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El pueblo no olvidará

Imanol
Lingue: Spagnolo, Basco


Imanol

Lista delle versioni e commenti


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[1976]
Album "Herriak ez du barkatuko", con il gruppo francese Gwendal.
Imanol Herriak ez du barkatuko

Scritta durante il suo esilio in Francia, questa canzone di Imanol parla della repressione del regime franchista, particolarmente dura nelle provincie basche dove forte era la resistenza armata rappresentata soprattutto dall'ETA, quando ancora era un'organizzazione di resistenza antifascista...
Come Al Alba di Luis Eduardo Aute, anche questa canzone nacque subito dopo quel terribile 27 settembre 1975 quando Franco, ormai prossimo all fine, fece fucilare tre militanti del FRAP e due dell'ETA, le ultime vittime del regime...

[Non che io conosca il basco ma, da una sommaria ricerca su Google, mi sono fatto l'idea che la frase "Herriak ez du barkatuko" debba tradursi con "El pueblo no lo perdonará" piuttosto che con "El pueblo no olvidará"...]
El pueblo no olvidará.
Herriak ez du barkatuko.

Del caliente recuerdo
de la libertad
que se le ha negado
en interminables jornadas
de lucha y de trabajo
tan en miseria pagándoselas.

El pueblo no olvidará.
Herriak ez du barkatuko.

De aquellos sus muertos,
ni tampoco de estos,
sus vivos que mueren
por la explotación.
Muerte a muerte
tan viva esta como su recuerdo.

El pueblo no olvidará.
Herriak ez du barkatuko.

Poder cantar sin quejarse,
de no poder hablar sin tener que callarse,
de no poder olvidar, si no acordase,
de no poder olvidar, si no vengase.

El pueblo no olvidará.
Herriak ez du barkatuko.

El pueblo no olvidará Carmona. 1)
El pueblo no olvidará Eibar. 2)
El pueblo no olvidará Erandio. 3)
Herriak ez ditu Donostiko hilketak ahaztuko.
El pueblo no olvidará El Ferrol. 4)
El pueblo no olvidará San Adrián del Besos. 5)
Herriak, herriak ez du Otaegi ahaztuko.
El pueblo vengará a Otaegi. 6)
El pueblo no olvidará a Baena.
El pueblo vengará a Baena. 7)
Herriak ez du Txiki ahaztuko.
El pueblo vengará a Txiki. 8)
El pueblo no olvidará.
1) Carmona – posso sbagliarmi ma il riferimento potrebbe essere all’assassinio di Blas Infante, il “padre della patria” per gli andalusi, avvenuto per mano dei falangisti che lo fucilarono sulla strada per Carmona l’11 agosto del 1936. Più probabilmente, però, come precisa Flavio Poltronieri, il riferimento è alla grande manifestazione tenutasi a Carmona nel 1974 con 30.000 persone, nel corso della quale la popolazione reclamava...acqua. Come altre volte, la guardia civile sparò "in aria", uccidendo Miguel Roldan in mezzo alla strada. Il resoconto dell'evento si può ascoltare nella canzone mozzafiato "Carmona" composta e interpretata da Elisa Serna con lo pseudonimo di Maria Burruca.

2) Éibar è una cittadina nei Paesi Baschi che durante la guerra civile fu completamente rasa al suolo dai falangisti.

3) Erandio è un municipio nei pressi di Bilbao, nei Paesi Baschi. E’ una città industriale, c’è anche un grosso quartiere operaio chiamato Astrabudua…
Alla fine degli anni 60 la industrializzazione selvaggia dell’area produsse un inquinamento così forte che l’aria si fece irrespirabile. Allora la gente cominciò a protestare, chiedendo che le imprese responsabili fossero fermate e punite. Le manifestazioni si susseguirono per tutto settembre e ottobre del 1969. Poi, il 29 ottobre, polizia e guardia civil caricarono la folla sparando: Josu Murueta e Antón Fernández rimasero uccisi, decine furono i feriti…

4) El Ferrol – Il 10 marzo 1972, presso i cantieri navali Bazán a Ferrol – paese natale di Francisco Franco - la polizia sparò sugli operai in sciopero contro la serrata della fabbrica: Amador e Daniel (Amador Rei Rodríguez e Daniel Niebla García), rimasero uccisi.

