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La cattiva strada

Fabrizio De André
Lingua: Italiano


Fabrizio De André

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La Cattiva strada e Luciano Bianciardi Segnalazione di Adriana.


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fabfuma
v8[1975]
Scritta con Francesco De Gregori
Dall'album "Volume 8"

Co-written with Francesco De Gregori
From the album "Volume 8"

Chanson écrite avec Francesco de Gregori
D'après l'album "Volume 8"

Una delle più celebri canzoni di Fabrizio de André che non ci eravamo mai decisi a inserire nonostante la sua prima strofa, e forse anche la terza, abbiano un chiaro valore antimilitarista e, osiamo dire, di diserzione. Ma la diserzione di questa canzone, dal testo oscuro ed elevatamente metaforico come del resto tutti quelli del "Volume 8", è ben più totale. E' la diserzione dal senso comune, dalle azioni imposte dalle convenzioni, dall'agire standardizzato; da qui il suo carattere assolutamente dirompente, che non ha cessato di essere tale da oltre trent'anni. Adesso la inseriamo, e rileggendola, e ricantandocela, non possiamo fare a meno di dirci che avrebbe dovuto essere inserita prima. Ma è destino della "Cattiva strada" di suscitare riflessioni. Ne proponiamo una tratta dal newsgroup it.fan.musica.de-andré, del 18 ottobre 2000.


L'idea di fondo della "Cattiva strada" è, a mio parere, un'assenza che passa. O, meglio, è l'idea di fondo che ho di questa canzone in questo preciso momento e, perdipiù, in una data che resta per me particolare malgrado il suo effetto si sia da tempo incamminato, tanto per continuare a parlar di strade, su quella di un'eco sempre più flebile.

Che cos'è un'assenza che passa? Siamo abituati a definire l'assenza per negatività; l'assenza è la mancanza della presenza. Vorrei per una volta fare l'esatto contrario e dire che l'assenza è qualcosa che non "manca", ma che riempie ed è altrettanto presente delle cose visibili e tangibili. Quest'assenza potrebbe essere il destino umano, i nostri comportamenti spiegabili e inspiegabili: sputare negli occhi a qualcuno, rubare l'incasso a una puttana, truccare le stelle, versare da bere a un diciottenne alcolizzato (nel quale ho sempre visto un riferimento precisamente autobiografico da parte di De André), baciare le bocche dei giurati, sparire del tutto.

C'è una parola romena del tutto intraducibile in qualsiasi altra lingua; questa parola è "văzduh". Propriamente significa "aura", "soffio"; ma è anche il "soffio vitale" (lo πνεũμα greco) che unisce tutti noi con una rete fittissima e sterminata di fili invisibili. Quest'assenza che passa potrebbe essere il "văzduh", e la "Cattiva Strada" non *una* storia, ma *la* storia di tutti quanti noi raffigurata non in modo unitario, ma attraverso una serie di visioni ad ognuna della quale è affidato un qualsiasi tassello dell'essere. Prendere un numero limitato di quei fili invisibili e seguirli.

In questo senso, quindi, la "Cattiva strada" è una poesia visionaria. Non c'è da stupirsi. Fabrizio De André ha tradotto in italiano tre canzoni del massimo poeta visionario in musica, Leonard Cohen. Chi si chiede del significato di canzoni come "Amico Fragile" o "Dolce Luna" (oltre alla "Strada", ovviamente), dovrebbe ascoltare ed intendere brani di Cohen come "Avalanche", "The Guests", "Dealers" (solo per citare a caso. Fabrizio e Leonard sono due uomini sulla "Tower of Song", e da quella torre si toccano spesso i fili di quell'invisibile corrente.

L'influenza di Cohen è stata, per De André, altrettanto importante di quella di Brassens; ma il Brassens è certamente più "immediato". Il Brassens è la tangibilità, il Cohen l'intangibilità. E il De André ha preso ed amalgamato entrambe le cose, facendone la sua autentica grandezza. Per completare il cocktail, aggiungiamo anche una porzione "nascosta" di Dylan Thomas, il poeta gallese visionario e alcolizzato. Chi potesse e volesse, andasse a rileggersi Vision and Prayer (la poesia a rombi e losanghe) e mi dicesse se non ci vede pezzi precisi della "Cattiva Strada"; senza contare che addirittura il *titolo* di una poesia di Thomas, Ballad of the Long-Legged Bait, è stato citato in un verso di "Dolce Luna" ("La sua ragazza, *esca dalle lunghe gambe* [long-legged bait] / fa l'amore niente male").

