La calle más larga,
el río más ancho,
las minas más lindas del mundo...
El dulce de leche,
el gran colectivo,
alpargatas, soda y alfajores...
Las huellas digitales,
los dibujos animados,
las jeringas descartables,
la birome...
La transfusión sanguínea,
el seis a cero a Perú,
y muchas otras cosas más...
La argentinidad al palo...
la argentinidad al palo...
Gigantes como el Obelisco,
campeones de fútbol,
boxeo y hockey.
Locatti, Barreda, Monzón y Cordera
también, matan por amor.
Tanos, gallegos, judíos,
criollos, polacos, indios, negros,
cabecitas... pero con pedigree francés
somos de un lugar
santo y profano a la vez,
mixtura de alta combustión
la argentinidad al palo...
la argentinidad al palo...
Diseminados, y en franca expansión,
hoy nos espera el mundo entero,
no es para menos la coronación,
brota el encanto del suelo argento.
¡Vamo´...! ¡Vamo´...!
¡Y no me vengan con cuentos chinos!
Que El Che, Gardel y Maradona
son los number one,
como también lo soy yo,
y argentinos
¡gracias a Dios!
También Videla y el mundial 78
Spadone y la leche adulterada
Manzano se hizo la cirugía del orto
Descuartizan vacas en el norte.
Y siguen los nariguetazos en el Congreso
Galtieri y “los estamos esperando”.
Mas desnutridos
En el “Granero del mundo”.
Cayó la Fundación Padre Bufarra.
Alfonsín con “la casa está en orden”
“El que apuesta al dólar pierde”,
dijo el Misterio.
Tambien Menem y su primer inmundo
Caballo y sus lágrimas de cocodrillo.
Cinco presidentes en una semana.
Encontraron el muñeco de Yabrán
Con un tiro en la cabeza.
De La Rúa con su tímida boludez...
Pero... ¿qué me vienen a coger
A mí con la pija muerta?
¡yo la tengo mucho mas grande que vos!
A los boludos como vos me los cojo
De parado.
Cuando vos fuiste,
Yo ya fui y vine... ¡Cuarenta veces!
¿Cómo no querés que los cague,
si son unos boludos de mierda?
¡Son todos una manga de garcas!
¡Este país está lleno de ladrones!
¿Yo?... ¡Argentino!
Como el tiro en el corazón
De Favaloro.
Del éxtasis a la agonía
oscila nuestro historial.
Podemos ser lo mejor, o también lo peor,
con la misma facilidad.
¡Al palo! ¡Al palo! ¡Al palo!
el río más ancho,
las minas más lindas del mundo...
El dulce de leche,
el gran colectivo,
alpargatas, soda y alfajores...
Las huellas digitales,
los dibujos animados,
las jeringas descartables,
la birome...
La transfusión sanguínea,
el seis a cero a Perú,
y muchas otras cosas más...
La argentinidad al palo...
la argentinidad al palo...
Gigantes como el Obelisco,
campeones de fútbol,
boxeo y hockey.
Locatti, Barreda, Monzón y Cordera
también, matan por amor.
Tanos, gallegos, judíos,
criollos, polacos, indios, negros,
cabecitas... pero con pedigree francés
somos de un lugar
santo y profano a la vez,
mixtura de alta combustión
la argentinidad al palo...
la argentinidad al palo...
Diseminados, y en franca expansión,
hoy nos espera el mundo entero,
no es para menos la coronación,
brota el encanto del suelo argento.
¡Vamo´...! ¡Vamo´...!
¡Y no me vengan con cuentos chinos!
Que El Che, Gardel y Maradona
son los number one,
como también lo soy yo,
y argentinos
¡gracias a Dios!
También Videla y el mundial 78
Spadone y la leche adulterada
Manzano se hizo la cirugía del orto
Descuartizan vacas en el norte.
Y siguen los nariguetazos en el Congreso
Galtieri y “los estamos esperando”.
Mas desnutridos
En el “Granero del mundo”.
Cayó la Fundación Padre Bufarra.