5) San Adrián del Besos è un sobborgo industriale di Barcellona. Oltre ad essere stata completamente rasa al suolo dai falangisti nel 1938, nei primi anni 70 la città fu teatro di frequenti scioperi delle maestranza operaie che si battevano per il riconoscimento delle 40 ore lavorative settimanali al posto delle 56 che facevano. Durante una di queste manifestazioni, il 2 aprile del 1973, la polizia sparò uccidendo l’operaio Manuel Fernandez Marquez.

6) Ángel Otaegi, detto Cara Quemada, militante dell’ETA, fucilato nella prigione di Burgos il 27 settembre 1975.

7) Baena...
Nel luglio del 1936 i falangisti posero in essere il colpo di stato contro il legittimo governo democratico della Segunda República.
Anche a Baena, una cittadina andalusa nella provincia di Cordoba, alla fine di luglio del 1936 i falangisti capeggiati dal tenente Pascual Sánchez Ramírez cercarono di prendere il controllo del municipio ma incontrarono una forte resistenza armata da parte dei militanti anarchici e del Frente Popular... Poi arrivò una colonna di militari golpisti al comando del colonnello Sáenz de Buruaga e i fascisti ebbero la meglio e si abbandonarono ad una vera e propria mattanza indiscriminata trucidando tra le 700 e le 1500 persone, militanti, operai, contadini o semplicemente gente che aveva avuto la sfortuna di essere rimasta intrappolata lì dall'infuriare della battaglia...
(fonte: es.wikipedia)

8) Juan Paredes Manot, detto Txiki, militante dell’ETA, fucilato a Barcellona il 27 settembre 1975.

inviata da Alessandro - 28/10/2009 - 13:47




Lingua: Inglese

Mi traducción al inglés, probablemente no demasiado buena. Entre corchetes he puesto la traducción de los versos en vasco.
PEOPLE SHALL NOT FORGET!


People shall not forget!
[People shall not forgive!]

Of the warm memory
of freedom,
which have been denied to them
in endless struggle and work
days,
paid in such misery.

People shall not forget!
[People shall not forgive!]

Of those their dead ones,
nor of these,
their live ones that die
by the exploitation.
Dead by dead
as alive as their memory.

People shall not forget!
[People shall not forgive!]

To be able to sing without complaining,
of cannot talk without having of shut up,
of cannot forget, but remember,
of cannot forget, but take revenge.

People shall not forget!
[People shall not forgive!]

People shall not forget Carmona.
People shall not forget Eibar.
People shall not forget Erandio.
[People shall not forget San Sebastian’s deads]
People shall not forget El Ferrol.
People shall not forget San Adrián del Besós
[People, people shall not forget Otaegi.]
People shall revenge Otaegi.
People shall not forget Baena.
[People shall not forget Txiki]
People shall revenge Txiki.
People shall not forget.

inviata da Gustavo Sierra Fernández - 12/12/2011 - 02:33




Lingua: Italiano

Versione italiana di Flavio Poltronieri

Vorrei precisare che nel mese di agosto del 1974, si è tenuta a CARMONA una grande manifestazione con 30.000 persone, nel corso della quale la popolazione reclamava...acqua. Come altre volte, la guardia civile sparò "in aria", uccidendo Miguel Roldan in mezzo alla strada. Il resoconto dell'evento si può ascoltare nella canzone mozzafiato "Carmona" composta e interpretata da Elisa Serna con lo pseudonimo di Maria Burruca.
Flavio Poltronieri
IL POPOLO NON DIMENTICHERÀ!

Nè il ricordo bruciante
della libertà
che gli è stata rifiutata
nè queste giornate interminabili
di lotta e di lavoro
con la miseria per saldo del conto.

Il popolo non dimenticherà!

Nè tutti i suoi morti
nè i suoi vivi
che muoiono a loro volta
sotto lo sfruttamento.
Morti strettamente unite
altrettanto vive che il ricordo.

Il popolo non dimenticherà!

Che non può cantare senza lamentarsi,
che non può parlare senza dover tacere,
che non può dimenticare, ma ricordarsi,
che non può dimenticare, ma vendicarsi.

Il popolo non dimenticherà!

