Signor Giuseppe aveva 60 anni un anno fa
faceva l'ambulante in piazza nella sua città
cassette di verdura apixedda d'ordinanza
tutto di stagione sempre senza licenza
senza licenza ogni mattina è sempre uguale
sconti al cliente scazzi con la municipale
e multe su multe tutte sempre e solo a lui
perchè signor Giuseppe non sa stare zitto mai
signor Giuseppe gioia festa ed allegria
cumbidendi in pratza parduledda e malvasia
chiaccherando con gli amici mollava la verdura
una partita a carte tanto per passarci l'ora
signor Giuseppe impegno fede e passione
la sede del PCI e poi quella di Rifondazione
una casa costruita col lavoro di una vita
quattro casse di frutta per uscirci la giornata
Ma la giunta comunale di Quartu Sant' Elena
fa campagna di ripristino della legalità
e vennero i gendarmi vennero con le armi
signor Giuseppe è a terra un uomo di 60 anni
Signor Giuseppe è a terra qualcuno mi spieghi perchè
son arrivati gli infermieri col 113 e
c'è anche un giornalista che è stato preavvisato
il trep è preparato Giuseppe sul selciato
sgombero forzato intitola l'Ugnone
tre pattuglie contro un uomo e la sua reazione
presto circondato per esser catturato
gli rompono una mano il polso fratturato
di un leone ferito che ora emette il suo ruggito
proprio quello che asi ttendono i tutori del diritto
ricovero coatto t.s.o.
Trattamento sanitario obbligatorio
preso con la forza ammanettato in un attimo
portato di forza al reparto psichiatrico
sedato legato a un letto di contenzione
rabbia impotenza violenza rassegnazione
Giuseppe non può bere né mangiare né fumare
non può neanche alzarsi per andare a pisciare
legato mani e piedi con un tappo nel sedere
tortura medioevale dentro un ospedale
condanna esemplare di Comune e polizia
che posson far questo se ti imputano la follia
Giuseppe ora è stanco chiede di andare via
ma i dottori gli rispondono che è ancora in terapia
strana terapia questa tortura disumana
e non acocrgersi neanche di una mano già in cancrena
legato mani e piedi ti può scoppiare il cuore
dopo 7 giorni signor Giuseppe muore
in ospedale è strano morire d'incuria
non è poi così strano se subisci tortura
si apre un inchiesta ma è solo per figura
dopo che i familiari han sputtanato la storia
si apre un inchiesta ma nessuno pagherà
tanto meno i primari della bella società
signor Giuseppe è solo un caso di ordine pubblico
che è stato risolto in un reparto psichiatrico
e quelli che parlano di rispetto del legale
hanno fatto tutto questo e non c'è neanche un verbale
e loro che stanno dentro al comune
col silenzio della gente perbene
io non mi attendo giustizia dai banchi dei tribunali
vogliamo vera giustizia siamo esseri umani
Giuseppe e la sua storia come cento o mille altre
voleva stare in piazza gli hanno dato la morte
faceva l'ambulante in piazza nella sua città
cassette di verdura apixedda d'ordinanza
tutto di stagione sempre senza licenza
senza licenza ogni mattina è sempre uguale
sconti al cliente scazzi con la municipale
e multe su multe tutte sempre e solo a lui
perchè signor Giuseppe non sa stare zitto mai
signor Giuseppe gioia festa ed allegria
cumbidendi in pratza parduledda e malvasia
chiaccherando con gli amici mollava la verdura
una partita a carte tanto per passarci l'ora
signor Giuseppe impegno fede e passione
la sede del PCI e poi quella di Rifondazione
una casa costruita col lavoro di una vita
quattro casse di frutta per uscirci la giornata
Ma la giunta comunale di Quartu Sant' Elena
fa campagna di ripristino della legalità
e vennero i gendarmi vennero con le armi
signor Giuseppe è a terra un uomo di 60 anni
Signor Giuseppe è a terra qualcuno mi spieghi perchè
son arrivati gli infermieri col 113 e
c'è anche un giornalista che è stato preavvisato
il trep è preparato Giuseppe sul selciato
sgombero forzato intitola l'Ugnone
tre pattuglie contro un uomo e la sua reazione
presto circondato per esser catturato
gli rompono una mano il polso fratturato
di un leone ferito che ora emette il suo ruggito
proprio quello che asi ttendono i tutori del diritto
ricovero coatto t.s.o.
