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Grândola, vila morena

José Afonso
Lingua: Portoghese


José  Afonso

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[1964; 1971]
Letra / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: José Afonso, 1964
Música / Musica / Music / Musique / Sävel: José Afonso, 1971
Album / Albumi: Cantigas do Maio, 1971

revolucaocravos


INDICE RAPIDO DELLE VERSIONI DISPONIBILI (In 23 lingue sinora)
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Italiano 1 (Riccardo Venturi 2003/04)Italiano 2 (Quarup, versione equiritmica) - Francese 1 (Riccardo Venturi 2003)Francese 2 (Jadis, L. Trans.) - IngleseTedesco 1 (Franz Josef Degenhardt 1975) - Tedesco 2Basco - Versione bilingue portoghese e basca (Euskara) (Betagarri 1997)SpagnoloGaliziano (Real Académia Galega) - Occitano - Neerlandese (Volkskoor Hei Pasoep!)Russo 1Russo 2 (Iosif Chavkin) - Polacco (Edyta Geppert 2009) - Sloveno (Maja Gantar) - Esperanto 1 (Gianfranco Molle 1979)Esperanto 2 (Jorge Camacho) - Tahitiano - Greco (Riccardo Venturi 2009) - Svedese (Brita Papini - Maria Ahlström 1981) - Danese (Knud Møllenback) - Asturiano - Finlandese (Pentti Saaritsa - Agit Prop 1974) - Catalano (Marina Rossell 2015) - Sardo 1 (Giorgio Pinna) - Sardo 2 (Stefania Secci Rosa 2023) - Latino (Anonimo Toscano del XXI Secolo 2024) - Turco - Ebraico (Eli Pinto)

Italian 1 (Riccardo Venturi 2003/04)Italian 2 (Quarup, equirhythmic version) - French 1 (Riccardo Venturi 2003)French 2 (Jadis, L. Trans.) - EnglishGerman 1 (Franz Josef Degenhardt 1975)German 2Basque - Bilingual version, Portuguese and Basque (Betagarri 1997)SpanishGalician (Real Académia Galega) - Occitan - Dutch (Volkskoor Hei Pasoep!)Russian 1Russian 2 (Iosif Chavkin) - Polish (Edyta Geppert 2009) - Slovene (Maja Gantar) - Esperanto 1 (Gianfranco Molle 1979) - Esperanto 2 (Jorge Camacho) - Tahitian - Greek (Riccardo Venturi 2009) - Swedish (Brita Papini - Maria Ahlström 1981) - Danish (Knud Møllenback) - Asturian - Finnish (Pentti Saaritsa - Agit Prop 1974) - Catalan (Marina Rossell 2015) - Sardinian 1 (Giorgio Pinna) - Sardinian 2 (Stefania Secci Rosa 2023) - Latin (Anonimo Toscano del XXI Secolo 2024) - Turkish - Hebrew (Eli Pinto)

Una pagina sottoposta ad un totale rifacimento, che ha occupato quasi un anno di lavoro, in modo da corrispondere al 25 Aprile. Il 25 Aprile del Portogallo e della Rivoluzione dei Garofani, col suo Cinquantesimo anniversario, e il 25 Aprile italiano, Festa della Liberazione dal nazifascismo, di cui il prossimo anno cadrà l’80° anniversario. Da questo momento, 22 aprile 2024, questa diventa una "Pagina Speciale" a tutti gli effetti, e nel senso più vasto del termine. "Grândola vila morena" è una canzone che ha fatto la Storia, ed anche una Rivoluzione. E, tanto per smentire almeno una volta un altro consolidato luogo comune, ha fatto finire anche delle guerre, quelle coloniali del Portogallo.

sempre


La pagina, come detto, è stata totalmente rifatta ed ampliata. Non soltanto con nuove traduzioni e versioni (rimettendo anche in ordine quelle già presenti: è una pagina antichissima di questo sito, una “CCG Primitiva”), ma anche e soprattutto redigendo un’introduzione molto ampia e dettagliata. Ancor più ampio e dettagliato è il saggio storico di João Madeira, Ricardo Andrade e Hugo Castro, “Grândola, Vila morena: uses and meanings of a song throughout the years” (pubblicato nel 2024 su Zapruder), che abbiamo pubblicato integralmente a mo’ di introduzione in inglese, sottoponendolo a un corposo editing. Si tratta di una vera e propria monografia sulla canzone, la cui lettura è imprescindibile.


joseafgrancan


A canzoni si fan Rivoluzioni
di Riccardo Venturi.

Se mai esiste una canzone che ha fatto la storia nel senso più completo del termine, questa è Grândola vila morena. In assoluto, una delle canzoni più famose della storia e sicuramente la più famosa di tutta quella del Portogallo.

Celeste Caeiro offre i garofani la mattina del 25 aprile 1974.
Celeste Caeiro offre i garofani la mattina del 25 aprile 1974.

Fu infatti proprio la trasmissione di questa canzone di José Afonso (fino ad allora assolutamente proibita a tutte le emittenti pubbliche e private del Portogallo) dalle onde di "Limite", il programma musicale quotidiano notturno di "Rádio Renascença", un'emittente cattolica di proprietà diretta della Curia portoghese, che diede il segnale d'inizio alla Revolução dos Cravos, la "Rivoluzione dei Garofani" (così chiamata dai fiori che una venditrice ambulante, Celeste Martins Caeiro, si mise a offrire ai militari di sinistra la mattina del sollevamento, in Praça do Comércio) che mise fine alla dittatura fascista portoghese, che durava da oltre quarant'anni. La trasmissione della canzone avvenne esattamente alle ore 00,20 del 25 aprile 1974.


Un documento storico: La registrazione originale della trasmissione di Grândola vila morena dalle onde di Rádio Renascença (“Radio Rinascita” in portoghese). Sono le ore 00,20 del 25 aprile 1974; la canzone viene brevemente introdotta dall'annunciatore radiofonico che recita i primi versi della canzone.

La canzone di José Afonso rappresentò in realtà il “Secondo segnale” (2a Senha) del pronunciamento militare; il “Primo segnale” (1a Senha), trasmesso durante il programma musicale Limite dalla stessa Rádio Renascença alle ore 23,00 del 24 aprile, rappresentava il segnale convenzionale di preallarme. Si trattava di una canzonetta d'amore di Paulo de Carvalho, E depois do adeus, scelta anch'essa dai militari forse con un pizzico di ironia, poiché era il classico lamento dell'innamorato mandato al gas dalla fidanzata. Con questo, anche la canzonetta di Paulo de Carvalho entrò nella Storia, e dalla porta principale. Ma fu la trasmissione di Grândola (canzone la cui trasmissione era sì severamente proibita, ma che era in libera vendita sia come singolo, sia come facente parte dell'album Cantigas do Maio) che segnò il vero inizio delle operazioni militari e, in pratica, dell'intera Rivoluzione). Una canzone che parla di fraternità, di pace e di uguaglianza fu presa a simbolo da delle forze armate che, una volta tanto, fecero veramente il bene del loro popolo (interrompendo, tra le altre cose, le sanguinose e anacronistiche guerre coloniali che stavano letteralmente dissanguando il Portogallo).

17 maggio 1964: La locandina dello spettacolo presso la Sociedade Musical Grandolense.
17 maggio 1964: La locandina dello spettacolo presso la Sociedade Musical Grandolense.
La canzone ha, peraltro, una storia abbastanza complessa, raccontata solo in parte da José Afonso stesso. Il testo era stato da lui scritto nel 1964 in una prima forma, quando si era recato nella cittadina di Grândola, nell'Alentejo, invitato a tenere un recital dalla Sociedade Musical Fraternidade Operária Grandolense (“Società Musicale Fraternità Operaia Grandolese”), una cooperativa di mutuo soccorso tra gli operai e i contadini della zona che aveva anche un'importante corale e sezione musicale, e che era attiva nell'opposizione alla dittatura salazarista. All'interno della cooperativa, era stata proprio la sezione musicale, all'inizio degli anni '60, a far crescere il sentimento e l'attività di opposizione. José Afonso fu accolto con entusiasmo, così come la sua esecuzione di Grândola vila morena, scritta “ad hoc” per l'occasione in forma di Cante Alentejano a cappella; lo spettacolo si svolse il 17 maggio 1964, e fu proprio allora che José Afonso conobbe il chitarrista Carlos Paredes (1925-2004), che si esibiva assieme a Júlio Abreu. José Afonso, accompagnato da Rui Pato, tenne un concerto di Baladas e canções de Coimbra. José Afonso rimase soprattutto impressionato dall'Associazione: un "locale buio e privo di qualsiasi struttura, con una biblioteca, con chiari obiettivi rivoluzionari ed una disciplina generalizzata ed accettata da tutti i membri. Ciò rivelava una grande coscienza e maturità politica."

cantigmajCol senno di poi, si può dire che proprio in quel “locale buio e privo di qualsiasi struttura” della cittadina dell'Alentejo prese avvio, dieci anni prima, la Rivoluzione che avrebbe abbattuto il fascismo portoghese e l'Estado Novo. Ma fu solo nel 1971 che Grândola vila morena divenne una canzone vera e propria: è la quinta traccia dell'album Cantigas do Maio, con arrangiamento e direzione musicale di José Mário Branco (responsabile anche dei celeberrimi “passi di marcia” della canzone, che sono stati giustamente paragonati al quadro “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo). Il disco, realizzato nell'ottobre del 1971, era stato registrato allo "Strawberry Studio" del Castello di Hérouville, in Francia (studio dove avevano registrato anche i Beatles, i Pink Floyd e Elton John); i "passi di marcia" che segnano il ritmo della canzone furono registrati da José Afonso stesso, da Francisco Fanhais e da Carlos Correia, che uscirono alle 3 del mattino su un terreno ghiaioso all'esterno dello studio di registrazione per evitare il rumore delle automobili che, durante il giorno, passavano per una strada adiacente. Nel susseguente pomeriggio fu effettuata la registrazione vocale. Come è già stato accennato, il testo originale della canzone non era stato concepito da José Afonso come esplicitamente politico e di protesta; al momento della registrazione gli furono fatte delle modifiche con le quali assunse un messaggio altamente politico nel contesto dittatoriale di allora.

È proprio tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 che i giovani artisti portoghesi alzano la voce. Per oltre quarant'anni, a partire dal 1926, il paese si trovava governato dalla dittatura fascista di António de Oliveira Salazar, che aveva dissipato il potenziale economico e umano del Portogallo in una serie di guerre coloniali atte a ribadire la “grandezza” dell'impero portoghese, mentre il paese si trovava in una situazione interna disastrosa che non lasciava altra via d'uscita che l'emigrazione. L'espressione aperta di opinioni critiche, ad esempio in libri di qualsiasi genere e in giornali, non era permessa dalla censura e dall'onnipresente polizia politica, la PIDE. Una delle poche forme per esprimere lo scontento e le speranze di cambiamento era senz'altro la canzone; ma anche questa era sottoposta a pesantissime censure e a divieti, e gli artisti prelevati e portati in galera non furono pochi. Tra questi, anche e soprattutto José Afonso. Ad un certo punto, si arrivò a proibire di menzionare il suo stesso nome nei giornali e in ogni tipo di pubblicazione; per questo motivo, lo si scriveva al contrario (“Esoj Osnofa”) per evadere la censura.

La copertina del singolo Orfeu del 1973.
La copertina del singolo Orfeu del 1973.
L'album Cantigas do Maio fu, sin dalla sua uscita, sottoposto a censure. In particolare, fu proibito categoricamente di trasmettere tutte le sue canzoni alla radio e alla televisione; curiosamente, però, non fu mai ritirato dalla vendita: chiunque poteva andare in un negozio di dischi e acquistarlo. Ancora più curiosamente, fu concesso alla potente emittente cattolica Rádio Renascença (probabilmente la principale emittente del paese, di proprietà diretta della Conferenza Episcopale Portoghese), di trasmettere una sola canzone dell'album: si trattava proprio di Grândola vila morena che, quindi, era passata in radio alcune volte anche prima del 25 aprile 1974. Il 10 maggio 1972, José Afonso la aveva eseguita in concerto a Santiago de Compostela, la capitale della Galizia, vale a dire nella Spagna ancora sotto il Franchismo, approfittando senz'altro del fatto che il portoghese e la lingua locale, il galego o galiziano, sono praticamente identiche; avvenne durante un recital al Burgo das Naçons, cui era stato invitato dal musicista galiziano Benedicto García Villar (qui l'intero recital e un resoconto più dettagliato dell'episodio). Nel 1973, la casa editrice e discografica Orfeu pubblicò la canzone in singolo 45 giri.

Il 29 marzo 1974, meno di un mese prima della Rivoluzione dei Garofani, presso il Coliseu dos Recreios (un auditorium polivalente situato nella Rua das Portas de Santo Antão a Lisbona) si tenne il “Primo Incontro della Canzone Portoghese” (I Encontro da Canção Portuguesa), Si trattava in realtà sì di un incontro musicale, ma nel titolo di chiama non si poteva certo dire che si trattava della canzone di protesta e di denuncia contro la dittatura dell'Estado Novo (talmente “novo” che aveva già oltre quarant'anni ed era già abbondantemente imputridito). La cosa non era ovviamente sfuggita alle autorità, che si erano affrettate a proibirlo. Ciononostante, la sala era già stracolma fino all'inverosimile: si calcola che vi fossero ammassate settemila persone. Dopo un lungo ritardo (poiché già recarvisi costituiva un atto di protesta contro la dittatura), e con ulteriori e lunghissime file di persone all'esterno, le autorità decisero di far tenere il concerto. La Polícia de Segurança Pública (PSP) e la Guarda Nacional Republicana (GNR) erano già pronte a sgomberare la sala e le strade adiacenti con la forza, ma non ricevettero alcun ordine: la quantità di persone era talmente smisurata, che neppure le autorità fasciste se la sentirono di provocare un disastro di proporzioni inimmaginabili. Fu quindi deciso di dare inizio allo spettacolo, ma con una censura ferrea: tra tagli, censure totali e divieti, trenta canzoni furono eliminate. Diversi artisti pensarono che sarebbe stato meglio non tenere lo spettacolo in quelle condizioni; si decisero poi a tenerlo comunque, per rispetto verso il pubblico. Pur con una pessima qualità fonica, si cominciò con qualche canzone “permessa”; il pubblico non si scaldò fino all'esibizione di António Macedo, la cui canzone Canta, canta amigo era nota negli ambienti dell'opposizione, e che fu intonata in coro da una larga parte delle persone presenti. Si esibirono poi il chitarrista Carlos Paredes (che José Afonso aveva conosciuto proprio a Grândola nel 1964) e Maria do Amparo; al momento dell'esibizione di José Carlos Ary dos Santos (che, nel 1969, aveva aderito al Partito Comunista Portoghese) partirono cori e slogan antifascisti. Fu poi il turno di artisti come Manuel Freire (noto per aver cantato anche dei testi di José Saramago, come Ouvindo Beethoven), Adriano Correia de Oliveira, José Barata Mouro e Fernando Tordo. Sta per esibirsi, per ultimo, José Afonso. Tra il pubblico si sente canticchiare, senza parole, il motivo della sua canzone più proibita, Os vampiros; a questo punto “parte la bambola”, e la polizia non riesce più a contenere il pubblico; la PIDE comincia a “identificare” artisti, tecnici e persone presenti tra il pubblico, mentre si sentono urla. “Fascisti! Fascisti!”. Sul palco, Manuel Freire dice ironicamente di “essersi purtroppo scordato le parole di alcune canzoni mentre arrivava in teatro”, suscitando applausi e risate fragorose; José Jorge Letria fa una finta aria desolata e dice: “Mi piacerebbe cantare, se potessi....”, e giù di nuovo applausi e risate. José Afonso chiude il concerto interpretando una delle poche canzoni che erano state permesse: Grândola vila morena, che viene accompagnata nel canto dalle migliaia di persone presenti. La scena viene descritta come “impressionante” da chi c'era.


29 marzo 1974: Il "I Incontro della Canzone Portoghese" al Coliseu dos Recreios con immagini e registrazioni originali.

Al momento della consegna dei premi (l' “Incontro” era stato organizzato come un vero e proprio festival), Adelino Gomes, che aveva ricevuto uno dei premi, dichiara:

"Esta distinção não premeia o trabalho individual de uma pessoa, mas aquilo que alguns de nós tentamos dizer e fomos proibidos de dizer. Homenageia ainda aquilo que muitos de vós gostavam de ter ouvido e não vos foi dado o direito de ouvir"

“Questo riconoscimento non premia il lavoro individuale di una persona, ma tutto ciò che alcuni di noi cerchiamo di dire e che ci hanno proibito di dire. Inoltre, è un omaggio a ciò che molti di voi avrebbero desiderato sentire, e che non vi è stato permesso di ascoltare.”

Al che José Afonso torna sul palco e ripete Grândola vila morena di nuovo tra le urla di "Fascisti! Fascisti". Nel frattempo, la macchina del colpo di stato militare antifascista è già ampiamente in moto; Grândola è già diventata una canzone-simbolo, e probabilmente proprio la reazione del pubblico all'esibizione di José Afonso al Coliseu dos Recreios la fa scegliere come segnale per l'avvio delle operazioni (oltre al fatto che Rádio Renascença aveva il permesso di trasmetterla). Senonché, Carlos Albino, un membro di coordinamento del Movimento das Forças Armadas, si accorge all'ultimo momento che, nonostante la avesse già trasmessa, Rádio Renascença non possiede una copia della canzone. Alle ore 11 del mattino del 24 aprile 1974, si reca allora, senza informare nessuno, alla libreria “Opinião” in Praça do Alvalade, dove acquista, per essere sicuro, una copia sia dell'album Cantigas do Maio, sia del 45 giri del 1973 con Grândola vila morena. Alle ore 14, nella sua edizione del pomeriggio, il quotidiano República inserisce una breve notizia intitolata “LIMITE”, del seguente tenore:

"Il programma 'Limite', trasmesso da Radio Renascença tra la mezzanotte e le 2, è notevolmente migliorato nelle ultime settimane. La qualità dei servizi trasmessi e la qualità della selezione musicale ne fanno un appuntamento radiofonico di ascolto obbligatorio".

Nonostante Carlos Albino avesse notato un'auto della PIDE che girava fuori dalla redazione del programma “Limite” verso le 11,30, alle ore 14,45 il maggiore Neves Rosa informa Otelo de Carvalho che l'ultimo agente di collegamento è rientrato, e che tutti gli ordini definitivi sono stati consegnati. Alle 15 avviene l'incontro decisivo tra Carlos Albino e Manuel Tomás, tecnico e fonico di Rádio Renascença, responsabili del programma "Limite". Manuel Tomás, tornato da poco dal Mozambico dove si è distinto per la sua attività democratica e di appoggio agli elementi progressisti delle Forze Armate, dà le ultime garanzie sulla trasmissione della canzone-segnale. Ci sono da approntare dei dettagli tecnici, ma i due, non sentendosi al riparo nei locali del programma, cercano un posto più sicuro per discutere. Si recano quindi insieme alla chiesa di S.João do Brito, si inginocchiano presso l'altare e parlano delle ultime messe a punto (scaletta, pubblicità, tempi tecnici) facendo finta di pregare. Per dare ancor meno nell'occhio, ricevono anche la comunione. Alle ore 17, Manuel Tomás convoca un altro responsabile del programma, Leite de Vasconcelos, che però non è assolutamente al corrente di tutto ciò che sta accadendo, e gli consegna la scaletta dei primi minuti del programma della mezzanotte, appena approvata dalla censura interna. La scaletta è la seguente: Pubblicità, canzone "Grândola", pubblicità, lettura di poesie, canzone "Coro da primavera" (sempre di José Afonso); il tutto ha una durata di undici minuti.

Sono le ore 22.55, in un'altra e più piccola emittente radiofonica; Rádio Alfabeta, collegata con la rete EAL (Emissores Associados de Lisboa). Radio Alfabeta è in quel momento collegata con due altre emittenti, “Rádio Peninsular” e “Rádio Sonora Voz de Lisboa”: insieme riescono a raggiungere discretamente tutta la vasta area della capitale. L'annunciatore João Paulo Diniz annuncia che “mancano cinque minuti alle 23 e sarà con voi Paulo de Carvalho, che vi canterà il suo grande successo dell'Eurofestival 'E depois do adeus". La sdolcinata ed innocua canzonetta sentimentale fa già parte della scaletta del programma musicale di Rádio Alfabeta, ed entra anch'essa a modo suo nella Storia: è stata infatti scelta come segnale di preallarme (“Primeira Senha”) per le Forze Armate, almeno nelle zone raggiunte dalla frequenza dell'emittente. João Paulo Diniz è naturalmente al corrente della cosa; seguendo le istruzioni del MFA, alla mezzanotte in punto conclude il proprio programma a Rádio Alfabeta e rientra a casa. Per le strade di Lisbona non si nota ancora assolutamente nulla.


Il "Primo segnale" (Primeira Senha): Registrazione originale di "E depois do adeus" dalle onde di Rádio Alfabeta, ore 22.55 del 24 aprile 1974.


