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Una storia sbagliata

Fabrizio De André
Langue: italien


Fabrizio De André

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Fabrizio De André, Una storia sbagliata


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[1980]
Testo/Lyrics: Fabrizio De André, Massimo Bubola
Musica/Music: Fabrizio De André, Massimo Bubola (con un aiutino da Leonard Cohen - Ballad of the Absent Mare)
Singolo/Single: Dischi Ricordi SRL 10.926
Interpretata da Loredana Bertè nel tributo Faber Amico Fragile.

Roma, Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975.
Roma, Idroscalo di Ostia, 2 novembre 1975.

« È una canzone su commissione, forse l'unica che mi è stata commissionata. Mi fu chiesta da Franco Biancacci, a quel tempo a Rai Due, come sigla di due documentari-inchiesta sulle morti di Pasolini e di Wilma Montesi.

In quel tempo, se non ricordo male, stavo cominciando a scrivere con Massimo Bubola l'ellepì che fu fu chiamato L'indiano (quello per intenderci che ha come compertina quel quadro di Remington che rappresenta un indiano a cavallo). E così gli ho chiesto di collaborare anche a questo lavoro. Ricordo che decidemmo tout-court di fare la canzone su Pasolini, e non tanto perché non ci importasse niente della morte della povera Montesi, ma per il fatto che a noi che scrivevamo canzoni, come credo d'altra parte a tutti coloro che si sentivano in qualche misura legati al mondo della letteratura e dello spettacolo, la morte di Pasolini ci aveva resi quasi come orfani. Ne avevamo vissuto la scomparsa come un grave lutto, quasi come se ci fosse mancato un parente stretto. Nella canzone comunque esiste una traccia di questa ambivalenza, cioè del fatto che ci si riferisce a due decessi e non ad uno solo. E lo si capisce nell'inciso quando canto: "Cos'altro vi serve da queste vita / ora che il cielo al centro le ha colpite". Come nasce una canzone? Direi che buona parte del senso e del valore della canzone sta prima di tutto nel suo titolo, cioè Una storia sbagliata, vale a dire una storia che non sarebbe dovuta accadere. Nel senso che in un clima di normale civiltà una storia del genere non dovrebbe succedere. E poi mi pare ci siano altri due versi che a mio parere spiegano meglio di altri il senso della canzone: "Storia diversa per gente normale / storia comune per gente speciale". Laddove per "normale" si deve intendere mediocre e poco civilizzato e per "speciale" normalmente, civilmente abituato a convivere con la cosiddetta diversità. Mi spiego meglio: per una persona matura e civile direi che è assolutamente normale che un omosessuale faccia la corte ad un suo simile dello stesso sesso. E assolutamente normale anche che se ne innamori. Dovrebbe esserlo anche per il corteggiato eterosessuale che mille modi di difendersi senza ricorrere alla violenza. Purtroppo la cultura maschilista e intollerante di un passato ancora troppo recente, ed allora ancora più recente di quanto non lo sia adesso, e che definirei un passato ancora recidivo, ha fatto credere alla maggioranza che il termine normalità debba coincidere necessariamente con il termine intolleranza. Ecco, un altro aspetto tragico che abbiamo voluto sottolineare nella canzone per la morte di Pasolini è quello legato ad una moda purtroppo ancora adesso corrente, e che si ricollega anche lei al clima di ignoranza e di caccia al diverso. E cioè il fatto che della morte di un grande uomo di pensiero sia stata fatta praticamente carne di porco da sbattere sul banco di macelleria dei settimanali spazzatura e non solo di quelli. Il verso "È una storia per parrucchieri" vuol dire che è una storia che purtroppo la si leggeva allora e ogni tanto la si legge ancora oggi sulle riviste equivoche mentre si aspetta di farsi fare la barba oppure la permanente. Questo è un po' in generale il senso della canzone. » [Fabrizio De André]
È una storia da dimenticare
è una storia da non raccontare
è una storia un po' complicata
è una storia sbagliata.

Cominciò con la luna sul posto
e finì con un fiume d'inchiostro
è una storia un poco scontata
è una storia sbagliata.

Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

È una storia di periferia
è una storia da una botta e via
è una storia sconclusionata
una storia sbagliata.

Una spiaggia ai piedi del letto
stazione Termini ai piedi del cuore
una notte un po' concitata
una notte sbagliata.

Notte diversa per gente normale
notte comune per gente speciale
cos'altro ti serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

È una storia vestita di nero
è una storia da basso impero
è una storia mica male insabbiata
è una storia sbagliata.

È una storia da carabinieri
è una storia per parrucchieri
è una storia un po' sputtanata
è una storia sbagliata.

Storia diversa per gente normale
storia comune per gente speciale
cos'altro vi serve da queste vite
ora che il cielo al centro le ha colpite
ora che il cielo ai bordi le ha scolpite.

Per il segno che c'è rimasto
non ripeterci quanto ti spiace
non ci chiedere più come è andata
tanto lo sai che e' una storia sbagliata
tanto lo sai che e' una storia sbagliata.

envoyé par Riccardo Venturi - 18/7/2010 - 18:54




Langue: anglais

La versione inglese di Dennis Criteser [2014]
Dal blog Fabrizio De André in English

Pier Paolo Pasolini, 1922-1975
Pier Paolo Pasolini, 1922-1975

"Una storia sbagliata" was co-written with Massimo Bubola on commission as music for a television broadcast titled "Behind the Trial" ("Dietro il processo"), by journalist Franco Biancacci. The song was released as a 45 in 1980, and included in a 2005 anthology In direzione ostinata e contraria. The song is about the brutal unsolved murder in 1975 of Pier Paolo Pasolini, who was active and influential as a poet, journalist, philosopher, novelist, playwright, filmmaker, actor, painter and political figure. Pasolini was, courageously for the times and culture, openly gay. The court convicted as the murderer a man who said that Pasolini had come on to him, and then they subsequently got into a fight. But it was an unconvincing verdict, and in fact the convicted murderer recanted his testimony years later and said that three men "with southern accents" had been responsible, leaving open the possibility of other more sinister motives based on Pasolini's strong and controversial social and political views - there was a lot to dislike for Italians of disparate views in a communist-turned-Radical Party homosexual who sided with the policemen during the student protests of the 1960's, opposed liberalization of abortion laws, decried consumerism, globalization and the loss of traditional Italian culture, and spoke both intelligently and provocatively through his many writings and films (his last movie, Salò was named "Most Controversial Film" of all time in a 2006 film guide from Time Out magazine). - Dennis Criteser
A STORY IN ERROR

It’s a story to be forgotten,
it’s a story to remain untold,
it’s a story somewhat complicated,
it’s a story in error.

I’ll start with the moon in its place
and finish with a river of ink.
It’s a story a bit discounted,
it’s a story in error.

Different story for regular people,
common story for special people.
Of what other use to you all are these lives
now that heaven has struck them at their core,
now that heaven has sculpted their edges?

It’s a story on the periphery,
it’s a hit and run story,
it’s an unfinished story,
it’s a story in error.

A beach at the foot of the bed,
Termini Station at the base of the heart.
A night rather excited,
a night in error.

Different night for regular people,
ordinary night for special people.
Of what other use to you are these lives
now that heaven has struck them at their core,
now that heaven has sculpted their edges?

It’s a story dressed in black,
it’s a story of the decline of the Empire,
it’s a story but poorly shelved,
it’s a story in error.

It’s a story by the carabinieri,
it’s a story for hairdressers,
it’s a story a bit disgraced,
or it’s a story error.

Different story for regular people,
common story for special people.
Of what other use to you all are these lives
now that heaven has struck them at their core,
now that heaven has sculpted their edges?