Il popolo non dimenticherà Carmona!
Il popolo non dimenticherà Eibar!
Il popolo non dimenticherà Erandio!
La città di San Sebastian non ha dimenticato gli assassinii!
Il popolo non dimenticherà El Ferrol!
Il popolo non dimenticherà San Adriàn del Besos!
Il popolo non dimenticherà!
Il popolo non dimenticherà!
Il popolo non ha dimenticato Otaegi!
Il popolo vendicherà Otaegi!
Il popolo non dimenticherà Baena!
Il popolo vendicherà Baena!
Il popolo vendicherà Txiki!
Il popolo non dimenticherà Txiki!
Il popolo non dimenticherà!

inviata da Flavio Poltronieri - 26/11/2013 - 11:39




Lingua: Finlandese

Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
KANSA EI UNOHDA

Kansa ei unohda.
Kansa ei anna anteeksi.

Lämmintä muistoa
vapauden,
joka siltä on kielletty
ainaisen taistelun ja raadannan
päivinä
ja jonka hintana on tämä kurjuus.

Kansa ei unohda.
Kansa ei anna anteeksi.

Kuolleitaan
eikä niitä eläviään,
jotka kuolevat
riiston vuoksi.
Kuollut kuolleesta,
yhtä elävänä kuin muistonsa.

Kansa ei unohda.
Kansa ei anna anteeksi.

Että voi laulaa valittamatta,
puhua vaikenematta,
että ei unohda vaan muistaa,
että ei unohda vaan kostaa.

Kansa ei unohda.
Kansa ei anna anteeksi.

Kansa ei unohda: Carmona. 1)
Kansa ei unohda: Eibar. 2)
Kansa ei unohda: Erandio. 3)
Kansa ei unohda: San Sebastiánin kuolleet. 4)
Kansa ei unohda: El Ferrol. 5)
Kansa ei unohda: San Adrián del Besós. 6)
Kansa, kansa ei unohda: Otaegi. 7)
Kansa kostaa: Otaegi.
Kansa ei unohda: Baena. 8)
Kansa ei unohda: Txiki. 9)
Kansa kostaa: Txiki.
Kansa ei unohda.
1) Viittaa Blas Infante Pérez de Vargasiin, andalusialaiseen nationalistiin, jonka Francon falangistit murhasivat Sevillan ja Carmonan välisellä maantiellä elokuussa 1936.

2) Pikkukaupunki, joka sijaitsee Espanjan Baskimaassa ja jonka falangistit tuhosivat sisällissodan aikana.

3) Bilbaon liepeillä Espanjan Baskimaassa sijaitseva kunta, missä kymmeniä mielenosoittajia sai surmansa armeijan ja poliisin tulituksessa lokakuussa 1969.

4) San Sebastián, baskiksi Donostia, on Biskajan maakunnassa Espanjan Baskimaassa sijaitseva kaupunki, jonka Francon joukot valtasivat loppuvuodesta 1936. Valtausta seuranneen miehityksen aikana yli tuhat tasavaltalaista teloitettiin ja kymmenet tuhannet joutuivat pakenemaan kaupungista.

5) Diktaattori Francon syntymäkaupunki, missä kaksi mielenosoittajaa kuoli ja yli 40 haavoittui poliisin tulituksessa maaliskussa 1972.

6) Barcelonan talousalueella sijaitseva kaupunki, jonka falangistit tuhosivat vuonna 1938 ja missä poliisit avasivat tulen parempia työoloja vaatineita mielenosoittajia vastaan huhtikuussa 1973.

7) Ángel Otaegi Exteberria oli baskilaisen ETA-järjestön vapaustaistelija, joka teloitettiin Burgosin vankilassa syyskuussa 1975 vain kaksi kuukautta ennen diktaattori Francon kuolemaa.

8) Córdoban maakunnassa Andalusiassa sjaitseva kaupunki, jossa sisällissodan alkuvaiheessa murhattiin ainakin 700, joidenkin lähteiden mukaan jopa 2 000 tasavaltalaista eversti Eduardo Sáenz de Buruagan johtamassa verilöylyssä.

9) Juan Paredes Manot, vrt. alaviite 7.

inviata da Juha Rämö - 23/10/2016 - 15:59


...vorrei segnalare che i GWENDAL erano (e sono, anche se oggi i suoni non hanno niente a che vedere con quelli del passato) un gruppo francese, nessuno dei loro componenti era bretone, nè la musica (assolutamente straordinaria) che facevano si poteva ascrivere a quell'area geografica, l'unica cosa che li accumunava a quel genere musicale è l'avere arrangiato un paio di an dro nei primi due loro dischi, ma la cosa è irrilevante in quanto hanno anche suonato reggae, gighe, be bop...(con la medesima grazia)

Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 23/2/2014 - 16:17


Os pongo unas notas sobre los sucesos de los que habla Imanol en esta canción:
Carmona es un municipio de Sevilla. Allí, en 1974, los vecinos hicieron una marcha de protesta para pedir agua, pero la Guardia Civil la disolvió a disparos. Hubo varios heridos de bala y un muerto: Miguel Roldán. Otra canción de Elisa Serna, "Agüita pa beber", habla de este hecho.