Alfonsín con “la casa está en orden”
“El que apuesta al dólar pierde”,
dijo el Misterio.
Tambien Menem y su primer inmundo
Caballo y sus lágrimas de cocodrillo.
Cinco presidentes en una semana.
Encontraron el muñeco de Yabrán
Con un tiro en la cabeza.
De La Rúa con su tímida boludez...
Pero... ¿qué me vienen a coger
A mí con la pija muerta?
¡yo la tengo mucho mas grande que vos!
A los boludos como vos me los cojo
De parado.
Cuando vos fuiste,
Yo ya fui y vine... ¡Cuarenta veces!
¿Cómo no querés que los cague,
si son unos boludos de mierda?
¡Son todos una manga de garcas!
¡Este país está lleno de ladrones!
¿Yo?... ¡Argentino!
Como el tiro en el corazón
De Favaloro.
Del éxtasis a la agonía
oscila nuestro historial.
Podemos ser lo mejor, o también lo peor,
con la misma facilidad.
¡Al palo! ¡Al palo! ¡Al palo!
inviata da Bartleby - 12/10/2010 - 14:22
Note scritte in base alle informazioni raccolte soprattutto su es.wikipedia e da una pagina curata da tal saberjuarez08 interamente dedicata alla canzone dei Bersuit.
- “las minas más lindas del mundo” … non è che in Argentina ci siano le miniere più belle del mondo… “mina” in questo caso significa femmina…
- “el gran colectivo, alpargatas, soda y alfajores”… Buenos Aires è famosa per essere la prima metropoli latinoamericana dove si sviluppò, a partire dagli anni 20, una capillare rete di trasporto pubblico; l’“alpargata” è la scarpa in fibre naturali (quella che da noi era l’espadrilla spagnola) sinonimo di classe lavoratrice, perché calzata da gauchos, contadini ed operai. Negli anni 40 e 50, quelli della presidenza di Juan Domingo Perón, gli anti-peronisti ed il movimento studentesco contestavano la politica del governo gridando “No a la dictadura de las alpargatas”, mentre i sostenitori di Perón, la classe operaia soprattutto, rispondevano: “alpargatas sí, libros no”; la soda è ovviamente l’acqua addizionata di acido carbonico erogata con il tipico sifone (“whisky, soda e rock ’n’ roll”). In Argentina se ne fa ancora un gran uso; gli “alfajores” sono i biscotti farciti tipici della pasticceria latinoamericana…
- “Las huellas digitales, los dibujos animados, las jeringas descartables, la birome” … Il sistema di identificazione personale attraverso le impronte digitali fu inventato e sviluppato da Juan Vucetich (Iván Vučetić), un argentino di origine croata; non furono Disney o altri americani a realizzare i primi lungometraggi d’animazione e sonorizzati ma fu il disegnatore argentino di origine italiana (lombardo) Quirino Cristiani; “birome” o lapicera… la penna a sfera fu inventata dai fratelli ungheresi Laszlo e George Biro nel 1938. Ma i due, fuggendo al nazismo, emigrarono in Argentina e lì cominciarono a produrre le loro biro all’inizio degli anni 40…
- “la transfusión sanguínea”… il metodo per la conservazione del sangue umano fu sviluppato dal medico argentino Luis Agote all’inizio del XX secolo. Invece Carlos Arcusín inventò (mica tanto tempo fa, nel 1989) la “jeringa descartable”, la siringa ipodermica usa-e-getta con il suo cappuccio di sicurezza.
- “el seis a cero a Perú”… Ai mondiali di calcio del 1978, quelli sotto dittatura, l’Argentina sconfisse il Perù per 6 a 0. Siccome il portiere peruviano, Ramon Quiroga detto “Chupete”, era di origine argentina (nato a Rosario, proprio la città dove si disputò l’incontro), siccome in molti avevano chiesto inutilmente la sostituzione di Quiroga per via del suo palese “conflitto di interessi”, siccome prima della partita il generale Videla insieme al segretario di Stato americano Henry Kissinger si attardarono nello spogliatoio della nazionale peruviana, insomma, si è sempre sostenuto che quella partita, che fu piuttosto un set del tennis, fosse stata truccata. La conferma è venuta molti anni dopo, ma i mandanti pare non furono – una volta tanto – i generali fascisti, ma i narcotrafficanti colombiani del cartello di Calì che offrirono molti soldi ai peruviani per “facilitare” il passaggio dell’Argentina… che ci fosse pure una naturale connessione tra dittatura e narcos?