For the mark that’s still left,
don’t repeat to us how it saddens you,
don’t ask us anymore how it went.
You know so well that it’s a story in error,
you know so well that it’s a story in error.

envoyé par Riccardo Venturi - 29/2/2016 - 09:05




Langue: français

Version française – UNE HISTOIRE FOIREUSE – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Una Storia sbagliata – Fabrizio De André – 1980

« C'est une chanson sur commande, peut-être la seule qui m'ait été commandée. Elle fut demandée par Franco Biancacci, à ce moment à RaiDue, comme indicatif de deux documentaires-enquêtes sur les morts de Pasolini et de Wilma Montesi. À cette époque, si je me souviens bien, j'avais commencé à écrire avec Massimo Bubola le disque qui fut intitulé « L'Indiano » (celui qui a comme couverture ce tableau de Remington qui représente un Indien à cheval).
C'est ainsi que je lui ai demandé de collaborer aussi à ce travail. Je me rappelle que nous décidâmes tout court de faire la chanson sur Pasolini, et pas vraiment parce que la mort de la pauvre Montesi nous indifférait, mais par le fait qu'à nous qui écrivions des chansons, comme je crois de la part de tous ceux qui se sentaient dans un certaine mesure liés au monde de la littérature et du spectacle, la mort de Pasolini nous avait transformés quasiment en orphelins.
Nous en avions vécu la disparition comme un grand deuil, presque comme si un proche parent nous avait quittés. Dans la chanson cependant, il reste des traces de cette ambivalence, je veux dire du fait qu'on s'y réfère à deux décès et non à un seul. On l'entend au début quand je chante : «Cos'altro vi serve da queste vita / ora che il cielo al centro le ha colpite [ À quoi d'autre vous servent ces vies/ maintenant que le ciel les a frappées en plein milieu]. »
Comment naît une chanson ? Je dirais qu'une bonne part du sens et de la valeur de la chanson est avant tout dans son titre, Una storia sbagliata [Une Histoire foireuse], une histoire qui n'aurait jamais dû arriver. Au sens où dans une ambiance de civilisation normale, une histoire de ce genre ne devrait pas se passer. Et puis, il me semble qu'il y a deux autres vers qui mieux que d'autres donnent le sens de la chanson : « Storia diversa per gente normale / storia comune per gente speciale [ Histoire différente pour gens normaux / Histoire commune pour gens spéciaux »]; là pour « normal », on doit comprendre médiocre ou peu civilisé et pour « speciale » : normalement, civilement habitué à vivre avec la diversité. Je m'explique : pour une personne mûre et civile, je dirais qu'il est absolument normal qu'un homosexuel fasse la cour à un semblable du même sexe. Et absolument normal même qu'il s'en amourache. Il devrait y avoir, aussi pour un hétérosexuel, mille moyens de se défendre sans recourir à la violence. Malheureusement la culture machiste et intolérante d'un passé encore trop récent, et alors encore plus récente qu'aujourd'hui, et que je définirais un passé encore répétitif, a fait croire à la majorité que le terme « normalité » devait coïncider avec le terme « intolérance ».
Et puis, un autre aspect tragique que nous avons voulu souligner dans la chanson pour la mort de Pasolini est celui lié à une mode malheureusement encore assez courante qui se réfère elle aussi à l'ambiance d'ignorance et de chasse à la différence. C'est le fait que la mort d'un grand homme de pensée soit transformée en viande de porc à débiter sur les étals de boucherie des hebdomadaires poubelles et pas seulement de ceux-là. Le vers « È una storia per parrucchieri [C'est une histoire de perruquiers – une histoire de coiffeurs] » veut dire que c'est une histoire que malheureusement on l'a lue alors et encore parfois encore aujourd'hui sur les revues équivoques pendant qu'on attend pour se faire faire la barbe ou la permanente. C'est un peu en général le sens de la chanson. »

Fabrizio De André

Ah, Lucien l'âne mon ami, j'avais traduit cette chanson il y a déjà quelques semaines, avant le voyage en Italie dont je t'ai parlé l'autre jour. Voyage agréable, quelque part en Toscane, exactement à Montepulciano, où j'avais accompagné une jeune mariée. Ce fut une grande et belle journée. Mais, comunque, j’avais laissé en plan et c'est bien normal comme tu le devines, j'avais donc laissé en plan la traduction de cette chanson de Fabrizio De André. Chanson qui raconte une histoire tragique qui a encore – et à mon sens aura longtemps encore , disons tant qu'il y aura des hommes – de très subtiles répercussions dans la vie quotidienne de chacun de nous. On n'assassine pas un écrivain – ici, Pier Paolo Pasolini – un poète (un grand) sans que cela ne marque définitivement le monde.

