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Zolletta (Lettera a Enzo G. Baldoni)

Alessio Lega
Lingua: Italiano


Alessio Lega

Lista delle versioni e commenti



legles
Enzo Baldoni
Enzo Baldoni
18 maggio 2005 / May 18, 2005
18. Mai 2005

Testo e musica di Alessio Lega
Lyrics and music by Alessio Lega
Paroles et musique d'Alessio Lega

La canzone è dedicata a Enzo Baldoni. Enzo Baldoni, come tutti sanno,anzi, come tutti forse tendono a dimenticare, è stato rapito e poi ucciso in Iraq il 27 agosto 2004.
Ucciso perché testimone libero di verità.
Questo era il Bloghdad, il suo blog dall'Iraq.
L'ultima cosa scritta, come si vede, porta la data del 26 agosto 2005. Un anno esatto dalla sua morte.

Honey Huan (Zolletta)
Honey Huan (Zolletta)
"Zolletta" (Propriamente Zolletta Huan, nell'originale inglese Honey Huan - "Honey" (miele) è un appellativo affettuoso) è un personaggio del fumetto Doonesbury di Garry Trudeau. In italiano era tradotto da Enzo Baldoni.
Nel fumetto, per il quale si veda anche questa pagina di Wikipedia italiana, il personaggio sembra essere stato ispirato a Trudeau da Tang Wensheng, l'interprete cinese del presidente americano Nixon durante i suoi celebri incontri in Cina.

Grazie a Alessio per avermi fornito il testo della canzone e il link all'mp3. Ogni altra parola sarebbe superflua, lui lo sa. [RV]

Su Enzo Baldoni vedi anche Occhiali rotti di Samuele Bersani e Inferno a Baghdad (Enzo Baldoni) di Andrea Papetti.
Chi come me è stato per lungo tempo lettore di Linus ha imparato a conoscere un nome, come quello di uno che faceva reportages deliziosi dal Chiapas insorto, e poi come soprattutto la firma delle fondamentali traduzioni di Doonesbury, una delle più belle strip americane.

Questo nome era Enzo G. Baldoni.

Questo nome è diventato noto a tutti, e presto è stato fatto molto per farlo scomparire dalla mente di tutti, come forse una delle più sfortunate fra le vittime illustri (perché ce ne sono centinaia di migliaia non illustri...) di questa ennesima sporca guerra. Per un po' ho pensato a scrivere qualcosa, perché io adoro i piccoli dimenticati, e poi alla fine è sorto dentro di me uno dei personaggi a cui lui ha dato voce come traduttore per tanto tempo, un personaggio che si chiama Zolletta, ed è una specie di deliziosa schiava d'amore e ho immaginato che Zolletta scrivesse la lettera che io mi sentivo di scrivere a Enzo G. Baldoni

(Alessio Lega, introduzione alla canzone nel disco dal vivo)
C'è come un lampo d'ironia
Che aggiusta il naso tra gli occhiali
E son tornati tutti uguali
I giorni qui che via per via

Traverso viale Papiniano
Parcheggiati come spine
In gola a tutte le mattine
Fanno mercato clandestino

Di una tristezza vietnamita
Che serba amore anche a chi muore
C'è una zolletta di dolore
Appassionata della vita

C'è qui Zolletta che si scioglie
In un caffè di Monte Nero
Il fricchettone un po' in pensiero
Lo zapatista con le doglie

E siamo qui che ti scriviamo
Del dilagare dell'agosto
Nell'obbiettivo sovraesposto
Come tre passeri su un ramo

Tu ragazzaccio straordinario
T'è parsa proprio una trovata
Sbatterci in faccia la giornata
Testimoniare in solitario

Con la tua foto tutta mossa
Che ci confonde ogni certezza
E mo' la consapevolezza
È sbigottita, zuppa e scossa

Ci resta aperta sulle mani
La scelta fra il colera e il tifo:
Fra i bombardieri americani
E i tagliagole che fan schifo

Per questo tu te ne sei andato
A curiosare in mezzo al fuoco
Lasciando al mondo sconcertato
Tutta la serietà del gioco

Vabbè Baldoni qui Milano
Conserva ancora il tuo passaggio
Come il sorriso del coraggio
Che spero ci fiorisca in mano

Vabbè Baldoni, statti bene
Qui per non piangere ridiamo
E al tuo sorriso ci speriamo
Che un po' da piangere ci viene

Vabbè Baldoni, senza fretta
Ci rivediamo certamente
Sai che non mollo facilmente
Ti aspetto. Sempre tua. Zolletta.

