Tu vois rien n'a vraiment changé
Depuis que tu nous a quitté
Les cons n'arrêtent pas de voler
Les autres de les regarder
Si l'autre jour on a bien ri
Il paraît que " Le déserteur "
Est un des grands succès de l'heure
Quand c'est chanté par Anthony
Pauvre Boris
Voilà quinze ans qu'en Indochine
La France se déshonorait
Et l'on te traitait de vermine
De dire que tu n'irais jamais
Si tu les vois sur leurs guitares
Ajuster tes petits couplets
Avec quinze années de retard
Ce que tu dois en rigoler
Pauvre Boris
Ils vont chercher en Amérique
La mode qui fait des dollars
Un jour ils chantent des cantiques
Et l'autre des refrains à boire
Et quand ça marche avec Dylan
Chacun a son petit Vietnam
Chacun son nègre dont les os
Lui déchirent le cœur et la peau
Pauvre Boris
On va quitter ces pauvres mecs
Pour faire une java d'enfer
Manger la cervelle d'un évêque
Avec le foie d'un militaire
Faire sauter à la dynamite
La bourse avec le Panthéon
Pour voir si ça tuera les mythes
Qui nous dévorent tout du long
Pauvre Boris
Tu vois rien n'a vraiment changé
Depuis que tu nous a quittés
Depuis que tu nous a quitté
Les cons n'arrêtent pas de voler
Les autres de les regarder
Si l'autre jour on a bien ri
Il paraît que " Le déserteur "
Est un des grands succès de l'heure
Quand c'est chanté par Anthony
Pauvre Boris
Voilà quinze ans qu'en Indochine
La France se déshonorait
Et l'on te traitait de vermine
De dire que tu n'irais jamais
Si tu les vois sur leurs guitares
Ajuster tes petits couplets
Avec quinze années de retard
Ce que tu dois en rigoler
Pauvre Boris
Ils vont chercher en Amérique
La mode qui fait des dollars
Un jour ils chantent des cantiques
Et l'autre des refrains à boire
Et quand ça marche avec Dylan
Chacun a son petit Vietnam
Chacun son nègre dont les os
Lui déchirent le cœur et la peau
Pauvre Boris
On va quitter ces pauvres mecs
Pour faire une java d'enfer
Manger la cervelle d'un évêque
Avec le foie d'un militaire
Faire sauter à la dynamite
La bourse avec le Panthéon
Pour voir si ça tuera les mythes
Qui nous dévorent tout du long
Pauvre Boris
Tu vois rien n'a vraiment changé
Depuis que tu nous a quittés
Contributed by Riccardo Venturi - 2004/11/20 - 12:44
Language: Italian
Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
POVERO BORIS
Vedi, nulla è davvero cambiato
da quando ci hai lasciati
gli stronzi non la smettono di rubare
e gli altri di stare a guardarli.
Sì, l'altro giorno abbiamo proprio riso,
sembra che "Il Disertore"
sia uno dei grandi successi del momento
quando lo canta Richard Anthony
povero Boris
Quindici anni fa, in Indocina,
la Francia perdeva il suo onore
e ti trattavano da canaglia
perché dicevi che non ci saresti mai andato.
Se tu li vedessi ora con le loro chitarre
aggiustare le tue strofette
con quindici anni di ritardo
ti divertiresti un sacco
povero Boris
Vanno a cercare in America
la moda che fa fare i dollari
un giorno cantano dei cantici
e l'altro stornelli da osteria
e se funziona con Bob Dylan
ognuno ha il suo piccolo Vietnam
ognuno il proprio negro, le cui ossa
gli strappano il cuore e la pelle
povero Boris
Lasciamo stare questi poveracci
e facciamo un giava infernale
mangiamo il cervello d'un vescovo
assieme al fegato d'un militare
facciamo saltare con la dinamite
la borsa assieme al Pantheon
per vedere se questo ucciderà i miti
che ci divorano completamente
povero Boris
Vedi, nulla è davvero cambiato
da quando ci hai lasciati.
Vedi, nulla è davvero cambiato
da quando ci hai lasciati
gli stronzi non la smettono di rubare
e gli altri di stare a guardarli.
Sì, l'altro giorno abbiamo proprio riso,
sembra che "Il Disertore"
sia uno dei grandi successi del momento
quando lo canta Richard Anthony
povero Boris
Quindici anni fa, in Indocina,
la Francia perdeva il suo onore
e ti trattavano da canaglia
perché dicevi che non ci saresti mai andato.
Se tu li vedessi ora con le loro chitarre
aggiustare le tue strofette
con quindici anni di ritardo
ti divertiresti un sacco
povero Boris
Vanno a cercare in America
la moda che fa fare i dollari
un giorno cantano dei cantici
e l'altro stornelli da osteria
e se funziona con Bob Dylan
ognuno ha il suo piccolo Vietnam
ognuno il proprio negro, le cui ossa
gli strappano il cuore e la pelle
povero Boris
Lasciamo stare questi poveracci
e facciamo un giava infernale
mangiamo il cervello d'un vescovo
assieme al fegato d'un militare
facciamo saltare con la dinamite
la borsa assieme al Pantheon
per vedere se questo ucciderà i miti
che ci divorano completamente
povero Boris
Vedi, nulla è davvero cambiato
da quando ci hai lasciati.
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Parole e musica di Jean Ferrat
La canzone è del 1966; e proprio nel 1966, Peter, Paul and Mary, in pieno movimento contro la guerra nel Vietnam, Le Déserteur di Boris Vian, che cantano nella versione di Marcel Mouloudji. Anche in Francia, il paese che fino ad allora la aveva proibita severamente, la canzone diviene un successo ed è interpretata persino da una "stella" della canzone commerciale come Richard Anthony; solo che Boris Vian è oramai morto da sette anni. Jean Ferrat scrive allora questa canzone ironica e indignata; una canzone impregnata di autentico antimilitarismo, dedicata proprio a Boris Vian e al "Déserteur", contro un certo essere "contro la guerra" di facciata, che fa fare ad alcuni tanti bei soldi....
(Riccardo Venturi, 20 novembre 2004)