Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia
Chi vuol'esser lieto, sia :
Di doman non v'è certezza. [1]
Che si fugge tuttavia
Chi vuol'esser lieto, sia :
Di doman non v'è certezza. [1]
Udite, udite, madonne e messeri
l'istoria faceta che accadde l'altr'ieri.
Due freschi virgulti di nobil casata
per vincer la noia t'inventonno l'ammucchiata
A nord di Firenze, in quel di Mugello,
Gli è spòrte diffuso chiappare l'uccello.
- C'era molta selvaggina a que' tempi -
E i bimbi d'i' Medici, gaudenti per schiattaCorrevano i' rischio di chiapparlo, sì, ma nella chiappa...
"Fratello Giuliano" [2], diceva Lorenzo,
"Su, diàmci da fare co' un po' di buon senso.
Bisogna trovare de' modi ben scaltri
Per metterlo in locum,
Ma... in un locum che sia d'altri...!
Allora bisogna, perché il gioco riesca,
Che sia contorta, confusa la tresca
Così chi lo prende, ossia il ricevente,
Non possa dir niente, quod ignorat offerentem...! [3] "
"Che cosa geniale, che grande trovata !
Ma questo, fratello, lo sai, è l'ammucchiata !
I' babbo è a Firenze pe' far mercanzia,
Facciamo la prova:
Si chiama bimbi e bimbe più la zia."
La cosa doveva restare segreta,
E invece si seppe anche all'Impruneta. [4]
Perché babbo Piero, pe' 'un perde' i' Carosello [5]
Fe' prima ritorno:
E, aperto l'uscio, ritrovossi ni' bordello...!
Madonne, a Ser Piero, per quella visione
Di ciocce [6] straziate, di lombi in azione
Gli venne un'idea, e in più un coccolone, [7]
E disse spirando: "Schiaf.. schiaf... schiaf...
Schiaffatemi sei palle in su i' blasone...!" [8]"
Osanna, trionfi, onori ad oltranza
ai bimbi d'i' Medici offerse Fiorenza
da Piazza del Duomo alla Signoria
si andava berciando: "a i' mucchio...
a i' mucchio... sia icchè sia..."
I Ciompi [9], le Arti, maggiori, minori,
I nobili tutti, i saggi, i Priori
E poi i' Gonfalone co' i' Gruppo degli Otto [10]
Correvan pensando: "Io sopra, te sotto !"
Lorenzo, da un lato, palpava un paggetto
Che, intanto, al Giuliano porgeva il culetto
Dall'altro, solingo, il buon Poliziano [11]
Se lo trastullava con sua lesta mano.
L'Alberti [12] palpava Marsilio Ficino [13]
Seppur, come chierico, odiasse Plotino. [14]
A donna Lucrezia [15] il bel Buonarroti
Diceva: "Va meglio se prima lo scuoti."
Il gran Squarcialupi, [16] con l'organo in mano,
Faceva prodigi al di là dell'umano
E terrorizzava l'Andrea del Castagno
Che pure avea indosso mutande di stagno.
- Lo Squarcialupi era un grande organista del Quattrocento e, appunto, a que' tempi si usavano degli organi portatili, detti portatìli, che, grazie alle loro modeste proporzioni, si potevano tranquillamente tenere in mano durante processioni, feste, cortei...così con la sinistra si manipolava il mantice, e colla destra si potevano compiere dei grandi virtuosismi. -
Vedendo quei nudi a buco ponzone
Pensò l'Ammannati [17] di fare il Biancone; [18]
Frattanto Leonardo, col suo acuto ingegno,
Pensò di inventare l'Hatù [19] di buon legno.
I' mucchio pareva talmente attraente
Che dall'aldilà ritornava la gente,
E tutto era fatto in stile sì puro
Che molti venivan perfin dal futuro !
Messer Pier Capponi [20], esperto in campane
Se la spassicchiava con sette puttane,
Ma quando alle trombe ricorse Re Carlo
Gli strinse i' campano, si mise a tirarlo.
-Eh, per la Patria si fa questo e altro...! -
Messer Galilei tagliavasi il fallo
Con lama Gillette, per meglio studiarlo.
- Scienziati si nasce!-
N'i' mentre Cellini [21] scolpivalo a spilloCon duro bulino, per metterlo a un grillo.
- Oh... preziosità dell'orefice!
Qua e là saltellava il Pier Soderini, [22]
Privato dei panni, coi soli calzini,
Che, ebbro di gioia, frugava n'i' mucchio
Gridando all'intorno: "Indo' succhio, succhio!"
Il Duca d'Atene [23] con la sua brigata,
Ingordo, sperava in un'altra cacciata.
Francesco Petrarca, strusciandolo a un rovo
Tentava la strada di un dolce stil nuovo.
Messer Boccaccio, in veste di gala,
Faceva con arte il maestro di sala
Gridando consigli a dritta ed a manca
Perché l'ammucchiata non fosse mai stanca.
Andrea Della Robbia con Filippo Lippi
Andavan tramando terribili inghippi
Perché inchiappettato coi lanzi tedeschi [24]
Da tre ciuchi matti fosse il Brunelleschi.
-Primo esempio di resistenza al nazismo in Italia!
Confuso e avvilito piangea Cimabue
Che, essendo normale, ne avea solo due
E in ciò era battuto dal suo allievo Giotto
Che, come sapete, ne avea sessantotto.
Su tutti si ergeva Guido Cavalcanti
Co' un giovin di dietro, e un giovin davanti.
"È un gioco", diceva, "che proprio l'altr'ieri
Con due cherubini facea l'Alighieri."
Smarrito piangeva Pietro l'Aretino:
"Di fronte a 'ste scene mi sento piccino.
Son tanto complessi quest'accoppiamenti
Che son da bambini i miei ragionamenti." [25]
Con l'occhio voglioso ruggiva Masaccio:
"Qui più non lo reggo, lo metto a casaccio!"
Ed agile spicca un salto a pie' pari
Cadendo, rubizzo, in groppa al Vasari. [26]
Partì di gran corsa l'illustre studioso
Portando in arcione quel genio focoso,
E il palio sottrasse a Pier della Francesca
Che ad arte montava gentile fantesca.
Nel mezzo alla mischia, sopra un piedistallo
Vedevi solerte Giulian da San Gallo
Che, per il progetto di un suo campanile,
Prendea le misure di un fallo maschile.
Al Dante, grifagno [27], vedendo quell'orgia
Tornò nella mente il concetto di bolgia
E telefonò in via delle Burella [28]
"Accorri, Beatrice, e porta Casella!" [29]
In quell'ammucchiarsi, direi psichedelico
Spiccava serafico Fra' Beato Angelico
Che, intinto il pennello nelle porporine,
Dorava le chiappe a dami e damine.
Infin dall'Oriente arrivò Rucellari
Con panni viola, onori, denari,
E il tutto dovendo ad una pisciata
Con nobile orina bagnò l'ammucchiata.
- Perché non tutti sanno che i Rucellari diventarono famosi, potenti, ricchi e nobili per un caso fortuito. Uno di loro, tornando dalle Crociate -che eran queste grandi gite di massa che si facevano allora in Medio Oriente, vero...organizzate dalla famosa agenzia di viaggi, la Pontificia Pax Domini-, preso da corporal bisogno, ebbe in sorte sul ponte della nave di bagnare una pianticella che portava come souvenir un lichene, e si accorse che questa... questo lichene fermentando nell'orina, che poi in seguito scientificamente sarebbe stata definita piscio, produceva la tinta viola. E così, arrivati a Firenze, cominciarono a coltivare in su larga scala questa pianticella; e alla fin dell'anno la famiglia era convocata per dare l'obolo per farla fermentare, ecco... però gli rimase la deformazione professionale.- [30]
Del fatto lagnossi il grande Verrocchio, [31]
Che tutto quel piscio avea preso in un occhio.
Ma pronto Leonardo propose un canale
Che in Arno portasse quel piscio regale.
- Eh, era un patito del progetto, Leonardo, una cosa incredibile... progettava sempre tutto, tutto, tutto...e poi, insomma, poi 'un faceva niente, vero... dire... è morto, c'ha lasciato du' quadri e tutti schizzettini, in disordine perché lui era un genio. Un fiorentino che nel Quattrocento inventa la bicicletta e poi va a piedi, l'è un bischero!- [32]
Vedendo ammucchiarsi miriadi di palle,
Il musico Isacco [33] pensò immortalarle
Co' un inno mediceo di note sì belle
Che fu nominato Magister Cappellae. [34]
- Perché lo Squarcialupi, ormai in là cogli anni, vero...non ce la faceva più con quest'organo in mano, e a un certo punto tirò il calzino. Allora i Medici pensarono: qui va sostituito con uno che ce l'abbia duro -il nome-, e lo fecero venire dai Paesi Bassi, che si chiamava Isaac. Il Maestro Isacco, arrivato a Firenze, per ingraziosirsi i nuovi padroni compose subito un inno polifonico che cominciava: "Palle, palle". Così, a iosa, senza dir quante. I Medici, entusiasti, lo fecero subito Maestro di Cappella.)-
Ohibò, mi direte, fu un vero bordello!