Trattamento sanitario obbligatorio
preso con la forza ammanettato in un attimo
portato di forza al reparto psichiatrico
sedato legato a un letto di contenzione
rabbia impotenza violenza rassegnazione
Giuseppe non può bere né mangiare né fumare
non può neanche alzarsi per andare a pisciare
legato mani e piedi con un tappo nel sedere
tortura medioevale dentro un ospedale
condanna esemplare di Comune e polizia
che posson far questo se ti imputano la follia
Giuseppe ora è stanco chiede di andare via
ma i dottori gli rispondono che è ancora in terapia
strana terapia questa tortura disumana
e non acocrgersi neanche di una mano già in cancrena
legato mani e piedi ti può scoppiare il cuore
dopo 7 giorni signor Giuseppe muore
in ospedale è strano morire d'incuria
non è poi così strano se subisci tortura
si apre un inchiesta ma è solo per figura
dopo che i familiari han sputtanato la storia
si apre un inchiesta ma nessuno pagherà
tanto meno i primari della bella società
signor Giuseppe è solo un caso di ordine pubblico
che è stato risolto in un reparto psichiatrico
e quelli che parlano di rispetto del legale
hanno fatto tutto questo e non c'è neanche un verbale
e loro che stanno dentro al comune
col silenzio della gente perbene
io non mi attendo giustizia dai banchi dei tribunali
vogliamo vera giustizia siamo esseri umani
Giuseppe e la sua storia come cento o mille altre
voleva stare in piazza gli hanno dato la morte
inviata da adriana - 9/4/2010 - 10:43
Il blog di Natascia Casu
Sono solo una figlia che vuole capire perchè il padre è morto legato nel reparto di psichiatria dopo soli 7 giorni di degenza, non so se ci riuscirò, i pezzi anatomici sono spariti, ma ci provo, e spero che la stessa sorte non ricapiti a nessuno mai!
Sono solo una figlia che vuole capire perchè il padre è morto legato nel reparto di psichiatria dopo soli 7 giorni di degenza, non so se ci riuscirò, i pezzi anatomici sono spariti, ma ci provo, e spero che la stessa sorte non ricapiti a nessuno mai!
adriana - 19/11/2010 - 19:15
Lingua: Francese
Version française – MONSIEUR JOSEPH – Marco Valdo M.I. A – 2010
Chanson italienne – Sig. Giuseppe – Crc Posse – 2006
Chanson italienne – Sig. Giuseppe – Crc Posse – 2006
« Les per Les personnes dont la vie représente l'enfer de la Société Opulente sont tenues à l'écart avec une brutalité qui fait revivre de fait dans le Moyen-Âge et au début de l'ère moderne. Pour les autres, moins sous-privilégiés, la société prend soin de leur besoin de liberté en satisfaisant leurs besoins qui rendent la solitude acceptable et inobservée... »
Herbert Marcuse, « L'homme Unidimensionnel ».
Comité Vérité et Justice pour la mort de Giuseppe Casu.
Jeudi 15 juin 2006, place du IV novembre à Quartu Monsieur Joseph Casu ( Giuseppe Casu), à côté de son Ape garée comme chaque jour vendait un peu des fruits et légumes contenus dans son coffre. Rien de notable jusqu'à ce moment dans une journée qui semblait tranquille. Puis, à la fin de la matinée : le drame. Tout se produisit rapidement, les carabiniers intervinrent avec les gardes municipaux, sortit même une ambulance. Les agents l'empoignèrent avec force, face à tout le monde, le jetèrent à terre, l'immobilisèrent. Joseph Casu fut chargé, menotté, sur la civière et emmené. Ce fut un enlèvement psychiatrique.
« Enlèvement forcé : disparaît le dernier marchand ambulant », titra triomphalement l'Unione Sarda le jour suivant, dans un papier clairement inspiré par la municipalité. C'est faux, Joseph Casu n'est pas le dernier marchand ambulant, mais peut-être le plus vulnérable et il fut frappé de manière exemplaire pour débarrasser finalement la place des sans-licences. Pourquoi autrement tant de force et tant de violence a-t-elle été employée contre un individu occupé à une activité aussi pacifique ?
Pour compléter le tableau de cette affaire, il faut faire un pas en arrière. Le fait est que depuis quelques temps, la municipalité de Quartu a entrepris une action énergique contre les marchands ambulants (Ces marchands ambulants sont une tradition ancestrale en Sardaigne... dit Lucien l'âne, je le sais, je portais les charges au marché ; en quelque sorte, un reste de droits et de biens communs ; un droit ancestral comme celui d'aller ramasser le bois ou de faire paître ses brebis ou son âne le long des chemins ou dans les prés communaux ; un droit à un usage gratuit... Ce doit être cela qui est intolérable à certains...) privés de patente, pour le réveil de la « légalité » ; dès lors, les marchands ambulants de la place du IV novembre étaient depuis un temps dans le viseur de la municipalité. (juste une question, dit Lucien l'âne : combien de commerçants riches et installés y a-t-il dans le Conseil Municipal de Quartu ? C'est encore là un épisode de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches mènent contre les pauvres pour conserver et accroître leurs richesses et leurs privilèges...)