Je le pense bien ainsi aussi, dit Lucien l'âne tout raidi. D'autant que vient de partir cet autre grand écrivain qui raconta le voyage de l'éléphant et qui connaissait assez bien les pensées de la mort.

Vois-tu, Lucien l'âne mon ami aux oreilles si noires qu'on dirait qu'on les a trouvées au fond de la mine, vois-tu, je viens encore de la croiser cette dame qui enlève à son gré les hommes... Regarde ma dernière chanson, La Ballade de Miguel raconte une histoire de mort. Une histoire foireuse, elle aussi. Pour en revenir à P.P.P. (Pier Paolo Pasolini) et à sa mort et sans entrer dans le mystère de son assassinat, car il fut assassiné, ce fut comme si on avait tranché d'un coup un moment du monde, comme si on avait mis fin à une voix essentielle. Pier Paolo Pasolini était un d'entre nous, sans doute parmi les plus lumineux ou les plus ténébreux, mais un d'entre nous qui mena avec une certaine obstination son expédition vers sa propre identité, quelqu'un qui marchait dans les pas de la liberté, quelqu'un qui nous menait à nous-mêmes. Ce qui est le rôle du poète.

Marco Valdo M.I., mon ami le plus cher, je ne comprends pas bien ou pas tout à fait bien ce rôle étrange du poète. Et pourtant, j'en ai croisé beaucoup.

Mon ami Lucien l'âne, je ne vais pas essayer de parler de tous les poètes. Ici, le poète, c'est Pier Paolo Pasolini. Par le mot, par l'écriture, mais aussi par l'image – il fut également un grand cinéaste, il dit l'essentiel et l'insupportable de cette société, une vérité encore plus vérité aujourd'hui et l'assassinat du poète sur la plage d'Ostie, à mes yeux, est précisément le moyen pour cette société de se fermer les yeux sur sa propre et immense indignité. Il avait perçu et il disait le côté totalement amoral de ce monde, sciemment amoral par la volonté de quelques-uns. Précisément, ses assassins. Amoral, sans morale, disqualifiant par principe la morale, le monde de ceux qui refusent que la morale soit la pierre de touche et la mesure de la condition humaine; ceux qui – pour leur commodité – excluent la morale de la conduite du monde, des obligations du pouvoir (politique, militaire, économique...).

Mais, dit Lucien l'âne en redressant sa crinière irisée, ceux-là, je les connais, je sais bien qui ils sont... Ce sont les puissants et les riches qui font aux pauvres cette Guerre de Cent Mille Ans pour maintenir ce monde injuste et périmé.


Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
UNE HISTOIRE FOIREUSE

C'est une histoire à oublier
C'est une histoire à ne pas raconter
C'est une histoire un peu compliquée
C'est une histoire foireuse.

Elle commença sous la lune
Et finit dans un fleuve d'encre
C'est une histoire un peu curieuse
C'est une histoire foireuse

Histoire différente pour gens normaux
Histoire commune pour gens spéciaux
À quoi d'autre vous servent ces vies
Maintenant qu'en plein cœur le ciel les a frappées
Maintenant qu'aux bords le ciel les a sculptées.

C'est une histoire de banlieue
C'est une histoire d'un coup et via
C'est une histoire irrésolue
C'est une histoire foireuse.

Une plage aux pieds du lit
Station Termini aux pieds du cœur
Une nuit un peu agitée
Une nuit foireuse

Histoire différente pour gens normaux
Histoire commune pour gens spéciaux
À quoi d'autre vous servent ces vies
Maintenant qu'en plein cœur le ciel les a frappées
Maintenant qu'aux bords le ciel les a sculptées.

C'est une histoire vêtue de noir
C'est une histoire de bas-empire
C'est une histoire pas mal ensablée
C'est une histoire foireuse

C'est une histoire de carabiniers
C'est une histoire de coiffeurs
C'est une histoire un peu putassière
C'est une histoire foireuse

Histoire différente pour gens normaux
Histoire commune pour gens spéciaux
À quoi d'autre vous servent ces vies
Maintenant qu'en plein milieu le ciel les a frappées
Maintenant qu'aux bords le ciel les a sculptées.

