Far between sundown's finish an' midnight's broken toll
We ducked inside the doorway, thunder crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An' for each an' ev'ry underdog soldier in the night
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
In the city's melted furnace, unexpectedly we watched
With faces hidden while the walls were tightening
As the echo of the wedding bells before the blowin' rain
Dissolved into the bells of the lightning
Tolling for the rebel, tolling for the rake
Tolling for the luckless, the abandoned an' forsaked
Tolling for the outcast, burnin' constantly at stake
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the mad mystic hammering of the wild ripping hail
The sky cracked its poems in naked wonder
That the clinging of the church bells blew far into the breeze
Leaving only bells of lightning and its thunder
Striking for the gentle, striking for the kind
Striking for the guardians and protectors of the mind
An' the unpawned painter behind beyond his rightful time
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the wild cathedral evening the rain unraveled tales
For the disrobed faceless forms of no position
Tolling for the tongues with no place to bring their thoughts
All down in taken-for-granted situations
Tolling for the deaf an' blind, tolling for the mute
Tolling for the mistreated, mateless mother, the mistitled prostitute
For the misdemeanor outlaw, chased an' cheated by pursuit
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Even though a cloud's white curtain in a far-off corner flashed
An' the hypnotic splattered mist was slowly lifting
Electric light still struck like arrows, fired but for the ones
Condemned to drift or else be kept from drifting
Tolling for the searching ones, on their speechless, seeking trail
For the lonesome-hearted lovers with too personal a tale
An' for each unharmful, gentle soul misplaced inside a jail
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Starry-eyed an' laughing as I recall when we were caught
Trapped by no track of hours for they hanged suspended
As we listened one last time an' we watched with one last look
Spellbound an' swallowed 'til the tolling ended
Tolling for the aching ones whose wounds cannot be nursed
For the countless confused, accused, misused, strung-out ones an' worse
An' for every hung-up person in the whole wide universe
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
We ducked inside the doorway, thunder crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An' for each an' ev'ry underdog soldier in the night
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
In the city's melted furnace, unexpectedly we watched
With faces hidden while the walls were tightening
As the echo of the wedding bells before the blowin' rain
Dissolved into the bells of the lightning
Tolling for the rebel, tolling for the rake
Tolling for the luckless, the abandoned an' forsaked
Tolling for the outcast, burnin' constantly at stake
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the mad mystic hammering of the wild ripping hail
The sky cracked its poems in naked wonder
That the clinging of the church bells blew far into the breeze
Leaving only bells of lightning and its thunder
Striking for the gentle, striking for the kind
Striking for the guardians and protectors of the mind
An' the unpawned painter behind beyond his rightful time
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the wild cathedral evening the rain unraveled tales
For the disrobed faceless forms of no position
Tolling for the tongues with no place to bring their thoughts
All down in taken-for-granted situations
Tolling for the deaf an' blind, tolling for the mute
Tolling for the mistreated, mateless mother, the mistitled prostitute
For the misdemeanor outlaw, chased an' cheated by pursuit
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Even though a cloud's white curtain in a far-off corner flashed
An' the hypnotic splattered mist was slowly lifting
Electric light still struck like arrows, fired but for the ones
Condemned to drift or else be kept from drifting
Tolling for the searching ones, on their speechless, seeking trail
For the lonesome-hearted lovers with too personal a tale
An' for each unharmful, gentle soul misplaced inside a jail
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Starry-eyed an' laughing as I recall when we were caught
Trapped by no track of hours for they hanged suspended
As we listened one last time an' we watched with one last look
Spellbound an' swallowed 'til the tolling ended
Tolling for the aching ones whose wounds cannot be nursed
For the countless confused, accused, misused, strung-out ones an' worse
An' for every hung-up person in the whole wide universe
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Language: Italian
Versione italiana di Lorenzo Masetti
è un testo molto difficile, mi sono basato un po' sulle traduzioni esistenti ma ho cercato di renderlo più scorrevole. Chimes non può essere tradotto come campane, secondo me, è il suono delle campane, quindi ho usato "rintocchi".
è un testo molto difficile, mi sono basato un po' sulle traduzioni esistenti ma ho cercato di renderlo più scorrevole. Chimes non può essere tradotto come campane, secondo me, è il suono delle campane, quindi ho usato "rintocchi".
RINTOCCHI DI LIBERTÀ
Lontano nell'intervallo tra la fine del tramonto e il rintocco spezzato della mezzanotte
ci nascondemmo dentro l'androne. Il tuono esplodeva
mentre maestose campane di fulmini abbattevano ombre nei suoni
come se fossero i rintocchi della libertà che lampeggiavano
lampeggiavano per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggiavano per i rifugiati sull'inerme via di fuga
E per ogni soldato sbandato nella notte
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Nella fornace fusa della città inaspettatamente guardammo
con i volti nascosti mentre i muri si restringevano
e l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolse nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle, che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato, per l'abbandonato e il reietto
che suonavano per l'emarginato, costantemente messo al rogo
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Attraverso il pazzo martellare mistico dell'incessante grandine selvaggia
Il cielo esplose le sue poesie in nuda meraviglia
che il suono delle campane della chiesa soffiò lontano nella brezza
Lasciando solo campane di fulmini e dei loro tuoni
che colpivano per il gentile, che colpivano per il mite
che colpivano per i guardiani e i protettori della mente
E per il pittore senza equipaggio dietro e oltre il suo legittimo tempo
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Nella selvaggia sera della cattedrale, la pioggia svelò delle storie
per le nude forme senza volto senza posizione
e rintoccava per le lingue con nessun posto dove portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni tremendamente scontate
e rintoccava per il sordo e per il cieco, rintoccava per il muto
rintoccava per la bistrattata madre senza cavaliere, la donna tacciata a torto di essere una prostituta
per il fuorilegge di poco conto, braccato e ingannato dall'inseguimento
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
La bianca cortina di una nuvola mandava bagliori in un angolo lontano,
e l’ipnotica nebbia sparsa si stava lentamente alzando,
eppure i lampi elettrici ancora colpivano come frecce, scagliate solo
per chi è condannato a vagare oppure a essere trattenuto dal vagare,
suonavano per chi segue il proprio sentiero silenzioso di ricerca,
per gli amanti dal cuore solitario con storie troppo personali,
e per ogni anima inoffensiva e gentile ingiustamente imprigionata,
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Con gli occhi pieni di sogni e ridendo così mi ricordo quando fummo presi
in trappola dall'aver perso la cognizione delle ore che restavano sospese
Mentre ascoltammo per un'ultima volta e guardammo con un ultimo sguardo
incantati e inghiottiti finché lo scampanare cessò
E suonava per i sofferenti le cui ferite non possono essere lenite,
per gli innumerevoli confusi, accusati, abusati, smarriti o anche peggio,
e per ogni persona incatenata nell'intero universo,
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Lontano nell'intervallo tra la fine del tramonto e il rintocco spezzato della mezzanotte
ci nascondemmo dentro l'androne. Il tuono esplodeva
mentre maestose campane di fulmini abbattevano ombre nei suoni
come se fossero i rintocchi della libertà che lampeggiavano
lampeggiavano per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggiavano per i rifugiati sull'inerme via di fuga
