Yo pregunto a los presentes
si no se han puesto a pensar
que esta tierra es de nosotros
y no del que tenga más.
Yo pregunto si en la tierra
nunca habrá pensado usted
que si las manos son nuestras
es nuestro lo que nos den.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
Si molesto con mi canto
a alguno que ande por ahí
le aseguro que es un gringo
o un dueño de este país.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
Yo pregunto a los presentes
si no se han puesto a pensar
que esta tierra es de nosotros
y no del que tenga más.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
si no se han puesto a pensar
que esta tierra es de nosotros
y no del que tenga más.
Yo pregunto si en la tierra
nunca habrá pensado usted
que si las manos son nuestras
es nuestro lo que nos den.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
Si molesto con mi canto
a alguno que ande por ahí
le aseguro que es un gringo
o un dueño de este país.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
Yo pregunto a los presentes
si no se han puesto a pensar
que esta tierra es de nosotros
y no del que tenga más.
¡A desalambrar, a desalambrar!
Que la tierra es nuestra,
es tuya y de aquel,
de Pedro, María, de Juan y José.
inviata da giorgio - 31/3/2010 - 20:02
Lingua: Italiano
Versione italiana di Flavio Poltronieri
ABBATTIAMO LE BARRIERE!
Io domando ai presenti
se non si sono mai messi a pensare
che questa terra è nostra
e non di quello che ha di più.
Io domando se sulla terra
nessuno ha mai pensato
che se le mani sono nostre
è nostro quello che ci danno.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
Se disturbo con il mio canto
qualcuno che non vuole sentire
vi assicuro che è un gringo
o un padrone di questo paese.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
Io domando ai presenti
se non si sono mai messi a pensare
che questa terra è nostra
e non di quello che ha di più.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
Io domando ai presenti
se non si sono mai messi a pensare
che questa terra è nostra
e non di quello che ha di più.
Io domando se sulla terra
nessuno ha mai pensato
che se le mani sono nostre
è nostro quello che ci danno.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
Se disturbo con il mio canto
qualcuno che non vuole sentire
vi assicuro che è un gringo
o un padrone di questo paese.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
Io domando ai presenti
se non si sono mai messi a pensare
che questa terra è nostra
e non di quello che ha di più.
Abbattiamo le barriere!
Perché la terra è nostra
è tua e di quell'altro
di Pedro e Maria, di Juan e José.
inviata da Flavio Poltronieri - 26/11/2013 - 09:05
Lingua: Inglese
Versione inglese di Russ Jenkins
English version by Russ Jenkins
English version by Russ Jenkins
TEAR DOWN THE FENCES!
I ask those present
if they have never thought
if the land belongs to us
not to those who have more
I ask those present
Have you never thought
if our hands are ours
isn't it our what they give?
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
If they're angry at my song
someone who is here
I bet you it's a gingo
or a boss of this country
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
I ask those present
if they have never thought
if the land belongs to us
not to those who have more
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
I ask those present
if they have never thought
if the land belongs to us
not to those who have more
I ask those present
Have you never thought
if our hands are ours
isn't it our what they give?
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
If they're angry at my song
someone who is here
I bet you it's a gingo
or a boss of this country
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
I ask those present
if they have never thought
if the land belongs to us
not to those who have more
Tear down the fences! Tear down the fences!
The land is ours
it's yours and theirs
it's Pedro's and María's and Juan's and José's
inviata da Russ Jenkins - 15/7/2010 - 01:33
Lingua: Ungherese
Traduzione ungherese di Júlia Bársony.
Da Holnapután Anarchista újság. "Az Uruguayban született Daniel Viglietti dalát Bársony Júlia fordította."
TÖRD A KERÍTÉST
Te, ki csendben ülsz a sorban!
Gyere, gondolkozz csak el,
hogy: a Föld itt minket illet,
s nem azé, ki pénzt zsebel.
Törd a kerítést, a falakat át!
Miénk ez a föld, a tenger és az ég,
Jánosé, Tamásé és Katié.
Ha kérded: itt e földön,
kezed téged illet-e,
ha a kezed tiéd, hát miért nem tiéd,
amit megformálsz vele?
Hogyha erre jár egy pénzes,
tán zavarja énekem,
sima szája erre kényes,
hát ne dalolja énvelem!
Te, ki csendben ülsz a sorban!
Gyere, gondolkozz csak el,
hogy: a Föld itt minket illet,
s nem azé, ki pénzt zsebel.
Törd a kerítést, a falakat át!
Miénk ez a föld, a tenger és az ég,
Jánosé, Tamásé és Katié.
Ha kérded: itt e földön,
kezed téged illet-e,
ha a kezed tiéd, hát miért nem tiéd,
amit megformálsz vele?