Pour la marque qui en est restée
Ne nous demande plus comment elle s'est passée
Car tu le sais que c'est une histoire foireuse
Car tu le sais que c'est une histoire foireuse

envoyé par Marco Valdo M.I. - 5/8/2010 - 21:40




Langue: espagnol

Versione spagnola di Santiago
UNA HISTORIA EQUIVOCADA

Es una historia para olvidarse
es una historia para no contarse
es una historia algo complicada
es una historia equivocada.

Comenzó con la luna en su puesto
y terminó con un río de tinta
es una historia un poco dada por hecho
es una historia equivocada.

Historia diferente para gente normal
historia común para gente especial
que otra cosa les sirve de éstas vidas
ahora que el cielo al centro le ha golpeado
ahora que el cielo le ha esculpido los bordes.

Es una historia de la periferia
es una historia de "da el golpe y corre"
es una historia absurda
es una historia equivocada.

Una playa a los pies de la cama
estación Termini a los pies del corazón
una noche algo alborotada
una noche equivocada.

Noche diferente para gente normal
noche común para gente especial
que más te sirve de éstas vidas
ahora que el cielo al centro le ha golpeado
ahora que el cielo le ha esculpido los bordes.

Es una historia vestida de negro
es una historia del bajo imperio
es una historia para nada mal escondida
es una historia equivocada.

Es una historia de carabineros
es una historia para peluquerías
es una historia algo desgraciada
es una historia equivocada.

Historia diferente para gente normal
historia común para gente especial
que otra cosa les sirve de éstas vidas
ahora que el cielo al centro le ha golpeado
ahora que el cielo le ha esculpido los bordes.

Por la marca que queda aún,
no nons repitas cuanto te desagrada
no nos preguntes más como fue
bien sabes que es una historia equivocada
bien sabes que es una historia equivocada.

envoyé par Santiago - 5/9/2016 - 21:17




Langue: allemand

Traduzione / Translation / Traduction / Übersetzung: Michi & Herbert Killian

https://diamantame.wordpress.com/categ...
EINE UNRECHTE GESCHICHTE

Es ist eine Geschichte, die man vergessen muss
Es ist eine Geschichte, die man nicht erzählen darf
Es ist eine etwas komplizierte Geschichte
Es ist eine unrechte Geschichte.

Sie begann mit dem Mond an seinem Platz
Und endete mit einem Tintenfluss
Es ist eine etwas vorraussehbare Geschichte
Es ist eine unrechte Geschichte.

Andersartige Geschichte für normale Menschen
Gewöhnliche Geschichte für besondere Menschen
Was benötigt ihr noch von diesen Existenzen
Jetzt, wo der Himmel sie in der Mitte getroffen hat
Jetzt, wo der Himmel sie am Rande gezeichnet hat.

Es ist eine Stadtrandgeschichte
Es ist eine Geschichte wie ein Schlag und Weg
Es ist eine zusammenhanglose Geschichte
Es ist eine unrechte Geschichte.

Ein Strand am Fusse des Bettes
Bahnhof Termini am Fusse des Herzens
Es ist eine etwas erregte Nacht
Es ist eine unrechte Nacht.

Andersartige Nacht für normale Menschen
Gewöhnliche Nacht für besondere Menschen
Was benötigt ihr noch von diesen Existenzen
Jetzt, wo der Himmel sie in der Mitte getroffen hat
Jetzt, wo der Himmel sie am Rande gezeichnet hat.

Es ist eine schwarz gekleidete Geschichte
Es ist eine Geschichte wie vom spätrömischen Kaiserreich
Es ist eine, gar nicht schlecht, im Sand verlaufene Geschichte
Es ist eine unrechte Geschichte.

Es ist eine Polizeigeschichte
Es ist eine Geschichte für Frisöre
Es ist eine etwas durch den Dreck gezogene Geschichte
Es ist eine unrechte Geschichte.

