Nadou l'ero en jouve d'la Val Mairo
e Cartinhan l'ero lou siou pais
couro i fasista i soun mountà
Nadou es scapà bou i partisan:
vai scapo, cur Nadu, din lou bouscage
vai scapo, cour, Nadou bou i partizan
L'ero d'uvern e de pan n'avio gaire
bou d'aiti catre van lou sercar
beico sal viol, drech a nousaiti
beico i soun tanti, beico i fusil
vai, scapo, cur nadou que i soun fasista
vai, scapo, cur Nadou que soun vintosinc
Ma 'nté scapen que sien un en facho a l'aoute ?
tu vas d'aquì e mi e nele da l'aout cant
e couro i pasen i fazeren la festo
fazeren bacan ma se feisen en regiment !
vai, sparo, bramo: "prima squadra avanti"
vai, sparo, bramo: "fouec ai canoun !"
"Bandiero biancho" bramen i fasista
coumo bruzessen campen i fusil
polè imaginar li moures smaravià
couro i an vist aquei catre partisan
vai scapo pus Nadou que spiano lou fusil
vai scapo pus Nadou que soun presounìer
Chabal a Drounìer lou coumandante
mando a dir a Nadou l' partisan
se laisà ren anar i mei sourdà
Cartinhan mai brusera...
Se en fil de fum de Cartinhan se leverà
degun de i sourdà retournerà !
Calo lo sero e calo lou soulei
e i fasista tupisen i fournei
aquelo nuech d'unern a Cartinhan
i nemis patisen ben la freid
Ma i vintosinc a soun pa retournà
bou i partizan i soun ben restà
per la valado eiro bataien:
fourmen la bando de Nadou l' partizan !
e Cartinhan l'ero lou siou pais
couro i fasista i soun mountà
Nadou es scapà bou i partisan:
vai scapo, cur Nadu, din lou bouscage
vai scapo, cour, Nadou bou i partizan
L'ero d'uvern e de pan n'avio gaire
bou d'aiti catre van lou sercar
beico sal viol, drech a nousaiti
beico i soun tanti, beico i fusil
vai, scapo, cur nadou que i soun fasista
vai, scapo, cur Nadou que soun vintosinc
Ma 'nté scapen que sien un en facho a l'aoute ?
tu vas d'aquì e mi e nele da l'aout cant
e couro i pasen i fazeren la festo
fazeren bacan ma se feisen en regiment !
vai, sparo, bramo: "prima squadra avanti"
vai, sparo, bramo: "fouec ai canoun !"
"Bandiero biancho" bramen i fasista
coumo bruzessen campen i fusil
polè imaginar li moures smaravià
couro i an vist aquei catre partisan
vai scapo pus Nadou que spiano lou fusil
vai scapo pus Nadou que soun presounìer
Chabal a Drounìer lou coumandante
mando a dir a Nadou l' partisan
se laisà ren anar i mei sourdà
Cartinhan mai brusera...
Se en fil de fum de Cartinhan se leverà
degun de i sourdà retournerà !
Calo lo sero e calo lou soulei
e i fasista tupisen i fournei
aquelo nuech d'unern a Cartinhan
i nemis patisen ben la freid
Ma i vintosinc a soun pa retournà
bou i partizan i soun ben restà
per la valado eiro bataien:
fourmen la bando de Nadou l' partizan !
Contributed by adriana - 2005/9/24 - 09:16
Language: Italian
Versione italiana
LA CANZONE DI NADOU
Bernardo era un giovane della Val Maira
e Cartignano era il suo paese,
quando i fascisti son saliti,
Nadou è scappato con i partigiani,
vai scappa, corri, Nadou nei boschi,
vai, scappa corri, con i partigiani.
Era d'inverno e non avevano da mangiare,
con altri quattro lo vanno a cercare,
guarda sul sentiero, diritto a noi,
guarda sono tanti, guarda i fucili...
vai, scappa, corri Nadou che sono fascisti,
vai, scappa, corri che sono venticinque.
