I don't want to hate, I just want to grow;
why can't I let me live and be free?
...but I die very slowly alone.
Stub towers in the distance,
riders cross the blasted moor
against the horizon.
Fickle promises of treaty,
fatal harbingers of war, futile orisons
swirl as one in this flight, this mad chase,
this surge across the marshy mud landscape
until the meaning is forgotten.
Hood masks the eager face, skin stretched and sallow,
headlong into the chilling night, as swift as any arrow.
Feet against the flagstones,
fingers scrabbling at the lock,
craving protection.
'Sanctuary!' croaks a voice,
half-strangled by the shock of its rejection.
Shot the bolt in the wall, rusted the key;
now the echoes of all frightful memory
intrude in the silence.
What a crawl against the slope - dark loom the gallows.
One touch to the chapel door, how swiftly comes the arrow.
"Compassion" you plead,
as though they kept it in a box -
that's long since been empty.
I'd like to help you somehow,
but I'm in the self-same spot:
my condition exempts me.
We are all on the run, on our knees;
the sundial draws a line upon eternity
across every number.
How long the time seems, how dark the shadow,
how straight the eagle flies, how straight towards his arrow.
How long the night is - why is this passage so narrow?
How strange my body feels, impaled upon the arrow.
why can't I let me live and be free?
...but I die very slowly alone.
Stub towers in the distance,
riders cross the blasted moor
against the horizon.
Fickle promises of treaty,
fatal harbingers of war, futile orisons
swirl as one in this flight, this mad chase,
this surge across the marshy mud landscape
until the meaning is forgotten.
Hood masks the eager face, skin stretched and sallow,
headlong into the chilling night, as swift as any arrow.
Feet against the flagstones,
fingers scrabbling at the lock,
craving protection.
'Sanctuary!' croaks a voice,
half-strangled by the shock of its rejection.
Shot the bolt in the wall, rusted the key;
now the echoes of all frightful memory
intrude in the silence.
What a crawl against the slope - dark loom the gallows.
One touch to the chapel door, how swiftly comes the arrow.
"Compassion" you plead,
as though they kept it in a box -
that's long since been empty.
I'd like to help you somehow,
but I'm in the self-same spot:
my condition exempts me.
We are all on the run, on our knees;
the sundial draws a line upon eternity
across every number.
How long the time seems, how dark the shadow,
how straight the eagle flies, how straight towards his arrow.
How long the night is - why is this passage so narrow?
How strange my body feels, impaled upon the arrow.
envoyé par Alessandro - 2/2/2010 - 10:03
Langue: italien
Traduzione italiana di Luca Fiaccavento
Da Cronache dal Faro - Peter Hammill & VDGG Study Group
Da Cronache dal Faro - Peter Hammill & VDGG Study Group
La traduzione è interamente di Luca Fiaccavento, tranne i tre versi (recitati) iniziali, che non vi sono compresi e che sono stati tradotti ad hoc da RV per questo sito.
Giornalista, pseudo-musicologo e cinefilo, Luca Fiaccavento è uno degli autori di Dark Figures Running, primo libro di traduzioni in italiano dei testi dei VdGG. E' ossessionato dai fari, dai computer Macintosh, da Douglas Adams e dai Monty Phyton. Coltiva un inquietante sogno nel cassetto: una partita a scacchi con Hammill, con quest'ultimo nei panni del Bengt Ekerot del Settimo Sigillo.
Giornalista, pseudo-musicologo e cinefilo, Luca Fiaccavento è uno degli autori di Dark Figures Running, primo libro di traduzioni in italiano dei testi dei VdGG. E' ossessionato dai fari, dai computer Macintosh, da Douglas Adams e dai Monty Phyton. Coltiva un inquietante sogno nel cassetto: una partita a scacchi con Hammill, con quest'ultimo nei panni del Bengt Ekerot del Settimo Sigillo.
FRECCIA
Io non voglio odiare, voglio solo crescere;
perché non posso permettermi di vivere libero?
...ma muoio lentissimamente, e solo.
Torri diroccate in lontananza,
cavalieri attraversano l’arida brughiera
stagliandosi sull’orizzonte.