Per riassumere e concludere, la "Cattiva Strada" è un viaggio per l'uomo visto con gli occhi e negli occhi di una presentissima assenza; talmente presente che, a un certo punto, scompare e parla d'amore. Un'assenza assente non potrebbe né scomparire, né parlare. Resta da decidere perché la strada che percorre sia "cattiva, e qui le ipotesi potrebbero essere tante. Potrebbero essere suggestioni letterarie di qualche "poète maudit" (magari del più visionario di loro, Lautréamont); potrebbe essere una semplice questione metrica (il trisillabo "cat-ti-va" completa il verso, a differenza del bisillabo "buo-na"). Potrebbe anche voler dire che la strada di tutti quanti, con le sue presenze, le sue assenze e i suoi fili, è cattiva ed è bene che lo sia.

Riccardo Venturi.

Racconta Francesco De Gregori: "Fabrizio ha un merito storico nei confronti della canzone italiana, quello di averle dato per primo dei contenuti non soltanto e non necessariamente amorosi. Fabrizio era la dimostrazione vivente che una canzone poteva, se lo voleva, essere anche corrosiva e impervia, realistica e poetica; musicalissima sì, ma anche narrativa e -perché no?- politica".
Da: "Fabrizio De André - Come un'anomalia, tutte le canzoni. Einaudi Tascabili Stile Libero, 1999. Commento a "La cattiva strada", pagina 169.

La cattiva strada disegna una processione: un soldato "innocente" (letteralmente, "che non ha nuociuto"), una "regina" (ossia una prostituta o, se si tratta di un calco dall'inglese, un travestito), un pilota, un diciottenne alcolizzato e dei giurati si mettono a seguire lo strano messia che li ha provocati invitandoli a non seguirlo ("Non vi conviene / venir con me dovunque vada").
Questo pescatore di uomini agisce in modo paradossale, ma rivelatore. Il fatto di sputare al militare serve ad aprirli gli occhi e fargli abbandonare le armi, il furto del denaro costringe la "regina" a fare i conti solo "col suo dolore", l'incidente fa intraprendere al pilota un cammino senza punti di orientamento predefiniti. Così versare da bere all'alcolizzato e baciare le bocche dei giurati che lo processano "per amore" sono efficaci dimostrazioni di una pedagogia a rovescio che ottiene un'autentica conversione, un cambio di rotta.
[Ezio Alberione, in Fabrizio De André. Accordi eretici, pp. 109-110]

Nell'ultima strofa, il protagonista che si è permesso di offendere tutti, ma che da tutti è seguito, si svela essere l'artista. Per la prima volta qui viene soppresso l'aggettivo sua perché si sta parlando della cattiva strada di tutti.
[Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 101]
Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perché "
lui gli rispose "Questo è niente
e adesso è ora che io vada"
e l'innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Sui viali dietro la stazione
rubò l'incasso a una regina
e quando lei gli disse "Come "
lui le risposte "Forse è meglio è come prima
forse è ora che io vada "
e la regina lo seguì
col suo dolore lo seguì
sulla sua cattiva strada.

E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.

A un diciottenne alcolizzato
versò da bere ancora un poco
e mentre quello lo guardava
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
adesso è ora che io vada"
l'alcolizzato lo capì
non disse niente e lo seguì
sulla sua cattiva strada.

Ad un processo per amore
baciò le bocche dei giurati
e ai loro sguardi imbarazzati
rispose "Adesso è più normale
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
che io vada "
ed i giurati lo seguirono
a bocca aperta lo seguirono
sulla sua cattiva strada,
sulla sua cattiva strada.

E quando poi sparì del tutto
a chi diceva "È stato un male"
a chi diceva "È stato un bene "
raccomandò "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada
sulla cattiva strada.

inviata da Riccardo Venturi - 24/1/2006 - 12:17




Lingua: Inglese

La versione inglese di Dennis Criteser [2014]
Dal blog Fabrizio De André in English

"Literally, "cattiva strada" means "bad road." But in a moral sense, if you're straying down the wrong path, going down a slippery slope or leading someone astray, you're on a "cattiva strada" and more than a paving crew will be needed. Author and De André expert Cesare Romana observed the following about "La cattiva strada": "The song is among the most illustrative of the philosophy of a great moralist disguised as an 'immoralist.' The bad road represents a pirate ethic, and also the free port where the powers-that-be don't come. Thus it comes to be defined as bad, yet holding these mainstream powers at a distance endows a force most subversive and revolutionary that can be placed at our disposition: love. The fact is that De André never moved far from the bad road. He continued to think that the humanity, love and dignity of man resided there, and he went there to pursue those qualities." So the "bad road" of this song is more like a backroad or one on the wrong side of the tracks, one of life's possible roadways that is looked down upon by the social mainstream, which counsels to avoid such an "errant way."

