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Cálice

Chico Buarque de Hollanda
Language: Portuguese


Chico Buarque de Hollanda

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Fado tropical
(Chico Buarque de Hollanda)
Roda
(Gilberto Gil)
Gota d’água
(Chico Buarque de Hollanda)


[1973]
Album "Chico Buarque" (1978)
Scritta da Chico Buarque e Gilberto Gil

cikbuark"Foi perseguido a cada passo, teve seus microfones desligados durante um show com Gil, quando foi apresentar Cálice ao público - mas tal qual Julinho, escorregava pelas mãos da ditadura usando tão somente sua genialidade."

"Fu perseguitato ad ogni passo, gli staccarono i microfoni durante uno spettacolo con Gil quando presentò "Cálice" al pubblio; ma, esattamente come Julinho, scivolava via dalle mani della dittatura servendosi unicamente della sua genialità."
- Chico Buarque

During the military dictatorship (1964-1984), Buarque wrote about the events which transpired and avoided censorship by using cryptic analogies and wordplay. For example, in the song "Cálice" ("Chalice", or Jesus' Last Supper "Cup") he takes advantage of the homophony between the Portuguese imperative "shut your mouth" ("cale-se") and "chalice" ("cálice") to protest censorship against freedom of speech by the dictatorship, disguised as the Gospel narrative of Jesus' Gethsemani prayer to the Father to pass from Him the chalice of bloody death probation (en:wikipedia)

Durante la dittatura militare brasiliana (1964-1984), Buarque scrisse degli avvenimenti che assorbiva, evitando la censura mediante analogie criptiche e giochi di parole. Per esempio, nella canzone "Cálice" ("Calice", vale a dire quello dell'Ultima Cena di Gesù) si servì dell'omofonia tra il portoghese per "stai zitto, taci" (cale-se) e "calice" (cálice) [entrambi pronunciati ('kalisi), ndr] per protestare contro la censura che colpiva la libertà di espressione durante la dittatura, celando il tutto sotto il racconto evangelico della preghiera che Gesù fece nel Gethsemani a Dio padre perché da lui fosse allontanato il sanguinoso calice della morte.
Pai, afasta de mim esse cálice
Pai, afasta de mim esse cálice
Pai, afasta de mim esse cálice
De vinho tinto de sangue

Como beber dessa bebida amarga
Tragar a dor, engolir a labuta
Mesmo calada a boca, resta o peito
Silêncio na cidade não se escuta
De que me vale ser filho da santa
Melhor seria ser filho da outra
Outra realidade menos morta
Tanta mentira, tanta força bruta

Como é difícil acordar calado
Se na calada da noite eu me dano
Quero lançar um grito desumano
Que é uma maneira de ser escutado
Esse silêncio todo me atordoa
Atordoado eu permaneço atento
Na arquibancada pra a qualquer momento
Ver emergir o monstro da lagoa

De muito gorda a porca já não anda
De muito usada a faca já não corta
Como é difícil, pai, abrir a porta
Essa palavra presa na garganta
Esse pileque homérico no mundo
De que adianta ter boa vontade
Mesmo calado o peito, resta a cuca
Dos bêbados do centro da cidade

Talvez o mundo não seja pequeno
Nem seja a vida um fato consumado
Quero inventar o meu próprio pecado
Quero morrer do meu próprio veneno
Quero perder de vez tua cabeça
Minha cabeça perder teu juízo
Quero cheirar fumaça de óleo diesel
Me embriagar até que alguém me esqueça

Contributed by Alessandro - 2010/2/7 - 15:51




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
8 febbraio 2010

Non è possibile, ovviamente, riprodurre i giochi di parole brasiliani in italiano, a partire dal cálice / cale-se. Ma trovo che, comunque, la canzone sia sufficientemente "chiara" anche così, anche in una traduzione forzatamente imperfetta (ammesso e non concesso che esista e possa esistere una "traduzione perfetta"). Leggendo il testo, salta immediatamente agli occhi perché la canzone fu comunque censurata e proibita, nonostante i geniali sforzi e le "analogie criptiche" dell'autore. Non sono così criptiche da nascondere l'orrore di una dittatura. Perché orribile, come le altre, fu la dittatura brasiliana; in questo paese, forse, il Brasile (con il Carnevale, il calcio divino, la musica, e tutto il resto) tende ad "non essere identificato" con il resto del continente sudamericano, quasi godesse di uno status speciale a base di una presupposta "gioia di vivere". Ma il Brasile, per vent'anni, ed al pari degli altri paesi sudamericani, è stato sotto il giogo di una durissima dittatura militare, e questa canzone del grande Chico Buarque ce lo ricorda nella crudezza che riesce a perforare anche la sua cripticità. La stessa sua "veste evangelica" è del tutto particolare, con un Gesù che, in punto di morte, non soltanto prega il Padreterno (e padre suo, almeno come si dice in giro) di allontanare da lui il calice della morte, ma, letteralmente, gli si ribella contro ("voglio staccarmi dalla tua mente, una volta per tutte / E che la mia testa smetta di pensare come te"). La defezione (o diserzione) di un membro dell'intangibile "santa trinità". E 'sto Gesù che vuol fare come vuole lui, compreso scegliersi da solo come peccare e come morire, sì, sta decisamente simpatico. [RV]
CALICE

Padre, allontana da me questo calice
Padre, allontana da me questo calice
Padre, allontana da me questo calice
Di vino rosso di sangue

Come bere quest'amara bevanda
Sorbire il dolore, ingoiare la pena
Anche se la bocca tace, c'è sempre il cuore,
Non si sente silenzio in città.
A che mi serve esser figlio della madonna
Sarebbe stato meglio esser figlio di un'altra,
Di un'altra realtà meno di morte,
Tanta menzogna, tanta forza bruta.