E per ogni soldato sbandato nella notte
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Nella fornace fusa della città inaspettatamente guardammo
con i volti nascosti mentre i muri si restringevano
e l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolse nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle, che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato, per l'abbandonato e il reietto
che suonavano per l'emarginato, costantemente messo al rogo
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Attraverso il pazzo martellare mistico dell'incessante grandine selvaggia
Il cielo esplose le sue poesie in nuda meraviglia
che il suono delle campane della chiesa soffiò lontano nella brezza
Lasciando solo campane di fulmini e dei loro tuoni
che colpivano per il gentile, che colpivano per il mite
che colpivano per i guardiani e i protettori della mente
E per il pittore senza equipaggio dietro e oltre il suo legittimo tempo
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Nella selvaggia sera della cattedrale, la pioggia svelò delle storie
per le nude forme senza volto senza posizione
e rintoccava per le lingue con nessun posto dove portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni tremendamente scontate
e rintoccava per il sordo e per il cieco, rintoccava per il muto
rintoccava per la bistrattata madre senza cavaliere, la donna tacciata a torto di essere una prostituta
per il fuorilegge di poco conto, braccato e ingannato dall'inseguimento
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
La bianca cortina di una nuvola mandava bagliori in un angolo lontano,
e l’ipnotica nebbia sparsa si stava lentamente alzando,
eppure i lampi elettrici ancora colpivano come frecce, scagliate solo
per chi è condannato a vagare oppure a essere trattenuto dal vagare,
suonavano per chi segue il proprio sentiero silenzioso di ricerca,
per gli amanti dal cuore solitario con storie troppo personali,
e per ogni anima inoffensiva e gentile ingiustamente imprigionata,
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Con gli occhi pieni di sogni e ridendo così mi ricordo quando fummo presi
in trappola dall'aver perso la cognizione delle ore che restavano sospese
Mentre ascoltammo per un'ultima volta e guardammo con un ultimo sguardo
incantati e inghiottiti finché lo scampanare cessò
E suonava per i sofferenti le cui ferite non possono essere lenite,
per gli innumerevoli confusi, accusati, abusati, smarriti o anche peggio,
e per ogni persona incatenata nell'intero universo,
E contemplammo il bagliore dei rintocchi di libertà
Language: Italian
Versione italiana di Michele Murino, da Maggie's Farm - Il sito italiano di Bob Dylan
CAMPANE DI LIBERTÀ
Lontano tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di libertà
lampeggianti per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggianti per i rifugiati sull'inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la fornace disciolta della città inaspettatamente guardammo
con visi nascosti mentre i muri si restringevano
mentre l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolveva nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato l'abbandonato e il rifiutato
che suonavano per l'escluso messo costantemente al rogo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella brezza
lasciando solo le campane di fulmini ed il loro tuono
che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
che colpiva per i guardiani ed i protettori della mente
ed il poeta ed il pittore lontano oltre questo giusto tempo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Nella deserta cattedrale della sera la pioggia svelava lunghe storie
per le nude forme senza volto nè posizione
e suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni scontate
suonava per il sordo ed il cieco e suonava per il muto
per la bistrattata madre senza marito la prostituta ingiuriata
per il delinquente da poco incatenato ed imbrogliato ed inseguito
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
e l'ipnotica nebbia acquiginosa si stava lentamente alzando
lampi elettrici ancora colpivano come dardi lanciati
non per quelli condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
e suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
e per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Con gli occhi splendenti di sorriso ricordo quando fummo presi
in trappola dal non scorrere delle ore perchè stavano sospese
mentre ascoltavamo un'ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
che suonava per i malati le cui ferite non possono essere lenite
per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati quelli disillusi o peggio
e per ogni uomo imprigionato nell'intero universo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Lontano tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di libertà
lampeggianti per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggianti per i rifugiati sull'inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la fornace disciolta della città inaspettatamente guardammo
con visi nascosti mentre i muri si restringevano
mentre l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolveva nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato l'abbandonato e il rifiutato
che suonavano per l'escluso messo costantemente al rogo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella brezza
lasciando solo le campane di fulmini ed il loro tuono
che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
che colpiva per i guardiani ed i protettori della mente
ed il poeta ed il pittore lontano oltre questo giusto tempo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Nella deserta cattedrale della sera la pioggia svelava lunghe storie
per le nude forme senza volto nè posizione
e suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni scontate
suonava per il sordo ed il cieco e suonava per il muto
per la bistrattata madre senza marito la prostituta ingiuriata
per il delinquente da poco incatenato ed imbrogliato ed inseguito
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
e l'ipnotica nebbia acquiginosa si stava lentamente alzando
lampi elettrici ancora colpivano come dardi lanciati
non per quelli condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
e suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
e per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Con gli occhi splendenti di sorriso ricordo quando fummo presi
in trappola dal non scorrere delle ore perchè stavano sospese
mentre ascoltavamo un'ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
che suonava per i malati le cui ferite non possono essere lenite
per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati quelli disillusi o peggio
e per ogni uomo imprigionato nell'intero universo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Language: English
Versione alternativa tratta da "No Direction Home - Bootleg Series Vol. 7"
Alternative version from "No Direction Home - Bootleg Series Vol. 7"
7/26/64 Live at the Newport Folk Festival, Rhode Island
Alternative version from "No Direction Home - Bootleg Series Vol. 7"
7/26/64 Live at the Newport Folk Festival, Rhode Island
CHIMES OF FREEDOM
Far between the finished sundown an' midnight's broken toll
We ducked inside the doorways, thundering crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An' for each an' ev'ry underdog soldier in the night
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the city's melting furnace, unexpectedly we watched
With faces hidden as the walls were tightening
As the echo of the wedding bells before the blowin' rain
Dissolved into the bells of the lightning
Tolling for the rebel, tolling for the rake
Tolling for the luckless, the abandoned an' forsaked
Tolling for the outcast, burnin' constantly at stake
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the mad mystic hammering of the wild ripping hail
The sky cracked its poems in naked wonder
That the clinging of the church bells blew far into the night
Leaving only bells of lightning and its thunder
Striking for the gentle, striking for the kind
Striking for the guardians and protectors of the mind
An' the poet and the painter ??? rightful time
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the wild cathedral evening the rain unraveled tales
For the disrobed faceless forms of no position
Tolling for the tongues with no place to bring their thoughts
All down in taken-for-granted situations
Tolling for the deaf an' blind, tolling for the mute
For the mistreated, mateless mother, the mistitled prostitute
For the misdemeanor outlaw, chained an' cheated by pursuit