Andersartige Geschichte für normale Menschen
Gewöhnliche Geschichte für besondere Menschen
Was benötigt ihr noch von diesen Existenzen
Jetzt, wo der Himmel sie in der Mitte getroffen hat
Jetzt, wo der Himmel sie am Rande gezeichnet hat.

Wegen der Spuren, die sie bei uns hinterlassen hat
Wiederhole nicht wie sehr es dir Leid tut
Frage uns nicht mehr, wie es geschah
Denn du weisst, dass es eine unrechte Geschichte ist.
Denn du weisst, dass es eine unrechte Geschichte ist.



In »Una storia sbagliata« erinnere ich an den tragischen Tod von Pier Paolo
Pasolini. Das Lied wurde mir in Auftrag gegeben als Titelmelodie für eine
Dokumentation über die tragischen Todesfälle von Pasolini und Wilma Montesi.
Massimo Bubola und ich beschlossen, es zu machen, weil der Tod Pasolinis uns
praktisch zu Waisen gemacht hatte…

Wir wollten eine leider heute noch geläufige Unsitte unterstreichen und zwar
die Ignoranz und die hemmungslose Jagd nach demjenigen, der »anders« ist. Und
auch die Tatsache, dass aus dem Tod eines grossen Denkers Schweinekram für die
Skandalblätter und nicht nur die gemacht wurde. (FdA)

envoyé par Juha Rämö - 6/9/2016 - 10:01


Nella notte tra il 1º novembre e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini venne brutalmente ‎assassinato all’idroscalo di Ostia. Il suo omicidio rimane ancora una delle tante pagine oscure della ‎Storia d’Italia.‎

‎“…Ogni giorno vengono assassinati, aggrediti, ‘suicidati’ decine e decine di omosessuali, dal nome ‎sconosciuto e che finiscono perciò solo nella cronaca nera. Noi omosessuali infatti siamo sempre ‎stati solo ‘cronaca nera’. Il nostro ambiente è ‘torbido’, ‘squallido’, e se qualcuno di noi ci rimette ‎la pelle, beh, è un finocchio di meno…”, così scriveva Angelo Pezzana, fondatore del FUORI, in ‎quei giorni su L’Espresso, e più o meno così riscriveva non molto tempo fa Franco Grillini, ‎presidente dell’Arcigay…‎

Ma sull’assassinio di Pasolini si sono fatte molte altre congetture, alimentate nel tempo da continue ‎nuove rivelazioni: furono i fascisti per via del suo film “Salò”, oppure furono i servizi segreti per ‎via delle trame di potere che Pasolini si preparava a rivelare in "Petrolio", il libro che stava scrive‎‎ndo?‎

Federico Zeri paragonò la morte di Pasolini a quella del Caravaggio, un artista sommo, un gigante, ‎ma un intemperante, un non allineato, un personaggio scomodo, considerato “fetido e putrido” dal ‎Potere e dai suoi sgherri ed accoliti, che lo annientarono…‎

Che si sia trattato dell’assassinio di un frocio - il cui ‎‎etimo fuggente ‎deriva comunque dalla guerra, dai “f(e)roci” Lanzichenecchi che nei loro “sacchi” si inchiappavano ‎femmine e maschi, o da “français/fronscè”, altri occupanti anche se dai modi un po’ più finicchi dei ‎mercenari tedeschi – oppure di uno dei tanti episodi oscuri dell’epoca della “strategia della ‎tensione”, in ogni caso io credo che una storia come questa, seppur sbagliata, ha davvero tutta la ‎dignità di stare sulla CCG/AWS.‎

E aggiungo che, rileggendo per caso il testo su ‎‎Via del campo, ho trovato il ‎commento che segue, scritto anni fa da una nostra vecchia conoscenza:‎

“Una storia da dimenticare? Da non raccontare? Forse non e' neanche cosi' ‎complicata, almeno se si ha ancora la capacita' di usare della propria memoria. E, forse, neanche ‎‎"sbagliata". E' solo una storia, e le storie non sono mai "sbagliate" o "giuste"; bisogna ‎semplicemente pigliarle da ogni angolazione possibile, perche' ogni storia e' una serie di domande ‎alle quali tocca rispondere. Domande a volte espresse per affermazione o come racconto, come una ‎serie di immagini; domande che ne ingenerano altre, dalla piu' semplice ("che vuol dire...?") alla ‎piu' complessa. Domande che non si fanno piu'. Ricordo quando, su questo NG, dalla domanda piu' ‎semplice magari espressa da qualcuno che entrava e si volatilizzava, scaturivano discussioni nelle ‎quali ci si sforzava di rispondere, a quelle cazzo di domande. E neppure quelle risposte erano ‎‎"giuste" o "sbagliate"; erano solo risposte.

