Il padre di famiglia se ne stava al suo lavoro
per guadagnare il pane ai figli loro.
O quanta gente ho visto alla stazione e furon visti
era quella canaglia dei fascisti.
Il treno ferma e non andò più avanti
erano armati peggio dei briganti
s’udiva solo un colpo di moschetto
e stramazzava al suolo il poveretto.
Disse la mamma allora al figlio suo
è stato ucciso proprio papà tuo.
Sparsa la voce per la capitale
"Combatti" proclamò: Sciopero generale!
Sti quattro delinquenti co’ le facce come er sego
portavano la morte e il “me ne frego”.
Anche noi ce ne saressimo fregati
se il governo come a lor ci avesse armati.
Ma Roma è stata sempre bolscevica
trionfa sempre sì: martello falce e spiga!
per guadagnare il pane ai figli loro.
O quanta gente ho visto alla stazione e furon visti
era quella canaglia dei fascisti.
Il treno ferma e non andò più avanti
erano armati peggio dei briganti
s’udiva solo un colpo di moschetto
e stramazzava al suolo il poveretto.
Disse la mamma allora al figlio suo
è stato ucciso proprio papà tuo.
Sparsa la voce per la capitale
"Combatti" proclamò: Sciopero generale!
Sti quattro delinquenti co’ le facce come er sego
portavano la morte e il “me ne frego”.
Anche noi ce ne saressimo fregati
se il governo come a lor ci avesse armati.
Ma Roma è stata sempre bolscevica
trionfa sempre sì: martello falce e spiga!
Contributed by Riccardo Venturi - 2006/1/26 - 18:03
VIOLENZE AL CONGRESSO DEL PNF
da Il Corriere della Sera del 9 novembre 1921.
"Le camicie nere affluite a Roma per prestare servizio d’ordine al raduno nazionale fascista si scontrano ripetutamente con avversari politici e con cittadini. La prima vittima è il macchinista ferroviere Guglielmo Farsetti, freddato allo scalo San Lorenzo; per ritorsione gli antifascisti sparano contro il corteo che sfila per il quartiere San Lorenzo, uccidendo il quarantottenne milanese Franco Baldini, fondatore della squadra d’azione Aldo Sette. L’indomani gli squadristi si scatenano e massacrano i muratori Rosario Pugliesi e Alfredo Monaldini, il fornaciaio Zeno Morabici (quindicenne) e il falegname Camillo Magrini; cade inoltre l’operaio Romolo Barbieri (ucciso da un militare accorso in difesa di un fascista aggredito dalla folla). Il Comitato di difesa proletaria dichiara l’astensione del lavoro, mentre gli squadristi costituiscono un comitato d’azione segreto. Gravi incidenti scoppiano nei quartieri Testaccio, San Lorenzo, Trionfale e Trastevere; il giorno 13 un ex capitano degli Arditi, il torinese Mario Gobbi, uccide in via Crescenzio l’operaio Giovanni Coppola."
Gli scontri a San Lorenzo si ripeterono, sanguinosi, anche l'anno seguente quando, il 24 maggio 1922, i fascisti - al solito scortati da carabinieri e guardie regie - cercarono di fare una grande parata in armi in occasione della tumulazione del bersagliere Enrico Toti, eroe della Grande Guerra, caduto nel 1916. La reazione popolare fu nuovamente immediata e decisa, si legga questa recensione su L'Ordine Nuovo (il settimanale socialista fondato da Gramsci) del 26 maggio. I fascisti si squagliarono e ad accanirsi sulla gente rimasero carabinieri e guardie regie, mentre un plotone di bersaglieri rifiutò l'ordine di sparare impartito dai superiori... L'Alleanza del Lavoro ed il Comitato di difesa proletaria proclamarono lo sciopero generale, invitando operai ed aderenti di respingere ogni provocazione...
da Il Corriere della Sera del 9 novembre 1921.