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Even though a cloud's white curtain in a far-off corner flared
An' the hypnotic splattered mist was slowly lifting
Electric light still struck like arrows, fired but for the ones
Condemned to drift or else be kept from drifting
Tolling for the searching, on their speechless, seeking trail
For the lonesome-hearted lovers with too personal a tale
An' for each unharmful, gentle soul misplaced inside a jail
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Starry-eyed an' laughing as I recall when we were caught
Trapped by no track of hours for they hanged suspended
As we listened one last time an' we watched with one last look
Spellbound an' swallowed 'til the tolling ended
Tolling for the aching ones whose wounds cannot be nursed
For the countless confused, accused, misused, strung-out ones an' worse
An' for every hung-up person in the whole wide universe
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing
Far between the finished sundown an' midnight's broken toll
We ducked inside the doorways, thundering crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An' for each an' ev'ry underdog soldier in the night
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the city's melting furnace, unexpectedly we watched
With faces hidden as the walls were tightening
As the echo of the wedding bells before the blowin' rain
Dissolved into the bells of the lightning
Tolling for the rebel, tolling for the rake
Tolling for the luckless, the abandoned an' forsaked
Tolling for the outcast, burnin' constantly at stake
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the mad mystic hammering of the wild ripping hail
The sky cracked its poems in naked wonder
That the clinging of the church bells blew far into the night
Leaving only bells of lightning and its thunder
Striking for the gentle, striking for the kind
Striking for the guardians and protectors of the mind
An' the poet and the painter ??? rightful time
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Through the wild cathedral evening the rain unraveled tales
For the disrobed faceless forms of no position
Tolling for the tongues with no place to bring their thoughts
All down in taken-for-granted situations
Tolling for the deaf an' blind, tolling for the mute
For the mistreated, mateless mother, the mistitled prostitute
For the misdemeanor outlaw, chained an' cheated by pursuit
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Even though a cloud's white curtain in a far-off corner flared
An' the hypnotic splattered mist was slowly lifting
Electric light still struck like arrows, fired but for the ones
Condemned to drift or else be kept from drifting
Tolling for the searching, on their speechless, seeking trail
For the lonesome-hearted lovers with too personal a tale
An' for each unharmful, gentle soul misplaced inside a jail
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing.
Starry-eyed an' laughing as I recall when we were caught
Trapped by no track of hours for they hanged suspended
As we listened one last time an' we watched with one last look
Spellbound an' swallowed 'til the tolling ended
Tolling for the aching ones whose wounds cannot be nursed
For the countless confused, accused, misused, strung-out ones an' worse
An' for every hung-up person in the whole wide universe
An' we gazed upon the chimes of freedom flashing
Language: Italian
Versione italiana della versione alternativa, di Michele Murino
CAMPANE DI LIBERTÀ
Lontano, tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte,
ci riparammo sotto le arcate mentre il tuono esplodeva con fragore
Mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
Simili a lampeggianti campane di libertà
Lampeggianti per i guerrieri, la cui forza è non combattere
Lampeggianti per i rifugiati sull'inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la fornace della città che si scioglieva, inaspettatamente guardammo
Con visi nascosti mentre i muri si restringevano
Mentre l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
Si dissolveva nelle campane di fulmini
Che suonavano per il ribelle, che suonavano per il miserabile
Che suonavano per lo sfortunato, l'abbandonato e il rifiutato
Che suonavano per l'escluso, messo costantemente al rogo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
Il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
Che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella notte
Lasciando solo campane di fulmini e il loro tuono
Che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
Che colpiva per i guardiani e i protettori della mente
Ed il poeta ed il pittore ??? giusto tempo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la deserta cattedrale della sera, la pioggia svelava racconti
Per le nude forme senza volto nè posizione
Suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
Tutte costrette in situazioni scontate
Suonava per il sordo ed il cieco, suonava per il muto
Per la bistrattata madre senza marito, la prostituta ingiuriata
Per il delinquente da poco, incatenato, imbrogliato ed inseguito
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
E l'ipnotica nebbia acquiginosa si stesse lentamente alzando
Lampi elettrici ancora colpivano come dardi, lanciati non per quelli
Condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
Suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
Per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
E per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Con gli occhi splendenti di sorriso, ricordo quando fummo presi
In trappola dal non scorrere delle ore perchè stavano sospese
Mentre ascoltavamo un'ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
Incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
Che suonava per i malati, le cui ferite non possono essere lenite
Per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati, quelli disillusi o peggio
E per ogni uomo imprigionato nell'intero universo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Lontano, tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte,
ci riparammo sotto le arcate mentre il tuono esplodeva con fragore
Mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
Simili a lampeggianti campane di libertà
Lampeggianti per i guerrieri, la cui forza è non combattere
Lampeggianti per i rifugiati sull'inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la fornace della città che si scioglieva, inaspettatamente guardammo
Con visi nascosti mentre i muri si restringevano
Mentre l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
Si dissolveva nelle campane di fulmini
Che suonavano per il ribelle, che suonavano per il miserabile
Che suonavano per lo sfortunato, l'abbandonato e il rifiutato
Che suonavano per l'escluso, messo costantemente al rogo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
Il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
Che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella notte
Lasciando solo campane di fulmini e il loro tuono
Che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
Che colpiva per i guardiani e i protettori della mente
Ed il poeta ed il pittore ??? giusto tempo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Attraverso la deserta cattedrale della sera, la pioggia svelava racconti
Per le nude forme senza volto nè posizione
Suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
Tutte costrette in situazioni scontate
Suonava per il sordo ed il cieco, suonava per il muto
Per la bistrattata madre senza marito, la prostituta ingiuriata
Per il delinquente da poco, incatenato, imbrogliato ed inseguito
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
E l'ipnotica nebbia acquiginosa si stesse lentamente alzando
Lampi elettrici ancora colpivano come dardi, lanciati non per quelli
Condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
Suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
Per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
E per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Con gli occhi splendenti di sorriso, ricordo quando fummo presi
In trappola dal non scorrere delle ore perchè stavano sospese
Mentre ascoltavamo un'ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
Incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
Che suonava per i malati, le cui ferite non possono essere lenite
Per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati, quelli disillusi o peggio
E per ogni uomo imprigionato nell'intero universo
E vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà
Language: Italian
CAMPANE DI LIBERTA’
Lontano, tra il morire del giorno e del tempo in un solo rintocco, riparammo in un androne, e i tuoni a frotte.