I soldati ed i papaveri furono i protagonistiFrattanto, negli studi di Rádio Renascença, in rua Capelo (nello storico quartiere del Chiado, poi andato semidistrutto da un incendio nel 1994), un annunciatore, del tutto ignaro degli impegni assunti da Carlos Albino e Manuel Tomás, legge annunci pubblicitari senza intenzione di voler smettere e non accorgendosi dei gesti disperati di Manuel Tomás che si sbraccia per dirgli di interrompere. Passati 19 secondi dall'ora concordata per il segnale, Manuel Tomás da uno strattone alla mano dell'altro tecnico, José Videira, facendo partire il nastro dov'era stata registrata "Grândola vila morena". La canzone parte, è il "celebre segnale" ("célebre senha") della "Rivoluzione dei Garofani", che abbatte il più antico regime fascista europeo con diciannove secondi di ritardo. Sono le ore 00.20 del 25 aprile 1974.

Grândola vila morena,
terra da fraternidade
o povo é quem mais ordena
dentro de ti, ó cidade...

Dieci minuti dopo il segnale, a mezzanotte e mezzo,la macchina di ciò che è un colpo di stato militare e una Rivoluzione al tempo stesso è già pienamente in moto a Lisbona e in tutto il Portogallo. Iniziano gli arresti degli ufficiali rimasti fedeli al regime; al Campo di Istruzione Militare di Santa Margarida si accumula materiale da guerra, vengono messi a punto i blindati e i carri armati senza che ancora il governo abbia la minima notizia di quel che sta accadendo.La preparazione dell'azione, tra bar, ristoranti, pasticcerie, rosticcerie e chiese, è stata perfetta. Alle 4.26 viene trasmesso per radio il primo comunicato del Movimento das Forças Armadas (MFA), dalle onde di RCP (Rádio Clube Português), letto dal giornalista Joaquim Furtado:



"Aqui posto de comando do Movimento das Forças Armadas.
As Forças Armadas portuguesas apelam para todos os habitantes da cidade de Lisboa no sentido de se recolherem a suas casas, nas quais se devem conservar com a máxima calma. Esperamos sinceramente que a gravidade da hora que vivemos não seja tristemente assinalada por qualquer acidente pessoal, para o que apelamos para o bom senso dos comandos das forças militarizadas, no sentido de serem evitados quaisquer confrontos com as Forças Armadas. Tal confronto, além de desnecessário, só poderia conduzir a sérios prejuízos individuais que enlutariam e criariam divisões entre os portugueses, o que há que evitar a todo o custo. Não obstante a expressa preocupação de não fazer correr a mínima gota de sangue de qualquer português, apelamos para o espírito cívico e profissional da classe médica, esperando a sua acorrência aos hospitais, a fim de prestar a eventual colaboração, que se deseja, sinceramente, desnecessária."


"Qui Posto di comando del Movimento delle Forze Armate.
Le Forze Armate portoghesi lanciano un appello a tutti gli abitanti della città di Lisbona affinché permangano nelle loro case, dove dovranno restare con la massima calma. Ci auguriamo vivamente che la gravità del momento che stiamo vivendo non sia tristemente segnata da alcun incidente personale, per cui facciamo appello al buon senso dei comandi delle forze militarizzate, al fine di evitare eventuali scontri con le Forze Armate. Un tale confronto, oltre ad essere inutile, porterebbe soltanto a gravi perdite individuali che causerebbero dolore e creerebbero divisioni tra i portoghesi, che devono essere evitate a tutti i costi. Nonostante la preoccupazione espressa di non versare nemmeno la minima goccia di sangue portoghese, facciamo appello allo spirito civico e professionale della classe medica, augurandoci che accorra negli ospedali per fornire l'eventuale collaborazione, ciò che ci auguriamo vivamente non necessario.

Seguono l'esecuzione della “Portuguesa”, l'inno nazionale portoghese, e le più classiche marce militari da colpo di stato, tra le quali A Life on the Ocean Wave (o Life on the Ocean Waves) del compositore Henry Russell (1812-1900), che sarebbe stata adottata come vero e proprio inno dal Movimento delle Forze Armate. Curiosamente (ma non troppo, visto che si tratta di un inno militare marinaresco) viene trasmessa nell'esecuzione della Banda della Marina degli Stati Uniti d'America:



Cosa pochissimo nota, è che lo stesso Rádio Clube Português che, alle 23 del 24 aprile, aveva trasmesso E depois do adeus come segnale di preallarme, trasmise attorno alle 2,30 del 25 aprile un’altra canzone come segnale che le operazioni stavano procedendo senza intoppi. La semisconosciuta Terceira senha era un’altra canzone di José Afonso, Os vampiros, celeberrima e, questa sì, assolutamente proibita all’ascolto e alla vendita durante il regime. Averla trasmessa, significava che il regime era già bell’e caduto.



Gli avvenimenti e i comunicati si susseguono rapidi in quella fatidica giornata che cambia la storia del Portogallo: invitando a leggere questa cronologia dettagliata, si dirà soltanto che il governo fascista di Marcelo Caetano e del presidente Américo Thomaz si arrende alle 18.20 nelle mani del generale António de Spínola. Alle 19,30, Caetano, a bordo di un autoblindo Chaimite, viene trasferito presso il comando del MFA alla Pontinha, e verso le 21 parte per l'isola di Madeira, da dove poi andrà in esilio in Brasile. Alla stessa ora, si hanno le uniche vittime di quella giornata storica: elementi della PIDE/DGS aprono il fuoco dalle finestre della sede assediata in via António Maria Cardoso: si hanno cinque morti e oltre 45 feriti. Un agente della PIDE viene ucciso dalle forze armate mentre tenta di fuggire. La definitiva resa della PIDE avviene poco dopo nelle mani di un corpo di fucilieri della Marina; già nella giornata del 25 aprile erano state aperte le carceri politiche con la liberazione dei prigionieri, e gli agenti PIDE erano stati messi fuori combattimento e arrestati (pochi di loro, però, subiranno conseguenze penali nel prosieguo degli avvenimenti).

L'arresto di un agente PIDE da parte delle forze armate.
L'arresto di un agente PIDE da parte delle forze armate.
pidevitimas


A partire dalla mattina del 26 aprile 1974, il Portogallo è definitivamente libero dalla dittatura fascista. Il colpo di stato militare, nonostante gli appelli a “restare in casa” fatti fin dal primo momento dal MFA nei comunicati radiofonici, si trasforma subito in una vera e propria rivoluzione di popolo: la gente non resta affatto in casa, e fin dalla mattina del 25 aprile si riversa in massa nelle strade e nelle piazze di Lisbona solidarizzando con i soldati. Da qui nasce anche l'episodio dei garofani che daranno il loro nome all'intera rivoluzione, anche se nelle canne dei fucili si vedranno poi anche parecchi papaveri, ugualmente rossi. Pochi giorni dopo, il 1° maggio, si svolge un'enorme manifestazione, la prima libera dopo quarantadue anni di dittatura clericofascista; si può dire che tutto il Portogallo è in piazza. E canta una canzone.

In mezzo a tutto questo, c'è una persona che non ne sa assolutamente nulla: l'autore di quella canzone. Si chiama José Manuel Cerqueira Afonso dos Santos, nato a Aveiro il 2 agosto 1929, e scendendo anche lui in piazza in mezzo a tutti gli altri il 25 aprile, comincia a sentire autentiche masse di persone che cantano Grândola vila morena, e rimane esterrefatto finché qualcuno non gli spiega, qualche giorno dopo, che cos'era successo a mezzanotte e venti e della trasmissione di Rádio Renascença. “Non sapevo che la canzone fosse stata scelta per dare il segnale della Rivoluzione. Nei giorni immediatamente successivi non me ne resi neppure conto. Me ne accorsi quando cominciai a vedere masse di gente che la cantavano per strada; fu una sensazione strana, ma bellissima.” Il 30 aprile, José Afonso si reca all'aeroporto di Lisbona per ricevere alcuni compagni che tornano dall'esilio: principalmente José Mário Branco e Luís Cília che, in dei locali nella banlieue di Parigi producevano, a partire dal 1960, praticamente tutte le canzoni di coloro che, per diversi motivi, erano espatriati dal Portogallo. José Mário Branco era stato arrestato a Coimbra dalla PIDE nel 1962 durante una forte ondata repressiva in seguito alla “Crisi Studentesca” di quell'anno; nel 1963 era andato in esilio a Parigi, allontanandosi peraltro dal Partito Comunista Portoghese di cui era stato militante. Luís Cília fa invece il percorso inverso: anche lui esiliato a Parigi nel 1963, vi aderisce al PCP senza per questo aver nessun motivo di scontro con José Mário Branco. Quel 30 aprile 1974 tornano insieme dall'esilio, curiosamente sullo stesso aereo che riporta in patria anche lo storico segretario del PCP, Álvaro Cunhal. Ad accoglierli ci sono, oltre a José Afonso, José Jorge Letria, Adriano Correia de Oliveira, José Duarte e Ary dos Santos, in un incontro che viene descritto “commovente e entusiasmante”. Ad un certo punto tutti quanti, Álvaro Cunhal compreso, si mettono a cantare in coro Grândola vila morena alzando i pugni chiusi; intervistato sul posto, José Afonso dichiara:

"Foi um fato acidental, mas enche-me de contentamento a utilização que foi feita pelas pessoas e que aliás já estava a ser feita em sessões que nós fazíamos [...] em cooperativas, piqueniques, coletividades de cultura e recreação. A “Grândola” era um fator estimulante de congregação das pessoas... Agora que tivesse tido estas proporções, que tivesse sido este pontapé de saída sem a minha participação é uma coisa que me enche de regozijo"

“È stata una cosa accidentale, ma mi riempie di contentezza l'uso che ne è stato fatto dalla gente e che altrove già ne era fatta durante le sessioni [musicali] che tenevamo […] in cooperativi e collettivi culturali e ricreativi. “Grândola” era un importante e stimolante fattore per congregare le persone. Anche se aveva avuto tali proporzioni, anche se era stata un calcio nel sedere per buttarli fuori senza che io vi avessi preso parte, è comunque una cosa che mi riempie di gioia.”

Come dire: Grândola vila morena, pur non essendo nata come tale, diviene un canto politico con un'identità fortissima. Lo diviene, forse, ancor prima di essere scelta dal Movimento delle Forze Armate (che, forse, sarebbe stato più corretto chiamare “dei Capitani”, in quanto quasi tutti gli ufficiali insorti avevano questo grado a parte il mitico Fernando José Salgueiro Maia, che era maggiore, e che prese le armi assieme ai suoi cadetti arrestando i suoi superiori e unendosi alle forze ribelli non appena ebbe udito la senha della canzone di José Afonso). Non ha certamente perso questa sua identità, neppure dopo cinquant'anni; e è diventata famosa in tutta Europa, in tutto il mondo. In Portogallo la hanno interpretata tutti, da Amália Rodrigues a Dulce Pontes; fuori dal Portogallo, nell'originale o in traduzioni e versioni, si ricordano Franz Josef Degenhardt (in tedesco), i Betagarri (in spagnolo e in basco), Edyta Geppert (in polacco), Gianfranco Molle (in esperanto) e gli Knutna Nävar (in svedese). In Italia la si è sempre cantata nell'originale portoghese, ovviamente con pronunce sovente e scusabilmente...fantasiose. Nella città di Grândola è stato eretto un grande monumento riporta lo spartito musicale le parole della canzone:

grvilmor


Per concludere, torniamo però indietro al 25 aprile 1974 con una cosa che ha a che fare con un'altra poesia e un'altra canzone, peraltro già nominata in questa nuova introduzione completamente rifatta in prossimità di un altro 25 aprile, quello “nostro”, quello -ancor più lontano- del 1945, e, soprattutto, del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione dei Garofani, che cade il 25 aprile 2024.



Il video sopra riproduce il primo telegiornale della Televisione Portoghese dopo l'insurrezione. Si noterà, alla fine, che il notiziario si conclude con l'annuncio di uno “stacco musicale”: nel bel mezzo di una rivoluzione, la TV lusitana oramai in mano agli insorti decide di trasmettere la III Sinfonia di Beethoven. Ricorda qualcosa? A me sì, e parecchio. Ricorda questa canzone di Manuel Freire, che poi è una poesia di José Saramago. La TV portoghese libera faceva ascoltare Beethoven: era arrivato il giorno delle sorprese.

Riccardo Venturi, 3 aprile 2023 / 20 aprile 2024.
Grândola, Vila Morena: uses and meanings of a song throughout the years
João Madeira, Ricardo Andrade, and Hugo Castro

In March 2013, hundreds of thousands of people, from different generations and social conditions, marched in Lisbon to protest against the austerity policies of the right-wing government then in power and demanding their resignation. The demonstration had fundamentally been called through social networks by an informal movement – To hell with the troika! (Que se lixe a troika!). Both at the end and during the demonstration, a song was sung – Grândola, Vila Morena (Grândola, Brown/Tanned Town), composed almost 50 years before and available on record for almost four decades. The collective vibe conveyed by the song has remained until today. How to explain such an extraordinary occurrence? How to explain how such different generations, with such different social and political experiences, raised their voices and sang it in unison? At the time of its composition, and even its release on record, Portugal was under a dictatorship, installed by military means in 1926 and in power until 1974. However, this song slipped through the meshes of censorship, one of the most powerful repressive means of the Estado Novo (New State) regime, which, given its characteristics, falls within the scope of the greater family of interwar fascisms. In fact, the song is not exactly a political pamphlet but rather evokes, as metonymy, the social and cultural environment that its author, José Afonso, encountered in a popular association in Grândola, a small town in southern Portugal, at one of his performances in 1964, when he would play by invitation throughout the country, and that greatly impressed him.

The song, which would be sung in public, became popular amongst opposition circles in the early 1970s, being released on record in 1971. In 1974, the state censorship apparatus authorized it to be sung by José Afonso during a concert held on the 29th of March at Coliseu dos Recreios, one of the largest concert halls in Lisbon, where the vibrant enthusiasm and boldness of the statements shouted by the audience foreshadowed the near end of the 48-year-old authoritarian regime. In the room, amid the audience, were several of the young officers who, a few months later, on April 25th, 1974,  used Grândola, Vila Morena as one of the signals aired on the radio to launch the military movement that overthrew the dictatorship, which, on the morning of that same day, with strong popular support, was transformed into a revolutionary process with democratic and socialist meanings. The song, which had in the meanwhile become a symbol of resistance to the dictatorship, then went on to symbolize the defence of these ideals in the turbulent and enthusiastic years of 1974-75 before remaining a symbolic reference with a strong critical connotation within the process of democratic “normalization” and subsequently rekindled as an anthem when the neoliberal order attempted to reverse social and labour rights. This is an essay on how a song, while remaining alive in its political matrix, was able to reframe itself and remain incandescent, crossing different conjunctures and historical contexts, and appealing to different generations of political and social actors.

José Afonso: From “Canção de Coimbra” to “Balada”

In 1964, when he performed in Grândola, José Afonso was just a few months away from turning 35 and had, in the previous year, through the record company Discos Rapsódia, released a small 45 rpm EP, entitled Baladas de Coimbra containing two songs that would become emblematic – Menino do bairro negro (Boy from the Black Neighborhood) and Os vampiros (The Vampires), which marked the start of the new Portuguese protest song. In fact, just after the end of the World War II, Fernando Lopes-Graça, a renowned composer and conductor long linked to opposition circles, had set to music a number of poems of an anti-fascist nature by neo-realist authors3 which became commonly known as Canções Heróicas (Heroic Songs), whose edition was prohibited and seized by the censorship apparatus, restricting this songbook (mainly) to oppositionists attached to the Portuguese Communist Party (PCP).

José Afonso completed his high school studies before attending the University of Coimbra, where he became involved in its longstanding musical culture, deeply rooted in the city’s student milieu, expressed through the Canção de Coimbra (Coimbra’s song) tradition5. In this environment deeply linked to academic bohemia, he also participated in the Tuna and the Academic Orfeon6 groups, which performed regularly both nationally and internationally. Moreover, his first two records were released in 1953.

As the 1950s ended, with his degree in History and Philosophy still incomplete but already working as a teacher, he gave classes in the Algarve region. There, he lived through the presidential elections of 1958, an interesting phenomenon in a country under dictatorship. Salazar’s government controlled and manipulated the entire electoral process, from the census to counting the votes and, in these elections, with the anti-fascist opposition initially divided. However, the candidate Humberto Delgado, a military high official opposed to the regime, supported by the non-communist sectors of the opposition, acquired great prominence and support, attracting thousands of people to street rallies. The great enthusiasm surrounding his candidacy determined the withdrawal of the Communist supported candidate and with strongly radicalized supporters reacting against repressive government policies, with street clashes against the police during the electoral campaign. General Humberto Delgado lost the elections due to monumental institutionalized electoral fraud that fuelled popular indignation and oppositional awareness in a country that was then undergoing important changes with the growth of industrial clusters and the intermediate social strata. Across the country, small nuclei of intellectuals and service workers cemented opposition to the regime and aspired to its overthrow.

These were indeed difficult years for the dictator. In January 1961, a group of exiled Portuguese and Spanish anti-fascist militants, who had constituted in Venezuela the DRIL, the Directório Revolucionário Ibérico de Libertação (Iberian Revolutionary Liberation Directory), willing to undertake more radical actions, proceeded on the island of Curaçao, in the Caribbean, to seize and divert, for 13 days, the ship Santa Maria, drawing international attention to the dictatorship in Portugal, which demoralized Salazar’s government. 1961 was also marked by the beginning of the Colonial War (1961-1974), which broke out with particular violence in Angola. The following year began with an assault on a barracks in Beja, in southern Portugal, an unsuccessful attempted coup. Demonstrations commemorating the 1st of May became particularly fierce and, in the rural fields of the South, a concerted wave of strikes took place calling for an 8-hour working day. Meanwhile, in Coimbra and Lisbon, the main universities in the country, there was a major academic crisis, with thousands of students on strike and holding rallies and parades. Despite no longer living in Coimbra, José Afonso maintained a close relationship with the city, whether with intellectuals or with more advanced student groups, and these events necessarily influenced him. This provides the context for his breaking with the fado tradition of Coimbra, and with its formal restraints. He held his own ideas, an irrepressible creative drive for other sounds, and started composing baladas (ballads).

In the very early 1960s, on one of his trips to Coimbra, he took a set of these new songs that distanced themselves from Coimbra’s song and, wanting to show them these new compositions, he sought out his circle of friends who gathered at the café table but lacking any classical guitar (viola). One, Rocha Pato, remembered his son Rui, still very young, was studying music and had a classical guitar. Thus, it was at their house he would timidly interpret José Afonso’s ideas, working on improving the musical sketches the singer had brought. José Afonso was a fertile stream of creativity but had not undertaken any formal musical studies and he would benefit from an aesthetically complicit relationship with Rui Pato’s guitar accompaniment from then until the end of the 1960s. This would prove of fundamental importance to the renewal of his way of composing and singing, definitively abandoning the traditional accompaniment of Coimbra’s Portuguese guitar. In 1962, the EP Baladas de Coimbra was released after its recording in an old, abandoned monastery with these new compositions featuring José Afonso’s voice rising clearly to the sound of Rui Pato’s classical guitar. Similarly, a year later he recorded, in the same location and with the same accompaniment, a new EP that was again called Baladas de Coimbra, and including the two aforementioned songs with strong political and social connotations. The censorship apparatus would subsequently seek to seize the entire edition.

In Coimbra, the rehearsals were held in café billiards rooms where he met up with friends. Requests to perform multiplied, some with small cachets that eased his financial difficulties, others out of complete generosity and solidarity. He performed both in student associations and in concert halls, outdoors, at social gatherings or at the invitation of friends. José Afonso began to be well known and the impact of his new compositions increased, gaining admirers, particularly among student activists who lived through the election campaign of General Humberto Delgado in 1958 and the academic strike of 1962. This social and political situation was unparalleled in Europe. Portugal lived under a dictatorship that, as in Spain, and with the support of Western democracies, managed to survive the international defeat of Nazi-fascism in the context of the Cold War. However, within this environment, such as in the rest of Western Europe, the reconfiguration of the opposition forces, especially those on the left of the PCP, reflected, particularly in student and intellectual circles, the influences of the Cuban revolution and of the Sino-Soviet dispute.

José Afonso was, as he himself recognized, a “turn of the page” as a singer, even though he maintained an expressive flow of compositions without overly evident political connotations. This process preceded the social, political and cultural wave brought by the French May 1968 movement, which, however, would also impact Afonso. At the turn of the 1960s into the 1970s, he increasingly contacted cultural circles of the radical left abroad, particularly in Paris, where many young deserters from the Colonial War took refuge, and in London. This new phase provided José Afonso with the establishment of an informal solidarity network with a particular focus on protest songs, befriending singers of different nationalities such as Paco Ibáñez and Caetano Veloso. Never having adhered to the Communist Party, positioning himself on its left, he nevertheless collaborated with its political and social sectors, especially in the countryside, on the basis of anti-fascist unity in the common fight against the dictatorship of Salazar and, later, Marcelo Caetano.

