Language   

The Wars O' Germany

Tannahill Weavers
Language: Scots


Tannahill Weavers

List of versions


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[1822]
Lyrics by William Motherwell
Testo di William Motherwell

Dall'album "Leaving St.Kilda" (1996)
From the LP "Leaving St. Kilda" (1996)

Testo ripreso da
Lyrics available at
Celtic Lyrics Corner

The Tannahill Weavers.
The Tannahill Weavers.
William Motherwell (1797-1835).
William Motherwell (1797-1835).




Pur essendo stata scritta da William Motherwell (il grande antiquario e giornalista scozzese che fu tra le principali fonti per Francis James Child con le sue raccolte di ballate tradizionali) nel 1822, The Wars O'Germany fu conosciuta soltanto nel 1862, quando fu inclusa da Robert Chambers in The Songs of Scotland Prior to Burns. La canzone sembra riandare al tempo della Guerra dei Sette Anni (che in realtà ne durò nove, dal 1754 al 1763), la quale vide le truppe britanniche impegnate perlopiù in territorio tedesco.
Wae be tae the orders that mairched my love awa'
And wae be tae the cruel cause that gars my tears doon fa'
Wae be tae the bluidy wars in High Germany
For they hae ta'en my love and left a broken heart tae me

The drums come sounding up the street before the screich o' day
And the wee, wee fifes played loud and shrill while yet the morn was gray
And the bonnie flags were a' unfurled, a gallant sicht tae see
But wae's me for my sodger lad that marched tae Germany

O' lang, lang is the traivel tae the bonnie pier o' Leith
And dreich it is tae gang wi' the snawdrift in the teeth
And oh the cauld wind froze the tear that gathered in ma e'e
When I gaed there tae see my love embark for Germany

Oh I looked o'er the braid blue sea as far as could be seen
The wee, wee sail upon the ship my sodger lad was in
But oh the wind blew cauld and snell and the ship sailed speedily
And the waves and cruel wars hae twined my winsome lad frae me

Wae be tae the orders that mairched my love awa'
And wae be tae the cruel cause that gars my tears doon fa'
Wae be tae the bluidy wars in High Germany
For they hae ta'en my love and left a broken heart tae me!

Contributed by Riccardo Venturi - 2005/6/24 - 23:27




Language: Scots

La versione abbreviata della ballata eseguita da Ian McIntosh:
THE WARS O' GERMANY

Wae be tae the order that mairched my love awa'
And wae be tae the cruel cause that gars my tears doon fa'
And wae be tae those bloody wars in High Germany
For they hae ta'en my love and left a broken hairt tae me

'Twas early in the mornin' afore the screech o' day
The wee wee fifes did loudly shrill while yet the morn was grey
The bonnie flags were a' unfurled, a gallant sight tae see
As I gaed there tae see my love embark for Germany

Lang, lang is the traivel tae the bonnie pier o' Leith
An' dreich it is tae gang wi' the snaw-drift in your teeth
And oh, the cauld wind froze the tears that gathered in ma e'e
As I gaed there tae see my love embark for Germany

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/9/19 - 14:17




Language: English

Una versione della ballata in inglese standard, da
The Mudcat Café
THE WARS OF GERMANY

Oh, woe be to the orders that marched my love away,
And woe be to the cruel cause that makes my tears downfall;
Oh, woe be to the cruel wars of high Germany
For they have ta'en my love and left a broken heart to me.

The drums beat In the morning before the screeck of day
And the wee, wee fifes played loud and shrill while yet the morn was gray;
And the bonnie flags were all unfurled, a gallant sight to see,
But woe's me to my soldier lad that's gone to Germany.

Oh, hard, hard is the travellin' to the bonnie pier o' Leith,
And sad it is to go there with the snowdrift in the teeth!
And oh! the cold wind froze the tears that gathered in my e'e,
When I went there to see my love embark for Germany.

I looked out o 'er the broad blue sea as could be seen,
A wee bit sail upon the ship my soldier lad was in,
But the wind was blowing sharp and cold and the ship sailed speedily ,
And the waves and cruel wars have twined my winsome love from me.