Dans le cadre de cette « guerre aux ambulants » dès lors les gardes municipaux de Quartu, pour des raisons qu'il conviendrait d'éclaircir, se sont acharnés de manière absurde et injustifiable, presque exclusivement contre Monsieur Joseph Casu. Cet acharnement sélectif fut admis par le vice-Maire de Quartu lui-même, Tonio Lai, qui dans le débat du 6 septembre 2006 déclara : « Nous savons de façon certaine que la police municipale a émis de nombreux PV à charge du citoyen, Monsieur Joseph Casu. Elle en a émis surtout à partir de mai 2005, tellement... ». Face à cette persécution, Monsieur Joseph Casu, bien que préoccupé, a réagi en payant les amendes et a continué à aller place du IV novembre pour vendre.
Mais revenons au jour avant le traquenard, le 14 juin 2006. Les vigiles se présentèrent chez Monsieur Casu. Comme toujours, ils lui dressent une contravention, mais cette fois, le PV atteint la dimension stratosphérique de 5000 Euros pour la vente de fruits et légumes sur la rue sans licence.
Un chiffre que, cette fois, Monsieur Joseph Casu ne pourra pas payer à temps.
Évidemment, dans les locaux de l'administration communale, quelqu'un ne supportait pas l'obstination de Monsieur Casu. En repensant aux événements dramatiques des jours suivant l'imposition de cette amende disproportionnée prend l'aspect d'un avertissement ou d'une provocation.
Les médecins psychiatres, qui ont endossé la charge de résoudre le problème du dernier marchand ambulant résistant (Ora e sempre : Resistenza !) de Quartu, ont donc été aussi responsables de la mort de Monsieur Joseph Casu, du matin du 15 juin jusqu'à sa mort. À y penser, ce fut une bien étrange chose, vu qu'en principe, ce sont des médecins et en théorie, leur devoir serait de soigner les gens et non de tirer les marrons du feu pour la commune en litige avec les marchands ambulants.
L'enlèvement psychiatrique (l'internement forcé – TSO – Traitement Sanitaire Obligatoire) fut justifié par un état d'agitation psychomoteur : Monsieur Casu était en colère (et on le comprend...). Mais le simple bon sens nous dit que cela devait être interprété comme un signe de bonne santé mentale. j'aimerais connaître celui d'entre nous qui ne serait pas entré en fureur après que, des gens qui le jour avant ont mis 5000 Euros d'amende, se présentent et vous intiment de vous en aller, et, face à votre refus, vous mettent une nouvelle amende de 5000 Euros, puis vous sautent dessus et vous immobilisent... (Qui sont les fous ?, demande Lucien l'âne...)
Nous cherchons également à comprendre ce qu'ont fait réellement ces « médecins »pour la bonne santé de Monsieur Joseph Casu dans le département psychiatrique de l'hôpital de Is Mirrionis de Cagliari, durant la semaine où le patient a réussi à survivre à leurs traitements.
Quelqu'un s'est-il préoccupé des blessures que Monsieur Joseph Casu avait subies durant les agressions dont il a été la victime ? Quelqu'un s'est-il préoccupé de cette main gonflée ? De la présence de sang dans ses urines ? Ou plutôt leur unique préoccupation a été de lui injecter un puissant sédatif qui éteigne son cerveau pendant quelques jours, de le lier au lit, de le mettre en condition pour qu'il ne leur casse pas les couilles ?
Les proches de Monsieur Joseph Casu, quand ils allaient lui rendre visite, le trouvaient toujours ligoté au lit, drogué, langé et privé de conscience. Dans les moments où il reprenait conscience, il demandait d'être délié. Les proches signalèrent le gonflement évident et la couleur violacée de la main droite, mais personne ne se souciait de son état de santé.
Au bout d'une semaine, Monsieur joseph Casu mourut, subitement, toujours lié à ce lit dont personne ne l'avait libéré. Il avait soixante ans et ne souffrait d'aucune maladie qui put le conduite à une fin si rapide et subite.
Même le rapport de la Commission d'enquête de l'ASL (Agence sanitaire locale), créée suite à une dénonciation de l'ASARP, déclara que Monsieur Casu avait été victime d'un « traitement inacceptable » : dans le département de psychiatrie, ils l'ont endormi et immobilisé, le liant au lit par les mains et les pieds pendant sept jours, de son arrivée au moment de sa mort et ils ne firent aucun examen pour vérifier son état de santé. Malgré les graves responsabilités ainsi attestées, l'ASL se refusa à prendre quelque mesure que ce soit.
Pour nous, la mort de Monsieur Casu est la conséquence directe du traitement pseudo- médical qui lui a été réservé ». Ce sont eux qui l'ont tué.
Des morts comme celle-là sont, d'ordinaire, vite oubliées. Pour la magistrature et les enquêteurs ce ne sont certes pas des cas intéressants. Les proches et les amis, quand ils veulent intervenir pour faire surgir la vérité et les responsabilités, rencontrent des difficultés de toutes sortes. La plupart des fois, les gens finissent par se résigner et laisser tomber. Cela, les gardes et les médecins psychiatres le savent bien, c'est même là-dessus qu'ils comptent pour se garantir une impunité. Leurs victimes sont destinées à être enterrées en vitesse et oubliées.