inviata da Alessio Lega (per indegno tramite di Riccardo Venturi) - 8/2/2006 - 03:25



Lingua: Italiano

Il testo nella versione pubblicata su Marenero

La versione incisa in studio nel 2017 ha un testo leggermente diverso che riportiamo qui
ZOLLETTA (LETTERA A ENZO G. BALDONI)

C'è come un lampo d'ironia
Che aggiusta il naso tra gli occhiali
E son tornati tutti uguali
I giorni qui che via per via

Traverso viale Papiniano
Parcheggiati come spine
In barba a tutte le mattine
Fanno mercato clandestino

Di una tristezza vietnamita
Che rende amore anche a chi muore
C'è una zolletta di dolore
Appassionata della vita

C'è qui Zolletta che si scioglie
In un caffè di Monte Nero
Un fricchettone un po' in pensiero
Gli zapatisti con le doglie

E siamo qui che ti scriviamo
Del dilagare dell'agosto
Nell'obbiettivo sovraesposto
Come tre passeri su un ramo

Tu ragazzaccio straordinario
T'è parsa proprio una trovata
Sbatterci in faccia la giornata
Testimoniare in solitaria

Con la tua foto tutta mossa
Che ci confonde ogni certezza
E mo' la consapevolezza
È sbigottita, zuppa e scossa

Rimane aperta per domani
La scelta fra il colera e il tifo:
Fra i bombardieri americani
E i tagliagole che fan schifo

Per questo tu te ne sei andato
A rimestare in mezzo al fuoco
Lasciando al mondo sconcertato
Tutta la serietà del gioco

Vabbè Baldoni qui Milano
Conserva ancora il tuo passaggio
Come il sorriso del coraggio
Che spero ci fiorisca in mano

Vabbè Baldoni, statti bene
Qui per non piangere ridiamo
E al tuo sorriso ci speriamo
Che un po' da piangere ci viene

Vabbè Baldoni, senza fretta
Ci rivediamo certamente
Sai che non mollo facilmente
Ti aspetto. Sempre tua. Zolletta.

29/8/2024 - 22:53


26 agosto 2004 - 26 agosto 2008.
Sono quattro anni - 4 anni ormai - da quando Enzo Baldoni è scivolato via, in una delle sue tante avventure.
L'uomo di Amnesty, di Linus, di Emergency, di Nigrizia. Oggi, e meglio così, è anche il nome di una via.
Così scriveva lui stesso pochi giorni prima: «Si è parlato molto di morte in questi giorni: della morte serena di Zio Carlo, filosofo e yogi, che forse sapeva la data del suo trapasso. Guardando il cielo stellato ho pensato che magari morirò anch'io in Mesopotamia, e che non me ne importa un baffo, tutto fa parte di un gigantesco divertente minestrone cosmico, e tanto vale affidarsi al vento, a questa brezza fresca da occidente e al tepore della Terra che mi riscalda il culo. L'indispensabile culo che, finora, mi ha sempre accompagnato. »

Lo ricordano gli amici sul suo sito-diario di Baghdad, rimasto così com'era, al suo ultimo messaggio...
in seguito solo un nuovo messaggio all'anno, per ricordarlo nel giorno della scomparsa - come avviene oggi.

Dario Cangelli, dalla mailing list "Brigatalolli".

La via dedicata a Enzo Baldoni dal comune di Avola (SR).
La via dedicata a Enzo Baldoni dal comune di Avola (SR).