- “Gigantes como el Obelisco”… L’Obelisco, o Monumento, di Buenos Aires si trova in Piazza della Repubblica. Fu costruito a tempo di record nel 1936, nel luogo dove sorgeva la chiesa di San Nicola di Bari (non sapevo che in Argentina avessero santificato il mio cantante preferito!), dalla impresa argentina GEOPÉ che però era integralmente a capitale tedesco e quindi, vista l’epoca, nazista…
- “Locatti, Barreda, Monzón y Cordera”… Locatti è un attore comico che cercò di disfarsi della moglie buttandola dalla finestra (ma non gli riuscì di ammazzarla), Barreda è un dentista argentino che sterminò la famiglia nei primi anni 90, Carlos Monzón è il famoso pugile che pure lui, nel 1988, buttò la moglie dalla finestra (a lui invece gli riuscì di ammazzarla e si fece, giustamente, un bel po’ di anni di galera), e Cordera è probabilmente un’ironica autocitazione del cantante dei Bersuit, Gustavo Cordera…
- “También Videla y el mundial 78”… “Sotto il segno della pace, dichiaro aperti i Mondiali di calcio 1978!”, così il generale Jorge Rafael Videla alla partita di esordio del “mondiale dei generali”… Così scriveva invece nella sua autobiografia Osvaldo Ardiles, centrocampista dell’Argentina campione del mondo: “Stavamo disputando la finale nello stadio del River Plate, e a tre-quattrocento metri c’era la scuola della di meccanica navale. Solo dopo abbiamo scoperto che era il principale centro di tortura della marina. E penso, quando segnavamo, tutti ci potevano sentire. Le guardie magari dicevano ai prigionieri “stiamo vincendo”, è così che probabilmente glielo riferivano. Non dicevano “L’Argentina sta vincendo” ma “noi stiamo vincendo”. Uno è l’aguzzino, l’altro la sua vittima. E poi penso: coloro che erano imprigionati come si sentivano, felici o tristi? In un certo senso erano felici perché erano argentini, e stavamo vincendo la Coppa del Mondo per la prima volta nella nostra storia. Meraviglioso. Ma sapevano che quella vittoria significava che la dittatura militare sarebbe durata ancora a lungo. Che non sarebbero stati rilasciati. Cosa hanno provato in quei momenti?”.
- “Spadone y la leche adulterada”… Carlos Spadone, segretario di Stato del presidente Menem, nel 1991 fu il protagonista di uno squallido scandalo: il Ministero della salute acquistò 2000 tonnellate di latte in polvere da una ditta, la Summum, e non solo parte di questo latte si rivelò essere guasta ma venne anche fuori che Spadone era il proprietario dell’impresa fornitrice… Al processo, tutti assolti…
- “Manzano se hizo la cirugía del orto”… José Luis Manzano, un altro formatosi alla scuola di corruzione di Menem, uno che dichiarava candidamente “Yo robo para la corona”, cioè per Menem stesso. Era famoso per la sua eleganza e per un narcisismo senza eguali: pare che si fece rifare le chiappe per poter mostrare un culo più atletico (a questo allude il testo della canzone). Negli anni 90 si è trasferito negli Stati Uniti dove ha investito nel settore televisivo e dove ha collezionato una lunga serie di denunce e processi per truffa e riciclaggio. Più tardi, nell’Argentina del dissesto, mentre la gente protestava e moriva nelle strade, Manzano e i suoi complici hanno fatto un sacco di soldi sulle privatizzazioni delle decotte banche provinciali. Un vero sciacallo…
- “Descuartizan vacas en el norte”… ???