Lo so, ma regista fu Paolo l'Uccello
Che, dopo quel giorno, a giusta ragione
Dai posteri detto fu pur "l'Uccellone".
Si sa ch'avrìa giunto ben altri orizzonti
quell'orgia, l'avesse diretta il Visconti.
Ma in ciò fu Fiorenza che l'ebbe nel dietro
Essendo impegnato Luchino a Spoleto. [35]
In disparte solo i Pazzi
Disdegnaron giochi e lazzi,
E nel grande baccanale
affilarono il pugnale
Per opporsi ai tristi intenti
Di que' Medici potenti,
Manutengoli e strozzini,
Tenutari di casini
Cosicché a tutte l'ore
Si potesse fa' l'amore,
Ben sapendo che, qua in Terra,
Chi non ama, poi fa guerra...
Poi al grido "Pista, pista !" [36]
Giunse un sadomasochista,
Quel buon Fra' Savonarola,
Scrutatore di lenzuola
Che, venendo da Ferrara,
Non comprese quella gara,
E a Fiorenza negò il gioco
Per finire lui sul rogo!
La città gridava: "Palle!"
Tra le fiamme rosse e gialle,
E il beato: "Brucio, brucio
Che godìo questo caldùcio!"
Cosicché, tra palle e fiamme,
Si concluse quel bailamme
O se vuoi, in una vampata
Ebbe fine l'ammucchiata!
Disdegnaron giochi e lazzi,
E nel grande baccanale
affilarono il pugnale
Per opporsi ai tristi intenti
Di que' Medici potenti,
Manutengoli e strozzini,
Tenutari di casini
Cosicché a tutte l'ore
Si potesse fa' l'amore,
Ben sapendo che, qua in Terra,
Chi non ama, poi fa guerra...
Poi al grido "Pista, pista !" [36]
Giunse un sadomasochista,
Quel buon Fra' Savonarola,
Scrutatore di lenzuola
Che, venendo da Ferrara,
Non comprese quella gara,
E a Fiorenza negò il gioco
Per finire lui sul rogo!
La città gridava: "Palle!"
Tra le fiamme rosse e gialle,
E il beato: "Brucio, brucio
Che godìo questo caldùcio!"
Cosicché, tra palle e fiamme,
Si concluse quel bailamme
O se vuoi, in una vampata
Ebbe fine l'ammucchiata!
Note
Ho apportato qualche necessaria correzione al testo (che conosco a memoria fin dalla sua oramai lontana pubblicazione), e ne ho approfittato per stilare alcune NOTE che risulteranno senz'altro utili ai non fiorentini, o comunque a chi non sia troppo addentro in rinascimenti e dintorni (tra i quali, sospetto, la stragrande maggioranza dei fiorentini). [RV]
[1] Sono, come tutti sanno, i versi iniziali della Canzona di Bacco (1490), forse meglio conosciuta come Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo dei Medici detto il Magnifico (1449-1492).
[2] Il quale rimase vittima della Congiura dei Pazzi, il 26 aprile 1478 nella Cattedrale di Firenze, durante la celebrazione della messa pasquale. Il fratello Lorenzo rimase ferito, scampando miracolosamente alle pugnalate de' congiurati. Ne seguì il totale e scientifico massacro di questi ultimi.
[3] Latino : « Poiché ignora chi glielo ha offerto », « poiché ne ignora l’offerente ».
[4] L’Impruneta è un comune collinare dell’immediato circondario, in direzione del Chianti. Ora ci si va con gli autobus urbani in venti minuti, ma all’epoca era lontanissima campagna. Celebre per la produzione di mattoni, e particolarmente del rinomato “cotto imprunetano”; nonché dell'altrettanto celebre Peposo, uno spezzatino cotto nel vino chianti e, appunto, in grani di pepe (si dice che, per farlo perfetto, vada messo a cuocere nelle fornaci usate per i mattoni e per il cotto; ma poiché sospettiamo che non tutti abbiano in casa una fornace per laterizi, ci si può accontentare di un comune forno da cucina).
[5] La celebre trasmissione pubblicitaria che ha segnato un’epoca nell’Italia degli anni sessanta e settanta. Ricordiamo che fu trasmessa ininterrottamente dal 1957 al 1977 e che, quindi, all'epoca della composizione dell'Ammucchiata era ancora gagliardamente in onda ogni sera. Era il limite massimo di orario per i bambini : « A letto dopo Carosello » ! Si apprezzi quindi questo delizioso anacronismo.
[6] Tette, seno, poppe ecc. Segnaliamo la curiosa espressione fiorentina: Tirati su le ciocce!, usata quando si vuole esprimere scherno verso qualcuno che ha appena dichiarato d'aver fatto chissà cosa: “Ho dato ben dieci euro a mia moglie per la spesa!” “Capirai! Tirati su le ciocce!”.
[7] Colpo apoplettico in genere. Infarto secco, ictus, ecc.
[8] Lo stemma della famiglia Medici consisteva appunto in sei palle. Da qui il nome dato ai suoi seguaci nella lotta contro il Savonarola : « Palleschi » (i savonaroliani vennero invece detti « Piagnoni »).
[9] Cardatori dell’Arte della Lana, protagonisti della prima rivolta operaia della storia : il Tumulto dei Ciompi del giugno-agosto 1378, guidato da Michele di Lando.
[10] Il « Gruppo degli Otto », ovvero gli « Otto di Guardia e di Balìa », vero e proprio consiglio di polizia e ordine pubblico attivo a Firenze fin verso il XVIII secolo. Ancora adesso, a Firenze, facendo attenzione è possibile vedere delle antiche targhe murate contenenti gli editti degli Otto di Guardia e di Balìa, del tipo « Qui è vietato severamente giocare alla palla »…oppure: “Qui si proibisce di esercitare il meretricio”...
[11] Agnolo Ambrogini (1454-1494), più noto come Agnolo Poliziano, noto poeta e umanista nato, come dice il suo nome stesso, a Montepulciano (Mons Politianus).
[12] Leon Battista Alberti (1404-1472), celeberrimo architetto del Rinascimento. Considerato l’inventore del disegno a prospettiva. Ma non fu soltanto questo: fu letterato, poeta, filosofo, pittore, erudito...qualsiasi cosa, insomma. Tant'è che è considerato il “perfetto uomo rinascimentale”. Era nato a Genova da un ricco banchiere e mercante fiorentino bandito, giustappunto, dai Medici, e da una nobilissima genovese della storica casata dei Fieschi. Visse a Firenze, invero, solo una decina d'anni; morì a Roma. A Firenze, va senz'altro detto, gli è stata dedicata una delle più brutte piazze cittadine, impreziosita da un cavalcavia, da un parcheggio sopralevato e, recentemente, da un Burger King.
[13] Filosofo e umanista (1433-1499) restauratore del Platonismo. Nato a Figline Valdarno, era figlio del medico personale di Cosimo il Vecchio de' Medici. Nel 1489 fece pubblicare i tre libri del De Vita, che gli procurarono accuse di magia sebbene fosse già da tempo sacerdote della chiesa cattolica.
[14] Filosofo greco restauratore del platonismo, vissuto tra il 203 o 205 e il 270 d.C. Peraltro, va detto, non risulta affatto che Marsilio Ficino (v n. 13) lo odiasse. E' pur vero che Marsilio Ficino prese i voti sacerdotali, nel 1473; ma, nel 1484 tradusse dal greco le Enneadi di Plotino.
[15] Il riferimento dev'essere alla bella Lucrezia Tornabuoni (1427-1482), poetessa, figlia di Francesco Tornabuoni (eh sì, è proprio la famiglia della Via Tornabuoni di Firenze, una delle vie del lusso più famose al mondo) e, soprattutto, moglie di Piero di Cosimo de' Medici (il “babbo Piero” al quale prende un colpo vedendo l'ammucchiata...) e, quindi, madre di Lorenzo il Magnifico. Non risulta peraltro nessuna liaison clandestina con Michelangelo Buonarroti -che, fra le altre cose, era tutt'altro che bello. Per la sua grande venustà, Lucrezia Tornabuoni fu ritratta da Domenico Ghirlandaio e, forse, da Sandro Botticelli.
[16] Antonio Squarcialupi (1416-1480) fu veramente il grande organista descritto da Marasco nell’inciso, e veramente inventò un organo portatile detto « portatìle », considerato l’antenato della fisarmonica. Disgraziatamente, non ci è rimasta neppure una nota composta da lui; ma, in compenso, abbiamo il celebre Codice Squarcialupi, tra i più importanti codici musicali di ogni epoca, che ci ha tramandato gran parte della musica italiana medievale e rinascimentale.
[17] Bartolomeo Ammannati, nativo di Settignano, scultore e architetto del tardo Rinascimento già sconfinato nel Manierismo (1511-1592).