Contributed by Riccardo Venturi - 2005/11/13 - 12:50




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
19 settembre 2007
LE GUERRE TEDESCHE

Maledetti i comandi che hanno fatto marciare via il mio amore
Maledetto il malvagio motivo che mi fa sgorgare le lacrime
E maledette siano le guerre tedesche
Ché mi han portato via il mio amore spezzandomi il cuore

I tamburi suonano su per la strada prima del fare del giorno,
E le belle cornamuse suonavano forte che ancora era scuro in cielo
E le belle bandiere eran tutte spiegate, proprio belle da vedere
Ma me meschina per il mio ragazzo che è andato soldato in Germania

Oh, lungo, lungo è il viaggio fino al bel molo di Leith
E è triste marciare con la tormenta di neve nei denti
Oh, il vento freddo mi ha gelato le lacrime agli occhi
Mentre andavo a vedere il mio amore imbarcarsi per la Germania

Scrutai il vasto mare azzurro fin dove gli occhi poterono arrivare
Per veder la bella, bella vella della nave dove c'era il mio ragazzo soldato
Ma il vento soffiava freddo e forte, e la nave navigava veloce,
E le onde e le guerre crudeli mi hanno separata dal mio ragazzo

Maledetti i comandi che hanno fatto marciare via il mio amore
Maledetto il malvagio motivo che mi fa sgorgare le lacrime
E maledette siano le guerre tedesche
Ché mi han portato via il mio amore spezzandomi il cuore!

2007/9/19 - 14:27


Da un post di Riccardo Venturi sul newsgroup it.fan.musica.guccini del 20 maggio 2005

Luglio 1982. Pochi giorni dopo la vittoria dell'Italia al "mundial" spagnolo. A Firenze, in piazza Santa Croce, il Comune organizza una serie di concerti in piazza di quella che ancora non si chiamava spesso "musica etnica": quattro gruppi di ragazzotti da varie parti del mondo, coi loro strumenti, da varie parti del mondo. Un gruppo dal Senegal, o da qualche altro paese africano che non ricordo; un altro
dalla Bolivia; un altro ancora dal Messico e l'ultimo dalla Scozia. Si chiamano "Tannahill Weavers". Sembra che, poi, siano diventati piuttosto famosi. Almeno dalle loro parti.

Arrivano in piazza con gli strumenti, il palco è già montato e sono accompagnati da un congruo numero di bottiglie d'ogni cosa (tranne acqua, bleah; che orrore solo a nominarla). Del tutto casualmente, il qui presente, quasi diciannovenne, è impegnato in uno dei suoi consueti giri da solo, senza meta, tra il lusco e il brusco; i piedi lo portano giusto in piazza Santa Croce. Toh, un concerto; e, ancor più casualmente, tra la (scarsa) gente che sta per assistervi,
completamente aggràtisse, riconosce un amico e non se ne stupisce.

Anche lui appassionato di musica scozzese, bretone & di quelle lande; quello con cui, l'anno prima, era riuscito a penetrare al vecchio Teatro Apollo per il concerto di Alan Stivell. brandendo non si sa come un impianto di registrazione intero compresa un'asta da microfono
di due metri e mezzo. Non ci dissero nulla, in barba alla SIAE; ogni tanto Stivell stesso, dal palco, ridacchiava indicando l'asta piantata nel bel mezzo del corridoio centrale.

Stesso impianto e stessa asta.
I Tannahill Weavers attaccano a suonare e attacca pure la
registrazione. Rigorosamente su cassetta. Ma stavolta non siamo in un teatro; è una serata soffocante di luglio, e i ragazzotti scozzesi, mentre cantano le loro ballate, le loro poesie di Burns ("For a' that and a' that", "Tam O' Shanter", "Tam Lin", "The Deil's awa' wi' th'exciseman" -quella in cui il diavolo si porta via l'esattore delle
tasse) e altre cose, fanno passare fra la gente lattine di birra a iosa e bottiglie di whisky. Gentile omaggio dalla Scozia; il leader del gruppo, parlando in scozzese puro ("Someane says that my Enlglissssh is verrrry bàd. That's why I'm rrreally Scottissssh"...come fosse ieri), spiega simpatici giochini scozzesi (tipo rinchiudersi in sei in una stanza, ognuno con una bottiglia di whisky; tutti se la devono bere; uno esce dalla stanza e gli altri devono indovinare _chi_ è uscito) e canta, e suona.