CCG/AWS Staff - 27/8/2008 - 09:20


Stamattina sono stato a un funerale. La cerimonia è andata via liscia e incolore finché alla fine il prete ha detto: «Ora il figlio vuole dire qualche parola». Il figlio, in dieci minuti, ha tratteggiato un ritratto vivo, affettuoso e vivace del padre. Un ritratto senza sbavature, né esagerazioni, né cedimenti al sentimentalismo. Ma quei dieci minuti hanno avuto più calore, colore e spessore di tutto il resto della cerimonia. Il papà era ancora lì tra noi, vivo, e questo sarà il ricordo che ne manterremo.
Ordunque, trascurando il fatto che io sono certamente immortale, se per qualche errore del Creatore prima o poi dovesse succedere anche a me di morire - evento verso cui serbo la più tranquilla e sorridente delle disposizioni - ecco le mie istruzioni per l'uso.
La mia bara posata a terra, in un ambiente possibilmente laico, ma va bene anche una chiesa, chi se ne frega. Potrebbe anche essere la Casa delle Balene, se ci sarà già o ci sarà ancora. L'ora? Tardo pomeriggio, verso l'ora dell'aperitivo.
Se non sarà stato possibile recuperare il cadavere perché magari sono sparito in mare (non è una cattiva morte, ci sono stato vicino: ti prende una. gran serenità) in uno dei miei viaggi, andrà bene la sedia dove lavoro col mio ritratto sopra.
Verrà data comunicazione, naturalmente per posta elettronica, alla lista EnzoB e a tutte le altre mailing list che avrò all'epoca. Si farà anche un annuncio sui miei blog e su qualsiasi altra diavoleria elettronica verrà inventata nei prossimi cent'anni.
Vorrei che tutti fossero vestiti con abiti allegri e colorati. Vorrei che, per non più di trenta minuti complessivi, mia moglie, i miei figli, i miei fratelli e miei amici più stretti tracciassero un breve ritratto del caro estinto, coi mezzi che credono: lettera, ricordo, audiovisivo, canzone, poesia, satira, epigramma, haiku. Ci saranno alcune parole tabù che assolutamente non dovranno essere pronunciate: dolore, perdita, vuoto incolmabile, padre affettuoso, sposo esemplare, valle di lacrime, non lo dimenticheremo mai, inconsolabile, il mondo è un po' più freddo, sono sempre i migliori che se ne vanno e poi tutti gli eufemismi come si è spento, è scomparso, ci ha lasciati.
Il ritratto migliore sarà quello che strapperà più risate fra il pubblico. Quindi dateci dentro e non risparmiatemi. Tanto non avrete mai veramente idea di tutto quello che ho combinato.
Poi una tenda si scosterà e apparirà un buffer con vino, panini e paninetti, tartine, dolci, pasta al forno, risotti, birra, salsicce e tutto quel che volete. Vorrei l'orchestra degli Unza, gli zingari di Milano, che cominci a suonare musiche allegre, violini e sax e fisarmoniche. Non mi dispiacerebbe se la gente si mettesse a ballare. Voglio che ognuno versi una goccia di vino sulla bara, checcazzo, mica tutto a voi, in fondo sono io che pago, datene un po' anche a me.
Voglio che si rida — avete notato? Ai funerali si finisce sempre per ridere: è naturale, la vita prende il sopravvento sulla morte -. E si fumi tranquillamente tutto ciò che si vuole. Non mi dispiacerebbe se nascessero nuovi amori. Una sveltina su un soppalco defilato non la considererei un'offesa alla morte, bensì un'offerta alla vita.
Verso le otto o le nove, senza tante cerimonie, la mia bara venga portata via in punta di piedi e avviata al crematorio, mentre la musica e la festa continueranno fino a notte inoltrata. Le mie ceneri in mare, direi. Ma fate voi, cazzo mi frega.

Enzo Baldoni

DonQuijote82 - 22/1/2010 - 23:09


adriana - 21/4/2010 - 16:36


Una lapide a forma di balena
l'ultimo saluto a Enzo Baldoni
Fonte:la Repubblica.it
tombabaldoni


Ho la mia dose di ambizione come gli altri, ma se un potente del giorno ci rifiuta un brevetto o una pensione, che gioia lasciar l’anticamera senza dover ringraziare Monsignore e andar liberamente per le vie colle mani nelle tasche vuote... Ho goduto molto: ringrazio l’Eterno perché ogni anno porta il suo contingente di ragazze nubili e ogni autunno il vino; talvolta dico tra me e me che ho avuto la buona vita di un cane al sole con varie risse e qualche osso da rodere.

Marguerite Yourcenar

adriana - 27/11/2010 - 20:28


Un giorno inevitabilmente il sole contemplerà la ruggine degli inutili cannoni. C'è stato un tempo in cui è vissuto chi ha creduto che ciò fosse possibile prima dell'estinzione dell'umanità.

Guido io vorrei che tu, tuo padre ed io
fossimo presi per incantamento
e messi a chiacchierare controvento
per un progetto nostro, vostro, mio

io mi ricordo, ti sei avvicinato
e detto m’hai “grazie per Zolletta”
ed io sentii nel cuore mio una stretta
che s’è addolcita quando abbian suonato

e se nei primi tempi io mi dicevo
chissà com’è ‘sto figlio del Baldoni
che mi era caro, e se ci penso rido

ora mi chiedo, mentre mangio o bevo
mentre scherziamo o mentre provo i suoni
chissà com’era ‘sto papà del Guido?


(Alessio Lega)

26/8/2015 - 23:28


CCG/AWS Staff - 26/8/2024 - 20:37




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