[18] Il « Biancone », opera di Bartolomeo Ammannati (v. n. 17) è la statua del Nettuno in piazza Signoria. La statua meno amata dai fiorentini di tutti i tempi, per la sua eclatante bruttezza e disarmonia (da cui il celebre detto: "Ammannato, Ammannato, che bel marmo hai rovinato!"). Spesso oggetto di atti vandalici, l’ultimo dei quali, in anni molto recenti, ha avuto come protagonista un cuoco empolese. Prendersela col povero Biancone è quasi uno sport, a Firenze.
[19] Il « Settebello » prodotto dalla ditta Hatù di Casalecchio di Reno (BO), il più noto preservativo made in Italy. La Hatù (così chiamata dall'acronimo sillabico latino HAbemus TUtorem “abbiamo un protettore”) chiuse nel 1998, ma il marchio andò avanti fino al 2010 con altre proprietà). Fino alla chiusura (e lo si vedeva benissimo passando per l’autostrada del Sole), immediatamente adiacente alla fabbrica Hatù si trovava la Giordani, nota casa produttrice, tra l'altro, di carrozzine e passeggini per bambini. Della serie: se la prima fabbrica funzionava poco bene, c’era già pronta quella accanto…
[20] Eroe (1446-1496) dell’assedio di Firenze del 1494. Inizialmente protetto da Lorenzo il Magnifico, alla sua morte fu a capo della fronda contro il successore, Pietro detto Il Fatuo o Lo Sfortunato. Pier Capponi fu uno degli artefici della cacciata dei Medici da Firenze. Celeberrima la sua frase rivolta al re di Francia Carlo VIII, che stava assediando Firenze: « Se Carlo suonerà le sue trombe, noi soneremo le nostre campane ». Questa la versione storica ufficiale. Probabile che il suo vero tenore fosse un po’ più colorito. Pier Capponi trovò la morte due anni dopo, il 25 settembre 1496, durante un episodio bellico contro i pisani: l'assedio del castello di Soiana, presso Terricciola.
[21] Benvenuto Cellini (1500-1571), sommo orafo e scultore, e ancor più sommo attaccabrighe e rissaiolo, nonché sparaballe professionale. La sua « Autobiografia », seppure, e a ragione, uno dei capolavori della letteratura rinascimentale, è un concentrato di menzogne, di esagerazioni e di invenzioni che hanno dovuto attendere Silvio Berlusconi per essere uguagliate e superate.
[22] Pier Soderini (1450-1522), gonfaloniere della Repubblica di Firenze, fu costretto alla fuga il 31 agosto del 1512 dopo il “sacco di Prato”; il giorno dopo, i Medici rientrarono in Firenze. Morì a Roma dieci anni più tardi. Pier Soderini, maritato a una Malaspina di Fosdinovo, per la sua incapacità e vigliaccheria si meritò un sanguinoso epigramma di Niccolò Machiavelli: La notte che morì Pier Soderini / L'alma n'andò dell'Inferno alla bocca: / E Pluto la gridò: “Anima sciocca! / Che Inferno? Va' nel limbo de' bambini!”
[23] Gualtieri VI di Brienne, Duca d’Atene, fu per breve tempo governatore di Firenze nell’anno 1342. Inizialmente ben accolto, fu ben presto accusato di dispotismo -specialmente perché aveva cominciato a tassare pesantemente le più ricche famiglie fiorentine, per rimediare al debito pubblico che si era fatto pesantissimo. Fu quindi cacciato dalla città il 26 luglio 1342, giorno di Sant'Anna. Tra le ricche famiglie che contribuirono a cacciarla si distinsero alcuni signorotti di campagna, provenienti dal Mugello, che stavano acquisendo una certa importanza : tali Medici…
[24] Ovvero i Lanzichenecchi, protagonisti tra l'altro, nel 1527, del famoso sacco di Roma. Il termine è la resa italiana dell’impronunciabile parola tedesca Landsknecht (lett. “servo rurale”; i lanzichenecchi venivano perlopiù reclutati tra i cadetti delle famiglie contadine, che non avrebbero ereditato niente poiché il patrimonio andava al primogenito). A Firenze si fece presto ad abbreviarne il nome italiano, anch'esso difficile, in “Lanzi”; la Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria era originariamente il loro corpo di guardia.
[27] « Dallo sguardo rapace », « di grifo ».
[28] Antichissima via del centro storico di Firenze, nel quartiere di Santa Maria Novella. Le « burella » (singolare : « burello ») erano delle profonde cantine che servivano da ghiacciaie.
[29] Paolo Casella, sommo musicista e organista.
[30] Riccardo Marasco non è uno che improvvisa. La storia di Bernardo Rucellai (Rucellari, Oricellari) e della sua fortuita invenzione della tinta porpora a partire da un lichene irrorato con l’orina, è assolutamente autentica.
[31] Andrea del Verrocchio, sommo scultore.
[32] Direi che solo a Firenze è possibile trattare così Leonardo da Vinci...
[33] Maestro Isacco, olandese di nascita (si chiamava Isaac van Schereberge), fu un sommo polifonista e musicista quattrocentesco. La sua storia, pur narrata « alla Marasco », è vera così come l’inno « Palle, palle » che egli compose.
[34] Latino : « Maestro di Cappella », termine perpetuato nel tedesco « Kapellmeister ». Ma, ovviamente, in questo testo il termine « cappella » è volutamente ambiguo…
[35] Il grande regista Luchino Visconti, reale discendente della nobile e regale famiglia milanese, è « impegnato a Spoleto » con ovvio riferimento al festival teatrale che si tiene ogni anno nella città umbra.
Ho apportato qualche necessaria correzione al testo (che conosco a memoria fin dalla sua oramai lontana pubblicazione), e ne ho approfittato per stilare alcune NOTE che risulteranno senz'altro utili ai non fiorentini, o comunque a chi non sia troppo addentro in rinascimenti e dintorni (tra i quali, sospetto, la stragrande maggioranza dei fiorentini). [RV]
[1] Sono, come tutti sanno, i versi iniziali della Canzona di Bacco (1490), forse meglio conosciuta come Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo dei Medici detto il Magnifico (1449-1492).
[2] Il quale rimase vittima della Congiura dei Pazzi, il 26 aprile 1478 nella Cattedrale di Firenze, durante la celebrazione della messa pasquale. Il fratello Lorenzo rimase ferito, scampando miracolosamente alle pugnalate de' congiurati. Ne seguì il totale e scientifico massacro di questi ultimi.
[3] Latino : « Poiché ignora chi glielo ha offerto », « poiché ne ignora l’offerente ».
[4] L’Impruneta è un comune collinare dell’immediato circondario, in direzione del Chianti. Ora ci si va con gli autobus urbani in venti minuti, ma all’epoca era lontanissima campagna. Celebre per la produzione di mattoni, e particolarmente del rinomato “cotto imprunetano”; nonché dell'altrettanto celebre Peposo, uno spezzatino cotto nel vino chianti e, appunto, in grani di pepe (si dice che, per farlo perfetto, vada messo a cuocere nelle fornaci usate per i mattoni e per il cotto; ma poiché sospettiamo che non tutti abbiano in casa una fornace per laterizi, ci si può accontentare di un comune forno da cucina).
[5] La celebre trasmissione pubblicitaria che ha segnato un’epoca nell’Italia degli anni sessanta e settanta. Ricordiamo che fu trasmessa ininterrottamente dal 1957 al 1977 e che, quindi, all'epoca della composizione dell'Ammucchiata era ancora gagliardamente in onda ogni sera. Era il limite massimo di orario per i bambini : « A letto dopo Carosello » ! Si apprezzi quindi questo delizioso anacronismo.
[6] Tette, seno, poppe ecc. Segnaliamo la curiosa espressione fiorentina: Tirati su le ciocce!, usata quando si vuole esprimere scherno verso qualcuno che ha appena dichiarato d'aver fatto chissà cosa: “Ho dato ben dieci euro a mia moglie per la spesa!” “Capirai! Tirati su le ciocce!”.
[7] Colpo apoplettico in genere. Infarto secco, ictus, ecc.
[8] Lo stemma della famiglia Medici consisteva appunto in sei palle. Da qui il nome dato ai suoi seguaci nella lotta contro il Savonarola : « Palleschi » (i savonaroliani vennero invece detti « Piagnoni »).
[9] Cardatori dell’Arte della Lana, protagonisti della prima rivolta operaia della storia : il Tumulto dei Ciompi del giugno-agosto 1378, guidato da Michele di Lando.
[10] Il « Gruppo degli Otto », ovvero gli « Otto di Guardia e di Balìa », vero e proprio consiglio di polizia e ordine pubblico attivo a Firenze fin verso il XVIII secolo. Ancora adesso, a Firenze, facendo attenzione è possibile vedere delle antiche targhe murate contenenti gli editti degli Otto di Guardia e di Balìa, del tipo « Qui è vietato severamente giocare alla palla »…oppure: “Qui si proibisce di esercitare il meretricio”...
[11] Agnolo Ambrogini (1454-1494), più noto come Agnolo Poliziano, noto poeta e umanista nato, come dice il suo nome stesso, a Montepulciano (Mons Politianus).
