Nella via deserta che porta all'equilibrio
uno sciame di briganti mi indica il cammino
tra i silenzi della notte
e i gemiti del mattino
un vecchio mi chiama con il mio nome
da bambino.
La sua faccia di gesso
la sua barba di neve
e i suoi occhi cantine di ricordi stagionati
pronti a scivolare su altri senza far male
Povera colomba sta toccando terra
da Baghdad a Kabul fino a Gibilterra
quanto è bella,quanto è bella, quanto è bella questa terra
con le bombe atomiche e gli aerei da guerra
Ho visto Mussolini uccidere innocenti
ho visto la sua fronte mentre digrignava i denti
e il suo corpo che pendeva nell'aria di vendetta
calpestato e derubato della sua anima in bolletta
E il vecchio Adolfo compagno di merende
affilare la follia con ossa di ebrei
più o meno brava gente ma per lui tutti rei
più o meno brava gente ma per lui tutti sporchi giudei
Ho sentito di ideali portati al massacro
nei campi di battaglia e nei templi del sacro
del povero Gesù, falegname nazareno
nato in una foglia tra un bue un somaro e il fieno
e morto santo anarchico su di una croce di veleno
povero uomo comune
povero virtuoso ribelle
che cercò tra gli uomini il segreto delle stelle
pagando senza sconti le tasse doganali
e le sue ferite sulle foto dei giornali
nella sezione scoop sensazionale
I ghigni caricati a salve dei vecchi falchi rossi
davanti alle loro vittime sempre più commossi
per strada o nei palazzi protetti dall'utopia
rispondevano rabbiosi alla democrazia
Così il signor Togliatti, Togliatti disperato
osannava repressioni con il metodo Pilato
Quanto sangue,quanto sangue da Budapest a Belgrado
nella notte,nella notti della rivoluzione cieca e del degrado
Le guerre dei dimenticati
In quello straccio nero
Solo sabbia del deserto
Tutto falso,niente vero
Niente nero su bianco
Solo bianco su nero
Niente nero su bianco
Solo bianco su nero
Le mie sono sono storie di un vecchio signore
che ha vissuto mari e monti ma una sola stagione
Ma ti dico amico mio, giovane esploratore
la storia è una puttana di lacrime e dolore
dove l'unico padrone fin dall'alba dei tempi
ha un viso di metallo, un'erma bifronte
e corre come il vento come un vento a motore
seminando al suo cammino morte, gioia e terrore
seminando al suo cammino un pugno di sale nel cuore.
uno sciame di briganti mi indica il cammino
tra i silenzi della notte
e i gemiti del mattino
un vecchio mi chiama con il mio nome
da bambino.
La sua faccia di gesso
la sua barba di neve
e i suoi occhi cantine di ricordi stagionati
pronti a scivolare su altri senza far male
Povera colomba sta toccando terra
da Baghdad a Kabul fino a Gibilterra
quanto è bella,quanto è bella, quanto è bella questa terra
con le bombe atomiche e gli aerei da guerra
Ho visto Mussolini uccidere innocenti
ho visto la sua fronte mentre digrignava i denti
e il suo corpo che pendeva nell'aria di vendetta
calpestato e derubato della sua anima in bolletta
E il vecchio Adolfo compagno di merende
affilare la follia con ossa di ebrei
più o meno brava gente ma per lui tutti rei
più o meno brava gente ma per lui tutti sporchi giudei
Ho sentito di ideali portati al massacro
nei campi di battaglia e nei templi del sacro
del povero Gesù, falegname nazareno
nato in una foglia tra un bue un somaro e il fieno
e morto santo anarchico su di una croce di veleno
povero uomo comune
povero virtuoso ribelle
che cercò tra gli uomini il segreto delle stelle
pagando senza sconti le tasse doganali
e le sue ferite sulle foto dei giornali
nella sezione scoop sensazionale
I ghigni caricati a salve dei vecchi falchi rossi
davanti alle loro vittime sempre più commossi
per strada o nei palazzi protetti dall'utopia
rispondevano rabbiosi alla democrazia
Così il signor Togliatti, Togliatti disperato
osannava repressioni con il metodo Pilato
Quanto sangue,quanto sangue da Budapest a Belgrado
nella notte,nella notti della rivoluzione cieca e del degrado
Le guerre dei dimenticati
In quello straccio nero
Solo sabbia del deserto
Tutto falso,niente vero
Niente nero su bianco
Solo bianco su nero
Niente nero su bianco
Solo bianco su nero
Le mie sono sono storie di un vecchio signore
che ha vissuto mari e monti ma una sola stagione
Ma ti dico amico mio, giovane esploratore
la storia è una puttana di lacrime e dolore
dove l'unico padrone fin dall'alba dei tempi
ha un viso di metallo, un'erma bifronte
e corre come il vento come un vento a motore
seminando al suo cammino morte, gioia e terrore
seminando al suo cammino un pugno di sale nel cuore.
Contributed by michèl - 2005/5/25 - 19:40
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È un punto di vista circa i grandi drammi dell'umanità, spesso passati sotto occhi bendati e acritici.