The genesis of a song

In this new phase of his musical endeavours, José Afonso experienced the need to perform more in working-class environments, whether in urban areas, such as in Lisbon’s industrial sector, or in rural areas, particularly in the south of the country. In the latter region, the intense activities of the clandestine Portuguese Communist Party had built up an aura of resistance amidst the struggle for bread and labour expressed in both towns and villages with strong concentrations of agricultural wage earners, in a region where large landholdings – the latifundium – mostly with a wheat monoculture, predominated. Grândola, a town located 120 km south of Lisbon, was one such location, surrounded by olive groves, cornfields and cork forests, home to rural wage earners, cork cutters, small traders and craftsmen in small workshops. Particularly following the proclamation of the Republic in Portugal in 1910, such locations built up a popularly based associative dynamic that resulted in the launching and maintenance of cultural and recreational associations which were, with their libraries, philharmonic bands and other musical groups, real informal schools attended by workers in a country heavily afflicted by illiteracy.

Against this backdrop, the SMFOG – Sociedade Musical Fraternidade Operária Grandolense (Workers’ Fraternity Musical Society of Grândola), was formed in 1912. Its founding members, mostly workers, such as member no.1, Alfredo Lúcio Feio, a cork sector worker who wrote the society’s statutes, set up a philharmonic band and this musical formation structured its activities and integration into the town’s population with greater or lesser difficulties over the years. In the 1940s, after the course of the Second World War turned favourable to the Allies and when the opposition to Salazar combined efforts to overthrow the regime, in a phase of great expansion for the PCP, political intervention also emerged through popular associations. This was clearly seen in Grândola with the activities ongoing at SMFOG as in the other cultural and recreational collectives established in the locality.

At this point, differences in opinion between some of the Fraternidade Operária Grandolense musicians had already led to a split, with some transferring to another local association, Sport Lisboa e Grândola, with the former becoming known as Música Velha (Old Music). The international defeat of Nazi-fascism did not bring with it the overthrow of Salazar’s Estado Novo, which held out with support from the western powers in the Cold War context. Very isolated politically in the early 1950s, the PCP engaged, together with peripheral organizations such as the MUDJ – the Youth Movement of Democratic Unity and the MDP – the Movement for the Defence of Peace, in strenuously denouncing the western imperialist bloc headed by the United States. In Grândola, there was a council recognised MUDJ group with a professional nucleus of young bricklayers, shoemakers, cork makers and seamstresses. Despite publicly maintaining the organization was legal, the regime undertook thorough surveillance and repression of its members and their activities, forcing them to meet secretly, sometimes in Música Velha but mainly in the fields. They organized dances and youth gatherings in local associations, particularly in Música Velha and Grupo Desportivo Grandolense, sold raffles to raise funds, collected signatures for petitions and distributed propaganda.

In December 1952, a group of MUDJ members set about distributing communiqués and collecting signatures in the town’s streets, including a message from the World Peace Council, an international structure set up under the auspices of the Soviet Union and “popular democratic” countries. They would quickly be intercepted and arrested by the GNR, the National Republican Guard, the main police force operating in rural areas. Family members, companions and neighbours quickly gathered in front of the GNR post demanding their release. The Guard dispersed the concentration but there was no talk of anything else that day throughout the locality with a popular concentration once again gathering in front of the mayor’s house to demand his intervention and the release of the young people with words shouted in defence of peace. There then followed a demonstration through the streets of the town, which was violently repressed by police forces on foot and on horseback.

According to the communist press, 31 arrests were made, and 24 individuals, mostly young people, were interrogated by PIDE, the International State Defence Police, the political police. This event left a great mark on the town, being recalled for many years in the collective memory and influencing younger generations.

Hélder Costa, 13 years old at the time, reiterates the impact of those events and the entire oppositional environment that then existed. One of the town’s barbershops was a location for discussion and antifascist indoctrination and the very environment in Música Velha, as in other groups, served as informal schools of democratic formation in a hostile political environment set up by both the local political and social elites and the political-administrative apparatus of the state – mainly the Town Council and the GNR. In the early 1960s, Hélder Costa was studying in Coimbra and participating in intense student association cultural activities where he met José Afonso. In Grândola, Música Velha continued as one of the most important legal channels for opposition activities, albeit carried out prudently. In 1963, António Manuel, a communist militant, one of the young people arrested ten years earlier, was now Board President. That year, for the annual SMFOG celebrations, the Choir of the Academy of Music Amateurs, directed by Fernando Lopes-Graça, and Antunes da Silva, a neo-realist author, were invited to give a lecture about their experiences. The collective theatre group, with members including some of those arrested in 1952, staged a play by Romeu Correia, also a neo-realist writer and playwright.

As from the following year, José da Conceição, brother of the previous president, António Manuel, was elected vice-president while continuing to belong to the theatre group, began imparting a remarkable dynamism to the town’s cultural life not only through the philharmonic band, to which he added a music school to train new members, but also through the theatre group and the library. It is in this context and for commemorations of the 52nd Música Velha anniversary that José Afonso was invited. The initial contact was made by Hélder Costa, who was then running the theatre group even while studying in Coimbra, with the Board subsequently formalising the invitation. José Afonso, who lived in the Algarve region, readily accepted the invitation, interested not only in performing in popular associations and collectives alongside student associations but also excited to meet and participate in the same event as Carlos Paredes, a virtuoso interpreter of the Portuguese guitar.

In his letter accepting the invitation, dated 27th April, he said he was interested in “not giving a «variety» style exhibitionist character to the presentation of my songs” and wished that “everything takes place in the climate of solidarity that your association proposes to encourage beyond a simple recreational purpose”14. The session’s leaflet program states that:

Although Dr. José Afonso still maintains the musical and interpretative sense of Coimbra in his songs, Dr. José Afonso is an innovator. Through his beautiful and strange baladas, he permeates the whole poetic-tragic sense of our people’s sensitivity. For the first time, through this singer-poet with an imminently popular theme, Portuguese song finds its right path. He is the author of a large number of songs, such as “O meu Menino é de Oiro”, “Os Vampiros”, “Bairro Negro”, etc., which have been a great success on radio and television.

The singer arrives in Grândola by train, accompanied only by his wife and welcomed at the station by José da Conceição, who took them on a tour of the town and SMFOG where, on May 17, 1964, he performed for free to a packed room, overflowing into the street, and sang new songs such as Coro da primavera or Cantar Alentejano, the latter one composed practically on the eve and evoking the murder of Catarina Eufémia, a rural worker, shot dead by the GNR in Baleizão, near Beja, during a protest for better wages. José Afonso left Grândola, after one of his first performances outside of student circles or more formal circumstances, including television, moved by the reception, the audience’s enthusiasm and the community ambience, directed and dynamized by workers, with a clearly fraternal and oppositional culture. Days later, on 23rd May, already back in the Algarve, in a letter he wrote to his parents, he mentions his performance in Grândola at the SMFOG:

(…) an old little house with half a dozen divisions, an orchestra, a scenic group and a library. The Board, made up entirely of workers, has already promoted lectures and concerts in which Alves Redol, Romeu Correia, Lopes-Graça and Rogério Paulo collaborated. The authorities have not only refused them the slightest support, they have also hindered many other initiatives of this kind.


During these days, José Afonso also wrote a letter to José da Conceição, thanking him for the warm reception he received in Grândola and enclosing a poem that precisely evoked this event, which Conceição would then read publicly on May 31st in Música Velha. Its first four lines proclaimed: “Grândola, brown town/Land of fraternity/The people are the ones who command the most/Within you, O city”. According to musician Fernando Alvim, who accompanied Carlos Paredes during his performance, Afonso started composing the words and music of Grândola, Vila Morena on his way back from this session.

Recording the song

Another version of the lyrics, consisting of two stanzas, would eventually be published in the book Cantares, which first came out in 1966. In a new edition of Cantares, published in 1967, the poem already features a new third stanza (referring to the “shadow of a holm oak”, a tree common throughout the Alentejo), and explicitly mentions that it had already been set to music by José Afonso22. The song’s definitive version would be finished a few years later, in 1971, when it was recorded for the Cantigas do Maio album in one of the Château d’Hérouville studios in Paris, produced by José Mário Branco, and published by Orfeu. Exiled in France since 1963, José Mário Branco had been developing his activity as a recording musician and phonographic producer since 1969. Several months before recording Cantigas do Maio, and in the same studio, he had recorded and produced his first LP Mudam-se os Tempos, Mudam-se as Vontades, having also served as musical advisor on the first LP by musician Sérgio Godinho, Os Sobreviventes, albums that would also figure at the top of the critics’ choices in Portugal at the turn of 1971 to 1972. These records caused substantial media impact and constituted milestones in what the press of that time called the “renewal of Portuguese popular music”. This “renewal” was, among other things, characterized by more intense recourse to the potential of multitrack recording and a closer approach to the emerging production practices within the context of Anglo-American pop-rock, aspects inseparable not only from how these records were all recorded in a studio primarily dedicated to rock music but also the musical profile of the leading figure behind producing these albums, José Mário Branco.

The work of producer George Martin, responsible for the musical supervision of almost all the recordings by the English pop group The Beatles, would have a particular impact on José Mário and on a whole new generation of musicians. Precisely from the 1960s onwards, studio productions acquired a specific “artistic” dimension that reconfigured the very repertoire through the creative application of multitrack technology and other technological devices in the studio, with the recording practice also becoming a compositional practice and the studio a compositional instrument. The importance of the sonic/timbrical element on conveying the musician’s and the repertoire’s idiosyncrasies, associated with the construction of studio based sonic realities that went beyond merely capturing and recording live performances, popularized the idea of recording as a specific compositional practice25. In the case of José Mário Branco, his early radio experiences in Oporto, his sound work for theatre and contact with new ways of manipulating sounds within pop-rock music would have a strong impact on his recordings.

As part of his participation in the political turmoil of May 1968, a period during which he played alongside Luís Cília and Sérgio Godinho in several striker occupied factories, José Mário Branco deepened his contacts with several French musicians, such as Jean Sommer, Colette Magny, among others. These contacts would then open the doors to the extensive and dynamic universe of Parisian recording studios, with his debut as an arranger taking place on one of the homonymous LPs by musician James Ollivier, recorded in September 1970 at the Sofreson studio. The second half of 1970 was also marked by the first personal contact between José Mário Branco and José Afonso, which would be of crucial importance to their mutual recording careers. José Mário Branco met José Afonso in around September 1970 after the former’s performance at the Foyer International des étudiantes in Paris, accompanied on guitar by Luís Pedro Faro. Following this personal contact, through which Afonso also met Sérgio Godinho and Luís Cília, José Afonso had the opportunity to hear Branco’s most recent repertoire, whih fascinated him, at several joint performances. José Afonso, partly motivated by his contractual obligations to Orfeu for finding new artists to record, returned to Portugal with some demo recordings by José Mário Branco and Sérgio Godinho with the prospect of them being signed by Arnaldo Trindade; however, they ended up signing with the record company Sassetti. José Mário Branco’s first LP, recorded around February / March 1971, received greater financial support compared to his previous recordings, which allowed him to further elaborate the sonic (and, in his words, sonoplastic) component of the songs through the multiple technical capabilities of the recording studio.

José Mário, after a survey of other musicians over which studio would provide the best quality/price ratio, decided to record his LP at the Château d’Hérouville, located on the outskirts of Paris, and owned by Michel Magne, a well-known film music composer. Magne had set up S.E.M.M. (Société d’Enregistrement Michel Magne) in November 1969 in order to commercially run the château’s first studio, called Strawberry Studio, and, in subsequent years, becoming the location for recording several leading French and British pop-rock acts (Pink Floyd, T. Rex, Elton John, etc.). At the time of recording Mudam-se os Tempos and Cantigas do Maio, the studio had an 8-track recording capacity, with sound technician Gilles Sallé responsible for recording these LPs. On his April 1971 trip to Paris, accompanying the musician Francisco Fanhais on his escape into exile in France, José Afonso met José Mário Branco to discuss preparations for Cantigas do Maio. José Mário Branco’s abilities as an arranger, already demonstrated by Mudam-se os Tempos, Mudam-se as Vontades, corresponded to the drive Afonso had felt since the 1960s over diversifying the instrumental base of his recorded repertoire. After an important recording sequence in which he was accompanied only on guitar by Rui Pato, Afonso began diversifying the arrangements of his repertoire on the LP Contos Velhos Rumos Novos, published by Orfeu in 1969. In this LP, he introduced instruments such as the horn, marimbas and drums, even though these were, in his words, used in the “most dishonest possible” way as they lacked preparation prior to recording.

Given the representative relationship between Orfeu and several foreign labels, José Afonso would record his subsequent LP, Traz Outro Amigo Também (1970), at the Pye Records studios in London. This began his practice of recording albums abroad, partially stimulated by what he described as the deficiencies in the sound quality of recording facilities in Portugal. In London, Afonso personally contacted exiled Brazilian musicians Caetano Veloso and Gilberto Gil, whose work contributed to his later investment in better preparing the instrumental support of his songs:

In fact, what I wanted was to free myself from certain vices that exist in my songs, certain naiveties. (…) I would like to be able to do here, together with others, what Edu Lobo, Caetano Veloso or Gilberto Gil did (…). What I want is to improve my things, from a musical point of view, above all. Give them a richer musical support.

The preparation for the next José Afonso LP, produced by José Mário Branco, involved face-to-face meetings and correspondence, with José Mário letting himself be “inhabited by those songs” for “a few months” songs which Afonso said he had already written “three years or more ago”. The recording of Cantigas do Maio took place between October 11th and November 4th, 1971 with the participation of some studio musicians with whom José Mário Branco had already worked, among them percussionist Michel Delaporte and bassist Christian Padovan, while also including the participation of Francisco Fanhais and Carlos Correia (Bóris), with the latter responsible for preparing the guitar accompaniments to some of the songs. This experience would profoundly reconfigure José Afonso’s musical output in widening the breadth of his arrangements. Branco would make a particularly important input to sonic (and, in some cases, structural) reconfigurations of several songs, including Grândola, Vila Morena, which was initially accompanied by guitar. José Mário, listening to the song and inspired by reminiscences of his trips to the Alentejo as a young man, convinced José Afonso to give “a real Alentejo feel” to the structure of the verses and the sound of the song, including the inversion of stanzas typical of the Alentejo’s cante, a traditional genre, and the emulation of its choral structure, including the introduction of the ponto, the alto (sung by José Afonso) and the choir (sung by Branco, Fanhais and Correia).ù

José Afonso and José Mário Branco’s interest in traditional music was markedly influenced by the ethnographic work of Michel Giacometti and the composer Fernando Lopes-Graça, which they understood as a subversion of the cultural models proposed by the state institutions of the Salazar regime, illustrating a non-typified musical diversity in the ways of singing, the instruments, their tunings, the themes addressed, and so forth. According to several musicians and intellectuals of this period, the Portuguese traditional music recorded and disseminated by Giacometti and Lopes-Graça contained, in its counter-hegemonic dimension, the potential for political resistance by fostering a diverse and alternative vision to the regime’s idea about the supposed “integrity” of the Portuguese people.

In order to simulate the sound of the Alentejo peasant choirs “embraced along the road” at the end of a day’s work, the four musicians recorded, at night and outside the studio, over a rhythmic reference, the steps that would mark the tempo of Grândola, Vila Morena. According to José Mário, the final result were marked by a “technological error”, given how dragging the foot during the steps is indistinguishable from landing the foot, conveying the impression of having twice the initially intended slow tempo and often leading to the mistaken idea that the steps were that of a military march. The albums Mudam-se os Tempos, Mudam-se as Vontades and Cantigas do Maio, published at the end of 1971, would receive substantial approval and make an impact in the mainstream press that promoted the universe of popular music in Portugal. Radio presenter José Manuel Nunes, at the release session for Mudam-se os Tempos and Romance de um dia na estrada, Sérgio Godinho’s first record, affirmed that these releases would finish the “baladeiros” (balladeers) phase and end the insipid recordings without instrumental and timbrical diversity – “orchestras appear, arrangements are made and Portuguese music seems to us to be in a starting phase”.

The song would only be premiered live in 1972. Despite the first performance of the song in Música Velha in Grândola at the inauguration of an exhibition on neo-realist writer António Alves Redol in April 1972, it was only presented at a larger scale event at Burgo das Naçons in Santiago de Compostela, Galicia, Spain, on May 10th, with an audience mainly composed by students under the surveillance of the Spanish police. José Afonso’s tour of Spain during this period, at the invitation of the Galician musician Benedicto Garcia Villar, and the enthusiastic reception of Grândola, Vila Morena by the public, symptomatic of the oppositional impetus common to both dictatorships, would contribute to creating a strong bond between Afonso and the Galician region lasting through to his death.

A password for the revolution

At 00:20h of April 25th 1974, Grândola, Vila Morena was broadcast on the Limite radio program on the Portuguese catholic radio station Rádio Renascença. That moment would trigger a nationwide military operation that would swiftly culminate in a coup d’état ending 48 years of dictatorship in Portugal. The military operation would be engendered by a group of intermediate officers – captains, majors and lieutenants – organized as the MFA – the Armed Forces Movement, a structure set up in 1973 that reflected the unease the Colonial War was producing within the armed forces and intending to move towards changing the Portuguese political system through overthrowing the regime by force.

The use of radio signals was one of the most decisive aspects to the success of the tactical plan designed by Otelo Saraiva de Carvalho, senior responsible for the operational sector of the MFA Coordinating Committee. According to journalists Mercedes Guerreiro and Jean Lemâitre, who wrote a book about the song, the decision to use songs broadcast on the radio as signals for launching military operations came from Navy officer Almada Contreiras, a telecommunications specialist. Weeks earlier, on vacation in Madrid, this MFA officer had learned of a book that explained how Salvador Allende’s supporters in Chile had arranged to radio a sequence of Carlos Gardel’s songs, in order to mobilize democratic forces in the event of a fascist coup. Contreiras then suggested to the MFA board that a Portuguese song might be played on the radio as a way of signalling the start of the operation.

The choice and broadcasting of radio signals required Otelo’s particular attention, and it was decided to transmit two signals. According to Otelo, it was essential to choose a song symbolising the intention of the military and MFA officers agreed a song by José Afonso should be chosen. The song Venham Mais Cinco was suggested to the announcer João Paulo Dinis of Emissores Associados de Lisboa (EAL) but he advised that another song should be used, and one not by José Afonso, whose broadcast was unusual on EAL and might arouse suspicion. Dinis proposed an alternative song, E depois do adeus, winner of that year’s Festival RTP da Canção, performed by Paulo de Carvalho, and subsequently confirmed as the first signal to be broadcast during the evening of 24 April. E Depois do Adeus was a very popular song at that time, without any evident political content that might somehow expose the intentions of the military movement. For sending the second radio signal, which would confirm the launch of operations, Álvaro Guerra, a journalist from the newspaper República, was contacted, who, in turn, contacted fellow editor Carlos Albino, author of poems that were usually read on the radio show Limite, aired on Rádio Renascença. Albino arranged with Manuel Tomaz, the program’s sound designer and co-author, who requested the involvement of Leite Vasconcelos, also the program’s co-author and announcer, to record an edition to be broadcast that night that would include the second password. Otelo insisted on using a song by José Afonso, proposing Traz Outro Amigo Também or, alternatively, Venham Mais Cinco. The former, written before 1966 and included on the album with the same title recorded in Britain in 1970, reinforced the idea of ​​collective mobilization, being a tribute by José Afonso to his friend Miguel Ramos, a PCP militant who in 1936 had joined the International Brigades in the Spanish Civil War. For the same reason, thus, the mobilizing power of the song, Venham Mais Cinco (Come Five More), recorded in 1973 in Paris, and included in the homonymous album, was another hypothesis able to characterize the action of the movement.

Censored internally by the catholic broadcaster, and given the risks of its broadcasting, the choice instead fell on Grândola, Vila Morena which, less than a month earlier, on 29 March, had generated a strong impact at the «Encontro da Canção Portuguesa» concert, organized by Casa da Imprensa at Coliseu dos Recreios. With the participation of several musicians and poets playing together for the first time, the event was marked by strong police surveillance and the intervention of censorship officials postponing the start of the show and prohibiting the performance of some songs and poems. The show’s finale would illustrate the political turmoil surrounding the entire event, with Grândola, Vila Morena emphatically sung by musicians and audience alike. Journalist João Paulo Guerra described the moment as a “collective act in which everyone (public and musicians) joined arms, swaying their bodies to the slow and grave rhythm of the Alentejo song”. In turn, the PIDE report detailed this moment, noting that:

Finally, José Afonso also sang. But first, all the artists joined their arms, and swayed their bodies from left to right, in which they were soon imitated by the audience. He sang “Grândola, Vila Morena” and “Milho Verde” and again “Grândola”, accompanied by the audience, who shouted, we believe intentionally, the stanza “the people are the ones who command the most”. The ending can be considered apotheotic with the lights focused on both the artists and the audience.