Ma dove scappiamo che siamo uno in faccia all'altro?
Tu vai di qui e io e lui dall'altra parte
e quando passeranno gli faremo la festa,
faremo baccano come fossimo un reggimento!
Vai, spara, grida: "prima squadra avanti";
vai, spara, grida "fuoco ai cannoni".
"Bandiera bianca" gridano i fascisti,
lasciano andare i fucili come se bruciassero,
puoi immaginare le facce meravigliate,
quando hanno visto quei quattro partigiani,
vai, non scappare più Nadou, spiana il fucile;
vai non scappare più Nadou che son prigionieri.
Ma a valle, a Dronero, il comandante
manda a dire a Nadou il partigiano:
"se non lascerete andare i miei soldati
Cartignano brucerà un'altra volta".
(Nadou risponde) "Se un filo di fumo si alzerà da Cartignano
nessuno dei soldati ritornerà".
Cala la sera e cala il sole
e i fascisti spengono i camini:
quella notte d'inverno a Cartignano
i nemici patiscono assai il freddo !
Quei venticinque non sono ritornati,
sono rimasti con i partigiani,
ora battagliano nella vallata,
formano la banda di Nadou il partigiano.
Bernardo era un giovane della Val Maira
e Cartignano era il suo paese,
quando i fascisti son saliti,
Nadou è scappato con i partigiani,
vai scappa, corri, Nadou nei boschi,
vai, scappa corri, con i partigiani.
Era d'inverno e non avevano da mangiare,
con altri quattro lo vanno a cercare,
guarda sul sentiero, diritto a noi,
guarda sono tanti, guarda i fucili...
vai, scappa, corri Nadou che sono fascisti,
vai, scappa, corri che sono venticinque.
Ma dove scappiamo che siamo uno in faccia all'altro?
Tu vai di qui e io e lui dall'altra parte
e quando passeranno gli faremo la festa,
faremo baccano come fossimo un reggimento!
Vai, spara, grida: "prima squadra avanti";
vai, spara, grida "fuoco ai cannoni".
"Bandiera bianca" gridano i fascisti,
lasciano andare i fucili come se bruciassero,
puoi immaginare le facce meravigliate,
quando hanno visto quei quattro partigiani,
vai, non scappare più Nadou, spiana il fucile;
vai non scappare più Nadou che son prigionieri.
Ma a valle, a Dronero, il comandante
manda a dire a Nadou il partigiano:
"se non lascerete andare i miei soldati
Cartignano brucerà un'altra volta".
(Nadou risponde) "Se un filo di fumo si alzerà da Cartignano
nessuno dei soldati ritornerà".
Cala la sera e cala il sole
e i fascisti spengono i camini:
quella notte d'inverno a Cartignano
i nemici patiscono assai il freddo !
Quei venticinque non sono ritornati,
sono rimasti con i partigiani,
ora battagliano nella vallata,
formano la banda di Nadou il partigiano.
Contributed by adriana - 2005/9/24 - 12:26
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Il canto, composto e cantato dall'Estorio Drolo, narra la storia vera del partigiano Nadou.Ci troviamo in valle Maira nell'inverno del '44, quando una sparuta pattuglia partigiana riuscì con uno stratagemma e senza spargimento di sangue a catturare una ventina di soldati. L'entusiasmo iniziale dei partigiani venne meno di fronte alla difficoltà di sfamare i prigionieri, di qui la decisione di liberarli. Ma... la maggior parte dei militi non volle tornare con i fascisti e decise di fermarsi con i ribelli sulle montagne. Questo brano (il cui testo è di Tommi Tommasini e la musica di Vittorio Fino) fu composto per lo spettacolo "Che anno era, cerchiamo di ricordarcelo" allestito dall'Estorio drolo in occasione del 50° anniversario della Liberazione