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Phoenix
Langue: roumain


Phoenix

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Testo di Nicolae Covaci
Musica di Mircea Florian

Phoenix45


Dicembre 1989. Caduto il muro di Berlino e, uno ad uno, i regimi dell'Est europeo, "resistono" soltanto l'Albania e la Romania del dittatore stalinista Nicolae Ceauşescu, che tiene il paese in condizioni di terrificante oppressione e povertà pur vivendo nel lusso più sfrenato assieme alla sua famiglia. Il 16 dicembre, nella città di Timişoara (in ungherese: Temesvár, nel Banat come ha specificato il 1° agosto 2013 un'incazzatissima Ionela, alorra!) scoppiano dei disordini: la gente, non solo della cospicua minoranza ungherese della zona, si è ribellata per difendere e liberare un pastore protestante, László Tőkés, che era stato rimosso e imprigionato per le sue coraggiose attività in difesa dei diritti civili. E' la scintilla che accende la "rivoluzione di dicembre" che porterà, dieci giorni più tardi, alla caduta e alla fucilazione del sanguinario dittatore romeno. Ben presto la città di Timişoara si proclama "prima città libera del paese", malgrado la spietata repressione che viene posta in atto dalla polizia segreta del regime, la terribile Securitate. L'esercito si schiera con gli insorti. Il 22 dicembre la piazza, proprio durante una manifestazione orchestrata da Ceauşescu a suo sostegno, si ribella anche a Bucarest; il dittatore fugge con la moglie (l' "eminente scienziata" Elena Petrescu, da molti considerata ancora più sanguinaria del marito), ma i due vengono catturati e fucilati il giorno di Natale, dopo un processo sommario che, invero, ha sempre provocato molte riserve dal punto di vista giuridico. Cominciano per la Romania i difficilissimi anni del dopo-dittatura. Cominciano gli anni dell'emigrazione, poiché il paese è in condizioni economiche disastrose (Ceauşescu lo aveva letteralmente ridotto alla fame per pagare il debito estero); condizioni dalle quali non si è ancora risollevato. La canzone parla di un ritorno a casa, ed è una canzone autobiografica dei componenti del gruppo Phoenix (che sono tutti di Timişoara). Il ritorno a casa dopo gli anni dell'oppressione e della guerra (perché la rivoluzione fu una vera e propria guerra civile). Una canzone di pace e di speranza da leggere e interpretare attentamente, proveniente da un gruppo che alterna le canzonette "leggere" a testi come questo. [Riccardo Venturi].
Dus e spre apus
Cel haiduc, noaptea
Nu-l mirosi duşmanul.
Cu pantaloni strâmţi,
Pleata pe umeri,
Urcă-n tramvai hatmanul.
Pe unde o fi
Galben canarul?
Drumul e ascuns,
Ceţuri verzi, zboară
Prin vâlvătai sărmanul.
Zici c-au trecut ani,
Duşi am fost, iată
Azi ne-am întors acasă.
Gipsy şi golani,
Fără ani, mamă
Ne-aşteaptă cu flori pe masă.
Pe unde o fi
Ceata voioasă?
Stă mamă-n privdor,
Singură, tristă,
Tată-i plecat de-acasă...

Nu pot să cred,
Suntem în Timişoara,
În oraşu-n care ne-am născut,
în vremuri ce-au trecut.
Veniţi cu noi,
Tineri din Timişoara,
Sa cântăm şi să ne bucurăm,
Jalea s-o uităm.

Vai ce bine, vai ce bine,
Timişoara, Timişoara,
Sunt acasă, sunt cu tine,
Timişoara, Timişoara, hei...

Fug înspre apus,
Hoţi de răi, căută
Şi-ai să le afli hramul.
Trec falnicul drum,
Plin de fum, mugur
De fluier răsună anul,
Pe unde o fi
Fată pădure?
Drumul e ascuns,
Pe cărari foc
Şi fum are să îndure.

Veniţi cu noi
Tineri din Timişoara,
S-arătăm că fruncea-i în Banat
Ţării-n lung şi lat.
Veniţi cu noi
Tineri din toată ţara,
Să cântam şi să ne bucurăm,
Jalea s-o uităm.
Veniţi cu noi... Timişoara!

envoyé par Riccardo Venturi - 9/8/2005 - 09:51



Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
9 agosto 2005
TIMIŞOARA

È sparito per sempre
il mercenario; la notte
non annusar più il nemico.
Coi pantaloni stretti
sale sul tram il conducente.
E dove andrà
quel canarino giallo?
La strada è nascosta,
vapori verdi, vola
tra i falò accesi il poveraccio.
Dici che son passati gli anni,
siamo stati portati via, ed ecco
che siamo tornati a casa.
Zingari e vagabondi,
senz’anni; la mamma
ci aspetta coi fiori sulla tavola.
E dove sarà
quell’allegra banda di ragazzi?
Mamma sta nel corridoio
da sola, triste.
Papà se n’è andato di casa…

Non posso crederci,
siamo a Timişoara,
nella città dove siamo nati,
nei tempi che sono passati.
Venite con noi,
cantiamo e stiamo allegri
per scordare il dolore.

Che bello, che bello,
Timişoara, Timişoara,
sono a casa, sono con te,
Timişoara, Timişoara, ehi...

Scappano nel tramonto
i rimpianti e i ricordi
devi cercarli, accidenti.
Passo la strada maestosa
piena di fumo e di gemme,
un flauto suona al nuovo anno,
e dove sarà
la fata del bosco?
La strada è nascosta,
fuoco e fumo
devi patire sui sentieri.


Venite con noi
giovani di Timişoara,
mostriamo di che pasta è il Banato (*)
in lungo e in largo per il paese.
Giovani di tutto il paese,
cantiamo e stiamo allegri
per scordare il dolore.
Venite con noi…Timişoara!
NOTA

(*) Il Banato (Banat) è la regione transilvana di cui Timişoara è capoluogo.

9/8/2005 - 11:06


alorra....TIMISOARA NON E IN TRANSILVANIA ....E IN BANAT!!!

IONELA - 1/8/2013 - 22:58




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