Ç'aurait été aussi le destin de Monsieur Joseph Casu, si ce n'avait été l'insistance de sa famille qui ne s'est pas résignée au résultat de la très rapide autopsie effectuée par les médecins de l'hôpital le jour après le décès et elle fit rouvrir le dossier.
Diverses procédures administratives et judiciaires sont actuellement en cours, mais, comme il arrive souvent, celles-ci risquent d'être simplement les antichambres de l'oubli.
Pour cela, il est absolument nécessaire que l'attention sur ce terrible cas ne soit pas moindre dans les temps prochains, elle ne doit pas être noyée dans la normalité de la vie quotidienne.
L'horreur de cette affaire, malgré son aspect exemplaire, de Monsieur Joseph Casu ne peut s'échapper de la mémoire. Vérité et justice sont lui à lui comme à nous ? Ne l'oublions pas, ni que vérité et justice réelles ne coïncident pas avec la version officielle des faits.
Source : reti invisibili
Herbert Marcuse, « L'homme Unidimensionnel ».
Comité Vérité et Justice pour la mort de Giuseppe Casu.
Jeudi 15 juin 2006, place du IV novembre à Quartu Monsieur Joseph Casu ( Giuseppe Casu), à côté de son Ape garée comme chaque jour vendait un peu des fruits et légumes contenus dans son coffre. Rien de notable jusqu'à ce moment dans une journée qui semblait tranquille. Puis, à la fin de la matinée : le drame. Tout se produisit rapidement, les carabiniers intervinrent avec les gardes municipaux, sortit même une ambulance. Les agents l'empoignèrent avec force, face à tout le monde, le jetèrent à terre, l'immobilisèrent. Joseph Casu fut chargé, menotté, sur la civière et emmené. Ce fut un enlèvement psychiatrique.
« Enlèvement forcé : disparaît le dernier marchand ambulant », titra triomphalement l'Unione Sarda le jour suivant, dans un papier clairement inspiré par la municipalité. C'est faux, Joseph Casu n'est pas le dernier marchand ambulant, mais peut-être le plus vulnérable et il fut frappé de manière exemplaire pour débarrasser finalement la place des sans-licences. Pourquoi autrement tant de force et tant de violence a-t-elle été employée contre un individu occupé à une activité aussi pacifique ?
Pour compléter le tableau de cette affaire, il faut faire un pas en arrière. Le fait est que depuis quelques temps, la municipalité de Quartu a entrepris une action énergique contre les marchands ambulants (Ces marchands ambulants sont une tradition ancestrale en Sardaigne... dit Lucien l'âne, je le sais, je portais les charges au marché ; en quelque sorte, un reste de droits et de biens communs ; un droit ancestral comme celui d'aller ramasser le bois ou de faire paître ses brebis ou son âne le long des chemins ou dans les prés communaux ; un droit à un usage gratuit... Ce doit être cela qui est intolérable à certains...) privés de patente, pour le réveil de la « légalité » ; dès lors, les marchands ambulants de la place du IV novembre étaient depuis un temps dans le viseur de la municipalité. (juste une question, dit Lucien l'âne : combien de commerçants riches et installés y a-t-il dans le Conseil Municipal de Quartu ? C'est encore là un épisode de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches mènent contre les pauvres pour conserver et accroître leurs richesses et leurs privilèges...)
Dans le cadre de cette « guerre aux ambulants » dès lors les gardes municipaux de Quartu, pour des raisons qu'il conviendrait d'éclaircir, se sont acharnés de manière absurde et injustifiable, presque exclusivement contre Monsieur Joseph Casu. Cet acharnement sélectif fut admis par le vice-Maire de Quartu lui-même, Tonio Lai, qui dans le débat du 6 septembre 2006 déclara : « Nous savons de façon certaine que la police municipale a émis de nombreux PV à charge du citoyen, Monsieur Joseph Casu. Elle en a émis surtout à partir de mai 2005, tellement... ». Face à cette persécution, Monsieur Joseph Casu, bien que préoccupé, a réagi en payant les amendes et a continué à aller place du IV novembre pour vendre.
Mais revenons au jour avant le traquenard, le 14 juin 2006. Les vigiles se présentèrent chez Monsieur Casu. Comme toujours, ils lui dressent une contravention, mais cette fois, le PV atteint la dimension stratosphérique de 5000 Euros pour la vente de fruits et légumes sur la rue sans licence.
Un chiffre que, cette fois, Monsieur Joseph Casu ne pourra pas payer à temps.
Évidemment, dans les locaux de l'administration communale, quelqu'un ne supportait pas l'obstination de Monsieur Casu. En repensant aux événements dramatiques des jours suivant l'imposition de cette amende disproportionnée prend l'aspect d'un avertissement ou d'une provocation.