The April 24th edition of the newspaper República carried an appeal to listen to Limite. At the agreed time, Grândola was broadcast, preceded by the reading of its initial stanza. The movement was irreversible and impacted swiftly on the majority of the population of Lisbon and other cities across the country. Defying military orders, and as soon as they became aware of the operations, thousands took to the streets, demonstrating their eagerness and desire to express the feeling of what it was, in short, to be “free”. In just a few hours, the main leaders and figures of the Estado Novo had been overthrown, giving way to a complex and troubled revolutionary process, the Carnation Revolution. In less than a week, and already with the support and action of several popular movements that emerged in the great demonstrations of May 1st staged throughout the country, the main symbols of the old regime were eliminated and the leaders of countless institutions were fired.

The people are the ones who command the most

In the days following 25th April, Grândola, Vila Morena was indispensable to the manifestations of enthusiasm and effusiveness with which the military coup was celebrated, culminating in the intense popular participation in the celebrations of the 1st of May – the first Labour Day celebrated as a national holiday. The press highlighted how, from north to south, the celebrations of freedom featured cries of “Victory, victory”, under the slogan “The people united will never be defeated”, accompanied by the sound of philharmonic bands and thousands of people in the streets singing the national anthem and Grândola, Vila Morena. After decades of censorship and restrictions on freedom of expression, the April 25th revolution triggered a series of changes in the management boards of the media, which proved decisive to reconfiguring the perception of political music among the general public. Throughout the revolutionary period, the general press, radio and television stations definitively opened their doors to the until then “forbidden” protest singers and political songs quickly took up a dominant space in the media. Several press organizations then highlighted the instrumental role played by Grândola, Vila Morena in the military coup, designating it the “freedom password”, “freedom song” or “revolution anthem”, with José Afonso acclaimed as a “poet of the revolution”. In his first comments to Portuguese television after the coup, the musician emphasized his satisfaction at the uses made of his song, stating that Grândola had already been “a stimulating factor for the emotional gathering of people”.

In a Jornal de Notícias article, philologist Arnaldo Saraiva noted that, in just under a week, a series of symbols were already attached to the revolutionary events, highlighting the various slogans repeated “in the street, in the press, on the radio and on television” as well as the role of Grândola, Vila Morena as an “engine of thoughts and behavior”. For example, on April 30, the Diário de Lisboa newspaper reported that around 5,000 people roamed the streets in Grândola, shouting slogans and spontaneously replacing the toponymy associated with the Estado Novo, with the main garden renamed “Jardim 1º de Maio” and Rua Salazar renamed after Afonso (Rua José Afonso).

That same day, at Portela airport (Lisbon), a crowd, including José Afonso and other musicians, journalists and politicians, awaited the arrival of a plane from Paris with dozens of political exiles, including several PCP leaders, including its general secretary Álvaro Cunhal, alongside the musicians José Mário Branco and Luís Cília. The meeting between the singers who were in Portugal with those returning from exile, broadcast on television, was described by the journalists present as a symbolic, emotional and warm moment, with hugs and celebrations that culminated in a joint choral singing of Grândola, Vila Morena. Days later, on May 5, at the Palácio de Cristal in Oporto, the 1st Free Meeting of Popular Song took place with many musicians singing for the first time on Portuguese soil with those returning from exile. At the beginning and at the end of the event, Grândola would be sung by all the musicians and by the thousands of people present. Broadcast live by Emissora ​​Nacional (the national broadcaster), a radio station that had been a key Estado Novo propaganda instrument, the announcers highlighted the symbolism of the moment, stressing that Grândola had been “in everything and for everything, transformed into an authentic song of freedom”. Throughout the revolutionary period, the song would be used in the most varied contexts, from singing sessions promoted by popular communities and associations, in military barracks and MFA initiatives (such as the Cultural Dynamization Campaigns) and, above all, at various moments of revolutionary action, such as strikes, demonstrations, occupations of agricultural land and factories to which José Afonso and other singers were constantly invited. According to Irene Pimentel, José Afonso eventually realized the heightened importance of the song’s meaning during the course of events when the revolution seemed threatened with “Grândola being sung in the moments of greatest danger or enthusiasm”, with Afonso recognizing that these moments had contributed to the transformation of Grândola into an anthem.

Although the song was appropriated as an anthem by various political circles on the left, José Afonso considered the turn of events during the revolutionary period pointed to a tendency towards the greater influence of organized party structures, fearing that these parties would stifle the growing “participation in the sense of popular self-organization”, which impressed him and he identified with. Without party affiliation, but close to organizations and movements that disputed the hegemony of the PCP, this would lead to PCP militants criticizing José Afonso’s political positions in the press.

In 1976, the song was adopted by Otelo Saraiva de Carvalho as an anthem for his campaign for that year’s presidential elections, for which he had the support of various organizations on the radical left and, above all, the public support of José Afonso, who sang Grândola by his side on several occasions. However, there was also an attempt to appropriate the song by the right-wing, which led José Afonso to distance himself in a strongly critical way from this situation. Such a position emerges, for example, in his reaction to usage of Grândola by the social liberal Popular Democratic Party (PPD), writing the following clarification note in May 1975:

Having read in the daily newspapers the news that, during a picnic rally, promoted on the 11th by the PPD, the song “Grândola Vila Morena” was sung in choir, I hereby reaffirm that, although I consider the song detached from any idea of authorship, I wrote it (about 12 years ago) without imagining any abusive singing appropriation by groups linked to capital of this or any other country. I therefore consider it abuse or shamelessness given the popular characteristics with which it was “used” at the beginning of its history as a song, in environments and situations of struggle that the same individuals who designate to represent them to the National Constituent Assembly, defenders of fascist censorship and continuators of the colonial order, use it to throw dust in the eyes of the unwary.
Lisbon, 14 May 1975. Respectfully, José Afonso.

In the following years, Grândola would be indexed to memories of the revolution and perceived as a symbol of the conquered freedom, until today performed at the commemorations of 25th April 1974 held in Portugal and in other countries.

New versions, new uses

The transformation of Grândola into an anthem of the Portuguese revolution was also reflected in the various versions emerging in the Portuguese record market over the revolutionary period. The hegemony of the protest singer repertoire on Portuguese radio and television during this period, as well as the accentuation of derogatory speeches in the generalist and specialized press in relation to genres such as fado and the so-called “música ligeira” (literally, light music), which became connoted with the deposed Estado Novo regime, resulted in the decreasing popularity of several musicians and artists who starred on the main record labels prior to the revolution. These labels were now faced with a “competitive market and the need to create musical alternatives associated with new commercial strategies”, thus triggering the music industry’s interest in politically charged music. In the case of Grândola, widely broadcasted on the radio, the song retained intense media exposure, which led to the publication of dozens of versions in Portugal, recorded in various musical genres, including choral groups, Alentejo singing groups and regional choirs, orchestras, philharmonic bands and military bands, electric ensembles, among others. However, some versions of Grândola would also be recorded by fado and “música ligeira” singers, several of them connoted with the previous regime, and which in this way also sought to reconcile themselves with the new social and political paradigm. For example, the versions by singer Roberto Leal and fado singers Maria da Fé and Amália Rodrigues received criticism from some press sources [e.g., the magazine Mundo da Canção] that perceived these releases as editorial strategies of commercial opportunism. 

Nevertheless, the perception of the song’s role and its extensive dissemination led to its international projection, which would further confirm its status as the “anthem of the Portuguese revolution” and consolidate José Afonso as one of its main symbols. Years later, the musician would recognize how Grândola ended up influencing the way in which the Portuguese revolution was perceived internationally, referring to the uses of the song by foreign political organizations. In as early as September 1974, the Fête de L’Humanité in France was dedicated to 25th April, highlighting the theme of “victory over fascism in Portugal”, inviting José Afonso and the singer Luís Cília to perform, and with Grândola, Vila Morena being one of the songs selected for the album Chants de lutte et d’espoir published by the French Radio and Television communist cell, which would also feature musicians from Vietnam, Chile, Spain, Brazil and Greece. Over the following years, José Afonso would be invited to participate in various political events in Angola, Mozambique as well as several European countries, participating also in various political song festivals, including the Festival des Politischen Liedes in 1975, organized in East Berlin, which would publish a single with the recording of his live performance of the songs Grândola, Vila Morena and Natal dos Simples.

Furthermore, part of José Afonso’s recorded output was released in these countries, and the album Cantigas do Maio, although originally published in 1971, was subject to several foreign reissues, with their titles and covers highlighting the song Grândola, Vila Morena and the Portuguese revolution. Some examples include the release by the French label Le Chant du Monde, with a cover illustrated by a photograph of several soldiers with carnations during the 25th April revolution; that by the Italian publisher Zodiaco, which renamed the album Portogallo 25 Aprile José Afonso Grândola Vila Morena; and the German edition, entitled Grândola, Vila Morena, with a poster commemorating the revolution on the cover; also, in 1976, a record in honour of José Afonso entitled Grândola, Lieder aus Portugal (Grândola, songs from Portugal), with a compilation of his songs, was released in the GDR. Still today, the impact of José Afonso’s musical work and the importance of Grândola is reflected in the number of versions of his songs recorded and published outside Portugal, confirming José Afonso as one of the most internationally recorded Portuguese musicians. In recent decades, versions of Grândola appeared in several countries, recorded in different languages and with different musical approaches, such as, among others, the versions by Aparcoa (Chile, 1975); Franz Josef Degenhardt (Germany, 1975); Orkest de Volharding (Netherlands, 1980); Brita Papini and Maria Ahlström (Sweden; 1981); Charlie Haden and Carla Bley (USA; 1983); Agit-Prop (Finland, 1974); Betagarri (Basque Country, 1997); Pascal Comelade and Bel Canto Orchestra (France, 2000); Reincidentes (Galicia, 2013).

In Brazil, a Portuguese-speaking country, versions by Nara Leão, as well as by Paula Ribas and Luís N’Gambi, recorded during the Portuguese revolutionary period and during the military dictatorship in Brazil, became popular, presented as the “new password of liberated Portugal”. In more recent years, the song took on particular significance in the Brazilian rock universe, with a version by the group 365, published in 1986, to the most recent versions by groups such as Autoramas (2009) or Asteróides Trio (2013). In 2018, the Brazilian punk band Garotos Podres recorded the EP Canções da Resistência, symbolically made available to the public at 00:20 on April 26, which included a version of Grândola, Vila Morena. The band members justified their version as part of their resistance against what they deemed the 2016 Fascist Coup and the rupture of democracy in Brazil verified during Jair Bolsonaro’s campaign for the presidency in 2018, stating that:

We recorded this song because we believe it continues to be the password for the struggle of all those thirsting for justice. “Grândola, Vila Morena” is much more than a Portuguese song. By symbolizing the perennial and universal values of those who fight for a fraternal, solidary, egalitarian and democratic society, “Grândola, Vila Morena” is a universal song.

Its various uses, on an international level, reinforce the song’s symbolic character as an anthem that appeals to freedom and fraternity, transcending its close connection to the fall of the most enduring dictatorship in Western Europe, and, at the same time, given its historical significance, serving as a vehicle for contesting new forms of authoritarianism in different parts of the globe.

To hell with the Troika!

If, as we have seen, the meanings attributed to Grândola, Vila Morena referred partially to its symbolism in the recent history of Portugal, by 2014, forty years after the revolution, more than scrutinizing its symbolism within the 25th April commemorations, Grândola, Vila Morena was recalled out its significance for use in the challenges made to the austerity policies enacted in the wake of the global economic crisis of 2008, which would be marked by some of the most significant demonstrations and protest actions since the revolutionary period. A year earlier, on 15 February 2013, then Prime Minister Pedro Passos Coelho was speaking at the Assembly of the Republic about the Troika’s intervention in Portugal, the entity responsible for negotiating the conditions of Portugal’s financial rescue and made up of the European Commission, the European Central Bank and the International Monetary Fund. A few seconds after the beginning of the speech, Passos Coelho is interrupted by a group of about 40 people present in the Assembly’s galleries, who together begin singing Grândola, Vila Morena. The attitude, susceptible to framing as civil disobedience, provoked the reaction of the Assembly President, who told people to “retreat or be silent”, under the legal pretext of banning public demonstrations in the chamber. After a few moments while the song continued to echo as the demonstrators left, Passos Coelho resumed his speech but not first without pointing out: “Of all the ways a session can be interrupted, this seems significantly the most tasteful”. In fact, although this comment by the Portuguese Prime Minister, in a way “praising” the form of protest used to interrupt his own speech, might be understood by the consensual historical symbolic importance of the song, the singing of Grândola by the protesters highlighted not only its historical meaning but, above all, its use as an instrument and form of struggle for a desired social change in the present.

In the months following this episode, successive protest actions took place, with the collective singing of Grândola against government members becoming regular, which led the media to term them “Grandoladas”. Among organized demonstrations or more or less spontaneous protest actions, which took place above all when a member of the government attended official events, the singing of Grândola, Vila Morena became the common denominator, establishing itself as the high point of the demonstrations that took place in Portugal during the early 2010s. The impact of “Grandoladas” during the so-called “financial crisis” ended up crossing borders, with especially the Portuguese and Spanish media highlighting the use of the song in various international contexts of protest or solidarity as happened in 2013 during the popular occupation in Puertas del Sol in Madrid and in other regions of Spain, organized following demonstrations by the 15M Civic Movement, where several groups of people also gathered to sing Grândola as a symbol of protest against the Spanish government’s austerity measures.

On the other hand, the song also had more recent reinterpretations as happened in Brussels in 2016, when sung in unison during a demonstration of solidarity and appeal for peace following the bomb attacks that took place in that city. Family members of the victims of the attack, Portuguese emigrants and other solidarity organizations that organized the vigil, referred above all to the character of unity, friendship and freedom represented by the song, moving on from a protest call for social change to an appeal for peace and brotherhood.
Conclusion

Since its origins, as a poem in honour of the workers who, with their efforts, their spirit of brotherhood and their intelligence, dynamically ran a small association in Grândola, José Afonso evoked the environment of cultural intervention, which was simultaneously political, of the resistance in the Alentejo region. Grândola, Vila Morena has been the object of various uses and resignifications over the years. The song immediately conveyed a message of equality, fraternity and popular power, which already manifested itself musically in its first recorded version in 1971 with the appeal to collective singing through its emulation of the singing practices of the Alentejo choral groups. Both the poem’s utopian proposal and its musical interpretation (repetitive, simple, with paused singing) and respective choreographic staging (arms linked and tempo marked by steps) constituted stimuli for its collective appropriation.

Before 1974, it was perceived as a song of resistance to the dictatorship by the most politically conscious sectors, a common understanding that was shared with formal and informal groups of anti-Franco militants from different regions of Spain. Its choice as a radio password confirming the start of the military operations that toppled the dictatorial regime on April 25, 1974, was particularly important for its subsequent perception in Portugal and internationally as the “anthem of the Portuguese revolution”. During the 1974/75 revolutionary process, the song gained outstanding symbolism as the representation of values not only of resistance and struggle but also of freedom and democracy, having even been the target of attempts at political appropriation by forces opposite to the convictions and the political ideas of José Afonso himself. Recorded in dozens of versions and published in several countries, in different languages and musical genres, the multiple uses of Grândola, Vila Morena to this day denote the perpetuity of its challenging potential, something well expressed in demonstrations in several European cities against the austerity policies during the 2008 economic crisis as well as its usage as an evocative and mobilizing song of unity and peace.



"25 minutos de uma Revolução" - Documentário
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade,
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade.
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena,
Terra da fraternidade,
Grândola, vila morena.

Em cada esquina um amigo,
Em cada rosto igualdade,
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade.
Terra da fraternidade,
Grândola, vila morena
Em cada rosto igualdade
O povo é quem mais ordena.

À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade
Jurei ter por companheira
Grândola, a tua vontade.
Grândola a tua vontade
Jurei ter por companheira
À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade.



Lingua: Italiano

Tradução italiana / Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi [2003; rev. 2004]

vilagrandola

Veduta della città di Grândola (Alentejo). In primo piano il parco contenente il monumento con il testo e lo spartito della canzone, con il terreno sul quale è riprodotto un garofano.


La mia traduzione italiana ha qualche anno, e inoltre è stata rivista. Presenta, come si può vedere, un'interpretazione del termine morena, appellativo della città di Grândola, che si discosta dalle versioni più comuni: morena come “città dei Mori”. Tale interpretazione “storicistica” è dovuta al fatto che i Mori sono stati i dominatori dell'Alentejo fino all'avvento di don Afonso Henrique, re del Portogallo. Tale interpretazione non è soltanto mia, ed è stata ripresa da diverse altre versioni in varie lingue. Va detto però che la più comune interpretazione di “bruna” ha pure le sue buone ragioni: ovviamente tale appellativo non può riferirsi all'aspetto della città, formata, come molti altri centri rurali dell'Alentejo, da casette rigorosamente bianche (o rosate). L'appellativo di “bruna” sarebbe invece dovuto al colore dei campi argillosi riarsi dal sole, ai tronchi degli alberi scortecciati e, con interpretazione metaforica in senso più sociale, alla povertà delle case e ai volti degli abitanti, resi bruni dal sole. Nel rifare questa storica pagina (aprile 2023), resto sì fedele alla mia primitiva interpretazione; ma ritengo necessario anche dare conto dell'altra che, ripeto, ha i suoi motivi più che validi. L'azinheira è la “quercia da sughero” o sughera (Quercus suber). [RV 4-4-2023]
Grândola città dei Mori [1]

Grândola, città dei Mori
terra di fratellanza
è il popolo che più comanda
dentro di te, o città.
Dentro di te, o città
è il popolo che più comanda
terra di fratellanza,
Grândola città dei Mori.

A ogni angolo un amico,
su ogni volto l'uguaglianza
Grândola città dei Mori
terra di fratellanza
terra di fratellanza,
Grândola città dei Mori
su ogni volto l'uguaglianza,
è il popolo che più comanda.

Ed all'ombra d'una sughera
che non sa più quanti anni ha
giurai d'aver per compagna,
Grândola, la tua volontà.
Grândola, la tua volontà
giurai d'aver per compagna
all'ombra d'una sughera
che non sa più quanti anni ha.
[1] O "città bruna"; v. introduzione



Lingua: Italiano

Versão italiana equirítmica / Versione italiana equiritmica / Equirhythmic Italian version / Version italienne équirythmique / Rytminen italiankielinen versio: Quarup (L. Trans.)

Grândola: La sede della Sociedade Musical de Fraternidade Operária Grandolense (SMFOG)
Grândola: La sede della Sociedade Musical de Fraternidade Operária Grandolense (SMFOG)
Grandola, città moresca

Grandola, città moresca
Terra di fraternità
Il tuo popolo governa
Dentro di te, o città
Dentro di te, o città
Il tuo popolo governa
Terra di fraternità
Grandola, città moresca

In ogni angolo un amico
Ogni viso l’uguaglianza
Il tuo popolo governa
Terra di fraternità
Terra di fraternità
Grandola, città moresca
Ogni viso l’uguaglianza
Il tuo popolo governa

Sotto l’ombra di un gran leccio
Di cui non si sa l’età
Ho giurato comunanza
Grandola, tua volontà
Grandola, tua volontà
Ho giurato comunanza
Sotto l’ombra di un gran leccio
Di cui non si sa l’età.

inviata da Luke Atreides - 25/4/2024 - 22:46




Lingua: Francese

Versão francesa 1 / Versione francese 1 / French version 1 / Version française 1 / Ranskankielinen versio 1:
Riccardo Venturi [2003]



Una versione francese cantata di Grândola non è, probabilmente, mai esistita, almeno per quanto se ne sa. In generale, anzi, la canzone è sempre stata cantata nell’originale portoghese a parte qualche eccezione. Questo è un (imperfetto) tentativo di “versione ritmica” in francese fatto dal sottoscritto oltre vent’anni fa attenendomi all’interpretazione di “città dei Mori”. [RV]
Grândola ville des Mores

Grândola, ville des Mores
terre de fraternité
c'est le peuple qui s'impose
dans toi, ô vieille cité.
Dans toi, ô vieille cité
c'est le peuple qui s'impose
terre de fraternité,
Grândola, ville des Mores.

A chaque coin, y a un ami,
dans les yeux l'égalité,
Grândola, ville des Mores
terre de fraternité.
Terre de fraternité
Grândola, ville des Mores,
dans les yeux l'égalité,
C'est le peuple qui s'impose.

C'est à l'ombre d'un chêne-liège
ignorant du tout son âge
que j'ai pris ta volonté
comme compagne de voyage.
Comme compagne de voyage
oui, j'ai pris ta volonté
Grândola, sous un chêne-liège
ignorant du tout son âge.



Lingua: Francese

Versão francesa 2 / Versione francese 2 / French version 2 / Version française 2 / Ranskankielinen versio 2:
Jadis (L. Trans.)
Grândola, ville brune

Grândola, ma ville brune
Belle terre fraternelle
C'est le peuple qui dispose
Et règne sur toi, ma ville
Au travers de toi, ma ville
Ton peuple règne et dispose
Belle terre fraternelle
Grândola, ma ville brune.