- “Y siguen los nariguetazos en el Congreso”… Alejandro Saidán, funzionario presso il Parlamento argentino dal 1985, è stato arrestato nel 2007 con l’accusa di aver spacciato per anni cocaina fuori e dentro il Congresso. Tra i suoi clienti più affezionati numerosi deputati…
Galtieri e la guerra delle Malvinas
- “Galtieri y “los estamos esperando”… Il generale Leopoldo Galtieri fu l’artefice della guerra delle Malvinas. Quando l’Argentina entrò in guerra con l’Inghilterra, Galtieri pronunciò una frase memorabile: "¡Si quieren venir que vengan, los estamos esperando!”… e gli inglesi vennero e li fecero neri: morirono 650 giovani argentini e 250 giovani britannici, tutti morti in una stupida, ridicola guerra per il possesso di un po’ di pesce e qualche pecora (all’apoca non si sapeva degli importanti giacimenti petroliferi)…
- “Mas desnutridos en el “Granero del mundo” … Fin dagli anni 30 l’Argentina è il maggior produttore di grano del mondo. Eppure ciò non ha impedito, soprattutto durante i recenti anni di crisi, che milioni di argentini, bambini in particolare (2.6 milioni, secondo le stime del Banco Mondiale) abbiano patito e continuino a soffrire per la fame…
- “Cayó la Fundación Padre Bufarra”… “bufarra” in lunfardo sta per pedofilo. In questo caso ci si riferisce ai frequenti – anche in Argentina - abusi di bambini da parte di appartenti al clero o ad istituti religiosi. In particolare i Bersuit si riferiscono al sacerdote cattolico Julio César Grassi, fondatore della Fundación Felices los Niños, poi condannato a 15 anni di carcere per abusi sessuali su decine di minorenni…
- “Alfonsín con “la casa está en orden”… Durante la Pasqua del 1987 l’Argentina fu scossa dal terrore di un nuovo ritorno dei militari: molti ufficiali, i cosiddetti “carapintadas”, si ribellarono mostrando di non voler obbedire al governo. Il presidente Raul Alfonsín apparentemente fece il duro, incontrò i rivoltosi e poi, rivolgendosi alla nazione, pronunciò una famosa frase ad effetto: “Argentinos, la casa está en orden, felices Pascuas”. Ma in realtà aveva appena promesso la totale impunità a quegli stessi militari che fino a qualche anno prima avevano fatto a pezzi il popolo. Di lì a poco, infatti, le famigerate leggi “Obediencia Debida” e “Punto Final”…
- “El que apuesta al dólar pierde, dijo el Ministerio”… La frase fu pronunciata nel 1981 da Lorenzo Sigaut, ministro del tesoro sotto la dittatura militare… “Chi scommette sul dollaro perde”, l’ultima frase famosa… poche ore dopo il dollaro schizzava alle stelle…
- “Tambien Menem y su primer inmundo”… Anche Menem, come Alfonsín, si distinse per la sua soggezione ai militari. Durante la sua presidenza furono indultati centinaia di boia della dittatura…
- “Caballo y sus lágrimas de cocodrillo”… Domingo Cavallo, economista e ministro dell’economia sotto Menem e de la Rúa. Con la sua “legge di convertibilità”, che stabiliva l’equivalenza tra peso argentino e dollaro americano, e le privatizzazioni massicce riuscì a combattere l’iperinflazione ma aumentò esponenzialmente l’indebitamento pubblico, la disoccupazione e la povertà. Quando nl 2001 gli squali della finanza, dopo aver divorato tutto il commestibile, se ne andarono lasciando l’Argentina col culo per terra, Cavallo chiuse il recinto quando le bestie erano già scappate: a rimanere intrappolati nel suo “corralito” furono solo gli argentini che non poterono più disporre dei propri piccoli risparmi, sempre che fosse rimasto loro qualcosa… Alla fine del 2001, travolto da cacerolazos e piquetes, il governo di de la Rúa e Cavallo scappò via in elicottero, non prima di aver dato l’ordine alla sua polizia di ammazzare per strada decine di argentini che protestavano…
- “Cinco presidentes en una semana”... dopo la fuga di de la Rúa, la situazione era talmente grave che prima che il Potere si riprendesse dalla batosta (cosa avvenuta poi solo nel 2003 con l’elezione di Néstor Kirchner) si succedettero ben quattro presidenti: Ramón Puerta, Adolfo Rodríguez Saa, Eduardo Camaño ed Eduardo Duhalde.