[12] Leon Battista Alberti (1404-1472), celeberrimo architetto del Rinascimento. Considerato l’inventore del disegno a prospettiva. Ma non fu soltanto questo: fu letterato, poeta, filosofo, pittore, erudito...qualsiasi cosa, insomma. Tant'è che è considerato il “perfetto uomo rinascimentale”. Era nato a Genova da un ricco banchiere e mercante fiorentino bandito, giustappunto, dai Medici, e da una nobilissima genovese della storica casata dei Fieschi. Visse a Firenze, invero, solo una decina d'anni; morì a Roma. A Firenze, va senz'altro detto, gli è stata dedicata una delle più brutte piazze cittadine, impreziosita da un cavalcavia, da un parcheggio sopralevato e, recentemente, da un Burger King.
[13] Filosofo e umanista (1433-1499) restauratore del Platonismo. Nato a Figline Valdarno, era figlio del medico personale di Cosimo il Vecchio de' Medici. Nel 1489 fece pubblicare i tre libri del De Vita, che gli procurarono accuse di magia sebbene fosse già da tempo sacerdote della chiesa cattolica.
[14] Filosofo greco restauratore del platonismo, vissuto tra il 203 o 205 e il 270 d.C. Peraltro, va detto, non risulta affatto che Marsilio Ficino (v n. 13) lo odiasse. E' pur vero che Marsilio Ficino prese i voti sacerdotali, nel 1473; ma, nel 1484 tradusse dal greco le Enneadi di Plotino.
[15] Il riferimento dev'essere alla bella Lucrezia Tornabuoni (1427-1482), poetessa, figlia di Francesco Tornabuoni (eh sì, è proprio la famiglia della Via Tornabuoni di Firenze, una delle vie del lusso più famose al mondo) e, soprattutto, moglie di Piero di Cosimo de' Medici (il “babbo Piero” al quale prende un colpo vedendo l'ammucchiata...) e, quindi, madre di Lorenzo il Magnifico. Non risulta peraltro nessuna liaison clandestina con Michelangelo Buonarroti -che, fra le altre cose, era tutt'altro che bello. Per la sua grande venustà, Lucrezia Tornabuoni fu ritratta da Domenico Ghirlandaio e, forse, da Sandro Botticelli.
[16] Antonio Squarcialupi (1416-1480) fu veramente il grande organista descritto da Marasco nell’inciso, e veramente inventò un organo portatile detto « portatìle », considerato l’antenato della fisarmonica. Disgraziatamente, non ci è rimasta neppure una nota composta da lui; ma, in compenso, abbiamo il celebre Codice Squarcialupi, tra i più importanti codici musicali di ogni epoca, che ci ha tramandato gran parte della musica italiana medievale e rinascimentale.
[17] Bartolomeo Ammannati, nativo di Settignano, scultore e architetto del tardo Rinascimento già sconfinato nel Manierismo (1511-1592).
[18] Il « Biancone », opera di Bartolomeo Ammannati (v. n. 17) è la statua del Nettuno in piazza Signoria. La statua meno amata dai fiorentini di tutti i tempi, per la sua eclatante bruttezza e disarmonia (da cui il celebre detto: "Ammannato, Ammannato, che bel marmo hai rovinato!"). Spesso oggetto di atti vandalici, l’ultimo dei quali, in anni molto recenti, ha avuto come protagonista un cuoco empolese. Prendersela col povero Biancone è quasi uno sport, a Firenze.
[19] Il « Settebello » prodotto dalla ditta Hatù di Casalecchio di Reno (BO), il più noto preservativo made in Italy. La Hatù (così chiamata dall'acronimo sillabico latino HAbemus TUtorem “abbiamo un protettore”) chiuse nel 1998, ma il marchio andò avanti fino al 2010 con altre proprietà). Fino alla chiusura (e lo si vedeva benissimo passando per l’autostrada del Sole), immediatamente adiacente alla fabbrica Hatù si trovava la Giordani, nota casa produttrice, tra l'altro, di carrozzine e passeggini per bambini. Della serie: se la prima fabbrica funzionava poco bene, c’era già pronta quella accanto…
[20] Eroe (1446-1496) dell’assedio di Firenze del 1494. Inizialmente protetto da Lorenzo il Magnifico, alla sua morte fu a capo della fronda contro il successore, Pietro detto Il Fatuo o Lo Sfortunato. Pier Capponi fu uno degli artefici della cacciata dei Medici da Firenze. Celeberrima la sua frase rivolta al re di Francia Carlo VIII, che stava assediando Firenze: « Se Carlo suonerà le sue trombe, noi soneremo le nostre campane ». Questa la versione storica ufficiale. Probabile che il suo vero tenore fosse un po’ più colorito. Pier Capponi trovò la morte due anni dopo, il 25 settembre 1496, durante un episodio bellico contro i pisani: l'assedio del castello di Soiana, presso Terricciola.
[21] Benvenuto Cellini (1500-1571), sommo orafo e scultore, e ancor più sommo attaccabrighe e rissaiolo, nonché sparaballe professionale. La sua « Autobiografia », seppure, e a ragione, uno dei capolavori della letteratura rinascimentale, è un concentrato di menzogne, di esagerazioni e di invenzioni che hanno dovuto attendere Silvio Berlusconi per essere uguagliate e superate.
[22] Pier Soderini (1450-1522), gonfaloniere della Repubblica di Firenze, fu costretto alla fuga il 31 agosto del 1512 dopo il “sacco di Prato”; il giorno dopo, i Medici rientrarono in Firenze. Morì a Roma dieci anni più tardi. Pier Soderini, maritato a una Malaspina di Fosdinovo, per la sua incapacità e vigliaccheria si meritò un sanguinoso epigramma di Niccolò Machiavelli: La notte che morì Pier Soderini / L'alma n'andò dell'Inferno alla bocca: / E Pluto la gridò: “Anima sciocca! / Che Inferno? Va' nel limbo de' bambini!”
[23] Gualtieri VI di Brienne, Duca d’Atene, fu per breve tempo governatore di Firenze nell’anno 1342. Inizialmente ben accolto, fu ben presto accusato di dispotismo -specialmente perché aveva cominciato a tassare pesantemente le più ricche famiglie fiorentine, per rimediare al debito pubblico che si era fatto pesantissimo. Fu quindi cacciato dalla città il 26 luglio 1342, giorno di Sant'Anna. Tra le ricche famiglie che contribuirono a cacciarla si distinsero alcuni signorotti di campagna, provenienti dal Mugello, che stavano acquisendo una certa importanza : tali Medici…
[24] Ovvero i Lanzichenecchi, protagonisti tra l'altro, nel 1527, del famoso sacco di Roma. Il termine è la resa italiana dell’impronunciabile parola tedesca Landsknecht (lett. “servo rurale”; i lanzichenecchi venivano perlopiù reclutati tra i cadetti delle famiglie contadine, che non avrebbero ereditato niente poiché il patrimonio andava al primogenito). A Firenze si fece presto ad abbreviarne il nome italiano, anch'esso difficile, in “Lanzi”; la Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria era originariamente il loro corpo di guardia.
[27] « Dallo sguardo rapace », « di grifo ».
[28] Antichissima via del centro storico di Firenze, nel quartiere di Santa Maria Novella. Le « burella » (singolare : « burello ») erano delle profonde cantine che servivano da ghiacciaie.
[29] Paolo Casella, sommo musicista e organista.
[30] Riccardo Marasco non è uno che improvvisa. La storia di Bernardo Rucellai (Rucellari, Oricellari) e della sua fortuita invenzione della tinta porpora a partire da un lichene irrorato con l’orina, è assolutamente autentica.
[31] Andrea del Verrocchio, sommo scultore.
[32] Direi che solo a Firenze è possibile trattare così Leonardo da Vinci...
[33] Maestro Isacco, olandese di nascita (si chiamava Isaac van Schereberge), fu un sommo polifonista e musicista quattrocentesco. La sua storia, pur narrata « alla Marasco », è vera così come l’inno « Palle, palle » che egli compose.
[34] Latino : « Maestro di Cappella », termine perpetuato nel tedesco « Kapellmeister ». Ma, ovviamente, in questo testo il termine « cappella » è volutamente ambiguo…
[35] Il grande regista Luchino Visconti, reale discendente della nobile e regale famiglia milanese, è « impegnato a Spoleto » con ovvio riferimento al festival teatrale che si tiene ogni anno nella città umbra.
inviata da Lorenzo Masetti - 11/11/2005 - 15:48
Lingua: Inglese
English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Venturi, 12-9 / 22-9 2021
Riccardo Venturi, 12-9 / 22-9 2021
The Bacchanal
Now hearken! Hearken, noble Ladies and Sirs!
'Tis a funny story from past long ago !
Two young and fresh scions o' the noblest kin
Organiz'd a Bacchanal
To relieve boredom!
North of Florence, in Mugello valley, [2]
It is widespread to hunt on wild cocks
Would often run the risk
To get wild cocks, yes, but in the asshole...