En Éibar hubo dos sucesos de los que puede hablar Imanol. El primero ocurrió en 1970, cuando el joven Roberto Pérez fue asesinado por un policía de paisano (probablemente uno de la Brigada Político-social) en una manifestación contra el infame Proceso de Burgos. El otro fue el asesinato en 1976 de Roberto Soliño cuando salía del III Certamen de la Canción Vasca de una discoteca.

Sobre Donostia/ San Sebastián sólo he encontrado el asesinato en los cuarteles de la Guardia Civil de Koldo Arriola, apresado por cantar canciones nacionalistas vascas junto a sus amigos. Pero Imanol habla de varios muertos (hilketak)...

Y, finalmente (porque lo demás es correcto y está bien), Baena. Pienso que no se trata de la localidad, sino de Xosé (José en gallego) Humberto Baena, miembro del FRAP, que fue uno de los 5 fusilados en Septiembre de 1975.

En esta página hay una relación interesante, dolorosa e indignante de víctimas del fascismo en España desde los años 50 hasta los 80.

Gustavo Sierra Fernández - 12/12/2011 - 02:29


27 settembre, sabato, come 39 anni fa.

L.L. - 27/9/2014 - 10:35


Per Alessandro/Bartleby, rispondendo alla vecchia questione espressa nell'introduzione a questa canzone. L'idea che ti eri fatto è giustissima: la frase "herriak ez du barkatuko" significa proprio "Il popolo non (lo) perdonerà" (e qui mi rivolgo anche a chi, poi, ha tradotto la canzone). Il verbo basco "barkatu" è un antichissimo prestito, come tanti altri, dal latino "parcere", perdonare (cfr. "parce sepultis", perdona ai sepolti, ai morti). Il basco, pur non essendo neppure una lingua indoeuropea, è infarcito di prestiti latini molto antichi, come ad esempio "bake", pace (< pacem) o "errege", re (< regem). Si hanno casi in cui il basco conserva termini latini scomparsi invece dalle lingue neolatine, come "atxuri", capretto (< lat. haediolum).
Agur! (< lat. augurium).

Riccardo Venturi - 27/9/2014 - 17:39


Cari Amici tutti, vorrei precisare che il disco si intitola
"herriak ez du barkatuko!": è un'affermazione del caro compianto Imanol ed essendo uno degli innumerevoli capolavori licenziati dalla "Le Chant du Monde" reca come sottotitolo "Le Peuple Ne Pardonnera Pas!" che conferma le affermazioni di Alessandro e Riccardo. Tuttavia, non esiste una canzone all'interno dell'LP che rechi quel titolo. Si trova invece il brano in questione dal titolo in spagnolo "El Pueblo no olvidará" (tradotto a fianco anche in francese "Le Peuple n'oubliera pas") che sia Gustavo Sierra Fernández che il sottoscritto hanno tradotto rispettivamente con "People shall not forget!" e "Il popolo non dimenticherà!". Credo quindi si sia trattato di un semplice equivoco che spero questa mia precisazione servirà a dissipare.

Flavio Poltronieri

Flavio Poltronieri - 27/9/2014 - 18:18


Gianni Sartori - 26/9/2020 - 16:13




27 settembre 1975- 27 settembre 2021
NON DIMENTICARE, MAI!

GS

Gianni Sartori - 27/9/2021 - 10:33


AGUR ETA OHORE, AMA


IL 22 LUGLIO LA MAMMA DEL TXIKI LO HA RAGGIUNTO, ENTRAMBI LIBERI ALLA FINE


GIANNI SARTORI

L'anno prossimo saranno cinquant'anni. Il 27 settembre 1975 veniva fucilato davanti al cimitero di Cerdanyola(Catalunya) Juan Paredes Manot conosciuto come “Txiki”. In questi giorni, il 22 luglio, anche sua madre Antonia María Manot se n'è andata. Dopo aver portato con grande dignità il peso di un dolore incommensurabile per 49 anni.