- “Encontraron el muñeco de Yabrán con un tiro en la cabeza”... Alfredo Yabrán era un affarista tirapiedi del corrottissimo Menem. Quando nel 1995 Menem fece fuori Domingo Cavallo, questi per vendetta denunciò la corruzione che regnava nella corte presidenziale e di cui Yabrán era il principale artefice. Ma Cavallo non fu il solo. La rivista Noticias pubblicò diverse inchieste sui loschi traffici di Menem e del suo faccendiere. Il giornalista di Noticias che si occupava di questi reportage, José Luis Cabezas, fu assassinato brutalmente nel 1997. Il mandante conclamato dell’omicidio, lo stesso Alfredo Yabrán, si suicidò l’anno seguente per sfuggire alla giustizia.
- “De La Rúa con su tímida boludez”... “Boludo” in lunfardo significa coglione, imbecille. Il presidente de la Rúa era considerato un boludo, perché era persona priva di acutezza ed ironia e famoso per la sua incapacità di cogliere il senso di qualsiasi battuta.
“Como el tiro en el corazón de Favaloro”... René Favaloro è stato un grande medico chirurgo argentino. Nato nel 1923 in un barrio povero, figlio di un muratore e di una sarta, negli anni 60 fu il primo chirurgo al mondo a realizzare un bypass aorto-coronarico. Nel 2000 la fondazione di ricerca e specializzazione in chirurgia toracica da lui fondata nel 1975 fu travolta, come tutto il resto, dalla crisi. Favaloro chiese aiuto al presidente de la Rúa ma non ottenne alcuna risposta. Il 29 luglio 2000 si tolse la vita in segno di protesta. Nella sua lettera di commiato esprimeva la sua stanchezza “per essere ormai un mendicante nel proprio paese” e auspicava che la sua morte servisse agli argentini per aprire gli occhi sui problemi che li affliggevano.
- “las minas más lindas del mundo” … non è che in Argentina ci siano le miniere più belle del mondo… “mina” in questo caso significa femmina…
- “el gran colectivo, alpargatas, soda y alfajores”… Buenos Aires è famosa per essere la prima metropoli latinoamericana dove si sviluppò, a partire dagli anni 20, una capillare rete di trasporto pubblico; l’“alpargata” è la scarpa in fibre naturali (quella che da noi era l’espadrilla spagnola) sinonimo di classe lavoratrice, perché calzata da gauchos, contadini ed operai. Negli anni 40 e 50, quelli della presidenza di Juan Domingo Perón, gli anti-peronisti ed il movimento studentesco contestavano la politica del governo gridando “No a la dictadura de las alpargatas”, mentre i sostenitori di Perón, la classe operaia soprattutto, rispondevano: “alpargatas sí, libros no”; la soda è ovviamente l’acqua addizionata di acido carbonico erogata con il tipico sifone (“whisky, soda e rock ’n’ roll”). In Argentina se ne fa ancora un gran uso; gli “alfajores” sono i biscotti farciti tipici della pasticceria latinoamericana…
- “Las huellas digitales, los dibujos animados, las jeringas descartables, la birome” … Il sistema di identificazione personale attraverso le impronte digitali fu inventato e sviluppato da Juan Vucetich (Iván Vučetić), un argentino di origine croata; non furono Disney o altri americani a realizzare i primi lungometraggi d’animazione e sonorizzati ma fu il disegnatore argentino di origine italiana (lombardo) Quirino Cristiani; “birome” o lapicera… la penna a sfera fu inventata dai fratelli ungheresi Laszlo e George Biro nel 1938. Ma i due, fuggendo al nazismo, emigrarono in Argentina e lì cominciarono a produrre le loro biro all’inizio degli anni 40…
- “la transfusión sanguínea”… il metodo per la conservazione del sangue umano fu sviluppato dal medico argentino Luis Agote all’inizio del XX secolo. Invece Carlos Arcusín inventò (mica tanto tempo fa, nel 1989) la “jeringa descartable”, la siringa ipodermica usa-e-getta con il suo cappuccio di sicurezza.