Vaghe promesse di pace,
fatali presagi di guerra, inutili preghiere
si confondono assieme in questa fuga, questa folle caccia,
questa corsa impetuosa attraverso paludi fangose
finché il senso non viene dimenticato.
Il cappuccio nasconde il volto ansioso, la pelle tesa e giallastra,
a capofitto nella gelida notte, rapidi come una freccia.
Piedi sul lastricato,
dita che raspano la serratura,
implorando protezione.
“È un luogo sacro!” gracchia una voce,
quasi soffocata dallo stupore del suo rifiuto.
Tirato il catenaccio al muro, arrugginita la chiave;
ora gli echi di ricordi terrificanti
disturbano il silenzio.
Che arrampicata sulla rampa - oscuro incombe il patibolo.
Basta sfiorare la porta della cappella, che subito viene scoccata la freccia.
“Pietà” tu supplichi,
come se la tenessero in una scatola -
che però è vuota da tempo.
Vorrei proprio aiutarti in qualche modo,
ma sto esattamente come te:
la mia condizione me lo impedisce.
Siamo tutti in fuga, correndo in ginocchio;
la meridiana traccia una linea sull’eternità,
sopra ogni numero.
Quanto sembra lungo il tempo, e quanto tenebrosa l’ombra,
come vola dritta l’aquila, diretta verso la sua freccia.
Quanto è lunga la notte - perché questo corridoio è così stretto?
Che strana sensazione prova il mio corpo, impalato sulla freccia.
Io non voglio odiare, voglio solo crescere;
perché non posso permettermi di vivere libero?
...ma muoio lentissimamente, e solo.
Torri diroccate in lontananza,
cavalieri attraversano l’arida brughiera
stagliandosi sull’orizzonte.
Vaghe promesse di pace,
fatali presagi di guerra, inutili preghiere
si confondono assieme in questa fuga, questa folle caccia,
questa corsa impetuosa attraverso paludi fangose
finché il senso non viene dimenticato.
Il cappuccio nasconde il volto ansioso, la pelle tesa e giallastra,
a capofitto nella gelida notte, rapidi come una freccia.
Piedi sul lastricato,
dita che raspano la serratura,
implorando protezione.
“È un luogo sacro!” gracchia una voce,
quasi soffocata dallo stupore del suo rifiuto.
Tirato il catenaccio al muro, arrugginita la chiave;
ora gli echi di ricordi terrificanti
disturbano il silenzio.
Che arrampicata sulla rampa - oscuro incombe il patibolo.
Basta sfiorare la porta della cappella, che subito viene scoccata la freccia.
“Pietà” tu supplichi,
come se la tenessero in una scatola -
che però è vuota da tempo.
Vorrei proprio aiutarti in qualche modo,
ma sto esattamente come te:
la mia condizione me lo impedisce.
Siamo tutti in fuga, correndo in ginocchio;
la meridiana traccia una linea sull’eternità,
sopra ogni numero.
Quanto sembra lungo il tempo, e quanto tenebrosa l’ombra,
come vola dritta l’aquila, diretta verso la sua freccia.
Quanto è lunga la notte - perché questo corridoio è così stretto?
Che strana sensazione prova il mio corpo, impalato sulla freccia.
envoyé par Riccardo Venturi - 3/1/2015 - 19:37
Grazie della splendida traduzione.
Vorrei solo segnalare che al quarto verso della seconda strofa credo sarebbe piú appropriato tradurre "Sanctuary!" con "Asilo!", essendo questo il grido di chi implorava la possibilità di rifugiarsi in un luogo neutrale, solitamente una chiesa, ove non potesse essere perseguito dai suoi inseguitori.
Vorrei solo segnalare che al quarto verso della seconda strofa credo sarebbe piú appropriato tradurre "Sanctuary!" con "Asilo!", essendo questo il grido di chi implorava la possibilità di rifugiarsi in un luogo neutrale, solitamente una chiesa, ove non potesse essere perseguito dai suoi inseguitori.
Francesca - 18/1/2020 - 14:35
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Album "Godbluff"