato dietro le loro porte!
Perché la loro coscienza è un posto misero, fra i tanti,
con cui non hanno fatto e non faranno mai i conti!
inviata da adriana - 27/2/2006 - 13:16
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