Les médecins psychiatres, qui ont endossé la charge de résoudre le problème du dernier marchand ambulant résistant (Ora e sempre : Resistenza !) de Quartu, ont donc été aussi responsables de la mort de Monsieur Joseph Casu, du matin du 15 juin jusqu'à sa mort. À y penser, ce fut une bien étrange chose, vu qu'en principe, ce sont des médecins et en théorie, leur devoir serait de soigner les gens et non de tirer les marrons du feu pour la commune en litige avec les marchands ambulants.
L'enlèvement psychiatrique (l'internement forcé – TSO – Traitement Sanitaire Obligatoire) fut justifié par un état d'agitation psychomoteur : Monsieur Casu était en colère (et on le comprend...). Mais le simple bon sens nous dit que cela devait être interprété comme un signe de bonne santé mentale. j'aimerais connaître celui d'entre nous qui ne serait pas entré en fureur après que, des gens qui le jour avant ont mis 5000 Euros d'amende, se présentent et vous intiment de vous en aller, et, face à votre refus, vous mettent une nouvelle amende de 5000 Euros, puis vous sautent dessus et vous immobilisent... (Qui sont les fous ?, demande Lucien l'âne...)
Nous cherchons également à comprendre ce qu'ont fait réellement ces « médecins »pour la bonne santé de Monsieur Joseph Casu dans le département psychiatrique de l'hôpital de Is Mirrionis de Cagliari, durant la semaine où le patient a réussi à survivre à leurs traitements.
Quelqu'un s'est-il préoccupé des blessures que Monsieur Joseph Casu avait subies durant les agressions dont il a été la victime ? Quelqu'un s'est-il préoccupé de cette main gonflée ? De la présence de sang dans ses urines ? Ou plutôt leur unique préoccupation a été de lui injecter un puissant sédatif qui éteigne son cerveau pendant quelques jours, de le lier au lit, de le mettre en condition pour qu'il ne leur casse pas les couilles ?
Les proches de Monsieur Joseph Casu, quand ils allaient lui rendre visite, le trouvaient toujours ligoté au lit, drogué, langé et privé de conscience. Dans les moments où il reprenait conscience, il demandait d'être délié. Les proches signalèrent le gonflement évident et la couleur violacée de la main droite, mais personne ne se souciait de son état de santé.
Au bout d'une semaine, Monsieur joseph Casu mourut, subitement, toujours lié à ce lit dont personne ne l'avait libéré. Il avait soixante ans et ne souffrait d'aucune maladie qui put le conduite à une fin si rapide et subite.
Même le rapport de la Commission d'enquête de l'ASL (Agence sanitaire locale), créée suite à une dénonciation de l'ASARP, déclara que Monsieur Casu avait été victime d'un « traitement inacceptable » : dans le département de psychiatrie, ils l'ont endormi et immobilisé, le liant au lit par les mains et les pieds pendant sept jours, de son arrivée au moment de sa mort et ils ne firent aucun examen pour vérifier son état de santé. Malgré les graves responsabilités ainsi attestées, l'ASL se refusa à prendre quelque mesure que ce soit.
Pour nous, la mort de Monsieur Casu est la conséquence directe du traitement pseudo- médical qui lui a été réservé ». Ce sont eux qui l'ont tué.
Des morts comme celle-là sont, d'ordinaire, vite oubliées. Pour la magistrature et les enquêteurs ce ne sont certes pas des cas intéressants. Les proches et les amis, quand ils veulent intervenir pour faire surgir la vérité et les responsabilités, rencontrent des difficultés de toutes sortes. La plupart des fois, les gens finissent par se résigner et laisser tomber. Cela, les gardes et les médecins psychiatres le savent bien, c'est même là-dessus qu'ils comptent pour se garantir une impunité. Leurs victimes sont destinées à être enterrées en vitesse et oubliées.
Ç'aurait été aussi le destin de Monsieur Joseph Casu, si ce n'avait été l'insistance de sa famille qui ne s'est pas résignée au résultat de la très rapide autopsie effectuée par les médecins de l'hôpital le jour après le décès et elle fit rouvrir le dossier.
Diverses procédures administratives et judiciaires sont actuellement en cours, mais, comme il arrive souvent, celles-ci risquent d'être simplement les antichambres de l'oubli.
Pour cela, il est absolument nécessaire que l'attention sur ce terrible cas ne soit pas moindre dans les temps prochains, elle ne doit pas être noyée dans la normalité de la vie quotidienne.
L'horreur de cette affaire, malgré son aspect exemplaire, de Monsieur Joseph Casu ne peut s'échapper de la mémoire. Vérité et justice sont lui à lui comme à nous ? Ne l'oublions pas, ni que vérité et justice réelles ne coïncident pas avec la version officielle des faits.