Partout un ami se lève
Tous égaux sont les visages
Grândola, ma ville brune
Belle terre fraternelle.
Belle terre fraternelle,
Grândola, ma ville brune
Tous égaux sont les visages
C'est le peuple qui dispose.

Grândola, à l'ombre fraîche
D'un chêne vert séculaire
J'ai juré que pour compagne
Ta volonté serait mienne.
Ta volonté sera mienne
Et tu seras ma compagne
Car je l'ai juré sous l'ombre
D'un chêne vert séculaire.

29/2/2024 - 10:23




Lingua: Inglese

Tradução inglesa / English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös


Sung by Joan Baez


Nessuna traduzione o versione ritmica di Grândola, vila morena è stata mai fatta in inglese. Presentiamo qui, dunque, una traduzione molto letterale tra le tante reperibili in rete.
Grândola, Swarthy Town

Grândola, swarthy town,
Land of brotherhood
'Tis the people who command the most
Inside of you, o city.
Inside of you, o city
'Tis the people who command the most
Land of brotherhood
Grândola, swarthy town.

On every corner, a friend
In every face, equality
Grândola, swarthy town
Land of brotherhood.
Land of brotherhood
Grândola, swarthy town.
In every face, equality
On every corner, a friend
'Tis the people who command the most.

In the shadow of a cork oak
That none now knows its age,
I swore to have your will
Grândola, as my companion.
Grândola, as my companion
Did I swear to have your will
In the shadow of a cork oak
That none now knows its age.

inviata da Alessandro - 23/5/2006 - 23:05




Lingua: Tedesco

Versão alemã / Versione tedesca / German version / Version allemande / Saksankielinen versio:
Franz-Josef Degenhardt [1975]
Album / Albumi: Mit aufrechtem Gang



La versione tedesca di Franz Josef Degenhardt è una delle poche in una lingua diversa dal portoghese che che sia veramente una riscrittura e un’interpretazione poetica. Datata 1975 (ma quasi con certezza scritta prima dell’uscita dell’album Mit aufrechtem Gang), è preceduta da una breve introduzione recitata che spiega la sua storia e importanza nella rivoluzione dei Garofani. Per questi motivi ne diamo in nota una traduzione in italiano. Si noti che, nell’album Mit aufrechtem Gang è presente anche un’altra canzone, Portugal dedicata alla rivoluzione portoghese, scritta da Degenhardt su musica di Chico Buarque de Hollanda. [RV]
Grândola vila morena
Stadt der Sonne, Stadt der Brüder


In der Nacht zum 25. April 1974 ging ein Lied über den katholischen Rundfunk in Lissabon: Grândola, Vila Morena. Es war das verabredete Signal zur Erhebung der Bewegung der Streitkräfte, der Anfang vom Ende des portugiesischen Faschismus. Seitdem wird in Portugal eine demokratische und sozialistische Gesellschaft aufgebaut. Grândola, Vila Morena wurde das Lied der portugiesischen Revolution.

Grândola, vila morena [1]
Stadt der Sonne, Stadt der Brüder,
Grândola, vila morena,
Grândola, du Stadt der Lieder.
Grândola, du Stadt der Lieder,
auf den Plätzen, in den Straßen
gehen Freunde, stehen Brüder,
Grândola gehört den Massen.

Grândola, vila morena,
viele Hände, die dich fassen,
Solidarität und Freiheit
geht der Ruf durch deine Straßen.
Geht das Lied durch deine Straßen,
gleich und gleich sind uns're Schritte,
Grândola, vila morena
gleich und gleich durch deine Mitte.

Deine Kraft und euer Wille
sind so alt wie uns're Träume,
Grândola, vila morena
alt wie deine Schattenbäume.
Alt wie deine Schattenbäume
Grândola, die Stadt der Brüder,
Grândola, und deine Lieder
sind jetzt nicht mehr nur noch Träume.
[1] Traduzione italiana
di Riccardo Venturi, 1-3-2024

Nella notte del 25 aprile 1974 andò in onda una canzone sull’emittente radio cattolica di Lisbona: Grândola, Vila morena. Fu il segnale concordato per l’insurrezione del Movimento delle Forze Armate, l’inizio della fine per il fascismo portoghese. Da allora è in costruzione in Portogallo una società democratica e socialista. Grândola, Vila morena è diventata la canzone della Rivoluzione Portoghese.

Grândola, vila morena,
Città del sole, città dei fratelli,
Grândola, vila morena,
Grândola, città delle canzoni.
Grândola, città delle canzoni,
Nelle piazze, nelle strade
vanno amici, stanno fratelli,
Grândola appartiene alle masse.

Grândola, vila morena,
Tante mani che ti abbracciano,
Solidarietà e libertà,
Va il grido per le tue strade,
Va la canzone per le tue strade,
Tutti uguali sono i nostri passi,
Grândola, vila morena
Tutti uguali in mezzo a te.

La tua forza e la vostra volontà
Sono antiche come i nostri sogni,
Grândola, vila morena,
Antiche come i tuoi alberi ombrosi.
Antiche come i tuoi alberi ombrosi,
Grândola, città dei fratelli,
Grândola, e le tue canzoni
Ora non sono più soltanto sogni.



Lingua: Tedesco

Traducção alemã / Traduzione tedesca / German translation / Traduction allemande / Saksankielinen käännös
Grandola braune Stadt

Grandola braune Stadt,
Land der Brüderlichkeit,
Das Volk regiert,
In Dir, oh Stadt.
In Dir, oh Stadt,
Regiert das Volk,
Land der Brüderlichkeit,
Grandola braune Stadt.

Hinter jeder Ecke ein Freund,
In jedem Gesicht Gleichheit,
Grandola braune Stadt,
Land der Brüderlichkeit.
Land der Brüderlichkeit,
Grandola braune Stadt,
In jedem Gesicht Gleichheit,
In Dir regiert das Volk.

Im Schatten einer Korkeiche,
Die ihr Alter nicht mehr weiß,
Habe ich dir Treue geschworen,
Grandola, nach deinem Willen.
Grandola, nach deinem Willen,
Habe ich dir Treue geschworen,
Im Schatten einer Korkeiche,
Die ihr Alter nicht mehr weiß.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Basco

Traducção basca (Euskara) / Traduzione basca (Euskara) / Basque (Euskara) translation / Baskinkielinen käännös:
eu:wikipedia

Traduzione letterale in lingua basca (Euskara) ripresa da eu.wikipedia con un po' di editing.
A literal translation into Basque (Euskara) reproduced from eu.wikipedia with some text editing.

Grândola, Vila Morena, José Afonso musikari portugaldarrak sortutako abestia. Krabelinen iraultzaren ikurra bihurtu zen. Irratian abesti hau emititzea izan zen militar batzuek aldez aurretik adostutako zeinua zenbait urrats garrantzitsu aurreratzeko Salazar diktadorearen erregimenaren kontra.

José Alfonso, "Zeca" goitizenez, musikari eta abeslari portugaldarrak konposatu zuen abestia Krabelinen Iraultza baino urte batzuk lehenago. Sortzez, Grândola hiriko musika elkarte bati omenaldia egiteko sortu zuen abestia. Salazar diktadorearen erregimenak José Alfonsoren hainbat abesti zentsuratu zituen baina abesti hau disko batean agertu zen Frantzian, 1971. urtean, eta Krabelinen Iraultza baino egun batzuk lehenago, iraultzean parte hartuko zuten zenbait militarrek entzun zuten zuzenean.

1974ko martxoaren 29an, Grândola, Vila Morena Lisboako Coliseoan zuzeneko emanaldiaren azken abestia izan zen. Bertan zeuden, entzuten, MFAko zenbait militar ''Movimento das Forças Armadas'' eta ia hilabete beranduago, [apirilaren 25]ean, Krabelinen iraultzari hasiera emateko zeinu bezala aukeratu zuten. Lisboako Coliseoko emanaldian José Alfonsok ezin izan zituen bere abestietako batzuk plazaratu, Salazar erregimenaren zentsurak debekatuta baitzituen: Venham mais Cinco ("Hona bostekoa"), Menina dos Olhos Tristes ("Begi tristeetako neskatila"), A Morte Saiu à Rua ("Heriotza kalera irten zen") eta Gastão Era Perfeito ("Gastoi perfektua zen").

1974ko apirilaren 25ean, 0.20 orduan, Limite ("Muga") izeneko programan, Radio Renascença irrati katea Grândola, Vila Morena emititu zuen. Horixe zen bigarren eta azken zeinua Salazar diktadorearen erregimenari kolpea emateko. Kolpeak arrakasta izan zuen eta Portugal herrialdeak eta bere koloniek, handik aurrera askatasun handiagoa izan zuten.
Grândola hiri beltzarana

Grândola, hiri beltzarana
Anaitasunaren lurraldea
Herria da gehien agintzen duena
Zugan, hiri hori.
Zugan, hiri hori,
Herria da gehien agintzen duena
Anaitasunaren lurralde hori
Grândola hiri beltzarana

Edozein txokotan, lagun bat
Aurpegi bakoitzean, berdintasuna
Grândola hiri beltzarana
Anaitasunaren lurraldea
Anaitasunaren lurraldea
Grândola hiri beltzarana
Aurpegi bakoitzean, berdintasuna
Herria da gehien agintzen duena

Artearen gerizpean
Adina ezagutzen ez nuen arteapean
Adiskide izango nuela zin egin nuen
Grândola, zure borondatea
Grândola, zure borondatea
Adiskide izango nuela zien egin nuen
Artearen gerizpean
Adina ezagutzen ez nuen arteapean.

inviata da CCG/AWS Staff - 1/8/2012 - 18:36




Lingua: Portoghese

Versão bilíngue em português e basco (Euskara) / Versione bilingue portoghese e basca / Bilingual Portuguese – Basque version / Version bilingue portugaise et basque / Kaksinkielinen, portugalin- ja baskinkielinen versio: Betagarri [1997]



Di Grândola vila morena è stata approntato, si può dire, ogni tipo di versione, linguistica e/o musicale. Nel 1997, la celebre band ska basca Betagarri ne fornisce una versione bilingue in pieno stile ska, contenuta nell’eponimo album Betagarri: si parte con una specie di “mix” dell’originale portoghese, con qualche libertà testuale (“cidade” al posto di “vontade”), e si conclude con una strofa originale in lingua basca, che in pratica è un “riassunto” di tutta la vicenda della Rivoluzione dei Garofani. Diamo qui il testo come si presenta in questa versione, aggiungendo una traduzione italiana della strofa in Euskara. [RV]
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade,
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade.
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena,
Terra da fraternidade,
Grândola, vila morena.

Oxalá, lá, o-oooh
Oxalá, lá, o-oooh
Oxalá, lá, o-oooh
Oxalá, lá!

Em cada esquina um amigo,
Em cada rosto igualdade,
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade!
Grândola, vila morena
Terra da fraternidade,
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade.

À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade
Jurei ter por companheira
Grândola, a tua cidade.
Grândola a tua cidade
Jurei ter por companheira
À sombra duma azinheira
Que já não sabia a idade.

Herriak suntsituz diktadura [1]
eskuratu zuen boterea,
eta armak, zibilen eskuetan
klabelinetan bilakatu ziran.
Gorri kolorea hango ruetan!
Lore usaina hango ruetan!
Garaipena ere hango poboetan!
Ta meninoen aurpegietan!
[1] Traduzione italiana / Italian translation

Il popolo, sconfiggendo la dittatura prese il potere
e le armi, con l'aiuto dei civili
si trasformarono in garofani
Colore rosso per quelle strade!
Odore di fiori in quelle strade!
Anche la vittoria in quei paesi!
E nei visi dei bambini!

inviata da Riccardo Venturi - 16/4/2024 - 19:29




Lingua: Spagnolo

Traducção espanhola / Traduzione spagnola / Spanish translation / Traduction espagnole / Espanjankielinen käännös

Pare che gli stessi Betagarri abbiano fornito anche una traduzione completa del testo di Grândola in lingua spagnola (castigliana), comprensiva della strofa finale in basco aggiunta alla loro versione bilingue. Dico “pare che”, perché la pagina originale dalla quale tale traduzione proviene non esiste più (proveniva da un sedicente “sito dei Betagarri”, e si tenga presente che questa sezione è datata 2005). La traduzione, quindi, rimane testimoniata soltanto da questa pagina -il che conferma la nostra vocazione ad essere non di rado una specie di necropoli preistorica internettara.

Da notare che la traduzione spagnola segue fedelmente il testo originale portoghese, mentre la versione cantata dai Betagarri, come detto, si prende qualche libertà. La traduzione spagnola della strofa in basco è quella sulla quale è stata basata la traduzione italiana presente nella sezione specifica. Nota finale: Non si ha notizia, almeno finora, di una vera e propria versione della canzone in spagnolo, cantata e/o recitata. Questo può essere senz’altro dovuto alla grande vicinanza (a livello scritto) tra il portoghese e lo spagnolo: non se ne deve mai esserne sentito il bisogno. Va detto anche che le versioni totalmente eteroglosse di Grândola sono poche: è quasi sempre stata cantata in portoghese. Qui sotto, un video tratto da una celebre scena del film Capitães de abril (Capitani d’Aprile) con una traduzione spagnola. [RV]

Grándola villa morena

Grándola, villa morena
Tierra de fraternidad,
El pueblo es quien más ordena
Dentro de ti, oh ciudad.
Dentro de ti, oh ciudad,
El pueblo es quien más ordena,
Tierra de fraternidad,
Grándola, villa morena.

En cada esquina un amigo,
En cada rostro igualdad,
Grándola, villa morena
Tierra de fraternidad.
Grándola, villa morena
En cada rostro igualdad
El pueblo es quien más ordena
Dentro de ti, oh ciudad.

A la sombra de una encina
De la que no sabía su edad
Juré tener por compañera
Grándola, tu voluntad.
Grándola, tu voluntad
Juré tener por compañera,
A la sombra de una encina
De la que no sabía su edad.

El pueblo, derrotando a la dictadura tomó el poder,
y las armas, con la ayuda de los civiles
se convirtieron en claveles.
¡Color rojo en aquellas calles!
¡Olor a flores en aquellas calles!
¡También la victoria en aquellos pueblos!
¡Y en las caras de los niños!

2/2/2005 - 16:17




Lingua: Galiziano

Versão galega / Versione galiziana / Galician version / Version galicienne / Galiciankielinen versio:
Real Académia Galega

Come si sa (v. introduzione), la prima esecuzione in pubblico di Grândola, vila morena da parte di José Afonso e nella sua forma definitiva di canzone, avvenne il 10 maggio 1972 a Santiago de Compostela, in Galizia. In realtà, pare che José Afonso la avesse già cantata una prima volta, e proprio a Grândola, all’inaugurazione di una mostra sullo scrittore neorealista António Alves Redol; in tale occasione, José Afonso si esibì nel medesimo locale del 1964. Ma il pubblico era ridotto; a Santiago de Compostela, quindi, avvenne la prima esecuzione della canzone davanti a un vasto uditorio. José Afonso cantò Grândola al Burgo das Naçons di Santiago; il pubblico era composto principalmente da studenti sotto stretta sorveglianza da parte della polizia spagnola. José Afonso era stato invitato in Spagna per una tournée proprio da un musicista galiziano, Benedicto García Villar. L’accoglienza riservata a José Afonso e a Grândola, vila morena fu entusiastica: un segno evidente della forte opposizione a entrambe le dittature, che creò un saldo legame tra José Afonso e la Galizia mantenutosi fino alla morte dell’artista.


Un documento storico: L'intero recital di José Afonso al Burgo das Naçons di Santiago de Compostela, il 10 maggio 1972. "Grândola", cantata assieme a tutto il pubblico, è al minuto 37'56".


José Afonso, naturalmente, cantò la canzone in portoghese. Non ci sarebbe stato, e non c’è, alcun bisogno di una traduzione o versione: tra il portoghese e il galiziano funziona un po’ come tra l’italiano e il còrso: sono praticamente la stessa lingua, con lievi differenziazioni di carattere locale e storico, dovute alla separazione territoriale tra Portogallo e Galizia. Solo questo fa sì che le due lingue siano considerate e percepite come differenti (e, sia ben chiaro, i Galiziani ne hanno tutto il pieno diritto). La Real Académia Galega ne ha preparato una versione in galiziano che, per dichiarate intenzioni, vorrebbe far vedere quanto sono ora differenti il portoghese e il galiziano; beh, non per contraddire tale prestigiosa istituzione, ma dalla versione di Grândola appare ben poco. Ciononostante, ecco la versione (che abbiamo un po’ “editato” per farla meglio corrispondere alla struttura della canzone originale). [RV]
Grándola, vila morena

Grándola, vila morena
Terra da fraternidade
O pobo é quen mais ordena
Dentro de ti, ó cidade.
Dentro de ti, ó cidade
O pobo é quen mais ordena
Terra da fraternidade
Grándola, vila morena.

En cada esquina, un amigo
En cada rostro, igualdade
Grándola, vila morena
Terra da fraternidade.
Terra da fraternidade
Grándola, vila morena
En cada rostro, igualdade
O pobo é quen mais ordena.

Á sombra dunha aciñeira
Da que xá non sabia a idade
Xurei ter por compañeira
Grándola, a túa vontade.
Grándola, a tua vontade
Xurei ter por compañeira
Á sombra dunha aciñeira
Da que xá non sabia a idade.

inviata da Riccardo Venturi - 24/4/2024 - 09:12




Lingua: Occitano

Traducção occitana / Traduzione occitana / Occitan translation / Traduction occitane / Okitaninankielinen käännös:
MrMetaphysical (L. Trans.)
Grândola vila moreta

Grândola, vila moreta
Tèrra de fraternitat
Lo pòble es qual mai comanda
En ton sen, ó ciutat
En ton sen, ó ciutat
Lo pòble es qual mai comanda
Tèrra de fraternitat
Grândola, vila moreta

Dins cada cantonada un amic
Dins cada cara l'egalitat
Grândola, vila moreta
Tèrra de fraternitat
Tèrra de fraternitat
Grândola, vila moreta
Dins cada cara l'egalitat
Lo pòble es qual mai comanda

D'un euse a l'ombra
Que se sabiá pas mai l'edat
Jurèri aver per companha
Grândola, la teuna vontat
Grândola, la teuna vontat
Jurèri aver per companha
D'un euse a l'ombra
Que se sabiá pas mai l'edat.

inviata da Riccardo Venturi - 19/4/2024 - 20:56




Lingua: Neerlandese

Versão neerlandesa / Versione neerlandese / Dutch version / Version néerlandaise / Hollanninkielinen versio:
Volkskoor Hei Pasoep!

La corale popolare Hei Pasoep! è una corale popolare fiamminga basata a Anversa, che ha preso nome da uno slogan del movimento sudafricano di resistenza anti-apartheid: Hei pasoep! significa “In guardia!” sia in afrikaans che in neerlandese. La versione è cantabile; l’anno di composizione non è specificato. [RV]

heipasoepGrandola van de in Franse ballingschap levende dichter-zanger José Afonso werd door het fascistische bewind in Portugal verboden. Toen op 25 april 1974 Radio Renascença het lied om 00.30 u. uitzond, was dit het geheime signaal in code: "de staatsgreep gaat door". Een geweldloze staatsgreep van kritische jonge legerofficieren maakte een einde aan het autoritaire bewind van Salazar en zijn opvolger Caetano, een periode van ruim veertig jaar onderdrukking, kolonialisme, corporatisme en fascisme. Op straat deelde de enthousiaste bevolking anjers uit aan de soldaten. Daarom kreeg deze gebeurtenis de naam ‘Anjerrevolutie (Revolução dos Cravos)’.
GRANDOLA, MOORSE STAD

Grandola, Moorse stad
Oase van broederlijkheid
Binnen uw muren, stad
Heeft het volk het voor het zeggen
Heeft het volk het voor het zeggen
Binnen uw muren, stad
Oase van broederlijkheid
Grandola, Moorse stad

Op elke hoek een vriend
In elk gelaat gelijkheid
Grandola, Moorse stad
Oase van broederlijkheid
Oase van broederlijkheid
Grandola, Moorse stad
In elk gelaat gelijkheid
Op elke hoek een vriend

In de schaduw van een kurkeik
Zo oud dat hij de jaren vergeten was
Zwoer ik dat jouw wil, Grandola
Mij verder zou begeleiden
Mij verder zou begeleiden
Zwoer ik dat jouw wil, Grandola
In de schaduw van een kurkeik
Zo oud dat hij de jaren vergeten was.

inviata da Riccardo Venturi - 26/3/2009 - 16:26




Lingua: Russo

Traducção russa / Traduzione russa / Russian translation / Traduction russe / Venäjänkielinen käännös

La traduzione russa proviene da Songs for Political Action (non è cantabile, è una semplice traduzione letterale; se ne dà ciononostante una trascrizione in caratteri latini).

grandruss"Грандола" - удивительно нежная, лиричная песня о городке в Португалии, где все люди - друзья, где все люди - братья. В ней нет даже намека на революцию, но она стала главной песней 25 апреля 1974 года - сигналом к началу "революции красных гвоздик" в Португалии. Автор "Грандолы" - Жозе Афонсо - Jose Afonso (1929-1985) написал ее в 1964 году, а записал на диск в 1971-м во Франции. Для португальцев она стала таким же символом революции, как для нас залп "Авроры". Но, конечно, революции португальской. И вот как это произошло.