Per la famosa legge fisica per la quale una bottiglia di qualcosa che non sia acqua è termodinamicamente e gravitazionalmente attratta verso il sottoscritto, dopo mezz'ora di concerto sono un còncio. Mi aggiro berciando canzoni, toccando culi e sbaciucchiando figliuole più
briache di me, e alla fine, mentre il mio serissimo amico (si chiama Luca; ma non è il Monducci) registra quasi professionalmente, i Tannahill Weavers, da un palco che oramai sembra trasformato in una discarica di spazzatura, chiamano il pubblico all'ultima canzone, e lo invitano a cantarne il ritornello tutti assieme. "Maybe...maybe we
could sing this last song all togetherrrrrrr" (lo scozzese, come avrete notato, insiste molto sulle "r"). E danno le istruzioni: "This is a song ca'd Jock Stewarrrrt, it's an Irrrish drinkin' song but it's widely sung in Scotland too. Here's the burrrrden:

So be easy and free
when you're drinkin' wi' me
I'm a man you won't meet every day."

E tutti a provare finché la cosa non sembra andare bene.

A quel punto, il sottoscritto decide di finire in bellezza la serata; oddio, "decide" è una parola grossa visto il suo stato alcolico comatoso; ma in ogni caso, brandendo una bottiglia vuota monta sul palco inciampando nei cavi e rovinando addosso al fiddler.
Immediatamente, come per miracolo (Dio non esiste, ma il whisky sì), si ritrova un'altra bottiglia in mano. Piena. E si attacca a cantare. Tutti insieme, sì. All togetherrrr.

Oh my name is Jock Stewart I'm a canny gun man
And a roving young fellow I've been...

Tutto ciò è ancora riprodotto fedelmente nella cassetta registrata dal mio amico Luca (sobrio, menomale); il casino, la musica, la gente che bercia, le manate delle baciate controvoglia (che poi ti ribaciavano dopo il primo round, ma tant'è), le fantasmagoriche "introduzioni" dei Tannahill Weavers, tutto. Peccato che non abbiano mai inventato qualcosa che, oltre ai suoni, possa riprodurre gli odori; perché vi avrebbe dovuto trasparire la puzza di ogni cosa che aleggiava in quell'angolo di Piazza Santa Croce. Dalla cassetta mi si sente bene, in quell'ultima canzone, mentre sul palco sto "cantando" con la bottiglia e sbracciandomi come un ossesso. Non mi ricordo dove ho finito la serata; se qualcuno mi ha riportato a casa, se me ne sono andato a dormire su una panchina, non so. Meglio così. Perché saperlo?

E una mattina di maggio, ventitré anni dopo, proprio ad uno che si firma "L'Astemio" cosa va a passare per la mente? Di aprire il newsgroup di Guccini e di postarvi quella canzone.
Strane cose!
Strane, e meravigliose.

2005/6/24 - 23:32


al concerto di Firenze dei Tannahill Weavers c'ero anch'io..

Cattia Salto - 2015/5/8 - 20:47


E io, Cattia, quella cassetta ce l'ho ancora. Cavolo, sono passati trentacinque anni...io ne avevo 19 ancora da compiere. Saluti cari!

Riccardo Venturi - 2015/5/8 - 21:36


Scusa ti leggo solo oggi, mi sembra di essere come Dante con l'uovo (ma io mi ricordavo fosse una querelle tra Leonardo e Michelangelo) del genere uno ti chiede "come ti piace mangiare l'uovo?" e l'altro dopo un anno a rincontrarsi risponde "con il sale". beh all'epoca io ne avevo 22, ma della serata non ricordo più niente evidentemente avevo bevuto molto più di te!!

cattia salto - 2016/8/14 - 23:29




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