Hogyha erre jár egy pénzes,
tán zavarja énekem,
sima szája erre kényes,
hát ne dalolja énvelem!
inviata da Riccardo Venturi - 24/1/2014 - 17:08
Interpretata anche dai fratelli Ana e Jaime Valencia Aristizábal, costituenti il duo vocale Ana y Jaime.
Nell’album di Ana y Jaime intitolato “Diré a mi gente”, rieditato in CD nel 2005 con il titolo “Es largo el camino”
Nell’album di Ana y Jaime intitolato “Diré a mi gente”, rieditato in CD nel 2005 con il titolo “Es largo el camino”
B.B. - 24/1/2015 - 16:09
Elegia per Daniel Viglietti.
di Alessio Lega
Mentre sono in Austria a cantare Bella Ciao, mi sveglio incongruamente presto e vengo a sapere che Daniel Viglietti è morto.
Gigante della canzone di ispirazione popolare, ma di realizzazione colta - Daniel era un fenomenale chitarrista classico imprestato all’urgenza della testimonianza - i suoi quasi ottanta anni passati per il mondo, l’ultimo concerto solo pochi giorni fa. Daniel era un bengala nel buio, una risorsa, una memoria del futuro, quando questa parola ancora suonava più come speranza che come paura.
Daniel era radicalissimo nei contenuti ed estremamente complesso nei modi - i suoi accompagnamenti sono un manuale di raffinatezza e sperimentazione - uno di quelli che ha sempre pensato che i proletari meritano il massimo.
Uruguaiano fiero e rivendicativo, come solo chi ha presente le catene del colonialismo, era in realtà un patriota del mondo, che si ostinava a volere più giusto, proprio perché lui per le sue idee era stato in prigione, aveva rischiato la vita e vissuto lungamente in esilio.
Era stato un amico di Victor Jara, che aveva interpretato una sua canzone su Camilo Torres. Amico fraterno e collaboratore per una vita del poeta Mario Benedetti, il “mio” Benedetti - con lui si era inventato una formula semplice e geniale di recital-concerto. Amico della combattente rivoluzionaria Soledad Barret. Amico di Atahualpa, di Silvio... umile fino a farsi portavoce di artisti e poeti, spesso meno grandi di lui.
Di cosa doveva avere paura Daniel?
Aveva visto in faccia la tortura e la morte, cantato i poeti, si era trasformato in ambasciatore culturale di un popolo.
Ha poggiato un attimo la chitarra e si è steso sul tavolo operatorio dal quale non si è rialzato.
La farina è impastata con l’acqua al lievito della tua musica. Crescerà Daniel, crescerà...
di Alessio Lega
Mentre sono in Austria a cantare Bella Ciao, mi sveglio incongruamente presto e vengo a sapere che Daniel Viglietti è morto.
Gigante della canzone di ispirazione popolare, ma di realizzazione colta - Daniel era un fenomenale chitarrista classico imprestato all’urgenza della testimonianza - i suoi quasi ottanta anni passati per il mondo, l’ultimo concerto solo pochi giorni fa. Daniel era un bengala nel buio, una risorsa, una memoria del futuro, quando questa parola ancora suonava più come speranza che come paura.
Daniel era radicalissimo nei contenuti ed estremamente complesso nei modi - i suoi accompagnamenti sono un manuale di raffinatezza e sperimentazione - uno di quelli che ha sempre pensato che i proletari meritano il massimo.
Uruguaiano fiero e rivendicativo, come solo chi ha presente le catene del colonialismo, era in realtà un patriota del mondo, che si ostinava a volere più giusto, proprio perché lui per le sue idee era stato in prigione, aveva rischiato la vita e vissuto lungamente in esilio.
Era stato un amico di Victor Jara, che aveva interpretato una sua canzone su Camilo Torres. Amico fraterno e collaboratore per una vita del poeta Mario Benedetti, il “mio” Benedetti - con lui si era inventato una formula semplice e geniale di recital-concerto. Amico della combattente rivoluzionaria Soledad Barret. Amico di Atahualpa, di Silvio... umile fino a farsi portavoce di artisti e poeti, spesso meno grandi di lui.
Di cosa doveva avere paura Daniel?
Aveva visto in faccia la tortura e la morte, cantato i poeti, si era trasformato in ambasciatore culturale di un popolo.
Ha poggiato un attimo la chitarra e si è steso sul tavolo operatorio dal quale non si è rialzato.
La farina è impastata con l’acqua al lievito della tua musica. Crescerà Daniel, crescerà...
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Letra y Musica de Daniel Viglietti
Interpretata da Víctor Jara nell'album Pongo en tus manos abiertas
Interpretata dall'autore in Canciones Para Mi America - Le Chant du Monde LDX 7 4362 - 1973