25 апреля 1974 года в 00 часов 20 минут 19-секундный фрагмент песни "Грандола" прозвучал по Радио Ринашенца в передаче, посвященной конкурсу "Евровидение". Это был сигнал к выступлению военных (преимущественно капитаны и лейтенанты армии и флота) против диктатуры. Через десять минут начались аресты сторонников диктатора Каэтану (преемника Салазара, который еще в 30-е годы установил в стране колониально-фашистский режим). К утру организаторы переворота (около 300 офицеров и несколько воинских частей) контролировали уже всю территорию страны. Хотя они и призвали жителей оставаться дома, тысячи португальцев высыпали на улицы, угощали солдат и матросов, свергнувших ненавистный диктаторский режим, сигаретами, едой и дарили им красные гвоздики.

Это как раз был сезон гвоздик - весна, которая стала весной свободы. Один из самых известных образов португальской революции - ребенок, вставляющий мирный цветок в дуло винтовки. "Грандола" вошла в историю как песня, ставшая сигналом для начала революции. А красная гвоздика в Португалии стала символом революции. К советской песне о "красной гвоздике - спутнице тревог" никакого отношения не имеет.
Грандола, Mавританское поселение

Грандола, Mавританское поселение, [1]
Земля братства
Главные люди, те, что решают все,
Все – твои жители , о город
Все – твои жители, о город -
Главные люди, те, что решают все,
Земля братства
Грандола, мавританское поселение.

На каждом углу - друг
В каждом лице - равный
Грандола, мавританское поселение,
Земля братства
Земля братства,
Грандола, мавританское поселение,
В каждом лице - равный
Главные люди, те, что определяют все.

В тени той азинейры ,
Что уже потеряла счет годам,
Я поклялся, что со мною будут
Избранные тобой, Грандола
Избранные тобой, Грандола,
Будут со мной, как обещано
В тени той азинейры,
Что уже потеряла счет годам.
[1] Grandola, mavritanskoje posielienije,
Ziemlia bratstva
Głavnyje liudi, tie, čto riešajut vse,
Vsie – tvoj žitieli, o gorod
Vsie- tvoj žitieli, o gorod
Glavnye liudi, tie što riešajut vsie,
Ziemlia bratstva
Grandola, mavritanskoje posielienije.

Na každom ugłu – drug
V každom licie – ravnyj
Grandola, mavritanskoje posielienije,
Ziemlia bratstva,
Ziemlia bratstva,
Grandola, mavritanskoje posielienije,
V každom licie – ravnyj
Glavnyje liudi, tie, što riešajut vsie.

V tieni toj iaziniejry,
Što uže poteriała sčet godam,
Ja pokliałsia, što so mnogo budut
Izbrannyje toboj, Grandola
Izbrannyje toboj, Grandola,
Budut so mnoj, kak obiešćano
V tieni toj aziniejry,
Što uže poteriała sčet godam.

inviata da Riccardo Venturi - 1/9/2006 - 00:43




Lingua: Russo

Versão russa / Versione russa / Russian version / Version russe / Venäjänkielinen versio:
Iosif Chavkin (Иосиф Хавкин)

Proviene da Lyricstranslate ma, come ha tenuto a dichiarare il suo autore, Iosif Chavkin, si tratta di una versione poetica.
Грандола, поселок смуглый [1]

Грандола, поселок смуглый,
Братская земля родная,
Мы в ответе друг за друга,
Своим домом управляя.
Своим домом управляя,
Мы в ответе друг за друга.
Братская земля родная,
Грандола, поселок смуглый.

В каждом доме встретишь друга,
Равного себе узнаешь.
Грандола, поселок смуглый,
Братская земля родная.
Братская земля родная,
Грандола, поселок смуглый.
Равного себе узнаешь,
В каждом доме встретишь друга.

Я у дуба векового,
Что свои не помнит годы,
Грандола, тебе дал слово
Верным быть твоей свободе.
Верным быть твоей свободе
Я у дуба векового,
Что свои не помнит годы,
Грандола, тебе дал слово.
[1] Grandola, posiełok smugłyj

Grandola posiełok smugłyj,
Bratskaja ziemlia rodnaja,
My v otvietie drug za druga,
Svoim domom upravliaja.
Svoim domom upravliaja,
My v otvietie drug za druga.
Bratskaja ziemlia rodnaja,
Grandola posiełok smugłyj.

V každom domie vstrietiś druga,
Ravnovo siebie uznajeś.
Grandola posiełok smugłyj,
Bratskaja ziemlia rodnaja.
Bratskaja ziemlia rodnaja,
Grandola posiełok smugłyj.
Ravnovo siebie uznajeś,
V každom domie vstrietiś druga.

Ja u duba viekovovo,
Što svoj nie pomnit gody,
Grandola, tiebie dał slovo
Viernym byť tvojej svobodie.
Viernym byť tvojej svobodie
Ja u duba viekovovo,
Što svoj nie pomnit gody,
Grandola, tiebie dał slovo.

inviata da Riccardo Venturi - 22/4/2024 - 19:23




Lingua: Polacco

Versão polaca / Versione polacca / Polish version / Version polonaise / Puolankielinen versio: Edyta Geppert (2009).



flowerpower

La versione polacca tradotta e cantata da Edyta Geppert fa parte di "Flower Power", una compilation pubblicata in Polonia in occasione del settantesimo anniversario della Seconda Guerra Mondiale (2009). L'album contiene famose canzoni di protesta da tutto il mondo, in nuovi arrangiamenti e con testi polacchi. Le canzoni di Dylan, Marley, The Animals e altri sono eseguite dalle star della musica polacca: Geppert, Kukiz, Maleńczuk, Staszewski, Markowski. I grandi artisti del mondo hanno sempre formato l'avanguardia degli oppositori della guerra e le loro canzoni sono diventate inni contro la guerra per molte generazioni. L'album include canzoni impegnate e di protesta proteste artistiche contro la guerra, la maggior parte delle quali sono state create negli Stati Uniti a cavallo tra gli anni '60 e '70. Queste canzoni sono state la voce della generazione dei "Figli dei fiori", che si ribellava alle norme sociali generalmente accettate. La compilation include anche canzoni di artisti europei, comprese canzoni di grandi bardi russi - Okudzhava e Vysotsky, nonché una canzone di Marek Grechuta.
Grandola vila morena

Grandola Vila Morena
Kraj równości i braterstwa
O wolności tutaj śpiewa
Człowiek otwartego serca
Człowiek otwartego serca
O wolności tutaj śpiewa
Kraj równości i braterstwa
Grandola Vila Morena

Wokół nas przyjazna ziemia
Wyciągnięta czuła ręka
Grandola Vila Morena
Kraj równości i braterstwa
Kraj równości i braterstwa
Grandola Vila Morena
Wyciągnięta czuła ręka
Wokół nas przyjazna ziemia

W cieniu dębu stu letniego
Pochowałam przyjaciela
Będzie sławić imię jego
Grandola Vila Morena
Grandola Vila Morena
Będzie sławić imię jego
Pochowałam przyjaciela
W cieniu dębu stuletniego

inviata da Riccardo Venturi - 22/6/2018 - 18:34




Lingua: Sloveno

Traducção eslovena / Traduzione slovena / Slovenian translation / Traduction slovène / Sloveniankielinen käännös:
Maja Gantar

La traduzione è letterale, ma con interpretazioni (ad esempio: o povo é quem mais ordena viene tradotto: “la gente è colei che ha la parola”; la “vila morena” diventa semplicemente “Grândola scura”). Proviene dalla tesi di laurea in scienze sociali discussa da Maja Gantar nel 2006 presso l’Università di Lubiana, intitolata Konstrukcija kolektivnega spomina v dokumentarnem novinarstvu: Dokumentarni filmi o Portugalski revoluciji 25. Aprila 1974 (“La costruzione della memoria collettiva nel giornalismo documentario: Documentari sulla rivoluzione portoghese del 25 aprile 1974”). [RV]
Temna Grândola

Temna Grândola
Zemlja bratstva
Ljudstvo je tisto, ki ima besedo
V tebi, o mesto.
V tebi, o mesto
Ljudstvo je tisto, ki ima besedo
Zemlja bratstva
Temna Grândola.

Prijatelj na vsakem vogalu
Enakost na vsakem obrazu
Temna Grândola
Zemlja bratstva.
Zemlja bratstva
Temna Grândola
Enakost na vsakem vogalu
Ljudstvo je tisto, ki ima besedo.

V hrastovi senci
Katerga starosti že več ne vem
Prisegel sem, da bo moja spremljevalka
Volja tvoja, Grândola.
Volja tvoja, Grândola
Prisegel sem, da bo moja spremljevalka
V hrastovi senci
Katerega starosti že več ne vem.

inviata da Riccardo Venturi - 24/4/2024 - 10:30




Lingua: Esperanto

Versão em esperanto 1 / Versione in esperanto 1 / Esperanto version 1 / Version en Esperanto 1 / Esperantonkielinen versio 1: Gianfranco Molle



Kantisto: Gianfranco Molle
Albumo: Horo da opozicio
Jaro: 1979
Aĉetebla ĉe


La originalo, “Grândola Vila Morena” (alb. Cantigas do maio, 1971), estis unu la du kantoj uzataj kiel sekretaj signaloj en publika radio por alvoki kaj konfirmi la ekon de kontraŭdiktatura ŝtatrenverso kaj sensanga revolucio en Portugalio la jaron 1974.

La esperanta traduko estas apenaŭ kantata de portugalaj esperantistoj, malgraŭ la plua populareco de la originalo en tiu lando: Ne pro ideologiaj kaŭzoj sed memagnoskite pro du aŭ tri «neelteneblaj» mistradukoj (en ĝenerale sufiĉe bona tradukaĵo).

Ĝin kantis Gianfranco Molle.
Grandula urbeto bruna

Grandula, urbeto bruna
Vera hejmo de frataro
En vi regas vol’ komuna
En vi estas solidaro
En vi estas solidaro
en vi regas vol’ komuna
Vera hejmo de frataro
Grandula, urbeto bruna

En vi havas mi amikon
Temas pri la proletaro
Gradula, urbeto bruna
Vera hejmo de frataro
Grandula, urbeto bruna
Inter via proletaro
Plene regas vol’ komuna

En la ombro nun de kverko
Kiu aĝas sen komparo
Ĵuras sekvi mi ĝis ĉerko
Grandula, de vi leĝaron
Grandula, de vi leĝaron
Ĵuras sekvi mi ĝis ĉerko
En la ombro nun de kverko
Kiu aĝas sen komparo

inviata da Nicola Ruggiero - 7/3/2009 - 21:06




Lingua: Esperanto

Versão em esperanto 2 / Versione in esperanto 2 / Esperanto version 2 / Version en Esperanto 2 / Esperantonkielinen versio 1: Jorge Camacho


Interpretata da Ana Ribeiro, 2022
Kantisto: Ana Ribeiro, 2022


La kanton Grândola, vila Morena portugalaj armeanoj elektis kiel duan signalon en publika radi-elsendo por alvoki kaj konfirmi la ekon de sensanga kontraŭdiktatura puĉo, la 25an de aprilo 1974 (la t.n. Dianta Revolucio). Tre malfidela traduko kantiĝis en la kasedo Horo da opozicio, de Ĝanfranko (Mole) kaj Ĝuljo (Kapa), eld. Edistudio, Pizo, 1979. El la portugala tradukis Jorge Camacho

(Lingva noto: anzino: (hispane encina, katalune alzina, portugale azinheira) daŭrfolia arbo precipe mediteranea (Quercus ilex; en NPIV nomata “verda kverko” aŭ “ilekskverko”; la nomo “anzino” aperis i.a. en Mondoj 2001, Koploj kaj filandroj 2009, Ombroj sur verda pejzaĝo 2012).
Grândola, urbeto bruna

Grândola, urbeto bruna
Tero de fratecmesaĝo
Regas popolvol’ komuna
En vi, inda je omaĝo
En vi, inda je omaĝo
Regas popolvol’ komuna
Tero de fratecmesaĝo
Grândola, urbeto bruna

Jen amik’ ĉiuangule
Egaleco sur vizaĝoj
Grândola, urbeto bruna
Tero de fratecmesaĝo
Tero de fratecmesaĝo
Grândola, urbeto bruna
Egaleco sur vizaĝoj
Regas popolvol’ komuna

Sub la ombro de anzino
Forgesinta sian aĝon
Prenis mi por kompanino
Grândola vian kuraĝon
Grândola vian kuraĝon
Prenis mi por kompanino
Sub la ombro de anzino
Forgesinta sian aĝon

inviata da Nicola Ruggiero - 27/4/2013 - 16:19




Lingua: Tahitian

Versão tahitiana / Versione tahitiana / Tahitian version / Version tahitienne / Tahitinkielinen versio

La versione, per quanto possa sembrare incredibile, in Polinesiano di Tahiti della canzone. È tratta dall'edizione tahitiana di Wikipedia; ed è anche un segno tangibile dell'ancora estrema fama di questa canzone.

E hīmene porututaru pāpaìhia e Zeca Afonso. E faatià ia i te auteaèraa i rotopū i te taata no Grândola, hōê òire faatiàhia i te Alentejo. I raro i te hau o Antonio de Oliveira Salazar, e mea ôpani-ètaèta-hia. Ua faataì ia na te ratio i te mahana o te Aroraa o te Oeillets, i te 25 no èperēera matahiti 1974. Te tapaò o te haamata o te Aroraa o te Oeillets teie faataìraa. No reira, e tāati teie hīmene i te hau o te nunaa.
Ò Grandola te òire rava

Ò Grandola, te òire rava,
Fenua o te autaeaèraa
Te nunaa anaè tē mana
I roto ia òe, ô òire
I roto ia òe, ô òire
Te nunaa anaè tē mana
Fenua o te autaeaèraa
Ò Grandola, te òire rava,

Tē vai ra hōê hoa i te mau pae atoà
I te mau mata atoà, tē vai ra te àifāitoraa
Ò Grandola, te òire rava,
Fenua o te autaeaèraa
Fenua o te autaeaèraa
Ò Grandola, te òire rava,
I te mau mata atoà, tē vai ra te àifāitoraa
Te nunaa anaè tē mana

I te ata o te hōê tumu raau tahito .
Ua hōreo vau i te tāati ia òe
Ò Grândola, ta oè hinaaro
Ò Grândola, ta oè hinaaro
Ua hōreo vau i te tāati ia òe
I te ata o te hōê tumu raau tahito.

inviata da Riccardo Venturi - 26/3/2009 - 16:15





Versão grega / Versione greca / Greek version / Version grecque / Kreikankielinen versio:
Riccardo Venturi, 11-6-2009
Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Ρικάρντος Βεντούρης, 11 Ιούνιου 2009

Λισαβόνα, 25 Απριλίου 1974. Η Επανάσταση των Γαρυφάλων.
Λισαβόνα, 25 Απριλίου 1974. Η Επανάσταση των Γαρυφάλων.


Η πλανόδια πωλήτρια που προσφέρει γαρύφαλα το πρωί του 25 Απριλίου 1974
Η πλανόδια πωλήτρια που προσφέρει γαρύφαλα το πρωί του 25 Απριλίου 1974

Αν υπάρχει ένα τραγούδι που έκανε την ιστορία στην αληθινή σημασία του λόγου, τότε είναι Grândola vila morena. Απόλυτως, ένα από τα τραγούδια τα πιο διάσημα στην ιστορία και σίγουρα το πιο δίασημο στην ιστορία της Πορτογαλίας.

Πράγματι, η αναμετάδοση του τραγουδιού αυτού από τον Δζοζέ Αφόνσο σημείωσε την αρχή της Επαναστάσεως των Γαρυφάλων, η οποία έβαλε τέλος στη φασιστική δικτατορία στη Πορτογαλία, που διαρκούσε από 50 χρόνια. Το τραγούδι μετεδόθη από Λίμιτε, το νυχτερινό μουσικό πρόγραμμα του Rádio Renascença ("Ράδιο Αναγέννηση", ενός καθολικού ραδιοσταθμού), στη μεσανύχτα του 25 Απριλίου 1974. 'Hταν η αρχή της Επαναστάσεως, που την είπαν “των γαρυφάλων” από τα λουλούδια που μια πλανόδια πωλήτρια προσέφερε στους αντιφασίστες στρατιωτικοί το πρωί της επανάστασης, στην πλατεία ντο Κουμέρσιο.

'Ενα τραγούδι που οι στρατιωτικοί το διάλεγαν (μαζί μ'ένα ερωτικό τραγουδάκι από τον Πάουλο ντε Καρβάλιου, E depois do adeus 'Και μετά το αντίο', για σήμα προσυναγερμού· μ'αυτό, το τραγουδάκι εκείνο μπήκε επίσης στην ιστορία) γιάτι μιλάει γι'αδελφότητα, ειρήνη κι ομόνοια. Το τραγούδι έγινε σύμβολο και ύμνος των δημοκρατικών Ενοπλών Δυνάμεων, οι οποιες, έτσι για μια φορά, έκαναν πραγματικά το καλό του λαού τους (σταματώντας, συν τοις άλλοις, τους τρομερούς αποικιακούς πολέμους που αφαίμασσαν κυριολεκτικά τη χώρα).

'Οπως διηγείτο ο ίδιος Δζοζέ Αφόνσο, Grândola vila morena είχε συντεθεί σε τιμή της Sociedade Musical Fraternidade Operária Grandolense (Μουσική Εταιρία της Εργατικής Συνεταιρίας Γκράντολας· η Γκράντολα είναι μια πόλη στη νότια Πορτογαλία), ενός από τους πρώτους συνεταιρισμούς εργαζομένων που το καθεστώς τον κατέστειλε αυστηρά. Ο Δζοζέ Αφόνσο είχε δώσει ένα κοντσέρτο στη Γκράντολα στις 17 Μάιου 1964, κι ακριβώς με την ευκαιρία εκείνη ο τραγουδοποιός είχε γνωρίσει τον Κάρλος Παρέντες τον κιθαρίστα.

Αλλά τον Δζοζέ Αφόνσο τον είχε εντυπωσιάσει ο συνεταιρισμός πάνω απ'όλα· ένας “σκοτεινός χώρος, στερημένος απ'οποιανδήποτε υποδομή αλλά με μια βιβλιοθήκη και σαφείς επαναστατικούς σκοπούς και γενικευμένη πειθαρχία που την δέχτηκαν όλοι οι συνεταίροι. Αυτό φανέρωνε μεγάλη συνείδηση και πολιτική ωριμότητα.”

Αφότου εμφανίστηκε, το τραγούδι, που μιλούσε γι'έναν απαγορευμένο συνεταιρισμό, απαγορεύτηκε κι αυτό. Ο Δζοζέ Αφόνσο το είχε τραγουδήσει μερικές φορές δημοσία, και γι'αυτό έπρεπε να υποστεί μερικές συλλήψεις και ανακρίσεις από την τακτική αστυνομία κι απο τη PIDE, τη πολιτική αστυνομία.

'Oταν μετεδόθη ως σήμα αρχής για την κατάρρευση του φασιστικού καθεστώτος, Grândola ήταν ήδη συμβολικό τραγούδι.

Θυμάται ο ίδιος Δζοζέ Αφόνσο· “Δεν ήξερα ότι το τραγούδι το είχαν διαλέξει για σήμα της επανάστασης. Στις επομένες μέρες ούτε δεν το αναλογίστηκα. Το αναλογίστηκα όταν άρχισα να δω μάζες κόσμου που το τραγουδούσανε στις οδούς. 'Ηταν παράξενη αίσθηση, αλλά επἰσης πολύ ωραία.”

Στην πόλη Γκράντολας, ένα μεγάλο μνημείο φέρει τη παρτιτούρα και τους στίχους του τραγουδιού.
Γκρᾶντολα ἀραποπόλη

Γκρᾶντολα ἀραποπόλη
χώρα τῆς ἀδελφοσύνης
εἶν' ὁ λαός ὁ ἀφέντης
μέσ' ἀπὸ 'σένα, ὦ πόλη.
Μέσ' ἀπὸ 'σένα, ὦ πόλη
εἶν' ὁ λαός ὁ ἀφέντης,
χώρα τῆς ἀδελφοσύνης
Γκρᾶντολα ἀραποπόλη.

