La guerra terminó
y todo feneció
yo sé que ya jamás
vera aquí el amor.
El sol volvió a salir
sin ver qué pasa aquí
el hombre sin saber
destruyó lo que hizo él.
Yo soy el que aquí queda
lo que resta de este mal
no sé cómo el destino
me obligó a superar
el caos de la guerra
y quedar aquí en la tierra
para ver esto y llorar.
La guerra terminó
y todo feneció
y todo feneció.
y todo feneció
yo sé que ya jamás
vera aquí el amor.
El sol volvió a salir
sin ver qué pasa aquí
el hombre sin saber
destruyó lo que hizo él.
Yo soy el que aquí queda
lo que resta de este mal
no sé cómo el destino
me obligó a superar
el caos de la guerra
y quedar aquí en la tierra
para ver esto y llorar.
La guerra terminó
y todo feneció
y todo feneció.
envoyé par Bartleby - 7/10/2010 - 08:54
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Scritta da José Alberto Iglesias, in arte Tanguito, e Javier Martínez
Tanguito è stato uno dei precursori del rock argentino, uno degli artisti cresciuti ad “asado” ed Elvis Presley che già nei primi anni 60 si esibivano a La Cueva, il mitico locale dei bassifondi portuali di Buenos Aires. A partire dal 1966 la polizia del dittatore di turno, il generale Onganía, dichiarò guerra alla “gioventù inconforme” ed hippies e rockettari erano le vittime preferite. La Cueva fu attaccata diverse volte finchè nel 1967 fu costretta a chiudere definitivamente. Ma Tanguito e compagni non si diedero per vinti: se la polizia chiudeva i loro spazi, loro sarebbero andati a cantare e a ballare nelle piazze. Fu proprio grazie ad una sua esibizione improvvisata in Plaza San Martín, in mezzo a centinaia di giovani, che Tanguito ebbe il suo momento di popolarità e pure un contratto televisivo ed uno discografico. Ma mentre gli si aprivano le porte di un ipotetico successo, Tanguito cominciò ad imbottirsi di droghe e di alcool e a vivere per strada, isolandosi o essendo allontanato dai vecchi compagni de La Cueva. Persone come Tanguito erano allora i soggetti ideali su cui i poliziotti potevano liberamente sfogare il proprio sadismo… Presero a perseguitarlo in ogni momento, e lui non fece che incoraggiarli, sempre sverso e molesto. Lo chiudevano in gattabuia un giorno sì e l’altro pure, lasciandolo senza assistenza durante le terribili crisi di astinenza. Poi lo assegnarono ad una nuova unità neuropsichiatrica dove fu sottoposto ad elettroshock e all’ancora più terribile shock insulinico che allora veniva ancora usato nella cura dei disturbi mentali. Dopo questo trattamento il cervello ed il corpo di Tanguito andarono definitivamente in pappa.
Nel 1972 fu internato nella sezione destinata ai criminali psicopatici.
Ma la mattina del 19 maggio 1972 Tanguito (o quel che ne restava) trovò la forza di fuggire…
Poco dopo il suo corpo fu trovato maciullato sotto le ruote di un treno alla stazione Palermo…
Della sua morte nemmeno una riga sui giornali…
Si disse che si suicidò, o che fu un incidente, ma alcuni testimoni riferirono che Tanguito era salito su di un treno e che un poliziotto l’aveva poi trascinato giù…
Naturalmente non ci fu nessuna inchiesta per la morte di un giovane rockettaro, matto, drogato e alcolista…