Maestosi lampi nel cielo, tra le ombre noi lì sotto,
quei bagliori di libertà sfidavan la notte.
Bagliori per i guerrieri la cui forza è il non lottare,
bagliori pei rifugiati ed i migranti in mezzo al mare,
per quei poveri soldati che chiedon solo di tornare,
sono campane di libertà nella notte
Di laggiù, dalla fusa fornace, di nascosto potemmo osservare
increduli l’assottigliarsi dei muri di città.
Mentre il suono di un canto nuziale nella pioggia andava a svanire, tra lo sfolgorio di quei lampi: campane di libertà
suonavano per il ribelle, suonavan per lo sfruttato,
suonavano per l’escluso, per l’offeso e il condannato,
suonavano per chi è solo e chi al rogo è poi bruciato,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
E nel mistico, folle rullare, della grandine il martellare,
esplodeva il poema del cielo, nell’incredulità
che un dolce suono d’altare si potesse così allontanare,
lasciandoli lì a sferzare quei lampi in libertà,
che colpivano per i gentili, per i miti e la povera gente,
colpivan per i custodi del sapere e della mente,
per i pittori e i poeti lontani, oltre il limite di questo tempo: e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Nella spoglia cattedrale, chiare storie da pioggia portate
per nude forme senza nè facce nè posizioni riecheggiavano in lingue mai nate e nemmeno mai pensate all’interno di prese-per-comodo situazioni,
riecheggiavano per il sordo, per il cieco e per il muto,
per la madre senza un marito e per l’offesa prostituta,
per chi è imprigionato perché qualcuno lo ha tradito,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
In uno squarcio remoto di cielo bianca una nuvola là si esauriva mentre la nebbia gonfia ed ipnotica lenta saliva.
Ma di lampi ancora infuocata quaggiù la pioggia dura colpiva per chiunque costretto a restare, e chi invece partiva.
Colpiva per chi va cercando sui suoi passi le perse parole
e gli amanti rimasti soli con una segreta storia nel cuore,
per le anime gentili imprigionate dal dolore, e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Ore ed ore restammo rapiti dal non rincorrersi più del tempo
poi tornammo con un sorriso da quell’oblio
e rinati guardammo stupiti quei sussulti da fine del mondo
fino quando udimmo cessare lo scampanio
che suonava per i malati che han lottato eppure hanno perso,
per le schiere dei confusi, dei maltrattati e chi è diverso,
per ogni uomo imprigionato in questo immenso universo,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Lontano, tra il morire del giorno e del tempo in un solo rintocco, riparammo in un androne, e i tuoni a frotte.
Maestosi lampi nel cielo, tra le ombre noi lì sotto,
quei bagliori di libertà sfidavan la notte.
Bagliori per i guerrieri la cui forza è il non lottare,
bagliori pei rifugiati ed i migranti in mezzo al mare,
per quei poveri soldati che chiedon solo di tornare,
sono campane di libertà nella notte
Di laggiù, dalla fusa fornace, di nascosto potemmo osservare
increduli l’assottigliarsi dei muri di città.
Mentre il suono di un canto nuziale nella pioggia andava a svanire, tra lo sfolgorio di quei lampi: campane di libertà
suonavano per il ribelle, suonavan per lo sfruttato,
suonavano per l’escluso, per l’offeso e il condannato,
suonavano per chi è solo e chi al rogo è poi bruciato,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
E nel mistico, folle rullare, della grandine il martellare,
esplodeva il poema del cielo, nell’incredulità
che un dolce suono d’altare si potesse così allontanare,
lasciandoli lì a sferzare quei lampi in libertà,
che colpivano per i gentili, per i miti e la povera gente,
colpivan per i custodi del sapere e della mente,
per i pittori e i poeti lontani, oltre il limite di questo tempo: e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Nella spoglia cattedrale, chiare storie da pioggia portate
per nude forme senza nè facce nè posizioni riecheggiavano in lingue mai nate e nemmeno mai pensate all’interno di prese-per-comodo situazioni,
riecheggiavano per il sordo, per il cieco e per il muto,
per la madre senza un marito e per l’offesa prostituta,
per chi è imprigionato perché qualcuno lo ha tradito,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
In uno squarcio remoto di cielo bianca una nuvola là si esauriva mentre la nebbia gonfia ed ipnotica lenta saliva.
Ma di lampi ancora infuocata quaggiù la pioggia dura colpiva per chiunque costretto a restare, e chi invece partiva.