Σὲ κάθε γωνιὰ ἕνας φίλος,
ὁμόνοια σὲ κάθε πρόσωπο
Γκρᾶντολα ἀραποπόλη
χώρα τῆς ἀδελφοσύνης.
Χώρα τῆς ἀδελφοσύνης
Γκρᾶντολα ἀραποπόλη,
ὁμόνοια σὲ κάθε πρόσωπο
σὲ κάθε γωνιὰ ἕνας φίλος.

Στὴ σκιὰ μιᾶς βελανιδιάς
ποὺ δὲ ξέρεις τ'ἡλικίαν της
ὁ ὅρκος μου· νἆναι γιὰ μένα
σύντροφος τὸ θέλημά σου.
Σύντροφος τὸ θέλημά σου
ὁ ὅρκος μου, νἆναι γιὰ μένα,
στὴ σκιὰ μιᾶς βελανιδιάς
ποὺ δὲ ξέρεις τ'ἡλικίαν της.

11/6/2009 - 01:34




Lingua: Svedese

Versão sueca / Versione svedese / Swedish version / Version suédoise / Ruotsinkielinen versio: Brita Papini - Maria Ahlström
Svensk version av Brita Papini e Maria Ahlström



Brita Papini.
Brita Papini.
La versione è di Brita Papini (che ha fatto parte degli Knutna Nävar, e dell’attrice e cantante Maria Ahlström (che la interpreta). Fa parte di un album militante collettivo doppio, 10 års kultur i partiets tjänst (“10 anni di cultura al servizio del partito”), pubblicato nel 1981 per finanziamento direttamente dal Partito Comunista Svedese e contenente complessivamente trentuno brani scritti e/o interpretati da vari artisti (sono ovviamente presenti anche gli Knutna Nävar in proprio). I canti non di origine svedese sono comunque tradotti e cantati in svedese: è il caso anche di Grândola vila morena, il cui testo svedese è una vera e propria riscrittura di sana pianta. A tale proposito, la versione fu da me reperita anni fa (2009) sul Blog della Associação José Afonso. I titolari del blog si chiedevano che diavolo si dicesse nella versione, e provvidi quindi a fornirgliene sia la trascrizione del testo che una traduzione letterale in portoghese, che riporto anche qui in nota (certo che una traduzione portoghese, almeno a livello scritto, sia abbastanza facilmente comprensibile anche agli italiani). [RV]
Grândola är mina drömmars stad [1]

Grândola är mina drömmars stad,
i broderskapets sköna trakter,
och där vänder vår historia blad
därav folket tagit makten.
Och där folket tagit makten
och där vänder vår historia blad
som i broderskapets trakter
i Grândola, i mina drömmars stad.

I varje stadsbo har jag en kamrat,
den sanna jämlikhetens vakter,
Grândola är mina drömmars stad
där i broderskapets trakter.
I broderskapets sköna trakter,
i Grândola, i mina drömmars stad
där vi är jämlikhetens vakter
och där vänder vår historia blad.

Sätter mig drut vid en havreträd
där jag får skugga ut av grönskan
jag svar Grândola min trohetsed:
uppfylla din frihets önskan.
Uppfylld ska din frihets önskan
svar Grândola din trohetsed
slå dig ned ut vid en havreträd
och får skugga ut av grönskan.
[1] Traducção portuguesa: Riccardo Venturi, 2009

Grândola é a cidade dos meus sonhos

Grândola é a cidade dos meus sonhos
no belo país da irmandade,
e lá a nossa história vira a página
porque o povo tomou o poder.
Lá o povo tomou o poder
e lá a nossa história vira a página
como nos paises da irmandade
em Grândola, na cidade dos meus sonhos.

Em cada cidadão tenho um camarada,
guardiãos de verdadeira igualdade,
Grândola é a cidade dos meus sonhos
no belo país da irmandade.
No belo país da irmandade,
em Grândola, na cidade dos meus sonhos
onde a gente é guardiã da igualdade
e onde a nossa história vira a página.

Sento-me debaixo de uma azinheira
onde as folhas me dão sombra
e juro a Grândola a minha fidelidade:
satisfazer o teu desejo de liberdade.
O teu desejo de liberdade será satisfeito,
jure a Grândola a sua fidelidade,
sente-se debaixo de uma azinheira
e tome a sombra que a azinheira lhe dá.



inviata da Riccardo Venturi - 10/7/2009 - 14:11




Lingua: Danese

Versão dinamarquesa / Versione danese / Danish version / Version danoise / Tanskankielinen versio:
Knud Møllenback

Versione danese a corredo del video dove la cantante lirica danese Alina Maria Erbs canta l’originale in portoghese (con breve introduzione bilingue). La pagina, dedicata interamente alla Revolução dos Cravos, appartiene alla Portugisisk Forening i Danmark “Unione Portoghese in Danimarca”.



Nota. Avevo già qualificato questa cosa come "traduzione", quando mi sono accorto che, in realtà, è metrica e pienamente cantabile. Si tratta quindi di una vera e propria versione. [RV]
Grândola, du brune by

Grândola, du brune by
Her er broderskabets jord
Det er folket, som bestemmer
Her i byens midte
Her i byens midte
Det er folket, som bestemmer
Her er broderskabets jord
Grândola, du brune by

På hvert hjørne er en ven
I hvert ansigt findes lighed
Grândola, du brune by
Her er broderskabets jord
Her er broderskabets jord
Grândola, du brune by
I hvert ansigt findes lighed
Det er folket, som bestemmer

Her i skyggen af en sten-eg
Som ej mere ved sin alder
Sværged’ jeg at vær’ din følgesvend
Grândola, det er din vilje
Grândola, det er din vilje
Sværged’ jeg at vær’ din følgesvend
Her i skyggen af en sten-eg
Som ej mere ved sin alder.

inviata da Riccardo Venturi - 23/4/2024 - 18:45





Traducção asturiana / Traduzione asturiana / Asturian translation / Traduction asturienne / Asturiankielinen käännös
--> ast:wikipedia

"Grândola, Vila Morena" ye'l cantar compuestu y cantáu por Zeca Afonso que foi escoyíu pol Movimento das Forças Armadas (MFA) pa ser la segunda señal pa entamar la llamada Revolución de los claveles. El cantar refierse a la fraternidá ente les persones de Grândola, nel Alentejo, y fuera prohibida pol réxime salazarista como una música asociada al Comunismu. A les cero hores y venti minutos del 25 d'abril de 1974, el cantar foi tresmitíu na Rádio Renascença, la emisora católica portuguesa, como señal pa confirmar les operaciones de la revolución. Por esi motivu, a ella quedó asociada.

El cantar foi incluyíu nel álbum Cantigas do Maio, grabáu n'avientu de 1971, discu que cuenta colos arreglos y direción musical de José Mário Branco. "Grândola, Vila Morena" ye'l quintu tema del álbum, grabáu n'Herouville, Francia ente'l 11 d'ochobre y el 4 de payares de 1971.

Zeca Afonso estrenó'l cantar en Santiago de Compostela'l 10 de mayu de 1972.

El día 29 de marzu de 1974, Grândola, Vila Morena foi cantada na clausura d'un espectáculu nel Coliséu de Lisboa. Ente los asistentes taben militares del MFA, qu'escoyeríen el cantar como una de les señales pal entamu de la Revolución de los claveles. Curiosamente, pa esi espectáculu la censura del réxime facista prohibiera la interpretación de delles canciones de Zeca, ente elles: "Venham Mais Cinco", "Menina dos Olhos Tristes", "A Morte Saiu à Rua" y "Gastão Era Perfeito".

A la media nueche y venti minutos del día 25 d'abril de 1974, "Grândola, Vila Morena" foi tocada nel programa Limite de la Rádio Renascença. Yera la segunda señal que confirmaba la buena marcha de les operaciones de les fuerces organizaes pol MFA. La primer señal, sonara cerca d'hora y media anantes, a les 22 hores y 55 minutos del día 24 d'abril, foi "E depois do adeus", cantada por Paulo de Carvalho.
Grândola villa prieta

Grândola, villa prieta
Tierra de la fraternidá
El pueblu ye'l que más ordena
Dientro de ti, oh ciudá
Dientro de ti, oh ciudá
El pueblu ye'l que más ordena
Tierra de la fraternidá
Grândola, villa prieta

En cada esquina, un amigu
En cada rostru, igualdá
Grândola, villa prieta
Tierra de la fraternidá
Tierra de la fraternidá
Grândola, villa prieta
En cada rostru, igualdá
El pueblu ye'l que más ordena

A la solombra d'una encina
de la que nun sabía la edá
Xuré tener por compañera
Grândola, la to voluntá
Grândola, la to voluntá
Xuré tener por compañera
A la solombra d'una encina
de la que nun sabía la edá

inviata da CCG/AWS Staff - 1/8/2012 - 18:30





Versão finlandesa / Versione finlandese / Finnish version / Version finnoise / Suomennos:
Pentti Saaritsa - Agit Prop


Here's a link to Grandola, performed partly in Potuguese and partly in Finnish by Agit Prop

Nella sua forma cantata (1974) dal gruppo Agit Prop si tratta in realtà di una versione bilingue: la prima strofa dell’originale portoghese è cantata all’inizio ed alla fine, mentre le strofe centrali sono la versione finlandese del poeta e traduttore Pentti Saaritsa.
Grandola

Grândola, vila morena
Terra da fraternidade
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena
Terra da fraternidade
Grândola, vila morena.

Grandola maankolkka varjoinen
kehto taistelun ja veljeyden
On kansa käskyvallan ottanut
kaupunkinsa vapauttanut
Kaupunkinsa vapauttanut
siellä käskyvallan ottanut
Kehto taistelun ja veljeyden
Grandola maankolkka varjoinen

Alla rautatammen muinaisen
valan vannoin olla arvoinen
niiden jotka jatkaa taistellen
Grandola, oi kehto veljeyden
Grandola, oi kehto veljeyden
Valan vannoin jatkaa taistellen
alla rautatammen muinaisen
kehto taistelun ja veljeyden

Grândola, vila morena
Terra da fraternidade
O povo é quem mais ordena
Dentro de ti, ó cidade
Dentro de ti, ó cidade
O povo é quem mais ordena
Terra da fraternidade
Grândola, vila morena.

O povo é quem mais ordena
Terra da fraternidade
Grândola, vila morena.

inviata da Juha Rämö - 6/3/2015 - 09:53




Lingua: Catalano

Versão catalã / Versione catalana / Catalan version / Version catalane / Kataloniankielinen versio: Marina Rossell

Versione catalana di Marina Rossell
da Cançons de la resistència (2015)
con Enric Montefusco

Cançons de la Resistència
Grândola vila morena

Grândola, vila morena,
terra de fraternitat,
és el poble qui governa
des del fons de la ciutat.
Des del fons de la ciutat,
és el poble qui governa,
terra de fraternitat,
Grândola, vila morena.

Un amic a cada casa,
igualtat entre nosaltres,
Grândola, vila morena,
terra de fraternitat.
Terra de fraternitat,
Grândola, vila morena,
igualtat entre nosaltres,
és el poble qui governa.

I a l’ombra d’una alzina,
que no sé quants anys tenia,
vaig jurar acompanyar-te
fins que no fossis ben lliure.
Fins que no fossis ben lliure
vaig jurar acompanyar-te.
Fou a l’ombra d’una alzina,
que no sé quants anys tenia.

17/2/2016 - 12:29




Lingua: Sardo

Versão sarda 1 / Versione sarda 1 / Sardinian version 1 / Version sarde 1 / Sardiniankielinen versio 1:
Giorgio Pinna

"La lingua sarda ha diverse varianti,tutte storicamente ed etnicamente valide, per cui ho cercato una giusta ed equilibrata via di mezzo che renda giustizia alle diverse possibili versioni." - Giorgio Pinna
Grandula bidda mouriska

Grandula, bidda mouriska
Terra de fraternidadi
Su populu est ki prus ordinat
Aintru de tui, o citadi.
Aintru de tui, o citadi
Su populu est ki prus ordinat
Terra de fraternidadi,
Grandula bidda mouriska.

In d'ogna skina un amigu
In d'ogna facci egualidadi
Grandula, bidda mouriska,
Terra de fraternidadi,
Terra de fraternidadi
Grandula bidda mouriska
In d'ogna facci egualidadi
Su populu est ki prus ordinat.

A s'umbra de unu ortigu
De ki no scidiad s'edadi
Jurai tenni a cumpangia
Grandula sa tua voluntadi,
Grandula sa tua voluntadi
Jurai tenni a cumpangia
A s'umbra de unu ortigu
De ki no scidiad s'edadi.

10/1/2019 - 14:45




Lingua: Sardo

Versão sarda 2 / Versione sarda 2 / Sardinian version 2 / Version sarde 2 / Sardiniankielinen versio 2:
Stefania Secci Rosa [2020]



"Pubblicato sulla piattaforma YouTube da un collettivo di cantanti sarde coordinato da Stefania Secci Rosa, il brano  “Grândola bidda morisca”, traduzione in lingua sarda della celeberrima canzone simbolo della rivoluzione dei garofani portoghese “Grândola Vila Morena” dell’autore e cantante lusitano Josè Afonso. Per celebrare l’Anniversario della Liberazione d’Italia, le cantanti Stefania Secci Rosa, Francesca Corrias, Claudia Aru, Alice Marras, Lulli Lostia e il trio delle Balentes composto da Stefania Liori, Pamela Lorico e Federica Putzolu hanno deciso di collaborare alla realizzazione della versione sarda della canzone simbolo della rivoluzione dei garofani in Portogallo risalente al 25 aprile del 1974. Il video e le illustrazioni sono a cura dell’illustratrice Marina Brunetti Marinetti. La traduzione del brano è stata curata da Stefania Secci Rosa con la verifica e i consigli sulla lingua sarda di Enrico Putzolu." - SH Magazine, 25 aprile 2020

“Ho deciso di adattare e tradurre in sardo il brano di Josè Afonso Grândola Vila Morena, che da oggi rivive anche nella versione intitolata Grândola bidda morisca per celebrare l’Anniversario della Liberazione d’Italia, coinvolgendo alcune tra le mie colleghe – spiega la cantante Stefania Secci Rosa – e con grande rammarico (a causa delle limitazioni che viviamo in questo periodo) non ho potuto estendere l’invito a tutte quelle che avevo previsto. Abbiamo registrato da casa e confezionato l’intero lavoro in soli due giorni, con l’aiuto dell’ingegnere del suono Emanuele Pusceddu. Per la realizzazione del video e delle illustrazioni ci siamo avvalse della collaborazione di Marina Brunetti Marinetti, illustratrice delicata e appassionata. Ad affiancarmi in questo progetto ci sono Francesca Corrias che apre il brano, seguita da Stefania Liori, e poi il trio delle Balentes composto da Pamela Lorico e Federica Putzolu, e poi Alice Marras, Lulli Lostia e Claudia Aru. Amo lavorare con le mie colleghe. Ogni volta succede qualcosa di speciale e questo è indubbiamente uno degli aspetti più affascinanti e gratificanti del mio lavoro. Questo brano vuole essere un bel regalo, nella speranza che venga ricantato in occasione dei prossimi anniversari della liberazione, come simbolo di fratellanza con il Portogallo, l’unico paese con cui condividiamo questa importantissima giornata.” - Stefania Secci Rosa

grandbidda


Questa versione sarda di Grândola vila morena risale a un 25 aprile di quattro anni fa, intesa per celebrare sia la festa della Liberazione d’Italia, sia la Rivoluzione dei Garofani portoghese. Si dà il caso che, il prossimo 25 aprile, sarà esattamente il 50° anniversario dell’insurrezione che liberò il Portogallo da una lunghissima dittatura fascista; qui in Italia, invece, i fascisti ce li abbiamo di nuovo al governo nazionale, e a parecchi governi regionali e locali. Poiché intendiamo festeggiare degnamente tale anniversario, abbiamo deciso di rifare quasi di sana pianta questa storica pagina del nostro sito e, nei limiti delle nostre possibilità, di ampliarla. A tale riguardo, cominciamo proprio con l’inserimento di questa versione sarda, opera di tutte donne (otto in tutto), proprio nel giorno in cui la Sardegna sembra cominciare a liberarsi dai fascisti, e con un’altra donna. Che tutto il resto d’Italia segua il suo esempio!

Ma…c’è un ma. Di questa (bellissima) versione sarda -che peraltro non è la prima si trova tutto in Rete (notizie, video, note autoriali…) tranne, naturalmente, il testo. Dico “naturalmente”, perché è sicuramente rivolta ad un uditorio che il sardo lo conosce e lo capisce già. Però il qui presente, che è toscano ma che ha una vaga infarinatura di sardo e, soprattutto, che è munito di tutta la panoplia sardista (dizionario del Martelli -toscano pure lui- e opere di Max Leopold Wagner -tedesco-, Eduardo Blasco Ferrer -catalano- e Massimo Pittau -nuorese-…), si è azzardato a tentare una trascrizione del testo all’ascolto. Fa dunque appello a qualche amico/a sardo/a perché riguardi un po’ il testo trascritto, sia dal punto di vista ortografico che prettamente linguistico. Grazie! Intanto, per questa pagina rifatta ci vediamo il 25 aprile prossimo. [Riccardo Venturi, 27 febbraio 2024]
Grândola bidda morisca

Grândola bidda morisca,
Terra de fraternidadi,
Su populu gubernat [1]
Aintru de tui o citadi,
Aintru de tui o citadi,
Su populu gubernat,
Terra de fraternidadi,
Grândola bidda morisca.

In dogna cóntone un amicu,
In dogna cara equalitadi,
Grândola bidda morisca,
Terra de fraternidadi.
Terra de fraternidadi,
Grândola bidda morisca,
In dogna cara equalitadi,
Su populu gubernat.

A s’ombra de unu suergiu,
Che n’se nd’ isciri s’edadi,
Grândola sa mia cumpangia
Piad a sa tua voluntadi.
Piad a sa tua voluntadi,
Grândola sa mia cumpangia,
A s’ombra de unu suergiu,
Che n’se nd’isciri s’edadi.

Grândola bidda morisca,
Su populu gubernat,
Terra de fraternidadi,
Terra de fraternidadi,
Terra de fraternidadi,
Grândola bidda morisca.
[1] Pronunciato gubèrnada, ma mi sono qui attenuto all'ortografia unificata standard.

inviata da Riccardo Venturi - 27/2/2024 - 22:44




Lingua: Latino

Versão latina / In Latinum vertit / Versione latina / Latin version / Version en latin / Latinankielinen versio:
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 28-2-2024 09:42

“Del resto”, ha pensato l’Anonimo Toscano del XXI Secolo, “Radio Renascença era l’emittente della Conferenza Episcopale Portoghese...” Abituato fin dalla sua più tenera età passata nell’alto Medioevo a considerare il latino come una lingua viva, l’Anonimo propone questa sua versione di Grândola (ribattezzata Grandula in modo assolutamente arbitrario, ma del tutto naturale -a parte il fatto che vorrebbe dire “grandicella”…) con qualche necessaria libertà, ma con la speranza di non aver tradito il testo di Iosephus Alfonsus nella ricorrenza del 50° anniversario della Seditio Caryophyllorum.
Grandula, maure vice!

Grandula, maure vice
In agro fraternitatis !
In te populus imperant
Et cives consociati.
Omnes cives consociati
Atque populus imperant
In agro fraternitatis,
Grandula, maure vice!

Et ubique patefaciunt
Sodales aequalitatem,
Grandula, Maure vice
In agro fraternitatis!
In agro fraternitatis,
Grandula, Maure vice,
Ubi cives consociati
Imperant aequalitate.

In frundosa umbra sedens
Vetustissimi suberis,
Voluntatem tuam iuravi
Fore meam in aeternitatem,
Fore meam in aeternitatem
Voluntatem tua iuravi
In frundosa umbra sedens
Vetustissimi suberis.

28/2/2024 - 09:52




Lingua: Turco

Traducção turca / Traduzione turca / Turkish translation / Traduction turque / Turkinkielinen käännös

Proviene da Lyricstranslate ma il traduttore ha preferito restare anonimo. Piuttosto curioso il commento che ha messo alla sua traduzione: ”Today is the day to sing this song in Istanbul... Maybe in Turkish version Antalya would be the candidate : ) Antalya, Vila Morena!”
Grandola, kahverengi şehir

Grandola, kahverengi şehir
Kardeşliğin şehri
Birbirine göz kulak olan
İnsanların şehri, ah şehrim
Birbirine göz kulak olan
İnsanların şehri, ah şehrim
Kardeşliğin şehri
Grandola, kahverengi şehir
 
Her köşebaşında arkadaş bulabilirsin
Her suratta da eşitliği görebilirsin
Grandola, kahverengi şehrim
Kardeşliğin şehri
Kardeşliğin şehri
Grandola, kahverengi şehrim
Her suratta da eşitliği görebilirsin
Birbirine göz kulak olan insanların şehri
 
Yaşı bilinmeyen ulu
Meşelerin altında
Senin ile kan kardeşi olduk
Grandola, senin iraden ile
Grandola, senin iraden ile
Kan kardeşi olduk
Yaşı bilinmeyen ulu
Meşelerin altında

inviata da Riccardo Venturi - 22/4/2024 - 20:06




Lingua: Ebraico

Traducção hebraica / Traduzione ebraica / Hebrew translation / Traduction hébraïque / Hepreankielinen käännös:
Eli Pinto (L. Trans.)