Source : reti invisibili
MONSIEUR JOSEPH
Il était marchand ambulant sur la place de sa ville
Des caisses de légumes sur son apixedda (triporteur ou Ape)
Tous de saison toujours sans licence. Sans licence chaque matin pareil
Ristourne au client litiges avec la municipalité
Et amendes sur amendes toujours et seulement à lui
Car Monsieur Joseph Casu ne sait pas se taire
Monsieur Joseph Casu, c'est joie, fête et allégresse
cumbidendi in pratza parduledda e malvasia
(Partageant sur place gâteaux et malvoisie)
En parlant avec ses amis, il chargeait les légumes
Une partie de cartes pour faire passer le tempsMonsieur Joseph Casu, un homme engagé, foi et passion
Le siège du PCI et celui de Rifondazione
Une maison construite avec son travail d'une vie
Quatre caisses de fruits pour sortir la journée
Mais la municipalité de Quartu Sant' Elena
Se veut plus légaliste que la loi
Et vinrent les gendarmes vinrent avec leurs armes
Monsieur Joseph Casu est à terre, un homme de soixante ans.
Monsieur Joseph Casu est à terre qu'on m'explique pourquoi
Les infirmiers sont arrivés et
Même un journaliste qui avait été prévenu
Le piège est préparé Joseph est sur le pavé.
Enlèvement par force titre l'Unione (Sarde)
Trois patrouilles conter un homme et sa réaction
Immédiatement encerclé pour être capturé
Ils lui cassent une main poignet fracturé
Du lion blessé qui pousse son rugissement
Juste ce qu'attendent les protecteurs du droit
Enfermement forcé T.S.O.
Traitement Sanitaire Obligatoire
Pris par la force menotté en un instant
Emmené de force au département psychiatrique
Drogué, lié à un lit de contention
Rage impuissance violence résignation
Joseph ne peut boire ni manger ni fumer
Ni même se lever pour aller pisser
Torture médiévale dans un hôpital
Condamnation exemplaire de la Commune et de la police
Qui peuvent faire ça si elles te disent fou
Joseph à présent est fatigué il demande à partir
Mais les docteurs répondent qu'il est encore en thérapie
Étrange thérapie torture inhumaine
Et ils ne veulent pas voir la main déjà gangrenée
Mains et pieds liés ton cœur peut lâcher
Après sept jours, Monsieur Joseph meurt.
Il est très étrange dans un hôpital de mourir d'incurie
Il n'est pas si étrange que lorsqu'on subit une torture
On ouvre une enquête mais c'est seulement pour la forme
Après que les proches aient craché l'histoire
On ouvre une enquête mais personne ne paiera
Moins encore les Premiers de la belle société
Monsieur Joseph est seulement un cas d'ordre public
Qui a été résolu dans un département psychiatrique
Et ceux qui parlent de respect de la légalité
Ont fait tout cela et il n'y a même pas un procès-verbal
Et eux qui sont au pouvoir dans la commune
Derrière le silence des gens de biens
Moi je ne m'attends pas à une justice des tribunaux
Nous volons une vraie justice nous sommes des humains
Joseph et son histoire comme cent ou mille autres
Voulait rester en vie et ils lui ont donné la mort.
Il était marchand ambulant sur la place de sa ville
Des caisses de légumes sur son apixedda (triporteur ou Ape)
Tous de saison toujours sans licence. Sans licence chaque matin pareil
Ristourne au client litiges avec la municipalité
Et amendes sur amendes toujours et seulement à lui
Car Monsieur Joseph Casu ne sait pas se taire
Monsieur Joseph Casu, c'est joie, fête et allégresse
cumbidendi in pratza parduledda e malvasia
(Partageant sur place gâteaux et malvoisie)
En parlant avec ses amis, il chargeait les légumes
Une partie de cartes pour faire passer le tempsMonsieur Joseph Casu, un homme engagé, foi et passion
Le siège du PCI et celui de Rifondazione
Une maison construite avec son travail d'une vie
Quatre caisses de fruits pour sortir la journée
Mais la municipalité de Quartu Sant' Elena
Se veut plus légaliste que la loi
Et vinrent les gendarmes vinrent avec leurs armes
Monsieur Joseph Casu est à terre, un homme de soixante ans.
Monsieur Joseph Casu est à terre qu'on m'explique pourquoi
Les infirmiers sont arrivés et
Même un journaliste qui avait été prévenu
Le piège est préparé Joseph est sur le pavé.
Enlèvement par force titre l'Unione (Sarde)
Trois patrouilles conter un homme et sa réaction
Immédiatement encerclé pour être capturé
Ils lui cassent une main poignet fracturé
Du lion blessé qui pousse son rugissement
Juste ce qu'attendent les protecteurs du droit
Enfermement forcé T.S.O.
