Se ne andava alla macchia Beppino
con la fede a fa’ il partigian...
Lei gli disse Beppin non partire
con il volto sconvolta dal pianto
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò.
E da Pian d'Albero al Pratomagno
da Monte Giovi a Monte Morello
per Beppino divenne il suo regno
e su ogni monte il suo nome segnò
per Beppino divenne il suo regno
e su ogni monte il suo nome segnò.
Dopo mesi di combattimenti
tra la neve, la pioggia e gli stenti
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
con la fede a fa’ il partigian...
Lei gli disse Beppin non partire
con il volto sconvolta dal pianto
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò.
E da Pian d'Albero al Pratomagno
da Monte Giovi a Monte Morello
per Beppino divenne il suo regno
e su ogni monte il suo nome segnò
per Beppino divenne il suo regno
e su ogni monte il suo nome segnò.
Dopo mesi di combattimenti
tra la neve, la pioggia e gli stenti
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
inviata da The Lone Ranger - 19/7/2010 - 11:51
Lingua: Francese
Version française – BEPPINO – Marco Valdo M.I. – 2011
Chanson italienne – Beppino – Anonyme – 2005
Sur la mélodie de O Gorizia, tu sei maledetta
(Ô Gorizia, tu es maudite).
Le 8 septembre 1943, le jour de l'armistice, le Florentin Aligi Barducci, militaire de carrière, se trouvait en Sicile à la tête de la patrouille « La Potente » de l'armée italienne. Il décidé de ne pas se rendre aux nazis, tenta d'organiser un foyer de résistance dans les environs de Rome et puis, il rejoignit les bandes partisanes qui opéraient dans la zone du Monte Morello,dans al région de sa ville natale. Son expérience militaire et son charisme le firent rapidement assumer la conduite de celle qui, d'abord sur le Monte Giovi et puis dans le Pratomagno, devint la forte « Division d'assaut Garibaldi-Arno », protagoniste de la libération de Florence en août 1944. Et précisément à Florence, trois jours avant la Libération, « Potente » fut frappée par l'explosion d'une grande allemande et mourut le 9 août à la suite des blessures. Au lendemain de sa mort, la division Garibaldi - Arno devint la « Division Potente ».
Chanson italienne – Beppino – Anonyme – 2005
Sur la mélodie de O Gorizia, tu sei maledetta
(Ô Gorizia, tu es maudite).
Le 8 septembre 1943, le jour de l'armistice, le Florentin Aligi Barducci, militaire de carrière, se trouvait en Sicile à la tête de la patrouille « La Potente » de l'armée italienne. Il décidé de ne pas se rendre aux nazis, tenta d'organiser un foyer de résistance dans les environs de Rome et puis, il rejoignit les bandes partisanes qui opéraient dans la zone du Monte Morello,dans al région de sa ville natale. Son expérience militaire et son charisme le firent rapidement assumer la conduite de celle qui, d'abord sur le Monte Giovi et puis dans le Pratomagno, devint la forte « Division d'assaut Garibaldi-Arno », protagoniste de la libération de Florence en août 1944. Et précisément à Florence, trois jours avant la Libération, « Potente » fut frappée par l'explosion d'une grande allemande et mourut le 9 août à la suite des blessures. Au lendemain de sa mort, la division Garibaldi - Arno devint la « Division Potente ».
BEPPINO
Il s'en allait au maquis Beppino
Avec sa foi de partisan...
Elle lui dit ne pars pas Beppin
Avec son visage grimaçant de chagrin
Sur la montagne, tu pourrais mourir
Si toi, tu meurs, je meurs aussi
Sur la montagne, tu pourrais mourir
Si toi, tu meurs, je meurs aussi
Et de la plaine d'Albero au Pratomagno
Du Monte Giovi au Monte Morello
Pour Beppino s'étendit le royaume
Et sur chaque montagne, on vit son nom
Pour Beppino s'étendit le royaume
Et sur chaque montagne, on vit son nom
Après des mois de combat
Dans la neige, la pluie et les privations
Surmontées les rafles
Il entra avec Potente à Florence
Surmontées les rafles
Il entra avec Potente à Florence
Il s'en allait au maquis Beppino
Avec sa foi de partisan...