Volume 8, released in 1975, was largely the fruit of three months of hanging out and writing with Francesco De Gregori at De André's Sardinia home, after De André had traveled to Rome to hear the young songwriter perform live. De André was inspired by the possibilities and extended an invitation to De Gregori to visit. Five of the songs have De Gregori's mark on them, and there are two new De André songs and another Leonard Cohen cover. Critics weren't too kind to this album, thinking it was too influenced by De Gregori and rather obscure in some of the lyrics. If you like De André, though, you will find plenty to like here, critics be damned! - Dennis Criteser
THE ERRANT WAY

At the military procession
he spat in the eyes of an innocent,
and when asked why,
he answered him, “This is nothing
and now it’s time that I go.”
And the innocent man followed him,
unarmed he followed him
on his errant way.

On the boulevards behind the station
he stole the earnings of a street queen,
and when she said to him “How come?”,
he answered her, “Maybe it’s better, it’s like before,
maybe it’s time that I go.”
And the queen followed him,
with her sadness she followed him
on his errant way.

And one moonless night
he tampered with the stars on a pilot.
When the airplane fell,
he said, “It’s the fault of the one who dies,
thus it’s better that I go.”
And the pilot followed him,
without the stars he followed him
on his errant way.

For an 18-year-old alcoholic
he poured a little more to drink,
and while that one was watching him
he said, “Friend I bet you were about to tell me
now it’s time that I go.”
The alcoholic understood him,
he said nothing and followed him
on his errant way.

At a trial for love
he kissed the mouths of the jurors,
and to their embarrassed looks
he answered, “Now it’s more normal,
now it’s better, now it’s right, right, it’s right
that I go.”
And the jurors followed him,
with mouths agape they followed him
on his errant way,
on his errant way.

And then when he disappeared completely,
to whoever said, “It was a bad thing,”
to whoever said, “It was a good thing,”
he advised, “It doesn’t pay for you
to come with me wherever I go,
but there is love, a little for everyone,
and everyone has a love
on the errant way,
on the errant way."

inviata da Riccardo Venturi - 9/2/2016 - 18:41




Lingua: Francese

Version française de Joëlle et Riccardo
d'après le forum it.cultura.linguistica.francese
(13 janvier 2003)
LE MAUVAIS CHEMIN

A la parade militaire
Il cracha sur un innocent,
Quand il lui demanda: " Pourquoi? "
Il lui répondit, " Ça ne fait rien.
Faut que je m'en aille, maintenant. "
Et l'innocent alla avec lui
Sans être armé, il le suivit
Sur son mauvais chemin.

Sur les boulevards derrière la gare
Il vola à une reine son argent,
Et quand elle lui demanda: " C'est quoi? "
Il lui répondit, " C'est mieux, peut-être, c'est comme avant,
Faut que je m'en aille, maintenant. "
Et la reine alla avec lui,
Avec sa peine, elle le suivit
Sur son mauvais chemin.

Et, une nuit sans lune il tru-
qua les étoiles à un aviateur,
Et quand l'avion tomba du
Ciel, il lui dit : " C'est la faute à celui qui meurt,
Faut que je m'en aille, maintenant. "
Et l'aviateur alla avec lui,
Sans les étoiles, il le suivit
Sur son mauvais chemin.

À un alcolo de dix-huit ans
Encore un' goutte il versa à boire
Et comme celui-là le regardait,
Il dit : " Mon ami, je pari' que tu vas m' dire :
Faut que je m'en aille, maintenant. "
Le jeune ivrogne l'entendit
Et, sans rien dire, il le suivit
Sur son mauvais chemin.

À un procès pour des faits d'amour
Il embrassa tous les jurés,
Et comme ils le regardaient gênés,
Il dit : " Voilà, c'est plus normal,
C'est mieux, c'est juste, juste, juste que m'en aille "
Et les jurés allèrent avec lui,
La bouche ouverte ils l'ont suivi
Sur son mauvais chemin.