"Le camicie nere affluite a Roma per prestare servizio d’ordine al raduno nazionale fascista si scontrano ripetutamente con avversari politici e con cittadini. La prima vittima è il macchinista ferroviere Guglielmo Farsetti, freddato allo scalo San Lorenzo; per ritorsione gli antifascisti sparano contro il corteo che sfila per il quartiere San Lorenzo, uccidendo il quarantottenne milanese Franco Baldini, fondatore della squadra d’azione Aldo Sette. L’indomani gli squadristi si scatenano e massacrano i muratori Rosario Pugliesi e Alfredo Monaldini, il fornaciaio Zeno Morabici (quindicenne) e il falegname Camillo Magrini; cade inoltre l’operaio Romolo Barbieri (ucciso da un militare accorso in difesa di un fascista aggredito dalla folla). Il Comitato di difesa proletaria dichiara l’astensione del lavoro, mentre gli squadristi costituiscono un comitato d’azione segreto. Gravi incidenti scoppiano nei quartieri Testaccio, San Lorenzo, Trionfale e Trastevere; il giorno 13 un ex capitano degli Arditi, il torinese Mario Gobbi, uccide in via Crescenzio l’operaio Giovanni Coppola."
Gli scontri a San Lorenzo si ripeterono, sanguinosi, anche l'anno seguente quando, il 24 maggio 1922, i fascisti - al solito scortati da carabinieri e guardie regie - cercarono di fare una grande parata in armi in occasione della tumulazione del bersagliere Enrico Toti, eroe della Grande Guerra, caduto nel 1916. La reazione popolare fu nuovamente immediata e decisa, si legga questa recensione su L'Ordine Nuovo (il settimanale socialista fondato da Gramsci) del 26 maggio. I fascisti si squagliarono e ad accanirsi sulla gente rimasero carabinieri e guardie regie, mentre un plotone di bersaglieri rifiutò l'ordine di sparare impartito dai superiori... L'Alleanza del Lavoro ed il Comitato di difesa proletaria proclamarono lo sciopero generale, invitando operai ed aderenti di respingere ogni provocazione...
Bernart Bartleby - 2014/8/16 - 11:10
Suggerisco diversa formattazione del testo, come da “I Giorni Cantati”, Bollettino di Informazione e Ricerca sulla Cultura Contadina e Operaia, a cura del Circolo Gianni Bosio di Roma (numero 2 - gennaio 1974), dove si annota pure: "Collage di due registrazioni frammentarie raccolte tra ’70 e ’71 a Zagarolo, Roma, e a Castel di Lago, Terni."
Il padre di famiglia se ne stava al suo lavoro
per guadagnare il pane ai figli loro.
O quanta gente ho visto alla stazione e furon visti
era quella canaglia dei fascisti.
Il treno ferma e non andò più avanti
erano armati peggio dei briganti
s’udiva solo un colpo di moschetto
e stramazzava al suolo il poveretto.
Disse la mamma allora al figlio suo
è stato ucciso proprio papà tuo.
Sparsa la voce per la capitale
"Combatti" proclamò: Sciopero generale!
Sti quattro delinquenti co’ le facce come er sego
portavano la morte e il “me ne frego”.
Anche noi ce ne saressimo fregati
se il governo come a lor ci avesse armati.
Ma Roma è stata sempre bolscevica
trionfa sempre sì: martello falce e spiga!
Il padre di famiglia se ne stava al suo lavoro
per guadagnare il pane ai figli loro.
O quanta gente ho visto alla stazione e furon visti
era quella canaglia dei fascisti.
Il treno ferma e non andò più avanti
erano armati peggio dei briganti
s’udiva solo un colpo di moschetto
e stramazzava al suolo il poveretto.
Disse la mamma allora al figlio suo
è stato ucciso proprio papà tuo.
Sparsa la voce per la capitale
"Combatti" proclamò: Sciopero generale!
Sti quattro delinquenti co’ le facce come er sego
portavano la morte e il “me ne frego”.
Anche noi ce ne saressimo fregati
se il governo come a lor ci avesse armati.
Ma Roma è stata sempre bolscevica
trionfa sempre sì: martello falce e spiga!
B.B. - 2014/9/26 - 09:10
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"Ma quali sono i canti della Resistenza più celebri? Se consideriamo la categoria in senso lato, sicuramente possiamo considerare "materiali resistenti" i canti del biennio '19-'20, quando le avanguardie operaie presero coscienza della propria condizione all'interno del capitalismo italiano nascente. Di lì a poco il fascismo avrebbe iniziato la sua scalata al potere. La Battaglia di San Lorenzo del '21 che può essere considerata a pieno titolo la madre di tutte canzone antifasciste, racconta la connivenza della Guardia Regia e delle squadracce fasciste e della loro violenza contro un gruppo di ferrovieri dissenzienti."
Da questa pagina.
Il testo è invece ripreso da Canti di Lotta. La canzone è sull'aria della Leggenda del Piave.