Parlato:
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli né nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando a casa andando per via,
coricandovi alzandovi:
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
cantato (tempo di valzer):
La Milizia una notte
ci sorprese partigiani
senza soldi e senza armi
l'inesperienza tra le mani.
Un esercito di ariani
con la loro divisa scura
e un fucile tra le mani
non sapeva la paura.
Rinchiusi in un vagone
in un viaggio giù nel fondo
sposammo la paura
scordammo il ritorno.
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
Senza abiti e senza scarpe
ci hanno tolto i capelli
ci hanno tolto i nostri nomi
ci hanno dato calci e sputi.
Ho imparato ad obbedire
a non cercare di fuggire
per uscire c'è solo il vento
che ci accarezza con il suo pianto.
Ogni giorno ricominciare
uscire e lavorare
ammalarsi e guarire
o morire
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
E marciare con il freddo
al ritmo di fanfara
ossa stanche nella nebbia
infreddolite e barcollanti
Mattone su mattone
costruimmo la Buna
cementata con l'odio
il dolore e la paura.
Maledetto anche l'inverno
che ci decima di giorno in giorno
che ci toglie i nostri amici
la speranza del ritorno.
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
Il miracolo una mattina
il freddo che scompariva
un raggio di sole
dava gioia alla mia vita.
E lontano voci amiche
parlavano di salvezza
e vicino i cannoni
sparavano vendetta
I soldati che scappavano
ci uccidevano o ci ignoravano
con il silenzio di chi prega
iniziò la "tregua".
Parlato:
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
Wstawać;
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre è sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
Wstawać.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli né nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando a casa andando per via,
coricandovi alzandovi:
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
cantato (tempo di valzer):
La Milizia una notte
ci sorprese partigiani
senza soldi e senza armi
l'inesperienza tra le mani.
Un esercito di ariani
con la loro divisa scura
e un fucile tra le mani
non sapeva la paura.
Rinchiusi in un vagone
in un viaggio giù nel fondo
sposammo la paura
scordammo il ritorno.
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
Senza abiti e senza scarpe
ci hanno tolto i capelli
ci hanno tolto i nostri nomi
ci hanno dato calci e sputi.
Ho imparato ad obbedire
a non cercare di fuggire
per uscire c'è solo il vento
che ci accarezza con il suo pianto.
Ogni giorno ricominciare
uscire e lavorare
ammalarsi e guarire
o morire
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
E marciare con il freddo
al ritmo di fanfara
ossa stanche nella nebbia
infreddolite e barcollanti
Mattone su mattone
costruimmo la Buna
cementata con l'odio
il dolore e la paura.
Maledetto anche l'inverno
che ci decima di giorno in giorno
che ci toglie i nostri amici
la speranza del ritorno.
Quanti anni?
Sano o malato?
La risposta ci salvava.
La risposta ci condannava.
Il miracolo una mattina
il freddo che scompariva
un raggio di sole
dava gioia alla mia vita.
E lontano voci amiche
parlavano di salvezza
e vicino i cannoni
sparavano vendetta
I soldati che scappavano
ci uccidevano o ci ignoravano
con il silenzio di chi prega
iniziò la "tregua".
Parlato:
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
Wstawać;
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre è sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
Wstawać.
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