Et puis, quand il a disparu,
À ceux qui disaient : " Quel malheur " ,
À ceux qui disaient : " Quel bonheur "
Il dit : " Faut pas que vous me suiviez
Où que je m'en aille maintenant. "
Mais y a un peu d'amour pour tous,
Et tout le monde a un peu d'amour
Sur le mauvais chemin,
Sur le mauvais chemin.

inviata da Riccardo Venturi - 24/1/2006 - 13:46




Lingua: Tedesco

Traduzione tedesca, da questa pagina
Deutsche Übersetzung aus vorliegender Seite
DER SCHLECHTE WEG

Bei einer Militärparade
Spuckte er in die Augen eines Unschuldigen
Und als der ihn fragte "warum?"
Antwortete er ihm "es ist nichts
Und jetzt ist es Zeit, dass ich gehe"
Und der Unschuldige folgte ihm
Ohne Waffen folgte er ihm
Auf seinem schlechten Weg.

Auf der Allee hinter dem Bahnhof
Stahl er die Einnahmen einer Hure.
Und als sie ihn fragte "wie?"
Antwortete er "vielleicht ist es besser, es ist wie vorher"
Vielleicht ist es Zeit, dass ich gehe.
Und die Hure folgte ihm
Mit ihrem Schmerz folgte sie ihm
Auf seinem schlechten Weg.

Und in einer mondlosen Nacht
Verstellte er einem Piloten die Sterne.
Als das Flugzeug abstürzte
Sagte er: Es ist die Schuld derer, die sterben
Wie auch immer es ist besser, dass ich gehe.
Und der Pilot folgte ihm
Ohne Sterne folgte er ihm
Auf seinem schlechten Weg.

Einem achtzehnjährigen Alkoholiker
Schenkte er noch etwas zu trinken nach
Und während der ihn anstarrte
Sagte er: Freund, ich wette du willst mir sagen
Es ist Zeit, dass ich gehe.
Der Alkoholiker verstand ihn
Er sagte nichts und folgte ihm
Auf seinem schlechten Weg.

Bei einem Prozess in Liebesangelegenheiten
Küsste er die Geschworenen auf den Mund
Und auf ihre verlegenen Blicke
Antwortete er: jetzt ist es normaler
Jetzt ist es besser, jetzt ist es richtig
Richtig, es ist richtig dass ich gehe.
Und die Geschworenen folgten ihm
Mit offenem Mund folgten sie ihm
Auf seinem schlechten Weg.

Und als er dann völlig verschwand
denjenigen, die sagten er war ein Übel
denjenigen, die sagten er war ein Wohl
Empfahl er: Es lohnt sich nicht für euch
Mir zu folgen wo immer ich auch hingehe
Aber es gibt für jeden ein wenig Liebe
Und jeder hat eine Liebe
Auf dem schlechten Weg
Auf dem schlechten Weg.

inviata da Riccardo Venturi - 24/1/2006 - 13:59




Lingua: Finlandese

Traduzione finlandese / Finnish translation / Suomennos: Juha Rämö
KAIDALLA TIELLÄ

Sotilasparaatissa
mies sylki syyttömän kasvoille
ja kun tämä kysyi, miksi,
hän vastasi: »Ei se mitään,
ja nyt minun on aika mennä.«
Ja syytön seurasi häntä,
jätti aseensa ja seurasi häntä
hänen kaidalla tiellään.

Aseman takana kulkevalla kadulla
hän ryösti ilotytöltä tämän rahat
ja kun tämä kysyi, minkä vuoksi,
hän vastasi: »Ehkä on parempi, että on niin kuin ennen.«
Ehkä minun on aika mennä.
Ja ilotyttö seurasi häntä,
murhemielin seurasi häntä
hänen kaidalla tiellään.

Ja kuuttomana yönä
hän sekoitti lentäjän tähtitaivaan
ja kun kone putosi
hän sanoi: Se on niiden syy jotka kuolevat
ja olipa miten vain, on parempi, että menen.
Ja lentäjä seurasi häntä
ilman tähtiä seurasi häntä
hänen kaidalla tiellään.

Kahdeksantoista vanhalle alkoholistille
hän antoi tilkan lisää juotavaa
ja kun tämä tuijotti häntä
hän sanoi: Ystäväni, lyön vetoa, että haluat sanoa,
että minun on aika mennä.
Alkoholisti ymmärsi
ja mitään sanomatta seurasi häntä
hänen kaidalla tiellään.