Una storia politica o una storiaccia "da basso impero"? Perche' c'e' di mezzo la morte di uomo, Pier ‎Paolo Pasolini, che ha fatto politica e che ha dato il suo contributo a segnarla, in questo famoso ‎‎"dopoguerra" che e' sempre di piu', oramai, un "anteguerra" o forse addirittura un tempo di guerra; il ‎cannone nel cortile lo lucidiamo sempre, dev'essere pronto in ogni momento. Fabrizio de Andre' sa ‎esprimersi per contrari. Una storia da dimenticare quando, con le sue parole, la fissa per sempre ‎nella memoria; una storia da non raccontare quando, con le sue parole, la racconta come forse ‎nessun altro ha saputo fare. Domande.

Non sono e non sono mai stato un "pasoliniano". Ammetto onestamente che su tale cosa pesa, e ‎pesera' sempre, la storia di Valle Giulia e dei celerini "figli del popolo". Che vada definitivamente a ‎fare in culo, il "popolo". La poesia di Pasolini la butterei nel cesso in blocco, se non fosse per quelle ‎prime, bellissime, poesie in friulano. Dalla passione di Pasolini per il "Lumpenproletariat" sono nati ‎dei romanzi e dei film perfettamente definiti da De Andre': "storie diverse per gente normale", ‎‎"storie comuni per gente speciale". Come la morte stessa di Pasolini. Lo scorso due novembre sono ‎stati ventisette anni. Ventisette, lunghi, anni fa.

Una storia un poco scontata, come dicono anche le cronache giudiziarie; talmente scontata che la ‎reazione generale fu quasi di logicita'. Pasolini non poteva che finire cosi'. Un ragazzino adescato in ‎qualche borgata o bidonville di Roma. Un "terrain vague" di periferia. Delle cose chieste (domande) ‎e rifiutate (risposte). Una botta e via. Una pietra sulla testa; fu quella la botta. E il "via" di ‎pneumatici che sgommano, che passano sopra un cadavere, che lo sconciano. Processi, giudici, ‎giurati, condanne, galere. Una panoplia di cose gia' "deandreiane" di per se'; una storia scontata ‎‎(sbagliata, normale, diversa) e, al tempo stesso, un destino ridicolo. Una storia sconclusionata. Ma ‎di quale natura?‎

Se fosse solo una storiaccia di cronaca nera, perche' dovrebbe essere "insabbiata"? E quella ‎‎"spiaggia ai piedi del letto" che riporta ad un'altra, antica storiaccia: il caso di Wilma Montesi. C'era ‎di mezzo un politico democristiano. Flash che arrivano, flash contemporanei, flash di una Roma ‎dove si moriva male, per mano poliziotta, per mano fascista, per mano ben protetta. Come quella ‎degli stupratori del Circeo. Quelle facce di merda da "bravi ragazzi", Angelo Izzo, Andrea Ghira e ‎compagnia. La faccia insanguinata di Donatella Colasanti. Fu lo stesso anno della morte di Pasolini, ‎il 1975; solo qualche mese prima. Storie sbagliate? Storie ordinarie? Diverse? Storie che si ‎intrecciano, perche' tutto questo riesce a riportare alla mente una canzone. In questi casi, spesso, si ‎tira in ballo l' "affresco".

Notti concitate che hanno valicato gli anni; e tante altre che non lo hanno fatto. Che non sono state ‎‎"risapute". Forse De Andre' ci ha voluto parlare anche di quelle, o soprattutto di quelle. Questa ‎vorrebbe essere una specie di risposta, anche se non so se lo puo' veramente essere.