Una traduzione assolutamente letterale, proveniente da Lyricstranslate, per la quale abbiamo dovuto fare un po’ di editing. Il traduttore, infatti, aveva inserito note e un suo commento personale direttamente nel testo della traduzione. Qui tutto questo è stato inserito in delle note (a mo’ di curiosità, il “commento personale” del traduttore, qui alla nota 2, significa: ”non esiste governo che possa dire al ‘piccolo’ cittadino che cosa fare!”, probabilmente una parafrasi di o povo é que mais ordena dentro de ti, ó cidade).
גְּרַנְדֹּלָה

גְּרַנְדֹּלָה היא עיר קטנה [1]
במחוז סטובל שבפורטוגל. האנשים שם ידידותיים
וכך היא נקראת ארץ האחווה והאנשים שם
חופשים לעשות כרצונם ואדונים לעצמם

ושם בתוך העיר
האנשים הם שנותנים את הפקודות [2]
ארץ האחווה גְּרַנְדֹּלָה
עיר קטנה ושְׁחוּמָה

בכל פינה יש חבר
בכל מקום יש שוויון מלא
גְּרַנְדֹּלָה עיר קטנה ושְׁחוּמָה
ארץ האחווה

ארץ האחווה
גְּרַנְדֹּלָה עיר קטנה ושְׁחוּמָה
בכל מקום יש שוויון מלא
ואף אחד לא אומר לשני מה לעשות

בצילו של עץ אלון עתיק
שכבר לא זוכר בן כמה הוא
נשבעתי שאהיה לצדך
עד שתהיה חופשי לעשות כרצונך

עד שתגשים את החלומות
נשבעתי להיות לצידך
מתחת לצילו של עץ האלון העתיק
שכבר אף אחד לא זוכר בן כמה הוא
[1] וילה = עיירה

[2] אין שום ממשל שאומר לאזרח "הקטן" מה לעשות

inviata da Riccardo Venturi - 23/4/2024 - 08:27


Alessandro, scusa se ho eliminato il tuo commento (peraltro esattissimo): è che già nell'introduzione a questa canzone si menziona E depois do adeus e la successione dei segnali per l'inizio della Rivoluzione dei Garofani. Grazie ovviamente per aver inviato il testo della canzone di De Carvalho!

Riccardo Venturi - 24/5/2006 - 00:01


Ciao Riccardo,

scusami tu, non avevo letto con attenzione l'introduzione...
Oltretutto la canzone di de Carvalho, che io ho definito "struggente" (ad essere sincero non l'avevo ancora ascoltata...) è davvero una canzonetta, come dici giustamente. Insipida, certo, ma mica a tutte le canzonette capita di essere Storia!

Alessandro - 24/5/2006 - 09:21


"E depois do adeus" la si potrebbe definire una tipica canzone da Eurofestival: non per niente De Carvalho vi aveva partecipato proprio con quella canzone. Comunque sia, giudicarla insipida o struggente in sé conta poco visto il destino che le è stato riservato. E' una canzone che è nella storia e nella memoria di tutto un paese e, permettimi di aggiungere, di tutta una generazione. Quando José Afonso venne a fare una manifestazione a Roma nel 1976, una manifestazione durante la quale -tra le altre cose- i "proletari in divisa" salutavano col pugno chiuso dalle grate delle caserme, al passaggio, gli fu chiesto di cantare anche "E depois do adeus", e lui lo fece. Più che una "canzone contro la guerra" (cosa che, ovviamente, non è) è un simbolo contro la guerra, contro il colonialismo, contro l'oppressione, contro il militarismo fascista. Allo stesso modo di "Grândola" (che, è bene ricordarlo, è una canzone scritta originariamente per celebrare una cooperativa di lavoratori).

Saluti!

Riccardo Venturi - 24/5/2006 - 10:50


Un ringraziamento particolare all'amico Giovanni Saponaro, o "João do Sabão" (come si è "tradotto" il proprio nome e cognome in portoghese :-P), italiano a Lisbona, per la sua rilettura dell'intera pagina nella quale ha scovato alcuni errori ortografici (non solo in portoghese, ohimé...) e testuali. Sono state ovviamente apportate le opportune correzioni. Obrigado, João!

Riccardo Venturi - 3/5/2007 - 21:21


Sull'interpretazione di "Morena" ci sono ancora dei dubbi: leggo infatti sulle discussioni di wikipedia inglese:

Morena, in the Portuguese Language, means Brunet or Sun-Tanned not Moor! Even if the its origin is a Castilian word that originaly meant Moor (but no more even in modern Spanish). Nobody in Portugal associates Morena with the Moors. I'm changing the translation. The Ogre 14:46, 19 September 2006 (UTC)

Lorenzo - 4/5/2007 - 09:29


Da queste cose appaiono purtroppo tutti i limiti di Wikipedia, specie quando va in mano a persone incompetenti. Sarebbe bastato che il tizio di en.wikipedia che "is changing the translation" avesse preso un buon dizionario portoghese lusitano e avesse controllato meglio:

"Moreno" - adj. e s.m.
1) Que ou aquele que possui cor trigueira;
2) (Env.) Relativo aos mouros
3) (Prov.) Mistura de limalha de ferro e pó de carvão que se deposita nas forjas
(Do cast. "moreno", de "moro", "mouro").

Dicionário da língua Portuguesa, por J. Almeida Costa e A. Sampaio e Melo
6a Edição, Porto Editora, Lisboa, 1990, pag. 1132

Aggiungiamo anche il fatto che il traduttore russo, del tutto autonomo sia da noi che da Wikipedia, ha correttamente inteso "morena" e lo ha tradotto addirittura con "mavritanskoe selo", vale a dire nientemeno che "città mauritana". Il che è del tutto giusto dal punto di vista storico.

Ad ogni modo il wikipedista cambi quello che vuole su Wikipedia inglese; qui resta così com'è. [RV]

Riccardo Venturi - 4/5/2007 - 12:12


La censura salazarista e la canzone

Il seguente documento originale (riprodotto dal documento .pdf scaricabile da Canto de Intervenção) è un'eccezionale testimonianza della censura del regime salazarista applicata al mondo della canzone portoghese. Datato 11 giugno 1970 e rinvenuto negli archivi del ministero degli interni, riunisce in un'unica censura tutti i più grandi nomi della canzone d'autore portoghese.

censurasalazar


"Parallelamente a questa attività nella quale sono impegnati gli elementi dell'opposizione, ne è stata segnalata un'altra, questa sotto l'aspetto di giornate e sessioni culturali, dove, mediante ballate e poesie, si cerca di incutere nello spirito della popolazione, e in particolare della fascia giovanile, il rifiuto dell'Opera del Governo e per la guerra che ci è imposta nell'Oltremare.

Con maggiore incidenza, hanno avuto un ruolo preponderante in questo settore di attività i seguenti individui:

  • Padre Francisco Júlio Amorim Vanhais (in realtà: Francisco Fanhais)
  • José Manuel Cerqueira Afonso Dos Santos -  « Zeca » Afonso
  • Carlos Paredes
  • José Barata Moura
  • Manuel Freire
  • Adriano Correia De Oliveira
  • Rui Pato
  • Dinis Cintra
  • António Braga"
  • CCG/AWS Staff - 26/3/2009 - 01:59


    25 aprile 1974, ore 0,00. Rádio Renascença trasmette "Grândola vila morena". Inizia la Revoluzione dei Garofani.

    La registrazione originale da Rádio Renascença.

    "Na Rádio Renascença a gravação do alinhamento, que viria a ser o sinal para o desencadear das operações, foi feita na tarde do dia 24 de Abril, por Leite de Vasconcelos, para ser emitida no Programa «Limite», que era realizado em directo, mas algumas partes eram previamente gravadas. Era numa dessas gravações que estava a «senha» - a primeira quadra da música «Grândola, Vila Morena», de Zeca Afonso, senha escolhida pelo MFA.

    Grândola vila morena
    Terra da fraternidade
    O povo é quem mais ordena
    Dentro de ti ó cidade


    Esta segunda senha confirmou a primeira. A partir daqui as operações militares estão em marcha e são irreversíveis


    "A Rádio Renascença, la registrazione della traccia che sarebbe stata il segnale per l'inizio delle operazioni fu effettuata la sera del 24 aprile da Leite de Vasconcelos, per essere poi trasmessa nel programma 'Limite', che andava in onda in diretta; ma alcune parti erano state registrate precedentemente. Era esattamente in una di queste preregistrazioni che era contenuto il 'segnale', la prima strofa della canzone 'Grândola Vila Morena' di Zeca Afonso, segnale scelto dal MFA.

    Grândola vila morena
    Terra da fraternidade
    O povo é quem mais ordena
    Dentro de ti ó cidade


    Tale secondo segnale confermò il primo. A partire da quel momento le operazioni militari si misero in moto e furono irreversibili."

    Riccardo Venturi - 26/3/2009 - 13:09


    25 aprile 1974, ore 00:30. Il primo comunicato del MFA dal Rádio Clube Português, Emissora da Liberdade

    La Registrazione originale del comunicato dal Rádio Clube Português, sullo sfondo della marcia militare A Life on the Ocean Waves.

    "Ocupação de pontos estratégicos considerados fundamentais ( RTP, Emissora Nacional, Rádio Clube Português, Aeroporto de Lisboa, Quartel General, Estado Maior do Exército, Ministério do Exército, Banco de Portugal e Marconi). O Rádio Clube Português é transformado no posto de comando do «Movimento das Forças Armadas», por este motivo a emissora fica conhecida como a "Emissora da Liberdade". Aos Microfones do Rádio Clube Português, Joaquim Furtado lê o primeiro Comunicado do MFA:

    «Aqui posto de comando do Movimento das Forças Armadas.
    As Forças Armadas portuguesas apelam para todos os habitantes da cidade de Lisboa no sentido de recolherem a suas casas, nas quais se devem conservar com a máxima calma.
    Esperando sinceramente que a gravidade da hora que vivemos não seja tristemente assinalada por qualquer acidente pessoal, para o que apelamos ao bom senso do comando das forças militares no sentido de serem evitados quaisquer confrontos com as Forças Armadas.
    Tal confronto, além de desnecessário, só poderá conduzir a sérios prejuízos individuais, que enlutariam e criariam divisões entre portugueses, o que há que evitar a todo o custo.
    Não obstante a expressa preocupação de não fazer correr a mínima gota de sangue de qualquer português, apelamos para o espírito cívico e profissional da classe médica, esperando a sua ocorrência aos hospitais, a fim de prestar a sua eventual colaboração, o que se deseja sinceramente desnecessária.»


    “Occupazione dei punti strategici considerati fondamentali (RTP -Rádio Televisão Portuguesa-, Radio Nazionale, Rádio Clube Português, Aeroporto di Lisbona, Quartier Generale, Stato Maggiore dell'Esercito, Ministero della Difesa, Banca del Portogallo e Marconi). Il Rádio Clube Português è trasformato in posto di comando del “Movimento delle Forze Armate”, e per questo l'emittente è da allora nota come “Radio Libertà”. Dai microfoni del Rádio Clube Português, Joaquim Furtado legge il primo comunicato del MFA:

    ”Qui il posto di comando del Movimento delle Forze Armate.
    Le Forze Armate portoghesi fanno appello a tutti gli abitanti della città di Lisbona affinché si raccolgano nelle proprie case, nelle quali dovranno conservare la massima calma.
    Nella sincera speranza che la gravità dell'ora che viviamo non sia tristemente segnata da alcun incidente personale, facciamo appello al buon senso al comando delle forze militari affinché sia evitato qualsiasi scontro con le Forze Armate.
    Tale scontro, oltre che inutile, potrà solo condurre a seri danni personali, che farebbero sorgere confronti armati e creerebbero divisioni tra portoghesi; questo deve essere evitato ad ogni costo.
    Nononstante l'esplicita intenzione di non fare scorrere la benché minima goccia di sangue di alcun portoghese, facciamo appello allo spirito civico e professionale della classe medica, pregandola di recarsi agli ospedali per prestare la propria eventuale collaborazione, che si desidera sinceramente non necessaria.”

    Riccardo Venturi - 26/3/2009 - 13:24


    Do Estado Novo ao 25 Abril de 1974



    CCG/AWS Staff - 27/6/2009 - 00:58


    Tutto il film Capitani d'Aprile sulla giornata del 25 aprile 1974, sulla Rivoluzione dei Garofani e sulla caduta della dittatura fascista in Portogallo.
    Todo o filme Capitães de Abril sobre o dia do 25 de Abril de 1974, a Revolução dos Cravos e a queda da ditadura fascista em Portugal.


    capitaescapitaprile


    Il film è stato girato da Maria de Medeiros nel 2000. E' interpretato, tra gli altri, dalla stessa regista, da Stefano Accorsi, da Joaquim de Almeida E Frédéric Pierrot. Il film, in lingua portoghese, è diviso in 15 video. Oltre a contenere tutte le canzoni della rivoluzione, è l'unico film realizzato fedelmente sulla Rivoluzione dei Garofani. Il principale protagonista è il mitico capitano Salgueiro Maia. Particolarmente fedele la ricostruzione del decisivo assalto al Quartel do Carmo, la sede dell'odiata e criminale polizia politica PIDE e della resa del governo fascista (parti 11 e 12). Emozionante l'ultima parte (15) con la liberazione dei prigionieri politici e con la folla che canta Grândola vila morena. Ma la voce di José Afonso risuona in molte altre canzoni. [CCG/AWS Staff]

    Capitani d'aprile (in portoghese Capitães de Abril) è un film realizzato da Maria de Medeiros nel 2000. Il suo debutto ebbe abbastanza successo e ricevette varii premi nazionali ed internazionali. La storia è basata sul colpo di stato militare, che avvenne in Portogallo il 25 aprile del 1974. Nella notte tra il 24 ed il 25 aprile del 1974, la radio emette una canzone proibita: Grândola vila morena. Potrebbe essere un semplice atto d'insubordinazione da parte di un giornalista ribelle ma, in realtà, è uno dei segnali programmati del colpo di stato militare che cambierà completamente il volto del paese, soggetto alla dittatura dell' Estado Novo da quasi 50 anni, e il destino delle colonie portoghesi in Africa e in Timor Est. Al suono della voce del poeta e cantautore José Afonso, le truppe insorte occupano le caserme. A quasi tre ore all'alba, marciano verso Lisbona. A distanza di poco tempo dal triste evento militare in Cile, la Rivoluzione dei garofani si distingue per il carattere avventuriero, ma anche pacifico e lirico del suo svolgimento. Queste 24 ore di rivoluzione vengono vissute da tre personaggi principali : due capitani e una donna che è professoressa di letteratura e giornalista. Capitani d'aprile è il primo lungometraggio di Maria de Medeiros in veste di regista. In questo modo rende omaggio a quei giovani soldati che salvarono la sua patria da troppo tempo oppressa. - it.wikipedia

    Capitães de Abril é um filme realizado por Maria de Medeiros, em 2000. A sua estreia teve bastante sucesso e recebeu varios prémios nacionais e internacionais. A história é baseada num golpe de estado militar, que ocorreu em Portugal, a 25 de Abril de 1974. Na noite do 24 para o 25 de Abril de 1974, a rádio emite uma canção proibida : Grândola Vila Morena. Poderia apenas ter sido a insubmissão de um jornalista rebelde mas, na realidade, é um dos sinais programados do golpe de estado militar que vai transformar completamente o país, sujeito à ditadura do Estado Novo durante várias décadas, e o destino das colónias portuguesas em África e em Timor Leste. Ao som da voz do poeta e cantor José Afonso, as tropas insurgidas tomam os quartéis. Cerca das três horas da madrugada, marcham para Lisboa. Pouco depois do triste acontecimento militar no Chile, a Revolução dos Cravos distingue-se pelo carácter aventureiro, mas também pacífico e lírico do seu decorrer. Estas 24 horas de revolução são vividas por três personagens principais : dois capitães e uma mulher que é professora de literatura e jornalista. Capitães de Abril é a primeira longa metragem de Maria de Medeiros como realizadora. Ela presta deste modo homenagem a esses jovens soldados que salvaram a sua pátria desse demasiado tempo obscuro. - pt:wikipedia


    (il film non è più disponibile su youtube)

    CCG/AWS Staff - 27/6/2009 - 01:11


    BUON 1974 A TUTTI!

    Riccardo Venturi - 1/1/2018 - 23:32


    A HORA DA LIBERDADE

    5/5/2019 - 23:52


    Ho visto che si dice che "Capitani d'aprile" non è più su Youtube. Considerandolo una ottima rappresentazione da vari punti di vista, segnalo che è presente in due parti su Dailymotion: https://www.dailymotion.com/video/x7h3dyp

    RM - 15/8/2021 - 19:43


    Dopo Bella ciao, La Casa de Papel è pronta a rilanciare nel mondo un'altra bellissima canzone di liberazione dal fascismo.

    Lorenzo - 8/9/2021 - 00:16


    Grandolar

    Primo semestre 2013: come altri stati, il Portogallo si vede imporre dall’ “Unione Europea” una rigorosa politica di austerità. Durante le manifestazioni, si leggono spesso cartelli come questo: QUE SE LIXE A TROIKA! O POVO É QUEM MAIS ORDENA (“Che la Troika vada a farsi fottere! E’ il popolo che più comanda”). In una situazione di difficoltà e di lotta, ritorna Grândola vila morena.

    Nel febbraio del medesimo anno, l’allora primo ministro portoghese, Pedro Passos Coelho, leader del principale partito di destra del paese che si chiama, però, “Partito Socialdemocratico”, prende la parola in parlamento per illustrare le severe misure richieste dalla UE. Viene interrotto immediatamente da un discreto numero di deputati delle sinistre, che cantano in coro una certa canzone:



    Il primo ministro, in diretta TV, sorride nervoso mentre risuonano i versi di Grândola vila morena e la speaker del Parlamento tenta di ridargli la parola. Persino il ministro di destra deve riconoscere l’abilità dei protestatari e commenta: “Non si potrebbe essere interrotti in un modo migliore”. Il fatto si ripete anche in altre sedi, e nelle piazze.

    Da questo momento, la lingua portoghese si arricchisce di un neologismo: il verbo grandolar, dal significato: “impedire a un politico di parlare cantando Grândola vila morena”. O ministro X foi grandolado em Santarém ecc., “il ministro X è stato ‘grandolato’ a Santarém”.

    L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 19/4/2024 - 22:15


    @ Per il Non-Contributore non-Polacco
    To the Unpolish Uncontributor


    Ti ringraziamo non-molto per il tuo non-contributo a questa non-pagina con il non-video della non-versione non-polacca di non-Edyta Geppert; ma, come puoi non-vedere, c'era non-già.

    We thank you unvery unmuch for your noncontribution to this unpage with the nonvideo of the Unpolish unversion by Unedyta Ungeppert; but, as you can unsee, it was unalready in the unpage.

    Non-Riccardo Nonventuri - 29/4/2024 - 20:40


    Non mea culpa
    Not my fault

    29/4/2024 - 20:56


    Che lavorone la vostra ricostruzione sul filo della canzone, quanti ricordi.
    Sono andato in Portogallo nell estate del 1975 . In Angola a gennaio erano partiti gli accordi per l'indipendenza che sarebbe avvenuta in Novembre. Nell estate del 75 migliaia di portoghesi lasciarono l'Angola e rientrarono in Portogallo che per ospitarli requisi gli alberghi.
    Ci trovammo così in viaggio senza sapere dove dormire e i nostri letti furono i giardini pubblici i vagoni dei treni. In Alentejo di alberghi non ce ne erano proprio ovviamente la dittatura non promuoveva il turismo Dormimmo anche ai bordi di un cimitero dopo una serata di musica con Amalia Rodriguez. Ma che belle erano Alcobaca ,Batalia, Tomar le loro cattedrali i monasteri.
    Conoscemmo José che era scappato a Parigi per non fare il servizio militare che dura a 6 anni ed adesso era rientrato nel suo paese. Finalmente trovammo un letto per dormire. Fu davvero un viaggio indimenticabile in un paese povero ma liberato

    Paolo Rizzi - 4/5/2024 - 10:28


    La storia di questo colpo di stato è bellissima. Io io lo chiamo così perché tecnicamente fu un colpo di stato militare.

    Cosa curiosa... un regime fascista venne abbattuto da un colpo di stato militare coordinato attraverso la radio cattolica.. E questo ci dimostra due cose che quel regime era così degradato così ormai avulso dalla realtà che a deporlo sono gli stessi militari...

    Assai inprobabile che si potesse parlare di militari di sinistra in un paese come il Portogallo dopo 50 anni di dittatura.

    Erano arrivati al punto di cui anche i militari non ne potevano più di questi dittatura e si erano resi conto che il Portogallo doveva tornare nell'Europa nel novero dei paesi democratici.

    Marcello - 10/8/2024 - 02:52




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