Com'è difficile svegliarsi e dover tacere,
Se soffro nel silenzio profondo della notte
Voglio lanciare un urlo disumano
Che è un modo per essere ascoltato.
Tutto questo silenzio mi stordisce,
Ma, benché stordito, rimango attento
Aspettandomi in qualunque momento
Di veder emergere il mostro dal lago

È troppo grassa e non cammina più la scrofa,
È troppo usato e non taglia più il coltello
Com'è difficile, padre, aprire la porta,
Questa parola prigioniera in gola
Il mondo in preda a una sbronza omerica,
E a che serve aver buona volontà?
Anche se il petto tace, c'è sempre la lucidità
Degli ubriachi giù in centro città

Ma forse il mondo non è piccolo,
Forse la vita non è un fatto compiuto
Voglio inventarmi il mio peccato,
Voglio morire col mio veleno
Voglio staccarmi dalla tua mente, una volta per tutte,
E che la mia testa la smetta di pensare come te.
Voglio annusare fumo di gasolio
E ubriacarmi fino a esser dimenticato!

2010/2/8 - 01:16




Language: English

Traduzione inglese da en.wikipedia
CHALICE

Father, pass away from me this chalice
Father, pass away from me this chalice
Father, pass away from me this chalice
of wine tinted with blood!

How to survey this bitter drink
Inhale the pain, swallow the drudgery.
Even if the mouth is shut, the heart still remains
Silence in the city is not heard.
For what is it worth for me to be the son of the holy mother
Best were I born to another one
Another reality less lethal
Without so many lies and repression.

How hard it is to wake up and notice you cannot open your mouth
If I pang in the quiet of night
I desire to release a wild scream
Which would be a way to be heard
All of this silence makes me dizzy
Dazed, I remain attentive
In the expectation of, at any moment,
To see the monster of the lake emerge

From so much fat, the hog no longer walketh
From so much use, the knife hath gone dull
How hard it is, father to open the door
With this word stuck in the throat
This Homeric world drunkenness
What's the advantage of having good will?
Even if the heart is silenced, consciousness remains
Of all the drunkards in the center of the city

Perhaps the world isn't that small
Nor is life a consummated fact
I desire to invent my own sin
I wanna die from my own poison!
And disconnect my mind from yours once and for all!
May my head lose your way of thinking
I wanna sniff diesel fume
And get intoxicated until I'm forgotten!

Contributed by Alessandro - 2010/2/7 - 15:52


I versi finali "Quero cheirar fumaça de óleo diesel / Me embriagar até que alguém me esqueça" ("Voglio annusare fumo di gasolio / E ubriacarmi fino a esser dimenticato!") si riferiscono all'orribile fine di Stuart Angel, giovane universitario integrante del "Movimento Revolucionário 8 de Outubro - MR-8" che, arrestato nel 1971 dalla polizia della dittatura, fu torturato ed ucciso in un modo davvero atroce: legato dietro ad una jeep, con un tubo infilato in bocca e collegato allo scappamento, fu trascinato nel cortile della Centro de Informações da Aeronáutica di Rio de Janeiro finchè morì per asfissia...

Bartleby - 2012/2/13 - 16:45




Language: Finnish

Traduzione finlandese / Finnish translation / Traduction finnoise / Tradução finlandesa / Suomennos: Pentti Saaritsa


the song performed by Liisa Tavi on her 1980 album Sankaraiden illat (The Nights of Heroes)


Liisa Tavi
MALJA

Oi, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani
niin viinipunaista verta.

Miten voi särpiä näin karvasta juomaa,
särpiä murhetta, ahertaa turhaan?
Suu pysyy vaiti, se piiloutuu rintaan,
kaupungin hiljaisuus ei tuskaa huomaa.
Mitäpä virkaa olla ihmisen poika,
mieluummin saisin olla joku toinen.
Todellisuus on niin kuollut ja harmaa,
saa jäädä valheet, julmuus kaikenmoinen.

Oi, ei, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani
niin viinipunaista verta.

Miten on vaikeaa herätä yössä,
olla niin vaiti ja vaieten kuulla
pahuuden puuhaavan pimeyden työssä,
huutaa jo tahdon kuin eläimen suulla.
Hiljaisuus ahdistaa, hämmentää mieltä.
Sittenkin tuijotan valppaasti yöhön.
Uhkaavia kaiteita, penkkejä puiston
hirviölammikon voi nousta sieltä.

Oi, ei, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani
niin viinipunaista verta.

Lihoa voi niin, ettei enää liiku,
tylsyä voi niin, ettei enää leikkaa.
Oi isä, kuinka voi tien saada auki,
Miksi näin surkean tehtävän sainkaan?
Ei hyvä tahtokaan kai meitä auta,
maailman känni on raskas ja suuri.
Kaupunki vaiti on kuin joukkohauta,
kun piti hiljaisuus rikkoa juuri.

Oi, ei, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani,
oi, on ylitsevuotava maljani
niin viinipunaista verta.

Ehkäpä maailma ei ole pieni,
elämä ei ehkä niin selvä juttu.
Valitsen siis oman syntisen tieni,
maljani myrkky myös saa olla tuttu.
Viimeisen tuomion saan hoitaa itse,
minut jo johdatit niin moneen harhaan.
Painua kernaasti voin unohduksiin,
saat pitää maailmasi, maailmoista parhaan.

Contributed by Juha Rämö - 2019/3/5 - 16:48




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