Colpiva per chi va cercando sui suoi passi le perse parole
e gli amanti rimasti soli con una segreta storia nel cuore,
per le anime gentili imprigionate dal dolore, e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Ore ed ore restammo rapiti dal non rincorrersi più del tempo
poi tornammo con un sorriso da quell’oblio
e rinati guardammo stupiti quei sussulti da fine del mondo
fino quando udimmo cessare lo scampanio
che suonava per i malati che han lottato eppure hanno perso,
per le schiere dei confusi, dei maltrattati e chi è diverso,
per ogni uomo imprigionato in questo immenso universo,
e su di noi lampi nel cielo: campane di libertà
Contributed by Andrea Buriani - 2010/12/8 - 23:23
Language: Wolof
La versione wolof (con l'ultimo verso in inglese) interpretata da Youssou N'Dour
dall'album The Guide (Wommat) del 1994
dall'album The Guide (Wommat) del 1994
CHIMES OF FREEDOM
Si diguenté marakh massé
bi diololi suuf sédé
si lagn gawantou fatu mingui done gara
ni bi diololi you tedd si melakh yi kawélakh
yenene you melni you done rire nguir liberté
di riir ngur diambar yi donne khekh té bal takoul
di riir nguir gni done gadaay ci yon you meti yi
aki tamit kep kho khamni soldar nga bou toumouranké si
goudi gui
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si bene mbar si deuk bi gni ngui lakhatou wone di khol binga
khamanténi mbir yangui done wagnékou
bi diololi yi nek khew di riir ci taw bi ngelaw youdoul
diolol you lerr nek ci kaw di tabi
aanhh di riir nguir di bagne, di yeungou nguir ki loff
di yengou nguir ki niak chance gni gnou faté gni gnou wor
di yengou nguir gni gnou bedi yagg ko lakh mouy doundé
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si bi dalouk doy warr bi dondiou glace you gnang rott
di khoti diaou dji di setou wer ak sell
wayam you clochou eglise yi di sani fo soré soré ak
nguelaw li
desatoul loudoul diolol you nekoul ca rak bi
anh di riir ki labiir di riir nguir ki bakh
di riir nguir gni gniy gadi ak kiy samm sunu tour
ak natal kate bi kene guissoul fou soré soré si diamonom
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si goudi you bari kemtane yi
taw bi melni li louy ler té ay takander you amoul forme té
toumouranké
di wakh guir lamigne yi mounoula wakh sene khalatt
té ay khalat yo khamné fogone nagne ni né khamou gnou
lene
di wakh nguir silmakha yek gni teukh
di wakh nguir gni lou gniy nato jieggen youniouy nakh
ak gni gnouye toudé thiaga
di wakh nguir say say niou guené mou daw ba rer
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
yi dem ba bene nir ci assamane si naw di tour ndokh ndank
ndak té le
lérayou lamp yi di gnou dal mel ni fitt wou dioubel si
gni natt gni gnouy werr té khamou niou founiou né thi
dounya
aanh di riir ngui gni wadiou sén si yone you meti yi
di riir nguir gni beugeunté té mounou nio wakh sene metite
di riir ngui yaram you niou teuj si casso té defou niou
dara
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
nagnou khol lérayou liy rir nguir liberté
Si diguenté marakh massé
bi diololi suuf sédé
si lagn gawantou fatu mingui done gara
ni bi diololi you tedd si melakh yi kawélakh
yenene you melni you done rire nguir liberté
di riir ngur diambar yi donne khekh té bal takoul
di riir nguir gni done gadaay ci yon you meti yi
aki tamit kep kho khamni soldar nga bou toumouranké si
goudi gui
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si bene mbar si deuk bi gni ngui lakhatou wone di khol binga
khamanténi mbir yangui done wagnékou
bi diololi yi nek khew di riir ci taw bi ngelaw youdoul
diolol you lerr nek ci kaw di tabi
aanhh di riir nguir di bagne, di yeungou nguir ki loff
di yengou nguir ki niak chance gni gnou faté gni gnou wor
di yengou nguir gni gnou bedi yagg ko lakh mouy doundé
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si bi dalouk doy warr bi dondiou glace you gnang rott
di khoti diaou dji di setou wer ak sell
wayam you clochou eglise yi di sani fo soré soré ak
nguelaw li
desatoul loudoul diolol you nekoul ca rak bi
anh di riir ki labiir di riir nguir ki bakh
di riir nguir gni gniy gadi ak kiy samm sunu tour
ak natal kate bi kene guissoul fou soré soré si diamonom
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
si goudi you bari kemtane yi
taw bi melni li louy ler té ay takander you amoul forme té
toumouranké
di wakh guir lamigne yi mounoula wakh sene khalatt
té ay khalat yo khamné fogone nagne ni né khamou gnou
lene
di wakh nguir silmakha yek gni teukh
di wakh nguir gni lou gniy nato jieggen youniouy nakh
ak gni gnouye toudé thiaga
di wakh nguir say say niou guené mou daw ba rer
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
yi dem ba bene nir ci assamane si naw di tour ndokh ndank
ndak té le
lérayou lamp yi di gnou dal mel ni fitt wou dioubel si
gni natt gni gnouy werr té khamou niou founiou né thi
dounya
aanh di riir ngui gni wadiou sén si yone you meti yi
di riir nguir gni beugeunté té mounou nio wakh sene metite
di riir ngui yaram you niou teuj si casso té defou niou
dara
And we gazed upon the Chimes Of Freedom flashing
nagnou khol lérayou liy rir nguir liberté
Language: Portuguese
versione portoghese da musicas.mus.br
SINOS DA LIBERDADE
Bem depois do por do sol, antes do badalar pungente da meia noite
Nos atiramos pelo umbral da porta em meio a trovões que desabavam
Enquanto os sinos majestosos dos raios lançavam sombras nos sons
Como se fossem os sinos da liberdade cintilando
Cintilando pelos guerreiros cuja força está em não lutar
Cintilando pelos refugiados
em seu caminho indefeso de fuga
E para cada soldado oprimido naquela noite
Olhamos, maravilhados, o cintilar dos sinos da liberdade.
Na fornalha derretida da cidade, olhamos inesperadamente
Rostos ocultos, as paredes como que querendo nos esmagar,
Enquanto o eco dos carrilhões
confrontado com a chuva que assoviava
Dissolvia-se no som dos sinos dos relâmpagos
Os sinos dobravam para os rebeldes,
dobravam para os torturados
Para os infelizes, abandonados e desamparados
Dobravam para os párias, sempre queimados na fogueira.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Pelo martelar místico e louco da tempestade selvagem
O céu chicoteava seus poemas em maravilha pura
Que o som dos carrilhões das igrejas sumia longe na brisa
Deixando apenas os sinos dos trovões e relâmpagos
Os sinos dobravam para os gentis,
dobravam para os bondosos
Para os guardiões e protetores das mentes
E para o pintor independente
que sobrevive além de seu tempo
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Por toda a noite, qual igreja selvagem, a chuva descortinava histórias
Para os seres deslocados, sem rosto e sem agasalho
Os sinos dobravam para as bocas
sem lugar para serem ouvidas,
Sempre inferiorizadas com essa situação assumida
Os sinos dobravam para os surdos e cegos,
dobravam para os mudos,
Dobravam para os mal tratados,
mães solitárias e prostitutas
Para os proscritos, caçados e derrotados pela captura.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Apesar de uma cortina branca de nuvens brilhar ao longe
E do nevoeiro hipnótico ir subindo lentamente,
As luzes dos raios eram como flechas,
disparadas para todos, menos para aqueles
Condenados a vagar ou então, até disso, impedidos.
Os sinos dobravam para os que procuram algo,
em sua trilha silenciosa
Para os amantes de coração solitário
com suas histórias muito pessoais
E para cada alma gentil e inofensiva,
deslocada em uma cela.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Olhos brilhando e sorrindo, lembro de como ficamos parados
Sem sentir o passar do tempo, que para nós ficou congelado
Ao escutarmos ainda uma vez mais,
ao darmos uma última olhada
Tomados pela emoção, nó na garganta,
até o fim do soar dos sinos
Que dobravam para os feridos sem quem cuide de suas chagas
Para os incontáveis acusados,
E para cada pessoa impedida em todo este vasto mundo
E olhamos, maravilhados, o cintilar dos sinos da liberdade.