“My brother Giuliano” [3], so quoth Lorenzo,
“Let's do something, but with smart good sense.
We should find some ways, so artful and crafty
To put cocks in locum...
But...in someone else's locum, obviously.
It is necessary for a successful game
That the whole affair be jumbled, chaotic,
So that the cock taker, say, the receiver,
Can say nothing, quod ignorat offerentem.” [4]
“But you are a genius! An excellent idea!
A big Bacchanal, my brother, you know!
Dad is in Florence to trade and deal,
Let's test the thing...
We invite girls and boys, and auntie too!”
All this was intended to remain a secret,
But instead the news spread so far up to Impruneta. [5]
Dad Piero [6], that ev'ning, came home in advance
To watch the pub show on TV... [7]
He open'd the door and found himself in a brothel!
My Ladies! Sir Piero, upon that sight
Of breasts being tormented, of limbs wildly pumping,
Got first an idea, and then a heart attack,
And said breathing his last:
“P....put....put six balls in my coat of arms...!” [8]
Osannah! Triumph! Unending honours
To the young Medici Florence did offer!
From the Old Cathedral to Signoria Square
You could hear people yelling:
“To the orgyyy.... to the orgy, c'mon...!
So beeeeee it........!”
The Ciompi [9], the Major and the Minor Guilds,
And then all the Nobles, the Sages, the Priors,
The Eight Magistrates [10] with the Gonfalon
Hurried in with one thought:
“Me on top, you on the back ! ”
Lorenzo in a corner fondled a young page
Who in his turn offered his young ass to Giuliano,
Somewhere else, all alone, good Poliziano
Was jerking off so fast with his clever hands.
Alberti was fondling Marsilio Ficino
Though, being a priest, he hated Plotinus.
To Lady Lucrezia, handsome Buonarroti
Said: “Well then, first you'd better shaking it a bit..!”
Great Squarcialupi wrought unearthly miracles
By handling his organ with masterly hands
Thus frightening poor Andrea Del Castagno
Though he wore hard tin underpants.
On seeing naked people with their ass raised up
Bernardo Ammannati conceived the Biancone,
Meanwhile, Leonardo, with his sharp genius,
Designed and made a hardwood condom.
The orgy was deemed so much enticing
That people came back even from the Afterlife,
Everything was planned in so pure a style
That many came in even from Future.
Sir Pier Capponi, an expert of bells,
Was having good time with seven strumpets,
But when king Charles resort'd to his trumpets,
He rang the king's bell and pull'd it by force
Sir Galileo was cutting up his phallus
With a Gillette blade to study it better
Was carving his own to put it into a cricket.
Sir Pier Soderini was hopping about
Depriv'd of his clothes, wearing only his sockets
And so mad with joy, he ransack'd the heaps
And bawled around: “Let's suck the suckable!”
Greedy Duke of Athens, after he was expelled
Hoped this time to be warmly impelled.
Petrarch made his way to a sweet new style
By rubbing his cock against a thorny brier.
Sir Boccaccio in his luxury formal dress
Acted with his skills as a maître de rang
And shouted his advice in all directions
So that the Bacchanal be never slack.
Andrea Della Robbia and Filippo Lippi
Were concocting terrible intrigues
So that Brunelleschi and the lansquenets
Be readily bugger'd by donkey-cocked wags.
Downcast and dejected, Cimabue was crying
For he had, alas!, the ordinary two balls,
In this overcome by his pupil, Giotto,
Who, as you know, had got sixty eight.
Above all stood Guido Cavalcanti
With one boy behind, and one boy in front,
“It's a game” -quoth he- “that just yesterday
Dante was playing with two little angels.”
Bewilder'd, Pietro Aretino was crying:
“Before such scenes, I feel like a child.
These copulations are so complicated
That my Dialogues look like nursery rhymes.”
With lustful eyes Masaccio was roaring:
“Can't hold it any longer, please gimme a hole!”,
So he jumped nimbly with his feet together
And landed aroused on Vasari's back.
The eminent scholar started running at full speed
Carrying on his back that impetuous genius,
And took the race banner from Piero Della Francesca
While this was mounting a gentle maidservant.
In the heat of the fray, on a pedestal
Stood busily engaged Giuliano Da Sangallo
Who, for the planning of a new belltower,
Was measuring the size of a male phallus.
Sir Dante, with fierce eyes, look'd at that orgy
Conceiving in his mind the concept of Hellpit,
So he made a phone call to Burella street:
“Come, hasten, Beatrice! And bring Casella.”
Above those heaps you can call psychedelic
Stood out by his calmness fra' Beato Angelico
Who, dipping his paintbrush in soft purple colours
Adorned the buttocks of valets and damsels.
Finally, here's Rucellari coming from the East
With purple clothes, honours and (much!) money.
And, owing by chance all this to piss,
He sprinkled all the orgy with his noble urine.
Great Verrocchio complained sadly about this,
For he had got all this piss in his eyes.
But, readily, Leonardo proposed a channel
For conveying all that royal piss into Arno river.
Seeing dozens of balls heaping up together
Isaac, the musician, thought to immortalize them
With a Medicean hymn, so fine and sweet-sounding
That he was appointed Magister Cappellae.
Alas! -You can say it was all a real brothel !
I know; but it was directed by Paolo Uccello.
That's why, from then onwards, and with good reason,
Posterity knows him as Paolo Uccellone.
No doubt had the Bacchanal reached a higher level
Would it have been directed by Visconti.
But Florence, this time, was definitely screwed
For Luchino was already engaged in Spoleto.
Fair is youth, and void of sorrow,
But it hourly flees away,
Youths and maids, enjoy today,
Nought ye know about tomorrow. [1]
But it hourly flees away,
Youths and maids, enjoy today,
Nought ye know about tomorrow. [1]
Now hearken! Hearken, noble Ladies and Sirs!
'Tis a funny story from past long ago !
Two young and fresh scions o' the noblest kin
Organiz'd a Bacchanal
To relieve boredom!
North of Florence, in Mugello valley, [2]
It is widespread to hunt on wild cocks
- There was plenty of wild game at that time -
And Medici offsprings, so pleasure-seeking,Would often run the risk
To get wild cocks, yes, but in the asshole...
“My brother Giuliano” [3], so quoth Lorenzo,
“Let's do something, but with smart good sense.
We should find some ways, so artful and crafty
To put cocks in locum...
But...in someone else's locum, obviously.
It is necessary for a successful game
That the whole affair be jumbled, chaotic,
So that the cock taker, say, the receiver,
Can say nothing, quod ignorat offerentem.” [4]
“But you are a genius! An excellent idea!
A big Bacchanal, my brother, you know!
Dad is in Florence to trade and deal,
Let's test the thing...
We invite girls and boys, and auntie too!”
All this was intended to remain a secret,
But instead the news spread so far up to Impruneta. [5]
Dad Piero [6], that ev'ning, came home in advance
To watch the pub show on TV... [7]
He open'd the door and found himself in a brothel!
My Ladies! Sir Piero, upon that sight
Of breasts being tormented, of limbs wildly pumping,
Got first an idea, and then a heart attack,
And said breathing his last:
“P....put....put six balls in my coat of arms...!” [8]
Osannah! Triumph! Unending honours
To the young Medici Florence did offer!
From the Old Cathedral to Signoria Square
You could hear people yelling:
“To the orgyyy.... to the orgy, c'mon...!
So beeeeee it........!”
The Ciompi [9], the Major and the Minor Guilds,
And then all the Nobles, the Sages, the Priors,
The Eight Magistrates [10] with the Gonfalon
Hurried in with one thought:
“Me on top, you on the back ! ”
Lorenzo in a corner fondled a young page
Who in his turn offered his young ass to Giuliano,
Somewhere else, all alone, good Poliziano
Was jerking off so fast with his clever hands.
Alberti was fondling Marsilio Ficino
Though, being a priest, he hated Plotinus.
To Lady Lucrezia, handsome Buonarroti
Said: “Well then, first you'd better shaking it a bit..!”
Great Squarcialupi wrought unearthly miracles
By handling his organ with masterly hands
Thus frightening poor Andrea Del Castagno
Though he wore hard tin underpants.
- Antonio Squarcialupi was a great organist who lived in the 15th century. At that time, you must know, small portable organs -called “portatìli” were in use. Due to their small size, these portable organs could easily be handled during processions, feasts, corteges...the bellows were handled with the left hand, while great virtuosity could be achieved with the right hand.-
On seeing naked people with their ass raised up
Bernardo Ammannati conceived the Biancone,
Meanwhile, Leonardo, with his sharp genius,
Designed and made a hardwood condom.
The orgy was deemed so much enticing
That people came back even from the Afterlife,
Everything was planned in so pure a style
That many came in even from Future.
Sir Pier Capponi, an expert of bells,
Was having good time with seven strumpets,
But when king Charles resort'd to his trumpets,
He rang the king's bell and pull'd it by force
- You do this and even much more for your fatherland! -
Sir Galileo was cutting up his phallus
With a Gillette blade to study it better
- He was a natural born scientist! -
Meanwhile, Cellini with a hard graverWas carving his own to put it into a cricket.