- “el seis a cero a Perú”… Ai mondiali di calcio del 1978, quelli sotto dittatura, l’Argentina sconfisse il Perù per 6 a 0. Siccome il portiere peruviano, Ramon Quiroga detto “Chupete”, era di origine argentina (nato a Rosario, proprio la città dove si disputò l’incontro), siccome in molti avevano chiesto inutilmente la sostituzione di Quiroga per via del suo palese “conflitto di interessi”, siccome prima della partita il generale Videla insieme al segretario di Stato americano Henry Kissinger si attardarono nello spogliatoio della nazionale peruviana, insomma, si è sempre sostenuto che quella partita, che fu piuttosto un set del tennis, fosse stata truccata. La conferma è venuta molti anni dopo, ma i mandanti pare non furono – una volta tanto – i generali fascisti, ma i narcotrafficanti colombiani del cartello di Calì che offrirono molti soldi ai peruviani per “facilitare” il passaggio dell’Argentina… che ci fosse pure una naturale connessione tra dittatura e narcos?
- “Gigantes como el Obelisco”… L’Obelisco, o Monumento, di Buenos Aires si trova in Piazza della Repubblica. Fu costruito a tempo di record nel 1936, nel luogo dove sorgeva la chiesa di San Nicola di Bari (non sapevo che in Argentina avessero santificato il mio cantante preferito!), dalla impresa argentina GEOPÉ che però era integralmente a capitale tedesco e quindi, vista l’epoca, nazista…
- “Locatti, Barreda, Monzón y Cordera”… Locatti è un attore comico che cercò di disfarsi della moglie buttandola dalla finestra (ma non gli riuscì di ammazzarla), Barreda è un dentista argentino che sterminò la famiglia nei primi anni 90, Carlos Monzón è il famoso pugile che pure lui, nel 1988, buttò la moglie dalla finestra (a lui invece gli riuscì di ammazzarla e si fece, giustamente, un bel po’ di anni di galera), e Cordera è probabilmente un’ironica autocitazione del cantante dei Bersuit, Gustavo Cordera…
- “También Videla y el mundial 78”… “Sotto il segno della pace, dichiaro aperti i Mondiali di calcio 1978!”, così il generale Jorge Rafael Videla alla partita di esordio del “mondiale dei generali”… Così scriveva invece nella sua autobiografia Osvaldo Ardiles, centrocampista dell’Argentina campione del mondo: “Stavamo disputando la finale nello stadio del River Plate, e a tre-quattrocento metri c’era la scuola della di meccanica navale. Solo dopo abbiamo scoperto che era il principale centro di tortura della marina. E penso, quando segnavamo, tutti ci potevano sentire. Le guardie magari dicevano ai prigionieri “stiamo vincendo”, è così che probabilmente glielo riferivano. Non dicevano “L’Argentina sta vincendo” ma “noi stiamo vincendo”. Uno è l’aguzzino, l’altro la sua vittima. E poi penso: coloro che erano imprigionati come si sentivano, felici o tristi? In un certo senso erano felici perché erano argentini, e stavamo vincendo la Coppa del Mondo per la prima volta nella nostra storia. Meraviglioso. Ma sapevano che quella vittoria significava che la dittatura militare sarebbe durata ancora a lungo. Che non sarebbero stati rilasciati. Cosa hanno provato in quei momenti?”.