Elle lui dit ne pars pas Beppin
Avec son visage grimaçant de chagrin
Sur la montagne, tu pourrais mourir
Si toi, tu meurs, je meurs aussi
Sur la montagne, tu pourrais mourir
Si toi, tu meurs, je meurs aussi
Et de la plaine d'Albero au Pratomagno
Du Monte Giovi au Monte Morello
Pour Beppino s'étendit le royaume
Et sur chaque montagne, on vit son nom
Pour Beppino s'étendit le royaume
Et sur chaque montagne, on vit son nom
Après des mois de combat
Dans la neige, la pluie et les privations
Surmontées les rafles
Il entra avec Potente à Florence
Surmontées les rafles
Il entra avec Potente à Florence
inviata da Marco Valdo M.I. - 26/8/2011 - 21:57
Lingua: Italiano
La versione integrale della canzone interpretata da Alessandro Giobbi (Il Menestrello)
Alessandro Giobbi, in arte "Il Menestrello", nato a Firenze nel 1968, è un musicista e cantante da anni attento ricercatore ed esecutore di musica popolare toscana. E' legato storicamente al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud (CPA) ed è recentissimo autore del libro-cd "Tarabaralla - Canti e tradizioni toscane". Durante la presentazione del libro-cd al CPA, il 19 ottobre 2012 (con introduzione di Riccardo Venturi), Il Menestrello ha voluto anche eseguire la "versione integrale" del Beppino così come scritta, probabilmente, da un partigiano della divisione "Arno", poi divenuta Divisione Potente. Due parole sulla melodia: O Gorizia, tu sei maledetta fu eseguita in pubblico per la prima volta, come è noto, durante uno spettacolo in occasione del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto del 1964, suscitando un putiferio; ma era evidentemente un canto parecchio noto in ambito popolare e resistenziale, se una canzone partigiana dell'immediato dopoguerra, e che narrava di avvenimenti appena avvenuti, poté essere composta proprio sulla sua aria.
Alessandro Giobbi, in arte "Il Menestrello", nato a Firenze nel 1968, è un musicista e cantante da anni attento ricercatore ed esecutore di musica popolare toscana. E' legato storicamente al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud (CPA) ed è recentissimo autore del libro-cd "Tarabaralla - Canti e tradizioni toscane". Durante la presentazione del libro-cd al CPA, il 19 ottobre 2012 (con introduzione di Riccardo Venturi), Il Menestrello ha voluto anche eseguire la "versione integrale" del Beppino così come scritta, probabilmente, da un partigiano della divisione "Arno", poi divenuta Divisione Potente. Due parole sulla melodia: O Gorizia, tu sei maledetta fu eseguita in pubblico per la prima volta, come è noto, durante uno spettacolo in occasione del "Festival dei Due Mondi" di Spoleto del 1964, suscitando un putiferio; ma era evidentemente un canto parecchio noto in ambito popolare e resistenziale, se una canzone partigiana dell'immediato dopoguerra, e che narrava di avvenimenti appena avvenuti, poté essere composta proprio sulla sua aria.
BEPPINO
DALLE RIVE DELL'ARNO UN MATTINO
Dalle rive dell'Arno un mattino
salutando una dolce ragazza
se ne andava alla macchia Beppino
con la fede di fa' il partigian.
Se ne andava alla macchia Beppino
con la fede di fa' il partigian.
Lei gli disse "Beppin non partire"
con il volto sconvolto dal pianto
"la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò".
"Su non piangere mio dolce amore"
disse Beppe asciugandole gli occhi
"A vent'anni vedrai non si muore
se mi aspetti io ritornerò.
A vent'anni vedrai non si muore
se mi aspetti io ritornerò."
Dopo mesi di combattimenti
dopo il freddo la fame e gli stenti
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò.
E nel mezzo di quella battaglia
mentre tutta Firenze insorgeva
fu colpito da una mitraglia
e alla clinica grave finì.
fu colpito da una mitraglia
e alla clinica grave finì.
Alla clinica fra tanti feriti
la fancilla il suo amore cercava
tra quei tanti lamenti infiniti
singhiozzando chiamava Beppin.
Tra quei tanti lamenti infiniti
singhiozzando chiamava Beppin.
Ad un tratto una fievole voce
la chiamò tra le bende macchiate:
a quel letto lei corse veloce,
e il suo amore morente trovò.
A quel letto lei corse veloce,
e il suo amore morente trovò.