- Alas! The goldsmith's preciosity!
Sir Pier Soderini was hopping about
Depriv'd of his clothes, wearing only his sockets
And so mad with joy, he ransack'd the heaps
And bawled around: “Let's suck the suckable!”
Greedy Duke of Athens, after he was expelled
Hoped this time to be warmly impelled.
Petrarch made his way to a sweet new style
By rubbing his cock against a thorny brier.
Sir Boccaccio in his luxury formal dress
Acted with his skills as a maître de rang
And shouted his advice in all directions
So that the Bacchanal be never slack.
Andrea Della Robbia and Filippo Lippi
Were concocting terrible intrigues
So that Brunelleschi and the lansquenets
Be readily bugger'd by donkey-cocked wags.
- Here's the first example of Anti-Nazi Resistance in Italy!-
Downcast and dejected, Cimabue was crying
For he had, alas!, the ordinary two balls,
In this overcome by his pupil, Giotto,
Who, as you know, had got sixty eight.
Above all stood Guido Cavalcanti
With one boy behind, and one boy in front,
“It's a game” -quoth he- “that just yesterday
Dante was playing with two little angels.”
Bewilder'd, Pietro Aretino was crying:
“Before such scenes, I feel like a child.
These copulations are so complicated
That my Dialogues look like nursery rhymes.”
With lustful eyes Masaccio was roaring:
“Can't hold it any longer, please gimme a hole!”,
So he jumped nimbly with his feet together
And landed aroused on Vasari's back.
The eminent scholar started running at full speed
Carrying on his back that impetuous genius,
And took the race banner from Piero Della Francesca
While this was mounting a gentle maidservant.
In the heat of the fray, on a pedestal
Stood busily engaged Giuliano Da Sangallo
Who, for the planning of a new belltower,
Was measuring the size of a male phallus.
Sir Dante, with fierce eyes, look'd at that orgy
Conceiving in his mind the concept of Hellpit,
So he made a phone call to Burella street:
“Come, hasten, Beatrice! And bring Casella.”
Above those heaps you can call psychedelic
Stood out by his calmness fra' Beato Angelico
Who, dipping his paintbrush in soft purple colours
Adorned the buttocks of valets and damsels.
Finally, here's Rucellari coming from the East
With purple clothes, honours and (much!) money.
And, owing by chance all this to piss,
He sprinkled all the orgy with his noble urine.
- Few people know that the Rucellari -or Rucellai- family acquired their fame, power, great wealth and nobility by fortuitous chance. One of them, sailing back home from the Crusades -those big mass tours to Middle East that were so common at that time, organized by one renowned tour operator, Pontificia Pax Domini, you know- suddenly needed to urinate and, so, he went to the shipdeck and did it most impolitely in a vase containing a souvenir, a small lichen plant. So, he noticed that this lichen, working in the urine -that, later, was scientifically named piss-, produced the purple colour. So, back in Florence, the Rucellari family began to cultivate this small plant on extensive scale and, at the end of the year, each family member was called to give his or her offering to make fermented the plants. That's why they all kept the professional bias.-
Great Verrocchio complained sadly about this,
For he had got all this piss in his eyes.
But, readily, Leonardo proposed a channel
For conveying all that royal piss into Arno river.
- Well, that Leonardo had a fierce crush on planning everything, he always planned and designed all sort of things...well, then...he didn't do anything at all, of course. After his death, he left us a couple of paintings and heaps of confused, illegible sketches, because he was a genius. A Florentine who, in the 15th Century, first invents the bicycle and then goes on foot, is definitely an idiot.-
Seeing dozens of balls heaping up together
Isaac, the musician, thought to immortalize them
With a Medicean hymn, so fine and sweet-sounding
That he was appointed Magister Cappellae.
- Because Squarcialupi, who had already come to old age, could not resist any longer handling his organ, and he finally snuffed it. Then, the Medici thought he should be replaced by someone with a hard...name. So, they invited to Florence a Dutch musician from the Low Lands, called Isaac. No sooner had Isaac come to Florence, than he immediately composed a polyphonic hymn called “Balls! Balls!”. Just this, balls galore, without saying how many. The Medici were so enthusiastic, that they appointed him immediately Magister Cappellae.-
Alas! -You can say it was all a real brothel !
I know; but it was directed by Paolo Uccello.
That's why, from then onwards, and with good reason,
Posterity knows him as Paolo Uccellone.
No doubt had the Bacchanal reached a higher level
Would it have been directed by Visconti.
But Florence, this time, was definitely screwed
For Luchino was already engaged in Spoleto.
Slightly apart, only the Pazzi
Despised games and jokes
And, in that big Bacchanal
Were sharpening their daggers
To oppose powerful Medici
And all their wicked aims,
All their accomplices, loansharks,
All their whores and their pimps
So that you could make love
At any hour night and day,
For you know well...in this world,
If you don't love, you make war.
Then, shouting “Here I am!”
A sado-masochist came,
That good friar Savonarola,
Inquisitor at people's bed feet.
As he came from Ferrara,
He didn't understand that game,
So he denied joy to Florence
Ending up tied to the stake.
The whole city shouted “Balls!”
Among red and yellow flames,
And the saint: “Mmmm...I'm burning!
All this cosy heat...what bliss! ”
And so, among balls and flames
That hullabaloo came to an end,
Or, if you prefer, all in a blaze
The Bacchanal came to its finis.
Despised games and jokes
And, in that big Bacchanal
Were sharpening their daggers
To oppose powerful Medici
And all their wicked aims,
All their accomplices, loansharks,
All their whores and their pimps
So that you could make love
At any hour night and day,
For you know well...in this world,
If you don't love, you make war.
Then, shouting “Here I am!”
A sado-masochist came,
That good friar Savonarola,
Inquisitor at people's bed feet.
As he came from Ferrara,
He didn't understand that game,
So he denied joy to Florence
Ending up tied to the stake.
The whole city shouted “Balls!”
Among red and yellow flames,
And the saint: “Mmmm...I'm burning!
All this cosy heat...what bliss! ”
And so, among balls and flames
That hullabaloo came to an end,
Or, if you prefer, all in a blaze
The Bacchanal came to its finis.
NOTES
[1] As you certainly know, these are the first verses of Lorenzo il Magnifico's Bacchus' Song (perhaps bettern known as Triumph of Bacchus and Ariadne (1490). They are presented here in John Symonds' and John Addington's classical English translation.
[2] Mugello is the mountainous valley district formed by the river Sieve, a tributary of Arno. The Medici family originated from Mugello.
[3] Giuliano de' Medici fell a victim of the Pazzi Conspiracy on April 26, 1478, while the Easter Mass was being celebrated in the Cathedral of Florence.
[4] Latin: “Because he ignores who is giving / offers it”, “Because he ignores who is the giver”.
[5] Impruneta is a small hill town just a dozen of miles away from Florence, in the direction of Chianti. It is renowned for its pottery and bricks production. Nowadays you can go there by bus in twenty minutes, but it was really distant in the countryside at that time.
[6] Piero di Cosimo de' Medici, called The Gouty, Lorenzo's and Giuliano's father.
[7] Carosello was the first pub show of Italian TV, ininterruptly broadcast from 1957 to 1977 at about 8,30 pm after TV news. It enjoyed enormous success and was the bedtime limit for children: “Bye-byes after Carosello!”. A really delicious anachronism!
[8] The coat of arms of the Medici family showed six balls. Hence the name of their supporters in the struggle against Savonarola: Palleschi (“Balls Followers”). Savonarola's supporters were called Piagnoni (“Grumblers”).
[9] The carders of the Wool Guild, lead by Michele di Lando (1343-1401), organized what is maybe the first workers' revolt in history: the so-called “Ciompi revolt” (June-August 1378).
[10] The so-called Otto di Guardia e Balìa were eight magistrates charged with public order tasks, a true police council that remained in charge in Florence until late 18th century. You can see still nowadays, in Florence streets, old wall plates showing the orders of the Eight Magistrates, that read as follows: “It is strictly forbidden to play football in this place...” It's coming neither home, or to Rome: it's coming to Florence!
[1] As you certainly know, these are the first verses of Lorenzo il Magnifico's Bacchus' Song (perhaps bettern known as Triumph of Bacchus and Ariadne (1490). They are presented here in John Symonds' and John Addington's classical English translation.
[2] Mugello is the mountainous valley district formed by the river Sieve, a tributary of Arno. The Medici family originated from Mugello.
[3] Giuliano de' Medici fell a victim of the Pazzi Conspiracy on April 26, 1478, while the Easter Mass was being celebrated in the Cathedral of Florence.
[4] Latin: “Because he ignores who is giving / offers it”, “Because he ignores who is the giver”.
[5] Impruneta is a small hill town just a dozen of miles away from Florence, in the direction of Chianti. It is renowned for its pottery and bricks production. Nowadays you can go there by bus in twenty minutes, but it was really distant in the countryside at that time.