Traitement Sanitaire Obligatoire
Pris par la force menotté en un instant
Emmené de force au département psychiatrique
Drogué, lié à un lit de contention
Rage impuissance violence résignation
Joseph ne peut boire ni manger ni fumer
Ni même se lever pour aller pisser
Torture médiévale dans un hôpital
Condamnation exemplaire de la Commune et de la police
Qui peuvent faire ça si elles te disent fou
Joseph à présent est fatigué il demande à partir
Mais les docteurs répondent qu'il est encore en thérapie
Étrange thérapie torture inhumaine
Et ils ne veulent pas voir la main déjà gangrenée
Mains et pieds liés ton cœur peut lâcher
Après sept jours, Monsieur Joseph meurt.
Il est très étrange dans un hôpital de mourir d'incurie
Il n'est pas si étrange que lorsqu'on subit une torture
On ouvre une enquête mais c'est seulement pour la forme
Après que les proches aient craché l'histoire
On ouvre une enquête mais personne ne paiera
Moins encore les Premiers de la belle société
Monsieur Joseph est seulement un cas d'ordre public
Qui a été résolu dans un département psychiatrique
Et ceux qui parlent de respect de la légalité
Ont fait tout cela et il n'y a même pas un procès-verbal
Et eux qui sont au pouvoir dans la commune
Derrière le silence des gens de biens
Moi je ne m'attends pas à une justice des tribunaux
Nous volons une vraie justice nous sommes des humains
Joseph et son histoire comme cent ou mille autres
Voulait rester en vie et ils lui ont donné la mort.
inviata da Marco Valdo M.I. - 21/11/2010 - 15:17
×
Fonte: Comitato Verità e Giustizia per la morte del signor Giuseppe Casu
9 ottobre 2006
"Coloro la cui vita rappresenta l'inferno della Società Opulenta sono tenuti a bada con una brutalità che fa rivivere pratiche in atto nel medioevo e all'inizio dell'età moderna. Per gli altri, meno sottoprivilegiati, la società prende cura del bisogno di liberazione soddisfacendo i bisogni che rendono la servitù ben accetta e fors'anche inosservata ..."
Hebert Marcuse, da "L'uomo ad una dimensione"
Comitato Verità e Giustizia per la morte del signor Giuseppe Casu
Giovedì 15 Giugno 2006 in piazza IV Novembre a Quartu il signor Giuseppe Casu, accanto alla sua ape parcheggiata, come ogni giorno vendeva un poco della frutta e verdura contenuta nel cassone.
Nulla di notevole sino a quel momento in una giornata che sembra tranquilla. Poi, in tarda mattinata, il dramma. Tutto avviene molto rapidamente, intervengono i carabinieri con le guardie municipali, spunta fuori anche un'ambulanza. Gli agenti lo afferrano con la forza, di fronte a tutti, lo sbattono a terra, lo immobilizzano. Giuseppe Casu viene caricato, ammanettato, alla barella e portato via. È in atto un ricovero coatto in psichiatria.
"Sgombero Forzato: se ne va anche l'ultimo ambulante" titola trionfalmente l'Unione Sarda il giorno dopo, in un pezzo chiaramente ispirato dalla giunta comunale. È falso, Giuseppe Casu non è l'ultimo ambulante, ma è forse il più vulnerabile e viene colpito in maniera esemplare per ottenere il risultato di sgomberare finalmente la piazza dagli abusivi. Perché altrimenti tanta forza e tanta violenza è stata impiegata contro un individuo intento in una attività così pacifica?
Per completare il quadro di questa vicenda occorre fare qualche passo indietro.
Il fatto è che da qualche tempo la giunta comunale di Quartu ha intrapreso un'energica azione contro i venditori ambulanti privi di licenza, per il ripristino della "legalità", dunque anche i venditori di piazza IV Novembre erano da tempo nel mirino della giunta.
Nell'ambito di questa "guerra agli ambulanti" però le guardie municipali di Quartu, per ragioni che andrebbero chiarite, si sono accanite, in maniera assurda e ingiustificabile, quasi esclusivamente contro il signor Giuseppe Casu. Questo accanimento selettivo viene ammesso anche dal vicesindaco di Quartu, Tonio Lai, che nel dibattito in giunta del 6 Settembre 2006 dice: "Siamo a conoscenza di un fatto certo, che la polizia municipale ha emesso numerosi verbali a carico del cittadino, signor Giuseppe Casu. Ne ha emesso soprattutto a partire da Maggio 2005, tantissimi ...". A questa persecuzione il signor Giuseppe Casu, benché preoccupato, ha reagito pagando le multe e continuando ad andare in piazza IV Novembre per vendere.
Ma torniamo al giorno prima dell'agguato, il 14 Giugno 2006. I vigili si presentano dal signor Casu. Come sempre gli elevano una contravvenzione, ma questa volta il verbale raggiunge la cifra stratosferica di 5000 euro per la vendita senza licenza di frutta e verdura in strada. Una cifra che, questa volta, il signor Giuseppe Casu non farà a tempo a pagare.