Bem depois do por do sol, antes do badalar pungente da meia noite
Nos atiramos pelo umbral da porta em meio a trovões que desabavam
Enquanto os sinos majestosos dos raios lançavam sombras nos sons
Como se fossem os sinos da liberdade cintilando
Cintilando pelos guerreiros cuja força está em não lutar
Cintilando pelos refugiados
em seu caminho indefeso de fuga
E para cada soldado oprimido naquela noite
Olhamos, maravilhados, o cintilar dos sinos da liberdade.
Na fornalha derretida da cidade, olhamos inesperadamente
Rostos ocultos, as paredes como que querendo nos esmagar,
Enquanto o eco dos carrilhões
confrontado com a chuva que assoviava
Dissolvia-se no som dos sinos dos relâmpagos
Os sinos dobravam para os rebeldes,
dobravam para os torturados
Para os infelizes, abandonados e desamparados
Dobravam para os párias, sempre queimados na fogueira.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Pelo martelar místico e louco da tempestade selvagem
O céu chicoteava seus poemas em maravilha pura
Que o som dos carrilhões das igrejas sumia longe na brisa
Deixando apenas os sinos dos trovões e relâmpagos
Os sinos dobravam para os gentis,
dobravam para os bondosos
Para os guardiões e protetores das mentes
E para o pintor independente
que sobrevive além de seu tempo
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Por toda a noite, qual igreja selvagem, a chuva descortinava histórias
Para os seres deslocados, sem rosto e sem agasalho
Os sinos dobravam para as bocas
sem lugar para serem ouvidas,
Sempre inferiorizadas com essa situação assumida
Os sinos dobravam para os surdos e cegos,
dobravam para os mudos,
Dobravam para os mal tratados,
mães solitárias e prostitutas
Para os proscritos, caçados e derrotados pela captura.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Apesar de uma cortina branca de nuvens brilhar ao longe
E do nevoeiro hipnótico ir subindo lentamente,
As luzes dos raios eram como flechas,
disparadas para todos, menos para aqueles
Condenados a vagar ou então, até disso, impedidos.
Os sinos dobravam para os que procuram algo,
em sua trilha silenciosa
Para os amantes de coração solitário
com suas histórias muito pessoais
E para cada alma gentil e inofensiva,
deslocada em uma cela.
E olhamos, maravilhados,
o cintilar dos sinos da liberdade.
Olhos brilhando e sorrindo, lembro de como ficamos parados
Sem sentir o passar do tempo, que para nós ficou congelado
Ao escutarmos ainda uma vez mais,
ao darmos uma última olhada
Tomados pela emoção, nó na garganta,
até o fim do soar dos sinos
Que dobravam para os feridos sem quem cuide de suas chagas
Para os incontáveis acusados,
E para cada pessoa impedida em todo este vasto mundo
E olhamos, maravilhados, o cintilar dos sinos da liberdade.
Contributed by Marcia Rosati - 2007/11/8 - 18:50
Language: Spanish
Versione spagnola da springsteen corner
CAMPANAS DE LIBERTAD
Entre el final de la puesta del sol y el tañido quebrado
de la medianoche
Nos refugiamos en el portal, truenos retumbando en derredor
Mientras majeshlosas campanas de barco proyectaban sombras en el sol
Diciendo, podrían ser las campanas de la libertad que estallan
Centelleando por los guerreros cuya fuerza es no luchar Centelleando por los refugiados en su desarmado
camino de huida
y por todos y cada uno de los soldados perdedores en la noche
Observamos las campanas de la libertad centellear
En la derretida caldera de la ciudad inesperadamente reparamos
Con las caras aquí escondidas mientras las paredes se estrechaban
En que los ecos de las campanas de boda ante la lluvia alborotada
Se disolvían en las salvajes remesas de relámpagos
Sí, tañendo por el rebelde, sí, tañendo por los machacados Tañendo por los desafortunados, los abandonados y
desamparados
Sí, tañendo por los proscritos que arden constantemente en las hogueras
y observamos las campanas de la libertad centellear
y entonces a través de una cortina de nubes en una esquina alejada centelleó
Ahí una hipnótica niebla salpicada se disipaba lentamente Las descargas eléctricas todavía impactaban como flechas Disparadas sino por los condenados a deambular o a
que no les dejen deambular
Tañendo por los que buscan en este secreto sendero mudo Por los solitarios amantes obsesionados por una historia
demasiado personal
y por cada corazón joven, por cada alma encauzada extraviada en una cárcel
Sí, observamos las campanas de la libertad centellear
Bien, con los ojos brillantes y riendo, recuerdo cuando
nos cogieron
Atrapados por un viejo rastro de reverencias para las
manos suspendidas
Mientras escuchamos una última vez, y contemplamos
con una última mirada
Hechizados y tragamos saliva «¿Han acabado los
tañidos?»
Sí, tañendo por los doloridos cuyas heridas no se
pueden tratar
Por los incontables, confundidos, acusados, maltratados, engañados en el peor de los casos
y por cada persona traumatizada en todo lo ancho del
universo
Observamos las campanas de la libertad centellear
Entre el final de la puesta del sol y el tañido quebrado
de la medianoche
Nos refugiamos en el portal, truenos retumbando en derredor
Mientras majeshlosas campanas de barco proyectaban sombras en el sol
Diciendo, podrían ser las campanas de la libertad que estallan
Centelleando por los guerreros cuya fuerza es no luchar Centelleando por los refugiados en su desarmado
camino de huida
y por todos y cada uno de los soldados perdedores en la noche
Observamos las campanas de la libertad centellear
En la derretida caldera de la ciudad inesperadamente reparamos
Con las caras aquí escondidas mientras las paredes se estrechaban
En que los ecos de las campanas de boda ante la lluvia alborotada
Se disolvían en las salvajes remesas de relámpagos
Sí, tañendo por el rebelde, sí, tañendo por los machacados Tañendo por los desafortunados, los abandonados y
desamparados
Sí, tañendo por los proscritos que arden constantemente en las hogueras
y observamos las campanas de la libertad centellear
y entonces a través de una cortina de nubes en una esquina alejada centelleó
Ahí una hipnótica niebla salpicada se disipaba lentamente Las descargas eléctricas todavía impactaban como flechas Disparadas sino por los condenados a deambular o a
que no les dejen deambular
Tañendo por los que buscan en este secreto sendero mudo Por los solitarios amantes obsesionados por una historia
demasiado personal
y por cada corazón joven, por cada alma encauzada extraviada en una cárcel
Sí, observamos las campanas de la libertad centellear
Bien, con los ojos brillantes y riendo, recuerdo cuando
nos cogieron
Atrapados por un viejo rastro de reverencias para las
manos suspendidas
Mientras escuchamos una última vez, y contemplamos
con una última mirada
Hechizados y tragamos saliva «¿Han acabado los
tañidos?»
