C’era il maestro Huber:
lui voleva la guerra,
lui voleva la guerra,
sempre la guerra, sì!
Ora il maestro Huber
trova un giorno la Schmitt al ruscello,
trova un giorno la Schmitt al ruscello:
vuole parlar con lei.
Ma Frau Schmitt – compagni –
non sopportava la puzza:
era contraria al letame,
la lavandaia Schmitt.
lui voleva la guerra,
lui voleva la guerra,
sempre la guerra, sì!
Parlando del vecchio Fritz,
aveva negli occhi un guizzo;
di Lenin diceva “Pfui!”,
di Lenin diceva “Pfui!”.
aveva negli occhi un guizzo;
di Lenin diceva “Pfui!”,
di Lenin diceva “Pfui!”.
Ora il maestro Huber
trova un giorno la Schmitt al ruscello,
trova un giorno la Schmitt al ruscello:
vuole parlar con lei.
E subito tira in ballo
Le solite lodi al Führer;
di Lenin lui dice “Pfui!”,
di Lenin lui dice “Pfui!”.
Le solite lodi al Führer;
di Lenin lui dice “Pfui!”,
di Lenin lui dice “Pfui!”.
Ma Frau Schmitt – compagni –
non sopportava la puzza:
era contraria al letame,
la lavandaia Schmitt.
Lei prese il maestro Huber,
lo mise in un mastello,
poi fece sparire anche quello,
lo fece sparir laggiù.
lo mise in un mastello,
poi fece sparire anche quello,
lo fece sparir laggiù.
Contributed by Marco Moiraghi - 2010/8/20 - 08:58
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Parole e musica di Gino Negri; manoscritto inedito, databile al 1969 circa; canzone inclusa in un spettacolo (probabilmente mai rappresentato) intitolato La dolce guerra.
(Marco Moiraghi)