Rakkauden oikeudenkäynnissä
hän suuteli valamiehiä suulle
ja näiden hämmentyneisiin katseisiin
hän vastasi: näin on normaalimpaa,
näin on parempi, näin on oikein,
oikein, on oikein,
että menen.
Ja valamiehet seurasivat häntä
suut auki seurasivat häntä
hänen kaidalla tiellään.

Ja kadottuaan sitten tyystin
niille, jotka pitivät häntä pahana,
niille, jotka pitivät häntä hyvänä,
hän suositteli: teidän ei kannata
seurata minua, minne ikinä menenkin,
mutta jokaiselle on hiven rakkautta
ja jokaisella on rakkaansa
tällä kaidalla tiellä,
tällä kaidalla tiellä.

inviata da Juha Rämö - 6/5/2015 - 14:54




Lingua: Svedese

Svensk översättning / Traduzione svedese / Swedish translation / Traduction suédoise / Ruotsinkielinen käännös:
Riccardo Venturi, 23-05-2020 08:09
Felvägen

Vid militärparaden
Spottade han i en oskyldigs ögon,
När denne frågade varför
Svarade han honom: Det är ingenting,
Nu har timmen kommit, att jag går.
Och den oskyldige följde honom,
Följde honom obeväpnad
På hans felväg.

På alléerna bakom stationen
Berövade han en gatudrottning,
När hon sa honom, Hur kommer det...?,
Svarade han henne, Känske är det bättre, det är som tidigare,
Kanske nu har timmen kommit, att jag går.
Och gatudrottningen följde honom,
Följde honom med hennes sorg
På hans felväg.

Och på en månlös natt
Förfalskade han stjärnorna för en pilot,
Och när flygplanet föll ner,
Sa han: Felet är hos den, som dör,
Nu har timmen kommit, at jag går.
Och piloten följde honom,
Följde honom utan stjärnor
På hans felväg.

Till en artonårig alkoholist
Gav han att dricka en skvätt mera,
Och medan denne tittade på honom,
Sa han: Min vän, ja satsar å du just vill
Säja mej å timmen nu kommit, å ja går.
Alkoholisten förstod honom bra,
Han sa ingenting och följde honom
På hans felväg.

Vid en process för kärlekssaker
Kysste han jurymännen på munnen,
De kände sig lite förvirrade,
Så sa han dem: Nu är det mer normalt,
Nu är det bättre, nu är det rätt, rätt, rätt att jag går.
Och jurymännen följde honom,
Följde honom med gapande mun
På hans felväg.

Och när han fullständigt försvann,
Till de som sa: Det var ont,
Till de som sa: Det var bra,
Rådde han: Det är inte rådligt,
Att ni kommer med mig, vart jag än går.
Men det finns lite kärlek för alla,
Och alla kan ha kärlek
På felvägen,
På felvägen.

23/5/2020 - 08:10


che canzone!! secondo me significa questo http://significatocanzone.blogspot.it/

2/11/2013 - 02:47


ma non può essere molto più semplicemente " la morte" che passa e raccoglie questi sventurati sulla sua cattiva strada ?

cris.arti@alice.it - 9/11/2015 - 16:39


Io penso invece che "la cattiva strada", molto più semplicemente, è la definizione con cui la gente comune indica il cammino "sbagliato" dei disadattati, di coloro che hanno avuto difficoltà ad identificarsi ed integrarsi nella società convenzionale. E il percorso battuto da quella folla di personaggi, amorevolmente descritti nelle opere di De André che per natura e formazione obbediscono alla loro indole, senza alcuna possibilità di sottrarsi al destino, a ciò che è scritto. Qualcuno ricorda la favola della rana e dello scorpione nel film "la moglie del soldato"?

Zorba il greco - 28/2/2016 - 09:41


Niente, niente e' un messaggio ssssh! cristiano! C'entra forse Dio.
Pentimento di quello che di sbagliato facciamo e la difficile scelta di lasciare tutto per seguire l'altra strada, la piu'difficile ma dove c'e' amore un po' per tutti.
Ps: la mia e' solo una libera interpretazione, niente di vincolato.

Fabrizio Ansaldi - 22/8/2020 - 15:19


Sì, Fabrizio, in realtà è Gesucrìsto che passa fra militaristi fanatici, prostitute, aviatori privi di orientamento, giovani alcolizzati, giurati...

Asdrubale Cimino - 23/8/2020 - 08:53




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