[6] Piero di Cosimo de' Medici, called The Gouty, Lorenzo's and Giuliano's father.
[7] Carosello was the first pub show of Italian TV, ininterruptly broadcast from 1957 to 1977 at about 8,30 pm after TV news. It enjoyed enormous success and was the bedtime limit for children: “Bye-byes after Carosello!”. A really delicious anachronism!
[8] The coat of arms of the Medici family showed six balls. Hence the name of their supporters in the struggle against Savonarola: Palleschi (“Balls Followers”). Savonarola's supporters were called Piagnoni (“Grumblers”).
[9] The carders of the Wool Guild, lead by Michele di Lando (1343-1401), organized what is maybe the first workers' revolt in history: the so-called “Ciompi revolt” (June-August 1378).
[10] The so-called Otto di Guardia e Balìa were eight magistrates charged with public order tasks, a true police council that remained in charge in Florence until late 18th century. You can see still nowadays, in Florence streets, old wall plates showing the orders of the Eight Magistrates, that read as follows: “It is strictly forbidden to play football in this place...” It's coming neither home, or to Rome: it's coming to Florence!
via... eh... lo so, è fuori tema... ma non ho resistito. Sai che? si sposta negli extra!
P.S.
All'Impruneta coll'autobus in venti minuti? sie... ti garberebbe (torno or ora, e dalla stazione ce ne ho messi più di quaranta) ;)
P.S.
All'Impruneta coll'autobus in venti minuti? sie... ti garberebbe (torno or ora, e dalla stazione ce ne ho messi più di quaranta) ;)
Lorenzo - 11/11/2005 - 19:59
Beh, direi che lo spostamento negli extra è in questo caso la cosa migliore :-)
E devo dire che hai anche ragione sul tempo necessario per raggiungere l'Impruneta...si vede che sto diventando sempre meno pratico...
Su, ora torniamo a fare i "cicciggiatori seri", ché qui oramai ci conoscono in mezzo mondo e se ci vedono fare 'sti scambi ci pigliano a tutt'e due pe' bischeri :-)
(La definizione scientifica è "il necessario momento ludico").
E devo dire che hai anche ragione sul tempo necessario per raggiungere l'Impruneta...si vede che sto diventando sempre meno pratico...
Su, ora torniamo a fare i "cicciggiatori seri", ché qui oramai ci conoscono in mezzo mondo e se ci vedono fare 'sti scambi ci pigliano a tutt'e due pe' bischeri :-)
(La definizione scientifica è "il necessario momento ludico").
Riccardo Venturi - 11/11/2005 - 22:10
Grazie papà , il tuo sito mi ha fatto ricordare tutto cio che mi rende felice sapendo di avere un padre come te !
Vincenzo Marasco - 30/5/2007 - 14:38
Grandissimo Riccardo MArasco, ma perché proprio tu vincenzo marasco chiami i'ttu babbo, "papà"?
Saluti
Giovanni Gordiani
Saluti
Giovanni Gordiani
credo che il riferimento a Donna Lucrezia non sia quello a Lucrezia Borgia ma alla piu' fiorentina Lucrezia Tornabuoni, poetessa del 1400
Luca
Luca
Luca Innocenti - 2/10/2017 - 11:26
L' Ammucchiata tolta dagli "Extra"
Dopo matura riflessione ingenerata senz'altro dall'età che avanza inesorabile, ed anche contraddicendo quel che io stesso avevo scritto su questa pagina nell'oramai lontanissimo 2005, ho deciso (sic statui) di togliere questa immortale canzone dagli “Extra”.
In realtà, l' “Ammucchiata” possiede ogni cosa per essere considerata non solo una vaga “canzone contro la guerra”, ma, altresì, un vero e proprio inno alla vita ed alla pace (dei sensi): orsù, trovatemi un po' in questo sito un'altra canzone nella quale si inneggia per quasi quattordici minuti (!!!) ad ogni sorta, genere & declinazione di copule, di pigia-pigia, di leva e metti, di metti e leva...sarebbe anche fin troppo ovvio ricordare il moderno “fate l'amore e non la guerra”, che assume ancor più valore se riferito ad epoche -come quelle evocate nella canzone- dove, perlopiù, tre quarti e mezzo del tempo veniva impiegato in conflitti con durate mostruose (la guerra dei cent'anni, dei trent'anni, degli ottant'anni e via discorrendo).
Ma non solo. Nella canzone, le svariate figure ed eventi bellici & conflittuali di cui vi si fa menzione sono costantemente sbeffeggiati con salace ironia fiorentina: i Ciompi del tumulto, Pier Capponi (eh, per la patria si fa questo ed altro...), il Duca d'Atene, la congiura dei Pazzi...
Tutto quanto giunge a compimento nel mirabile finale (sottolineato da uno dei frequenti cambiamenti di linea musicale nella lunghissima composizione), nel quale viene preso di mira fra' Girolamo Savonarola.
E' pur vero che, sovente, nella storiografia il frate ferrarese viene considerato un “campione della libertà”; certamente, non si può dire che, come tutte le signorie italiane dell'epoca, la Firenze medicea fosse un modello di virtù democratiche. Susseguentemente ad una delle ripetute cacciate dei Medici, la Firenze che si ritrovò in mano del Savonarola fu repentinamente trasformata in una delle solite grigie e cupe teocrazie sotto la sovranità di Cristo e della Madonna (chissà se Gesù Cristo e Maria Vergine si sarebbero immaginati in Palestina, circa 1500 anni prima, di essere messi a capo di un'oscura città in riva all'Arno, non al fiume Giordano, che all'epoca era stata fondata da appena una sessantina d'anni su un terreno alluvionale paludoso che, nella sua storia, avrebbe provocato costantemente qualche piccolo problema). Cristo, la Madonna, roghi di libri e di opere d'arte, orde di ragazzini che scorrazzavano a fare da pasdarân ante litteram, prediche infuocate contro la lascivia de' costumi...alla fine, il Savonarola ed alcuni suoi sodali furono messi sul rogo e abbruciati.
Con finezza psicologica, il Marasco pone l'accento su una componente estrema di godimento (per non dire proprio di eccitazione sessuale) che tutti, e sottolineo tutti, i repressori dei più elementari e giojosi istinti della razza umana provano nella Morte. Persino nella propria. Morte a vagonate. Morte a gogò. Ci ricordano sempre che dobbiamo morire, questi signori; solo che, prima che ciò inevitabilmente accada, si prodigano non soltanto a distribuire morte a rondemà, ma nel trasformare la vita in un inferno di precetti demenziali basati perlopiù su favolette in confronto alle quali Biancaneve e i Sette Nani fa la figura di un serio e documentato resoconto storico.
Nell'Ammucchiata tutto questo è ben presente; e così, mentre in una giocosa sarabanda che coinvolge anche i più grandi artisti di varie epoche, un irresistibile girotondo di trombate e inchiappettate senza nessuna preoccupazione e senza nessun accenno di discriminazione che sia uno, Firenze (ma si potrebbe dire: qualsiasi altro luogo sulla terra) si avvia al termine del suo periodo aureo, alla decadenza, al declino e, naturalmente, alla serie di guerre, occupazione e massacri che di solito tutto ciò comporta.
Si è detto assai seriamente, e condivido tale punto di vista storico, che il vero e proprio punto debole di Firenze e della casata de' Medici fu lo scarso interesse che essi riponevano nell'educare il popolo alle cosiddette virtù militari; prova ne sia che, quasi sempre (perlomeno con poche eccezioni) si affidavano, per le campagne belliche, a condottieri professionali e ben prezzolati. L'interesse precipuo dei Medici era il seguente: fare soldi, soldi a palate, contando assai di più sulla forza del denaro che su quella delle spade e de' cannoni, e sul prestigio ed il potere politico che tutto ciò dava loro. Finché durò. E il famoso “popolo”? Com'ebbe a dire e ad esporre compiutamente un celebre analista del tardo XX secolo, il chiarissimo prof. Ascanio Celestini, il popolo è un bambino.
Ogni tanto, ma proprio ogni tanto, fa pure la rivoluzione. Andando magari dietro ai primi Savonarola che arrivano, ai talebani, ai dittatori (col monobaffo o del proletariato, oscuri o illuminati), ai fautori dei mondi e degli uomini “nuovi”, agli dèi che sono sempre mit uns, anzi mit ihnen.
Mi spingo troppo oltre? Può darsi. Però questa canzone apparentemente giocherellona certi problemi li pone, li pone eccome. Aveva visto giusto il webmaster, Lorenzo Masetti, nel metterla sedici lunghi anni fa nel sito con geniale e giovanile intuizione; non avevo visto giusto io nel rifiutarle lo status di canzone contro la guerra. Rimedio in questa domenica mattina di settembre. Lunga è la strada verso l'Anarchia, una strada che, probabilmente, non menerà mai da nessuna parte. Ma, alla fine, rimane l'unica strada degna di essere percorsa, dentro se stessi e al di fuori. Diffidando costantemente dagli apostoli di turno che apprezzano il martirio. Mi fosse dato in potere di eliminare una parola dal vocabolario, la prima che eliminerei sarebbe proprio “martire”. Che significa, come è noto, “testimone”. Testimone sì, ma dell'imbecillità umana. Testimone della Morte. Testimone dell'autodistruzione in nome del Nulla. Quant'è bella giovinezza che si fugge, tuttavia... tuttavia ripenso ai milioni, miliardi di volte in cui è fuggita per niente, o peggio, in cui per niente è stata fatta fuggire.