Evidentemente nelle stanze dell'amministrazione comunale qualcuno proprio non sopportava l'ostinazione del signor Casu. Pensando ai drammatici fatti dei giorni successivi l'imposizione di questa multa sproporzionata assume l'aspetto sinistro di un avvertimento e di una provocazione.
I medici psichiatri, che si son presi l'incarico di risolvere il problema dell'ultimo ambulante resistente di Quartu, sono stati dunque anche responsabili del destino del signor Giuseppe Casu, dalla mattina 15 Giugno sino alla sua morte. A pensarci è una ben strana cosa, visto che formalmente sono dei medici e, in teoria, il loro compito sarebbe quello di curare la gente e non quello di togliere le castagne dal fuoco al comune in lite con gli ambulanti.
Il ricovero coatto (Trattamento Sanitario Obbligatorio o TSO) viene giustificato da uno stato di agitazione psicomotoria: il signor Casu dava in escandescenze. Ma il semplice buonsenso ci dice che questo poteva essere casomai inteso come un segno di salute mentale. Vorrei sapere infatti chi di noi non darebbe in escandescenze dopo che, coloro che il giorno prima ti hanno messo 5000 euro di multa, si presentano, ti intimano di andartene, e, al tuo rifiuto, ti mettono altri 5000 euro di multa, poi ti saltano addosso e ti immobilizzano...
Cerchiamo di capire cosa hanno fatto davvero questi "medici" per la salute del signor Giuseppe Casu, all'interno del reparto di psichiatria dell'ospedale di Is Mirrionis a Cagliari, nella settimana in cui il paziente è riuscito a sopravvivere ai loro trattamenti.
Qualcuno si è preoccupato delle ferite che il signor Giuseppe Casu aveva subito durante le aggressioni di cui era stato vittima? Qualcuno si è preoccupato di quella mano gonfia? Della presenza di sangue nelle urine? O piuttosto la loro unica preoccupazione è stata quella di iniettargli un potente sedativo che spegnesse il suo cervello per qualche giorno, di legarlo al letto, di metterlo in condizioni di non rompere le scatole?
I familiari del signor Giuseppe Casu, quando vanno a visitarlo, lo trovano sempre legato al letto, sedato, col panno e privo di coscienza. Nei momenti in cui riprende coscienza chiede di essere slegato. Gli stessi familiari segnalano l'evidente gonfiore ed il colore violaceo della mano destra, ma nessuno si preoccupa del suo stato di salute.
Dopo una settimana il signor Giuseppe Casu muore, all'improvviso, sempre legato a quel letto da cui nessuno lo ha ancora liberato. Aveva 60 anni e non soffriva di nessuna malattia che lo potesse portare ad una fine così rapida ed improvvisa.
Anche dalla relazione della commissione d'inchiesta della ASL, istituita in seguito ad una denuncia dell'ASARP, risulta che il signor Casu è stato vittima di un 'trattamento inaccettabile': nel reparto di psichiatria lo hanno sedato e immobilizzato, legandolo al letto mani e piedi per sette giorni, dal suo arrivo al momento della sua morte e non gli hanno fatto nessun esame per verificare il suo stato di salute. Nonostante le gravi responsabilità accertate la ASL si rifiuta però di prendere qualsiasi provvedimento.
Per noi la morte del signor Casu è la diretta conseguenza di una politica precisa, della prassi violenta delle "forze dell'ordine" e del trattamento pseudo-medico che gli è stato riservato. Lo hanno ammazzato loro.
Morti come queste, di solito, sono presto dimenticate. Per la magistratura e gli investigatori non sono certo casi degni di interesse. Familiari ed amici, quando vogliono insistere per accertare la verità e le responsabilità, incontrano difficoltà di ogni tipo. Il più delle volte la gente finisce per rassegnarsi e lasciar perdere. Questo le guardie e gli psichiatri lo sanno bene, anche su questo contano per garantirsi l'impunità. Le loro vittime sono destinate a essere sepolte in fretta e dimenticate.
Questo sarebbe stato anche il destino del signor Giuseppe Casu, se non fosse stato per l'insistenza della sua famiglia che non si è rassegnata all'esito della frettolosa autopsia effettuata dai medici dello stesso ospedale il giorno dopo il decesso, e sta cercando di far riaprire il caso.
Diverse procedure amministrative e giudiziarie sono attualmente in corso, ma, come spesso accade, queste rischiano semplicemente di fare da anticamera all'oblio.
Per questo è assolutamente necessario che l'attenzione su questo terribile caso non venga meno nei prossimi tempi, non deve essere liquidato come normalità della vita di ogni giorno.
L'orrore della vicenda, suo malgrado esemplare, del signor Giuseppe Casu non può scivolare via dalla memoria. Verità e giustizia sono dovute a lui e a noi. Non dimentichiamolo, né dimentichiamo che verità e giustizia reali non coincidono con la versione ufficiale dei fatti
Fonte reti invisibili