Recentemente il giornale basco Naiz aveva ricordato un episodio allucinante (o semplicemente grottesco, comunque ingiustificabile) risalente al 27 settembre 2009 quando i militi dell'Ertzaintza (la polizia “autonoma” basca) erano penetrati in forze nel cimitero di Zarautz in cerca di non meglio precisati “terroristi”. Incontrando soltanto le facce perplesse prima ancora che indignate della mamma del Txiki, dei suoi fratelli e di tanti altri parenti e amici che con una cerimonia funebre volevano ricordare il coraggioso, giovanissimo combattente basco assassinato dall'ormai agonizzante regime franchista.



Dovendo comunque giustificare la loro inopportune presenza, se la presero con le bandiere basche (l'ikurrina) che ricoprivano la tomba. Pretendendo inoltre la sospensione della mesta cerimonia (“ordini da Madrid” si giustificarono).



Sempre il 27 settembre 1975 un altro basco, Angel Otaegi, veniva fucilato nel carcere di Villalón. Così come tre esponenti del FRAP (Xosé Humberto Baena, Ramon García Sanz e José Luis Sánchez Bravo) a Hoyo de Manzanares.



Da più parti si interpretò la decisione di fucilarli (in alternativa all'ignobile garrota) come un gesto di estrema magnanimità da parte del boia Franco.



E in effetti lo stesso Txiki avrebbe chiesto, tramite i suoi avvocati Marc Palmés (1943-2005) e MagdaOranich, di venir fucilato. Ma in realtà le cose sarebbero andate diversamente. Il dittatore pretendeva che le cinque esecuzioni avvenissero nel medesimo giorno (per ragioni evidenti di “spettacolarizzazione), ma aveva a disposizione soltanto due boia patentati (uno dei quali, Antonio López Sierra, l'anno prima aveva giustiziato l'anarchico catalano Salvador Puig Antich).



Mentre evidentemente nei ranghi della Guardia Civil non mancavano i volontari disponibili per fucilare due etarra e tre comunisti.



Conoscevo bene il cimitero di Zarautz e la tomba del Txiki avendoli visitati insieme al fratello Mikel (quello che aveva assistito all'infame fucilazione, quando sul giovane basco venne praticato un impietoso tiro a segno prolungandone l'agonia). In precedenza l'avevo cercato anche a Cerdanyola, ma come ho già raccontato ero arrivato tardi. “I baschi sono venuti a riprenderselo” mi aveva spiegato un anziano antifascista del luogo.



Per maggiori informazioni vedi:



https://centrostudidialogo.com/2020/09...



E ora sua madre lo ha finalmente raggiunto.



Aveva perso un figlio (“mi Jon” lo chiamava affettuosamente ogni qualvolta lo ricordava), ma in qualche modo ne aveva acquistati tanti altri nel Paese basco:



”Perdí un hijo, pero gané mucho en Euskadi”.



E infatti:



“...desde entonces, muchos jóvenes me llaman ‘ama’ por la calle”



Alla notizia fatalmente ho ripensato ad altri genitori di militanti uccisi che ho conosciuto: Peggy e Jim O'Hara (genitori di Patsy O'Hara), Giuliano e Haidi Giuliani (genitori di Carlo Giuliani), Ernesto Guevara Lynch (il padre del CHE)...



Duro destino il loro. Sopravvivere alla morte del figlio mantenendo il ricordo e alimentando gli ideali per cui aveva lottato.



Antonia María Manot era partita tanto tempo fa, carica di speranze, da Zalamea de la Serena (dove era nata nel 1928) nell'Estremadura per raggiungere nel 1962 la costa dell'Atlantico, conquistare una vita degna per sé e per i figli al prezzo di tanti sacrifici. Ed è sicuramente alquanto significativo che un figlio di proletari immigrati sia diventato in qualche modo l'eroe nazionale di Euskal Herria (senza esagerare potremmo definirlo il CHE Guevara basco).



Così che da quel giorno infausto del 1975, la sinistra abertzale celebra il Gudari Eguna (“Giorno del combattente”) il 27 settembre. Rompendo con la tradizione precedente del PNV che lo celebrava il 28 ottobre (fucilazione di 42 gudari nel 1937 a Santona durante la Guerra Civile).



Gianni Sartori

Gianni Sartori - 29/7/2024 - 17:42




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