- “Spadone y la leche adulterada”… Carlos Spadone, segretario di Stato del presidente Menem, nel 1991 fu il protagonista di uno squallido scandalo: il Ministero della salute acquistò 2000 tonnellate di latte in polvere da una ditta, la Summum, e non solo parte di questo latte si rivelò essere guasta ma venne anche fuori che Spadone era il proprietario dell’impresa fornitrice… Al processo, tutti assolti…
- “Manzano se hizo la cirugía del orto”… José Luis Manzano, un altro formatosi alla scuola di corruzione di Menem, uno che dichiarava candidamente “Yo robo para la corona”, cioè per Menem stesso. Era famoso per la sua eleganza e per un narcisismo senza eguali: pare che si fece rifare le chiappe per poter mostrare un culo più atletico (a questo allude il testo della canzone). Negli anni 90 si è trasferito negli Stati Uniti dove ha investito nel settore televisivo e dove ha collezionato una lunga serie di denunce e processi per truffa e riciclaggio. Più tardi, nell’Argentina del dissesto, mentre la gente protestava e moriva nelle strade, Manzano e i suoi complici hanno fatto un sacco di soldi sulle privatizzazioni delle decotte banche provinciali. Un vero sciacallo…
- “Descuartizan vacas en el norte”… ???
- “Y siguen los nariguetazos en el Congreso”… Alejandro Saidán, funzionario presso il Parlamento argentino dal 1985, è stato arrestato nel 2007 con l’accusa di aver spacciato per anni cocaina fuori e dentro il Congresso. Tra i suoi clienti più affezionati numerosi deputati…
Galtieri e la guerra delle Malvinas
- “Galtieri y “los estamos esperando”… Il generale Leopoldo Galtieri fu l’artefice della guerra delle Malvinas. Quando l’Argentina entrò in guerra con l’Inghilterra, Galtieri pronunciò una frase memorabile: "¡Si quieren venir que vengan, los estamos esperando!”… e gli inglesi vennero e li fecero neri: morirono 650 giovani argentini e 250 giovani britannici, tutti morti in una stupida, ridicola guerra per il possesso di un po’ di pesce e qualche pecora (all’apoca non si sapeva degli importanti giacimenti petroliferi)…
- “Mas desnutridos en el “Granero del mundo” … Fin dagli anni 30 l’Argentina è il maggior produttore di grano del mondo. Eppure ciò non ha impedito, soprattutto durante i recenti anni di crisi, che milioni di argentini, bambini in particolare (2.6 milioni, secondo le stime del Banco Mondiale) abbiano patito e continuino a soffrire per la fame…
- “Cayó la Fundación Padre Bufarra”… “bufarra” in lunfardo sta per pedofilo. In questo caso ci si riferisce ai frequenti – anche in Argentina - abusi di bambini da parte di appartenti al clero o ad istituti religiosi. In particolare i Bersuit si riferiscono al sacerdote cattolico Julio César Grassi, fondatore della Fundación Felices los Niños, poi condannato a 15 anni di carcere per abusi sessuali su decine di minorenni…
- “Alfonsín con “la casa está en orden”… Durante la Pasqua del 1987 l’Argentina fu scossa dal terrore di un nuovo ritorno dei militari: molti ufficiali, i cosiddetti “carapintadas”, si ribellarono mostrando di non voler obbedire al governo. Il presidente Raul Alfonsín apparentemente fece il duro, incontrò i rivoltosi e poi, rivolgendosi alla nazione, pronunciò una famosa frase ad effetto: “Argentinos, la casa está en orden, felices Pascuas”. Ma in realtà aveva appena promesso la totale impunità a quegli stessi militari che fino a qualche anno prima avevano fatto a pezzi il popolo. Di lì a poco, infatti, le famigerate leggi “Obediencia Debida” e “Punto Final”…
- “El que apuesta al dólar pierde, dijo el Ministerio”… La frase fu pronunciata nel 1981 da Lorenzo Sigaut, ministro del tesoro sotto la dittatura militare… “Chi scommette sul dollaro perde”, l’ultima frase famosa… poche ore dopo il dollaro schizzava alle stelle…
- “Tambien Menem y su primer inmundo”… Anche Menem, come Alfonsín, si distinse per la sua soggezione ai militari. Durante la sua presidenza furono indultati centinaia di boia della dittatura…
