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Pare

Joan Manuel Serrat
Lingua: Catalano


Joan Manuel Serrat

Lista delle versioni e commenti


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(Pablo Milanés)
Feu l'amor i no la guerra
(La Trinca)
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(Daria A. Marmaluk-Hajioannou)


[1973]
Testo e musica: Joan Manuel Serrat
Lyrics and music: Joan Manuel Serrat
Paroles et musique: Joan Manuel Serrat
Album "Per al meu amic"

Per al meu amic
2002: La marea nera sulle spiagge della Galizia, in seguito all'affondamento della petroliera "Prestige"
2002: La marea nera sulle spiagge della Galizia, in seguito all'affondamento della petroliera "Prestige"


Pare
digueu-me què
li han fet al riu
que ja no canta.
Rellisca
com un barb
mort sota un pam
d'escuma blanca.

Pare
que el riu ja no és el riu.
Pare
abans que torni l'estiu
amagui tot el que és viu.

Pare
digueu-me què
li han fet al bosc
que no hi ha arbres.
A l'hivern
no tindrem foc
ni a l'estiu lloc
per aturar-se.

Pare
que el bosc ja no és el bosc.
Pare
abans de que no es faci fosc
ompliu de vida el rebost.

Sense llenya i sense peixos, pare,
ens caldrà cremar la barca,
llaurar el blat entre les enrunes, pare
i tancar amb tres panys la casa
i deia vostè...

Pare
si no hi ha pins
no es fan pinyons
ni cucs, ni ocells.

Pare
on no hi ha flors
no es fan abelles,
cera, ni mel.

Pare
que el camp ja no és el camp.
Pare
demà del cel plourà sang.
El vent ho canta plorant.

Pare
ja són aquí...
Monstres de carn
amb cucs de ferro.

Pare
no, no tingueu por,
i digueu que no,
que jo us espero.

Pare
que estan matant la terra.
Pare
deixeu de plorar
que ens han declarat la guerra.

inviata da Alessandro - 2/11/2009 - 13:23




Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Sergio Secondiano Sacchi

Tratta dal volume Multifilter – Mito e memoria del padre nella canzone, a cura di Sergio Secondiano Sacchi, Edizioni squi[libri], Roma 2017 (p. 71). Nei due CD allegati al libro, la canzone è interpretata dalla cantante catalana Rusó Sala nell'originale; la traduzione di Sergio è qui “di servizio”. Il breve scritto di Carlo Petrini che la presenta è riportato qui nell'introduzione alla canzone. [RV]
PADRE

Padre, dimmi cosa hanno fatto al fiume
che più non canta.
Scivola come un barbo morto
sotto una spanna
di schiuma bianca.

Padre, il fiume non è più il fiume
padre, prima che torni l'estate
nascondi tutto ciò che è vivo.

Padre, dimmi cosa hanno fatto al bosco,
ché non ci sono alberi.
D'inverno non avremo fuoco
né in estate
un luogo dove fermarci.

Padre, il bosco non è più bosco,
padre, prima che si faccia scuro
riempi di vita la dispensa.

Senza legna e senza pesci, padre
ci toccherà bruciare la barca
lavorare il grano tra le rovine, padre
e chiudere con tre mandate la casa
e voi dicevate...

Padre, senza pini non si fanno pigne
né vermi, né uccelli.
Padre, senza fiori non si fanno alveari,
cera né miele.

Padre, il campo non è campo.
Padre, domani dal cielo pioverà sangue
il vento lo canta piangendo.
Padre, sono già quiu
mostri di carne con vermi di ferro.
Padre no, non avere paura
e di' no, che io lo aspetto
Padre, stanno ammazzando la terra
ché ci hanno dichiarato guerra.

inviata da Riccardo Venturi - 29/3/2018 - 07:58




Lingua: Spagnolo

Traduzione spagnola dal blog di Gustavo Sierra Fernández
PADRE

Padre,
decidme qué le han hecho al río
que ya no canta.
Resbala
como un barbo
muerto sobre un palmo
de espuma blanca.