"Professore intervenga la prego
il mio sangue può dargli la vita;
professore lo salvi la prego"
e il dottore Beppino operò.
"Professore lo salvi la prego"
e il dottore Beppino operò.
Fu col sangue d'amore donato
che ella diede con tanta speranza
che Beppino così fu salvato
e al suo amore la vita legò.
Che Beppino così fu salvato
e al suo amore la vita legò.
Dalle rive dell'Arno felici
e tenendosi un bimbo per mano,
quello è il figlio di un partigiano,
nato insieme con la libertà.
Quello è il figlio di un partigiano,
nato insieme con la libertà.
DALLE RIVE DELL'ARNO UN MATTINO
Dalle rive dell'Arno un mattino
salutando una dolce ragazza
se ne andava alla macchia Beppino
con la fede di fa' il partigian.
Se ne andava alla macchia Beppino
con la fede di fa' il partigian.
Lei gli disse "Beppin non partire"
con il volto sconvolto dal pianto
"la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò
la sui monti potresti morire
se muori tu pure io morirò".
"Su non piangere mio dolce amore"
disse Beppe asciugandole gli occhi
"A vent'anni vedrai non si muore
se mi aspetti io ritornerò.
A vent'anni vedrai non si muore
se mi aspetti io ritornerò."
Dopo mesi di combattimenti
dopo il freddo la fame e gli stenti
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò
superati i rastrellamenti
con Potente a Firenze arrivò.
E nel mezzo di quella battaglia
mentre tutta Firenze insorgeva
fu colpito da una mitraglia
e alla clinica grave finì.
fu colpito da una mitraglia
e alla clinica grave finì.
Alla clinica fra tanti feriti
la fancilla il suo amore cercava
tra quei tanti lamenti infiniti
singhiozzando chiamava Beppin.
Tra quei tanti lamenti infiniti
singhiozzando chiamava Beppin.
Ad un tratto una fievole voce
la chiamò tra le bende macchiate:
a quel letto lei corse veloce,
e il suo amore morente trovò.
A quel letto lei corse veloce,
e il suo amore morente trovò.
"Professore intervenga la prego
il mio sangue può dargli la vita;
professore lo salvi la prego"
e il dottore Beppino operò.
"Professore lo salvi la prego"
e il dottore Beppino operò.
Fu col sangue d'amore donato
che ella diede con tanta speranza
che Beppino così fu salvato
e al suo amore la vita legò.
Che Beppino così fu salvato
e al suo amore la vita legò.
Dalle rive dell'Arno felici
e tenendosi un bimbo per mano,
quello è il figlio di un partigiano,
nato insieme con la libertà.
Quello è il figlio di un partigiano,
nato insieme con la libertà.
inviata da CCG/AWS Staff - 29/10/2012 - 09:52
Un consiglio... lasciate perdere la P3, che sono solo "quattro sfigati" capitanati da un pagliaccio cerebroleso che crede di essere Cesare Imperatore...
Piuttosto, fate come me: iscrivetevi all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia della vostra Provincia.
Perché Partigiani si diventa.
Piuttosto, fate come me: iscrivetevi all'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia della vostra Provincia.
Perché Partigiani si diventa.
The Lone Ranger - 19/7/2010 - 13:38
La battaglia di Pian d'Albero
La "22bis Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia" (da Alessandro Sinigaglia, il "Vittorio" comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del '44 e passata la metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini.
Il 20 di giugno, a seguito di un rastrellamento, i tedeschi scoprirono che in località Pian d'Albero il casolare della famiglia Cavicchi fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Varie squadre della "Sinigaglia" tentarono a più riprese di spezzare l'assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riuscirono a fuggire.
I partigiani ebbero 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 12 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi annumerava fra i partigiani caduti. Vennero portati più a valle in località Sant'Andrea e impiccati. Due di essi, in due diverse occasioni, riuscirono a fuggire.
Dopo questi fatti la "Sinigaglia" subì grosse defezioni e buona parte delle reclute accorse negli ultimi giorni riprese la via di casa, rimasero in meno di 150.
La "22bis Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia" (da Alessandro Sinigaglia, il "Vittorio" comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del '44 e passata la metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini.
Il 20 di giugno, a seguito di un rastrellamento, i tedeschi scoprirono che in località Pian d'Albero il casolare della famiglia Cavicchi fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Varie squadre della "Sinigaglia" tentarono a più riprese di spezzare l'assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riuscirono a fuggire.