Sí, tañendo por los doloridos cuyas heridas no se
pueden tratar
Por los incontables, confundidos, acusados, maltratados, engañados en el peor de los casos
y por cada persona traumatizada en todo lo ancho del
universo
Observamos las campanas de la libertad centellear
Contributed by DonQuijote82 - 2011/3/25 - 19:12
Questa canzone è fantastica.... e anche cantata da Springsteen è bellissima!
agne94 - 2010/2/1 - 16:51
"Es ist schön, in Ost-Berlin zu sein. Ich bin nicht für oder gegen eine regierung. Ich bin gekommen um Rock'n'Roll zu spielen für Ost-Berlinern, in der hoffnung dass eines tages alle Barrieren abgerissen werden."
"It's nice to be in East Berlin...I want to tell you that I'm not here for or against any government, I have come to play rock'n'roll for the East-Berliners...in the hope that one day all barriers will be torn down..."
Bruce Springsteen - East Berlin - July 1988
"It's nice to be in East Berlin...I want to tell you that I'm not here for or against any government, I have come to play rock'n'roll for the East-Berliners...in the hope that one day all barriers will be torn down..."
Bruce Springsteen - East Berlin - July 1988
La versione originale avrebbe dovuto essere "Sono venuto qua a suonare Rock'n'Roll per le persone di Berlino Est, nella speranza che un giorno tutti i muri siano abbattuti". Ma dovette cambiarla con "barriere"!
Monia - 2016/5/4 - 10:13
IL CASO PARADOSSALE DI ZAFAR BHATTI:
DOPO L’ERGASTOLO ANCHE LA CONDANNA A MORTE
Gianni Sartori
Verso la fine del settembre 2014 il pastore protestante Zafar Bhatti era stato al centro di un piccolo “giallo” quando si diffuse la notizia (dell’agenzia Fides) che era stato assassinato da un poliziotto. L’ uomo, arrestato per blasfemia, si trovava in prigione. Con lui, sempre secondo l’agenzia Fides, sarebbe stato ucciso anche Muhammad Asghar, in carcere per la stessa ragione. Bhatti era accusato di aver inviato SMS blasfemi, ma per il suo avvocato, così come per i famigliari, qualcuno gli aveva teso una trappola per incastrarlo.
All’epoca le accuse e le condanne per blasfemia in Pakistan stavano decollando. Se nel 2001 se ne registrava solo una, nel 2011 erano state almeno un’ottantina. In genere si trattava (e si tratta) di un pretesto. Si accusa per colpire qualcuno con cui si ha una questione privata del tutto estranea alla religione. Talvolta l’effetto è immediato e si arriva al vero e proprio linciaggio del presunto blasfemo. All’epoca c’erano già una cinquantina di casi accertati. Tra questi un docente di studi islamici, Muhammad Shakil Auj di Karachi e l’avvocato Rashid Rehman (entrambi musulmani). E comunque, in caso, di arresto, l’accusato può rimanere “in attesa di giudizio” per molti anni.
Poi era giunta la smentita: Zafar Bhatti era ancora a vivo, ma naturalmente restava dietro le sbarre.
Nonostante l’inconsistenza delle accuse (in tribunale il fornitore dichiarava che il numero della carta SIM usata per inviare i messaggi incriminati non era registrato a nome di Bhatti, ma di una donna musulmana, Ghazala Khan), il 3 maggio 2017 il pastore veniva condannato ai sensi degli articoli 295 (a) e 295 (c) del codice penale pachistano per aver “disonorato il profeta Maometto e sua madre”.
Quindi vivo, ma all’ergastolo. O, se preferite: all’ergastolo, ma comunque almeno in vita.
Invece stavolta pare proprio che ci siamo. Ed è inutile sperare che l’agenzia Fides - sempre la stessa - nel dare la brutta notizia abbia preso un’altra cantonata. La fonte è il tribunale distrettuale di Rawalpindi che il 3 gennaio lo ha condannato a morte.
Ricordo che in passato Zafar Bhatti (58 anni) aveva fondato la"Jesus World Mission”, un ente benefico di assistenza per le persone un difficoltà. Un “buono”, insomma. Quindi, in Pakistan come altrove, predestinato al ruolo di vittima.
Spero che la notizia fornisca l’occasione per un ripensamento a coloro che - turisti d’alta quota - si recano o recavano (grazie al virus pare un po’ meno; buona cosa per i leopardi delle nevi…) tra le vette, possibilmente “inviolate” (da bravi neo-colonialisti) del Pakistan. Per poi magari, in caso di contrattempi, pretendere il pronto intervento degli elicotteri (in genere gestiti dai militari, vera classe dominante nel paese).
illudersi che alpinisti, sciatori estremi e altri scanzonati a tempo pieno si interroghino sulla politica del governo pachistano nei confronti delle popolazioni minorizzate e oppresse (come i Beluci, in maggioranza sunniti, ma anche sciiti o gli Hazara, sciiti) sarebbe troppo. Ma almeno in questi casi (le persecuzioni nei confronti dei cristiani) dovrebbero pensarci su.
E magari “non limitarsi a questo”, come scriveva Bobby Sands (se pure in contesti diversi).
Ovviamente il discorso vale anche per qualche esponente politico che, con la scusa di andare a sciare, si era incontrato con militari (appunto), esponenti politici e soprattutto imprenditori pachistani. Presumibilmente per stipulare accordi e contratti (il Pakistan rimane uno dei maggiori acquirenti di armamenti prodotti in Italia).
Questo prima che il "nostro" si dedicasse a tempo pieno alle conferenze in Arabia Saudita (altro regime di tutto rispetto in materia di diritti umani).
Gianni Sartori
DOPO L’ERGASTOLO ANCHE LA CONDANNA A MORTE
Gianni Sartori
Verso la fine del settembre 2014 il pastore protestante Zafar Bhatti era stato al centro di un piccolo “giallo” quando si diffuse la notizia (dell’agenzia Fides) che era stato assassinato da un poliziotto. L’ uomo, arrestato per blasfemia, si trovava in prigione. Con lui, sempre secondo l’agenzia Fides, sarebbe stato ucciso anche Muhammad Asghar, in carcere per la stessa ragione. Bhatti era accusato di aver inviato SMS blasfemi, ma per il suo avvocato, così come per i famigliari, qualcuno gli aveva teso una trappola per incastrarlo.