Per questo e per altri motivi, oltre a togliere l'Ammucchiata dagli Extra, mi auguro che essa venga prima o poi tradotta in altri idiomi dai vari e valenti traduttori del sito. Offro naturalmente assistenza, se richiesta, per intendere correttamente i non pochi termini arcaici, vernacolari e d'altro genere presenti nel lungo testo. Saluti cari a tutt*.
Dopo matura riflessione ingenerata senz'altro dall'età che avanza inesorabile, ed anche contraddicendo quel che io stesso avevo scritto su questa pagina nell'oramai lontanissimo 2005, ho deciso (sic statui) di togliere questa immortale canzone dagli “Extra”.
In realtà, l' “Ammucchiata” possiede ogni cosa per essere considerata non solo una vaga “canzone contro la guerra”, ma, altresì, un vero e proprio inno alla vita ed alla pace (dei sensi): orsù, trovatemi un po' in questo sito un'altra canzone nella quale si inneggia per quasi quattordici minuti (!!!) ad ogni sorta, genere & declinazione di copule, di pigia-pigia, di leva e metti, di metti e leva...sarebbe anche fin troppo ovvio ricordare il moderno “fate l'amore e non la guerra”, che assume ancor più valore se riferito ad epoche -come quelle evocate nella canzone- dove, perlopiù, tre quarti e mezzo del tempo veniva impiegato in conflitti con durate mostruose (la guerra dei cent'anni, dei trent'anni, degli ottant'anni e via discorrendo).
Ma non solo. Nella canzone, le svariate figure ed eventi bellici & conflittuali di cui vi si fa menzione sono costantemente sbeffeggiati con salace ironia fiorentina: i Ciompi del tumulto, Pier Capponi (eh, per la patria si fa questo ed altro...), il Duca d'Atene, la congiura dei Pazzi...
Tutto quanto giunge a compimento nel mirabile finale (sottolineato da uno dei frequenti cambiamenti di linea musicale nella lunghissima composizione), nel quale viene preso di mira fra' Girolamo Savonarola.
E' pur vero che, sovente, nella storiografia il frate ferrarese viene considerato un “campione della libertà”; certamente, non si può dire che, come tutte le signorie italiane dell'epoca, la Firenze medicea fosse un modello di virtù democratiche. Susseguentemente ad una delle ripetute cacciate dei Medici, la Firenze che si ritrovò in mano del Savonarola fu repentinamente trasformata in una delle solite grigie e cupe teocrazie sotto la sovranità di Cristo e della Madonna (chissà se Gesù Cristo e Maria Vergine si sarebbero immaginati in Palestina, circa 1500 anni prima, di essere messi a capo di un'oscura città in riva all'Arno, non al fiume Giordano, che all'epoca era stata fondata da appena una sessantina d'anni su un terreno alluvionale paludoso che, nella sua storia, avrebbe provocato costantemente qualche piccolo problema). Cristo, la Madonna, roghi di libri e di opere d'arte, orde di ragazzini che scorrazzavano a fare da pasdarân ante litteram, prediche infuocate contro la lascivia de' costumi...alla fine, il Savonarola ed alcuni suoi sodali furono messi sul rogo e abbruciati.
Con finezza psicologica, il Marasco pone l'accento su una componente estrema di godimento (per non dire proprio di eccitazione sessuale) che tutti, e sottolineo tutti, i repressori dei più elementari e giojosi istinti della razza umana provano nella Morte. Persino nella propria. Morte a vagonate. Morte a gogò. Ci ricordano sempre che dobbiamo morire, questi signori; solo che, prima che ciò inevitabilmente accada, si prodigano non soltanto a distribuire morte a rondemà, ma nel trasformare la vita in un inferno di precetti demenziali basati perlopiù su favolette in confronto alle quali Biancaneve e i Sette Nani fa la figura di un serio e documentato resoconto storico.
Nell'Ammucchiata tutto questo è ben presente; e così, mentre in una giocosa sarabanda che coinvolge anche i più grandi artisti di varie epoche, un irresistibile girotondo di trombate e inchiappettate senza nessuna preoccupazione e senza nessun accenno di discriminazione che sia uno, Firenze (ma si potrebbe dire: qualsiasi altro luogo sulla terra) si avvia al termine del suo periodo aureo, alla decadenza, al declino e, naturalmente, alla serie di guerre, occupazione e massacri che di solito tutto ciò comporta.
Si è detto assai seriamente, e condivido tale punto di vista storico, che il vero e proprio punto debole di Firenze e della casata de' Medici fu lo scarso interesse che essi riponevano nell'educare il popolo alle cosiddette virtù militari; prova ne sia che, quasi sempre (perlomeno con poche eccezioni) si affidavano, per le campagne belliche, a condottieri professionali e ben prezzolati. L'interesse precipuo dei Medici era il seguente: fare soldi, soldi a palate, contando assai di più sulla forza del denaro che su quella delle spade e de' cannoni, e sul prestigio ed il potere politico che tutto ciò dava loro. Finché durò. E il famoso “popolo”? Com'ebbe a dire e ad esporre compiutamente un celebre analista del tardo XX secolo, il chiarissimo prof. Ascanio Celestini, il popolo è un bambino.
Ogni tanto, ma proprio ogni tanto, fa pure la rivoluzione. Andando magari dietro ai primi Savonarola che arrivano, ai talebani, ai dittatori (col monobaffo o del proletariato, oscuri o illuminati), ai fautori dei mondi e degli uomini “nuovi”, agli dèi che sono sempre mit uns, anzi mit ihnen.
Mi spingo troppo oltre? Può darsi. Però questa canzone apparentemente giocherellona certi problemi li pone, li pone eccome. Aveva visto giusto il webmaster, Lorenzo Masetti, nel metterla sedici lunghi anni fa nel sito con geniale e giovanile intuizione; non avevo visto giusto io nel rifiutarle lo status di canzone contro la guerra. Rimedio in questa domenica mattina di settembre. Lunga è la strada verso l'Anarchia, una strada che, probabilmente, non menerà mai da nessuna parte. Ma, alla fine, rimane l'unica strada degna di essere percorsa, dentro se stessi e al di fuori. Diffidando costantemente dagli apostoli di turno che apprezzano il martirio. Mi fosse dato in potere di eliminare una parola dal vocabolario, la prima che eliminerei sarebbe proprio “martire”. Che significa, come è noto, “testimone”. Testimone sì, ma dell'imbecillità umana. Testimone della Morte. Testimone dell'autodistruzione in nome del Nulla. Quant'è bella giovinezza che si fugge, tuttavia... tuttavia ripenso ai milioni, miliardi di volte in cui è fuggita per niente, o peggio, in cui per niente è stata fatta fuggire.
Per questo e per altri motivi, oltre a togliere l'Ammucchiata dagli Extra, mi auguro che essa venga prima o poi tradotta in altri idiomi dai vari e valenti traduttori del sito. Offro naturalmente assistenza, se richiesta, per intendere correttamente i non pochi termini arcaici, vernacolari e d'altro genere presenti nel lungo testo. Saluti cari a tutt*.
Riccardo Venturi - 5/9/2021 - 11:49
Felicissimo di questa scelta, ho anche inserito la canzone nell'apposito percorso. Ecco anche "Palle, palle", la composizione rinascimentale citata nella canzone.
Sembra però che il compositore si chiami Heinrich Isaac e non Isaac van Schereberge.
Sembra però che il compositore si chiami Heinrich Isaac e non Isaac van Schereberge.
Lorenzo - 5/9/2021 - 13:25
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Riccardo Marasco
Album / Albumi: L'Ammucchiata [Birba Records]
Un altro episodio un po' fuori tema con questa lunghissima canzone di quel geniaccio fiorentino che è Riccardo Marasco.
Con tono goliardico, ma con una conoscenza invidiabile e un amore per la storia della propria città che traspare in ogni verso, Marasco descrive un'ineguagliabile orgia a cui partecipano tutti i più grandi nomi del potere fiorentino e della cultura rinascimentale.
E il contro la guerra? Beh guardate come son definite le crociate, e mettete da parte ogni falso pudore ed ogni ipocrisia "ben sapendo che qua in Terra/ chi non ama poi fa guerra" (vista la difficoltà di trovare altri argomenti che giustificassero l'inserimento, il testo è stato successivamente spostato tra gli "Extra"...)
Il testo è trascritto all'ascolto. Le parti tra parentesi sono parlate.
(Lorenzo Masetti)