Padre, que el río ya no es el río.
Padre, antes de que vuelva el verano,
esconda todo lo que está vivo.

Padre,
decidme que le han hecho al bosque,
que ya no hay árboles.
En el invierno
no tendremos fuego,
ni en el verano lugar
para detenerse.

Padre, que el bosque ya no es el bosque.
Padre,
antes de que se haga oscuro
llenad de vida la despensa.

Sin leña y sin peces, padre,
tendremos que quemar la barca,
segar el trigo entre las ruinas, padre,
y cerrar con tres cerrojos la casa
y decía usted...

Padre,
si no hay pinos
no se hacen piñones
ni gusanos ni pájaros.

Padre,
donde no hay flores
no hacen las abejas,
cera ni miel.

Padre,
que el campo
ya no es el campo.
Padre,
mañana del cielo lloverá sangre,
el viento lo canta llorando.

Padre,
ya están aquí...
Monstruos de carne
con gusanos de hierro.

Padre,
no, no tengáis miedo,
y decid que no,
que yo os espero.

Padre,
que están matando la tierra.
Padre,
dejad de llorar,
que nos han declarado la guerra.

inviata da Alessandro - 2/11/2009 - 13:28




Lingua: Inglese

English Version by Gustavo Sierra Fernández
FATHER

Father,
tell me what have they done to the river
that it’s not singing.
It slips
like a barbel
dead upon an inch
of white foam.

Father,
the river is not the river anymore.
Father,
before the summer comes back
hide everything that is living.

Father,
tell me what
have they done to the forest
for there is no trees.
In winter
we’ll have no fire
neither in summer a place
to stop by.

Father,
the forest is not the forest anymore.
Father,
before it gets dark
fill with life the pantry.

Without wood and without fishes, father,
we’ll must burn the boat,
mow the wheat between the ruins, father,
and close the house with three bolts
and you were saying…

Father,
if there’s no pines
pinions won’t be made
nor worms, nor birds.

Father,
where there’s no flowers
are not made bees,
beeswax, nor honey.

Father,
the camp is not the camp anymore.
Father,
tomorrow from the sky shall rain blood.
Crying the wind is singing it.

Father,
they are already here…
Monsters of flesh
with iron worms.

Father
no, don’t be afraid,
and say no,
for I await you.

Father,
they are killing the earth.
Father,
stop crying
for they have declared us war.

6/5/2012 - 15:00


Senza colpevoli il più grande disastro ambientale europeo: il naufragio della petroliera che 11 anni fa riversò sulle coste di Spagna, Francia e Portogallo 63mila tonnellate di greggio. Il comandante, oggi 78enne, condannato a nove mesi per essersi rifiutato di far rimorchiare la nave: non li sconterà per limiti di età.

Gli ecologisti hanno contestato l'assenza sul banco degli imputati dei responsabili politici dell'epoca. In particolare dell'attuale premier, Mariano Rajoy, nel 2002 numero due dell'esecutivo, che tentò di minimizzare l'impatto ambientale del naufragio della Prestige. Rajoy si rifiutò di parlare di "marea nera", preferendo riferirsi a "filamenti simili a pasta da modellare" per descrivere l'ammasso oleoso, scuro e vischioso, che per molte settimane continuò a riversarsi sulle coste.

Dopo il verdetto, Greenpeace ha denunciato "l'impunità" concessa al governo spagnolo. Secondo l'ong si "dà carta bianca all'industria petrolifera per mettere a rischio l'ambiente e i cittadini", mentre le decisioni adottate all'epoca dall'esecutivo di Madrid sono state macchiate da "gravi errori" e "le informazioni diffuse dalle autorità sono state insufficienti e a volte false".

Repubblica

13/11/2013 - 21:53




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