Ora che il cielo ha colpito al centro quelle vite, ora che quelle vite pian piano si spengono ‎definitivamente nella dimenticanza, ora che tornano i tamburi battenti dell' "arte per l'arte" e' bene ‎far vedere che De Andre', con la sua "arte", poneva e causava soprattutto domande di varia natura. ‎Era lui che scolpiva ai bordi, non il cielo. I carabinieri ci hanno lavorato sopra quanto dovevano ‎farlo, e avranno fatto il loro solito lavoro. I rotocalchi dai parrucchieri sono da secoli finiti al ‎macero; qualcuno sara' stato persino "riciclato". Per altre storie; perche' mica sono finite quella ‎notte di novembre. Non ci sono purtroppo piu' molte persone capaci di raccontarle, queste storie ‎‎"sputtanate" di tutti i giorni, di tutti i minuti.

Ma noi ci chiediamo sempre, e su tutto, come e' andata. In quel "non ci chiedere piu' " finale e' ‎contenuto il suo contrario: chiedici sempre. Chiediamocelo sempre, per ogni storia. Lo sappiamo ‎che tutto sara' sempre sbagliato, come no; ma quando non ce lo chiederemo piu', uscendo di casa, ‎saremo morti. E io voglio essere vivo. Vivo come Fabrizio de Andre'.

Salut”

Riccardo Venturi, 30 novembre 2002, dal newsgroup it.fan.musica.de-andre

Dead End - 14/11/2012 - 11:35


ROMA: I "NEO"NAZISTI DI "MILITIA" DISTRUGGONO IL "GIARDINO LETTERARIO PIER PAOLO PASOLINI ALL'IDROSCALO DI OSTIA". LA STORIA CONTINUA A ESSERE MOLTO SBAGLIATA.
Repubblica Online, 1° aprile 2016.

paso1


E' stato rivendicato dal movimento di estrema destra Militia, già noto per una serie di azioni antisemite, il danneggiamento del monumento a Pierpaolo Pasolini all'Idroscalo di Ostia. Un gesto, dichiara un anonimo militante nella telefonata di rivendicazione giunta all'Adnkronos, contro non un poeta ma "un omosessuale e un pedofilo". L'"azione" - avvenuta a pochi giorni dall'uscita de "La Macchinazione", il fim di David Grieco che tenta di riaffermare "un'altra verità" sulla morte di Pasolini - è consistita nello spaccare le lastre di marmo dove sono incise le poesie di Pasolini e nel rompere il vetro dei cartelli con le indicazioni del percorso bibliografico. Sul posto è stato anche lasciato uno striscione infamante.

pasostris


Con l'istituzione dell'oasi della Lipu, nata a fine anni Novanta, il tratto di Idroscalo in cui Pasolini trovò drammaticamente la morte è stato progressivamente recuperato dai volontari dell'associazione ambientalista,
dapprima con un'accurata bonifica e successivamente con la realizzazione di una ricostruzione ambientale di una laguna mediterranea (oggi regno di aironi rossi, tarabusini, morette tabaccate e cigni reali). Al centro dell'area sorge il 'Giardino letterario Pier Paolo Pasolini', comprendente il rifacimento della stele di Mario Rosati e la realizzazione di percorsi bibliografici e letterari, realizzati grazie all'intervento del Comune di Roma.

CCG/AWS Staff - 1/4/2016 - 15:14


...però c'è stato anche un calciatore-poeta (forse l'unico esemplare in Italia e con cui abbiamo realizzato un omaggio a Piero Ciampi in passato qui a Verona) che a Gianni Mura, che voleva intervistarlo, dette appuntamento al cimitero del suo paese, Casarsa della Delizia, in Friuli, proprio davanti alla tomba di Pasolini. Motivazione: "Perché Pier Paolo e’ ancora la persona più viva che c’è da queste parti”.

Flavio Poltronieri - 6/7/2018 - 00:32


Dq82 - 6/7/2018 - 10:03


Certo, proprio lui!

Flavio Poltronieri - 6/7/2018 - 11:32




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