I partigiani ebbero 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 12 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi annumerava fra i partigiani caduti. Vennero portati più a valle in località Sant'Andrea e impiccati. Due di essi, in due diverse occasioni, riuscirono a fuggire.
Dopo questi fatti la "Sinigaglia" subì grosse defezioni e buona parte delle reclute accorse negli ultimi giorni riprese la via di casa, rimasero in meno di 150.
Silva - 24/3/2014 - 15:50
Firenze 1944, il documentario EIAR sulla Liberazione dai nazifascisti
Nell’agosto del 1944 Amerigo Gomez e Victor De Sanctis, due giornalisti dell’EIAR, registrarono con un’apparecchiatura di fortuna e a rischio della loro vita, suoni e testimonianze dei tragici e difficili giorni della Liberazione di Firenze dai nazifascisti. Dieci anni dopo, dalle registrazioni su dischi in cera, fu tratto da Amerigo Gomez un documentario sonoro di circa 30 minuti, mandato in onda su Radio RAI nel 1954.
Alla versione integrale di questo eccezionale documento – accompagnato dal commento originale di Amerigo Gomez del 1954 – il film che proponiamo, realizzato dall’Istituto Storico della Resistenza della Toscana, associa per la prima volta immagini e filmati d’epoca, realizzati da civili italiani o da operatori inglesi, americani, neozelandesi e tedeschi, provenienti da archivi di tutto il mondo e in parte inediti.
Ecco il video a cura di Massimo Becattini e Renzo Martinelli. Per altri video sul tema scopri il canale YouTube di Storia e Memoria del ’900.
da L'Altracittà
Nell’agosto del 1944 Amerigo Gomez e Victor De Sanctis, due giornalisti dell’EIAR, registrarono con un’apparecchiatura di fortuna e a rischio della loro vita, suoni e testimonianze dei tragici e difficili giorni della Liberazione di Firenze dai nazifascisti. Dieci anni dopo, dalle registrazioni su dischi in cera, fu tratto da Amerigo Gomez un documentario sonoro di circa 30 minuti, mandato in onda su Radio RAI nel 1954.
Alla versione integrale di questo eccezionale documento – accompagnato dal commento originale di Amerigo Gomez del 1954 – il film che proponiamo, realizzato dall’Istituto Storico della Resistenza della Toscana, associa per la prima volta immagini e filmati d’epoca, realizzati da civili italiani o da operatori inglesi, americani, neozelandesi e tedeschi, provenienti da archivi di tutto il mondo e in parte inediti.
Ecco il video a cura di Massimo Becattini e Renzo Martinelli. Per altri video sul tema scopri il canale YouTube di Storia e Memoria del ’900.
da L'Altracittà
Quando si dicono le coincidenze: pochi giorni fa ho partecipato a un presidio, a Firenze, contro l'informazione distorta e scorretta che è stata data dalla RAI (e non solo da lei) in occasione dell'attacco israeliano a Gaza. Il presidio si è svolto sotto la sede RAI di Firenze, ed arrivando in macchina sul posto l'ho parcheggiata a pochi metri di distanza, sotto gli occhi della Digos, nel viale Amerigo Gomez.
Riccardo Venturi - 13/8/2014 - 10:46
E' morto il partigiano Sugo.
La notte appena trascorsa si è portata via un uomo unico che ha fatto della propria esistenza una continua lotta per la libertà e l'uguaglianza.
Sugo non solo è stato uno dei protagonisti combattenti della Brigata Sinigaglia che, insieme agli altri Battaglioni Partigiani, ha liberato Firenze dal nazifascismo, Sugo non ha mai smesso di lottare, insegnare, tramandare, dare l'esempio, amore, passione, fino a stanotte.
Il suo impegno per la libertà è stato continuo, incessante, Sugo era una sicurezza al nostro fianco, perchè aveva capito che l'opera iniziata in quel lontano '44 non era ancora finita,
e mostri dai nuovi volti, ma con lo stesso cancro nell'anima, opprimono i nostri giorni e il nostro futuro.
Sugo è stato presente sempre, con noi continuamente, ha cresciuto 3 generazioni di antifascisti e anticapitalisti, il suo esempio è scolpito nelle nostre ossa, la sua rabbia scorre nel nostro sangue.