- “Caballo y sus lágrimas de cocodrillo”… Domingo Cavallo, economista e ministro dell’economia sotto Menem e de la Rúa. Con la sua “legge di convertibilità”, che stabiliva l’equivalenza tra peso argentino e dollaro americano, e le privatizzazioni massicce riuscì a combattere l’iperinflazione ma aumentò esponenzialmente l’indebitamento pubblico, la disoccupazione e la povertà. Quando nl 2001 gli squali della finanza, dopo aver divorato tutto il commestibile, se ne andarono lasciando l’Argentina col culo per terra, Cavallo chiuse il recinto quando le bestie erano già scappate: a rimanere intrappolati nel suo “corralito” furono solo gli argentini che non poterono più disporre dei propri piccoli risparmi, sempre che fosse rimasto loro qualcosa… Alla fine del 2001, travolto da cacerolazos e piquetes, il governo di de la Rúa e Cavallo scappò via in elicottero, non prima di aver dato l’ordine alla sua polizia di ammazzare per strada decine di argentini che protestavano…
- “Cinco presidentes en una semana”... dopo la fuga di de la Rúa, la situazione era talmente grave che prima che il Potere si riprendesse dalla batosta (cosa avvenuta poi solo nel 2003 con l’elezione di Néstor Kirchner) si succedettero ben quattro presidenti: Ramón Puerta, Adolfo Rodríguez Saa, Eduardo Camaño ed Eduardo Duhalde.
- “Encontraron el muñeco de Yabrán con un tiro en la cabeza”... Alfredo Yabrán era un affarista tirapiedi del corrottissimo Menem. Quando nel 1995 Menem fece fuori Domingo Cavallo, questi per vendetta denunciò la corruzione che regnava nella corte presidenziale e di cui Yabrán era il principale artefice. Ma Cavallo non fu il solo. La rivista Noticias pubblicò diverse inchieste sui loschi traffici di Menem e del suo faccendiere. Il giornalista di Noticias che si occupava di questi reportage, José Luis Cabezas, fu assassinato brutalmente nel 1997. Il mandante conclamato dell’omicidio, lo stesso Alfredo Yabrán, si suicidò l’anno seguente per sfuggire alla giustizia.
- “De La Rúa con su tímida boludez”... “Boludo” in lunfardo significa coglione, imbecille. Il presidente de la Rúa era considerato un boludo, perché era persona priva di acutezza ed ironia e famoso per la sua incapacità di cogliere il senso di qualsiasi battuta.
“Como el tiro en el corazón de Favaloro”... René Favaloro è stato un grande medico chirurgo argentino. Nato nel 1923 in un barrio povero, figlio di un muratore e di una sarta, negli anni 60 fu il primo chirurgo al mondo a realizzare un bypass aorto-coronarico. Nel 2000 la fondazione di ricerca e specializzazione in chirurgia toracica da lui fondata nel 1975 fu travolta, come tutto il resto, dalla crisi. Favaloro chiese aiuto al presidente de la Rúa ma non ottenne alcuna risposta. Il 29 luglio 2000 si tolse la vita in segno di protesta. Nella sua lettera di commiato esprimeva la sua stanchezza “per essere ormai un mendicante nel proprio paese” e auspicava che la sua morte servisse agli argentini per aprire gli occhi sui problemi che li affliggevano.
Bartleby - 14/10/2010 - 10:39
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Album “La argentinidad al palo”
Canzone che fa il paio con Sr. Cobranza de Las Manos de Filippi (che non a caso fa pure parte del repertorio dei Bersuit).
Le note necessarie sarebbero molte, e forse ci metterò mano.
Saltano comunque subito all’occhio squallidi personaggi di assassini di massa, come i generali Videla e Galtieri, il primo simbolo della dittatura argentina tra i 70 e gli 80, il secondo responsabile della terribile guerra delle Malvinas; politici corrotti, ingannatori e affamatori del popolo, come i presidenti Alfonsín , Menem e de la Rúa, o i ministri Carlos Spadone, che trafficava latte in polvere adulterato e guasto destinato ai bimbi argentini (processato e assolto!), e José Luis Manzano, quello che dichiarava candidamente “Yo robo para la corona”, cioè per Menem…