All’epoca le accuse e le condanne per blasfemia in Pakistan stavano decollando. Se nel 2001 se ne registrava solo una, nel 2011 erano state almeno un’ottantina. In genere si trattava (e si tratta) di un pretesto. Si accusa per colpire qualcuno con cui si ha una questione privata del tutto estranea alla religione. Talvolta l’effetto è immediato e si arriva al vero e proprio linciaggio del presunto blasfemo. All’epoca c’erano già una cinquantina di casi accertati. Tra questi un docente di studi islamici, Muhammad Shakil Auj di Karachi e l’avvocato Rashid Rehman (entrambi musulmani). E comunque, in caso, di arresto, l’accusato può rimanere “in attesa di giudizio” per molti anni.
Poi era giunta la smentita: Zafar Bhatti era ancora a vivo, ma naturalmente restava dietro le sbarre.
Nonostante l’inconsistenza delle accuse (in tribunale il fornitore dichiarava che il numero della carta SIM usata per inviare i messaggi incriminati non era registrato a nome di Bhatti, ma di una donna musulmana, Ghazala Khan), il 3 maggio 2017 il pastore veniva condannato ai sensi degli articoli 295 (a) e 295 (c) del codice penale pachistano per aver “disonorato il profeta Maometto e sua madre”.
Quindi vivo, ma all’ergastolo. O, se preferite: all’ergastolo, ma comunque almeno in vita.
Invece stavolta pare proprio che ci siamo. Ed è inutile sperare che l’agenzia Fides - sempre la stessa - nel dare la brutta notizia abbia preso un’altra cantonata. La fonte è il tribunale distrettuale di Rawalpindi che il 3 gennaio lo ha condannato a morte.
Ricordo che in passato Zafar Bhatti (58 anni) aveva fondato la"Jesus World Mission”, un ente benefico di assistenza per le persone un difficoltà. Un “buono”, insomma. Quindi, in Pakistan come altrove, predestinato al ruolo di vittima.
Spero che la notizia fornisca l’occasione per un ripensamento a coloro che - turisti d’alta quota - si recano o recavano (grazie al virus pare un po’ meno; buona cosa per i leopardi delle nevi…) tra le vette, possibilmente “inviolate” (da bravi neo-colonialisti) del Pakistan. Per poi magari, in caso di contrattempi, pretendere il pronto intervento degli elicotteri (in genere gestiti dai militari, vera classe dominante nel paese).
illudersi che alpinisti, sciatori estremi e altri scanzonati a tempo pieno si interroghino sulla politica del governo pachistano nei confronti delle popolazioni minorizzate e oppresse (come i Beluci, in maggioranza sunniti, ma anche sciiti o gli Hazara, sciiti) sarebbe troppo. Ma almeno in questi casi (le persecuzioni nei confronti dei cristiani) dovrebbero pensarci su.
E magari “non limitarsi a questo”, come scriveva Bobby Sands (se pure in contesti diversi).
Ovviamente il discorso vale anche per qualche esponente politico che, con la scusa di andare a sciare, si era incontrato con militari (appunto), esponenti politici e soprattutto imprenditori pachistani. Presumibilmente per stipulare accordi e contratti (il Pakistan rimane uno dei maggiori acquirenti di armamenti prodotti in Italia).
Questo prima che il "nostro" si dedicasse a tempo pieno alle conferenze in Arabia Saudita (altro regime di tutto rispetto in materia di diritti umani).
Gianni Sartori
Gianni Sartori - 2022/1/21 - 14:35
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[1964]
Lyrics and music by Bob Dylan
Testo e musica di Bob Dylan
Da/from "Another side of Bob Dylan"
"Chimes of Freedom" è la canzone della transizione di Dylan. Dalle canzoni più tipicamente di protesta e politiche, che a ben vedere sono quasi tutte contenute negli album "The Freewheelin' Bob Dylan" e "The times they are a-changin'" a una nuova forma di scrittura molto più visionaria, per un inno alla libertà che non poteva certo restare fuori dalle Canzoni Contro la Guerra.
La canzone è stata cantata anche dai Byrds e da Bruce Springsteen (famosa la versione a Berlino est nel 1988 - per via di questa interpretazione la canzone è stata inserita nel percorso sul Muro di Berlino).
di Michele Murino
tratto da Maggie's farm, sito italiano su Bob Dylan.
I precedenti di Chimes of freedom sono da ricercare nel materiale registrato da Dylan per il proprio terzo album (The Times They Are A-Changin'). Il senso della forza della Natura - il testo della canzone è ambientato durante una tempesta, con due amici, o due amanti, che trovano rifugio sotto l'arcata di ingresso di una chiesa dalla quale osservano "i rintocchi di libertà lampeggiare" - chiaramente riecheggia quello presente nel testo di Lay down your weary tune; il brano è anche spudoratamente apocalittico, così come The Times They Are A-Changin' e When The Ship Comes In. La differenza, invece, consiste nella promessa di universale emancipazione (forse anche redenzione?) in esso contenuta; la canzone è cantata "per ogni persona in difficoltà nell'intero universo", anziché per pochi eletti. Ironicamente, se la strofa finale di When The Ship Comes In fosse stata omessa, l'effetto sarebbe stato in gran parte lo stesso; dopo tutto la forza della Natura è una parte essenziale anche di quella canzone, ed è solo nel suo finale che i veri nemici vengono identificati.
Il maggior punto di contatto tra Chimes of freedom e When the ship comes in è il modo in cui il testo descrive i dettagli di una coerente visione così come viene percepita dal cantante. Mentre la sua vita si faceva sempre più caotica, Dylan sembrava indossare quel manto visionario che Rimbaud riteneva essenziale per ogni poeta ("Il poeta fa di se stesso un visionario per mezzo di un lungo, prodigioso e razionale sconvolgimento dei propri sensi...Egli cerca di raggiungere l'ignoto, e anche se, come impazzito, finisce per smarrire il senso delle proprie visioni, egli, perlomeno, le ha avute" - Arthur Rimbaud a Georges Izambard, 13 maggio 1871).
Nel febbraio del 1964, Dylan disse ai propri compagni: "Rimbaud aveva capito tutto. Ecco il genere di roba che significa veramente qualcosa, ed ecco ciò che ho intenzione di scrivere, d'ora in poi".