Tra le lacrime si alzi il più profondo GRAZIE per te, Marcello.
Che la tua voce ci accompagni, che tua mano pesante e calda non molli le nostre braccia ora smarrite, ma pronte a tornare al loro posto, fino alla vittoria.
GRAZIE PARTIGIANO SUGO.
Maddalena Benanchi
La notte appena trascorsa si è portata via un uomo unico che ha fatto della propria esistenza una continua lotta per la libertà e l'uguaglianza.
Sugo non solo è stato uno dei protagonisti combattenti della Brigata Sinigaglia che, insieme agli altri Battaglioni Partigiani, ha liberato Firenze dal nazifascismo, Sugo non ha mai smesso di lottare, insegnare, tramandare, dare l'esempio, amore, passione, fino a stanotte.
Il suo impegno per la libertà è stato continuo, incessante, Sugo era una sicurezza al nostro fianco, perchè aveva capito che l'opera iniziata in quel lontano '44 non era ancora finita,
e mostri dai nuovi volti, ma con lo stesso cancro nell'anima, opprimono i nostri giorni e il nostro futuro.
Sugo è stato presente sempre, con noi continuamente, ha cresciuto 3 generazioni di antifascisti e anticapitalisti, il suo esempio è scolpito nelle nostre ossa, la sua rabbia scorre nel nostro sangue.
Tra le lacrime si alzi il più profondo GRAZIE per te, Marcello.
Che la tua voce ci accompagni, che tua mano pesante e calda non molli le nostre braccia ora smarrite, ma pronte a tornare al loro posto, fino alla vittoria.
GRAZIE PARTIGIANO SUGO.
Maddalena Benanchi
CHE LA TERRA TI SIA LIEVE. E IL FUCILE ANCHE.
CIAO SUGO ! PER SEMPRE DICIASSETT'ANNI !
CIAO SUGO ! PER SEMPRE DICIASSETT'ANNI !
Riccardo Venturi - 23/7/2018 - 08:16
Versione di Emilio Jona
CANZONI E RESISTENZA 1998
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza
e dei principi della Costituzione repubblicana
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli"
documenti sonori allegati al volume
Canzoni e Resistenza
atti del convegno nazionale di studi Biella 16 - 17 ottobre 1998
Ideazione e cura: Alberto Lovatto
Montaggio e masterizzazione: "La Grenouille", Palazzolo Vercellese (Vc)
Tecnico del suono: Devis Longo
Stampa: Effe Music s.r.1, Milano
CANZONI E RESISTENZA 1998
CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE
Comitato per l'affermazione dei valori della Resistenza
e dei principi della Costituzione repubblicana
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli "Cino Moscatelli"
documenti sonori allegati al volume
Canzoni e Resistenza
atti del convegno nazionale di studi Biella 16 - 17 ottobre 1998
Ideazione e cura: Alberto Lovatto
Montaggio e masterizzazione: "La Grenouille", Palazzolo Vercellese (Vc)
Tecnico del suono: Devis Longo
Stampa: Effe Music s.r.1, Milano
Dq82 - 1/11/2022 - 20:39
×
Dal doppio cd intitolato “Pietà l'é morta - Fischia il vento”, a cura di Cesare Bermani e Istituto Ernesto De Martino, Ala Bianca Records, 2005.
Testo trovato su Il Deposito.
L’8 settembre 1943, il giorno dell’armistizio, il fiorentino Aligi Barducci, militare di carriera, si trovava in Sicilia al comando della pattuglia “La Potente” dell’esercito italiano. Decise di non arrendersi ai nazisti, tentò di organizzare un focolaio di resistenza nei dintorni di Roma e poi si unì alle bande partigiane che operavano nella zona del Monte Morello, vicino alla sua città natale. La sua esperienza militare ed il suo carisma lo fecero rapidamente assurgere alla guida di quella che, prima sul Monte Giovi e poi nel Pratomagno, divenne la fortissima “Divisione d'assalto Garibaldi-Arno”, protagonista della liberazione di Firenze nell’agosto del 1944. E proprio a Firenze, tre giorni prima della Liberazione, “Potente” fu investito dallo scoppio di una granata tedesca e morì il 9 agosto in seguito alle ferite riportate. All’indomani della sua morte la Divisione Garibaldi-Arno divenne la “Divisione Potente”.